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Che cos'è una menzogna?

E per quale motivo, almeno una volta nella vita, non possiamo fare a meno di pronunciarla?

Arriva sempre quel fatidico attimo in cui, in una manciata di secondi, dobbiamo decidere se intraprendere la strada facile della bugia o quella tortuosa della verità.

Perché in quei frenetici attimi di scelta, in cui il cervello elabora dati alla velocità della luce, la menzogna è la soluzione più semplice, quella più facile, mentre la verità risulta scomoda e difficile da presentare, in qualsiasi modo la si proponga.

Come un baleno davanti a noi si materializzano come per magia due strade dall'aspetto completamente diverso tra loro.

Una larga, invitante, coperta da un tappeto folto e perfetto di erba verde profumata. Qua e là spuntano ciuffi di candide margherite, gli uccellini cinguettano dai salici che troneggiano sui lati della via mentre batuffolosi coniglietti bianchi zampettano spensierati.

Questa è la menzogna, un percorso dalle sembianze perfette, facile da attraversare.

Una vera passeggiata!

L'altra via è praticamente l'opposto, buia e tenebrosa, con orde di pipistrelli che sciamano dagli alberi secchi. Tutto è grigio, tetro con una fitta coltre di nebbia che aleggia a mezz'aria.

Così appare la verità, cupa e minacciosa. Una corsa a ostacoli nell'oltretomba.

La scelta per me è stata scontata, ovvia.

Oggi, nell'attimo in cui Andrea mi ha chiesto delucidazione sulla trascorsa notte, percepita la sua amnesia, non ho avuto dubbi su quale viaggio intraprendere: il percorso della menzogna, quello più semplice, apparentemente. Alle 15 di oggi 20 Giugno 2009, mi sono addentrata senza pensarci due volte nel vialetto dall'illusoria semplicità.

Senza avere la minima idea di come abbiamo percorso il tragitto spiaggia-albergo e soprattutto con chi potremmo aver trascorso la passata notte, Andrea si è vestito, ha insistito per pagare entrambe le camere e, con un silenzio a dir poco innaturale, siamo partiti.

Ed eccomi qua, seduta al suo fianco in auto mentre fingo di dormire, evitando domande con un groppo pesantissimo allo stomaco. Perché la bugia a colpo d'occhio potrà anche sembrare la soluzione migliore, ma dal momento dell'imbocco in poi un senso di colpa ti affligge per tutto il tragitto. Lo chiamano effetto collaterale, all'inizio sottovalutato e, se nel corso del tempo non viene gestito nel modo giusto, può schiacciarti.

Non so se sarò in grado di reggere la pressione, ma a questo punto non credo di poter tornare indietro.

Più mi sforzo di essere felice e più mi allontano dalla meta.

@Elenina_1983 la mia pagina instagram vi aspetta!




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