Sotto il cielo stellato

Selena's POV

"Dai, Felipe, dimmelo! Dove stiamo andando?" insisto.

"Se fai la brava bimba, te lo dirò" mi risponde, appoggiandomi il dito indice sulle labbra.

Faccio per morderglielo, ma lui è più veloce di me e lo sposta subito, rimettendo la mano al volante. Solo adesso noto che ha un'orologio al polso, fatto di un argento scintillante. Resto ferma ad osservarlo, inebetita. Poi giro la testa verso il finestrino, cercando di decifrare dove siamo diretti.

Dopo circa una ventina di minuti, finalmente eccoci arrivati. Sento l'odore dell'aria salmastra che mi punge il naso.

Il ristorante sul mare "Dalla dolce Partenope", lo riconoscerei tra milioni di ristoranti della zona litorale. Si presenta come un lussuosissimo luogo di ristorazione. L'entrata è maestosa, con le sue alte palme che fanno da ingresso ad una lunga arcata ricoperta di fiori e conchiglie del posto. Sul terreno è steso un sontuoso tappeto bianco. L'interno è altrettanto sfarzoso: il pavimento è di un marmo chiaro e pulito che riflette quella che è l'opera d'arte del soffitto: dei disegni di sirene che nuotano nelle acque limpide del Mar Mediterraneo, tra rossi coralli e pesci argentei. La sala, invece, è sorretta da colonne di pietra di tufo, sui cui capitelli sono intarsiate altre sirene. "Sembra quasi vogliano uscire da questi pilastri!" urlo estasiata al cameriere che ci ha invitati ad entrare all'ingresso. Ma la parte più magica è l'esterno, sul retro. Un'immensa spiaggia, dei baldacchini elegantemente addobbati di seta bianca e fatti dei legni più pregiati.

Felipe mi invita a distendermi sul baldacchino più vicino alla riva. "Da qui," mi dice "possiamo ammirare meglio la meraviglia delle onde del mare e la luminosità delle stelle più alte".

Sistemo l'abito prima di distendermi sul letto, facendo ben attenzione che il cuscino sia morbido e gonfio. Felipe si stende, accanto a me. Poi accenna un sorriso al cameriere che, con un cenno del capo, si ritira nell'interno. Deve essere il segnale che tutto è pronto. Chissà cos'altro ha in mente, il mio cubanito.

"Non è nulla di che, oggi ho chiamato per offrirci il miglior servizio, ora vedrai" si limita a sussurrarmi all'orecchio con atteggiamento sensuale. Posso sentire il suo profumo maschile inebriarmi.

I piatti non tardano ad arrivare: caviale, cruditè di frutti di mare, molluschi, spaghetti all'astice, ricci di mare, branzini e fettine di tonno rosso. Come contorni, delle insalate di alghe condite con del nero di seppia. Da bere, un vino bianco Montrachet Grand Cru.

"Per il dolce aspetto un altro suo cenno, signor García!" annuncia il cameriere.
"Grazie Andrea, ottimo lavoro" si limita a dire Felipe. Io sono ancora stupefatta dalle portate, quanti soldi avrà speso?

Cominciamo a mangiare, parlando del più e del meno, fino a quando Felipe non introduce il nuovo tema della conversazione: Mahmoud.
Mi si gela il sangue. Non mi aspettavo che mettesse in mezzo l'argomento "Mahmoud" al nostro primo appuntamento romantico.

"Non mi sembra il caso di parlare di lui, Felipe" gli confido, abbracciandomi le spalle nude. Deve essere stato lo shock, perché ora inizio a sentire il vento che mi colpisce la schiena. Chiudo la tenda del baldacchino.

Felipe's POV

Non posso farne a meno, devo rivelarle ciò che ho visto a lavoro questa mattina. Le prendo una mano. 

"Selenita, no te quejes por favor" inizio, "Oggi al lavoro ho visto Mahmoud..."
Come nella normalità, lavoriamo nello stesso dipartimento.  Forza Felipe, devi dirglielo, le farà male ma ha il diritto di sapere. 

"Mi è passato davanti, puzzava di alcol, to' emborracha'o, mano nella mano con Sarah..." nel pronunciare queste parole abbasso la testa. Le si irrigidisce la mascella, lo deduco dal suo volto, solitamente delicato e morbido, diventato duro e spigoloso. 

"No se que le ha pasa'o, la verdad..." si mette una mano in fronte quasi a sorreggerla. Gliela prendo e la porto sulla mia spalla. Lei non deve portare questo peso da sola, voglio che si affidi a me completamente. Lei inizialmente la ritrae, riportandola al grembo, ma al mio secondo tentativo, lascia che la sua mano si unisca alla mia intrecciandosi. Me la porto al volto e accarezza il mio viso, chiudo gli occhi, inebriato da questa estasi paradisiaca. 

"No te mereces esto, Selena" dico io, sussurrandole all'orecchio. "Lascia che mi prenda cura di te, meriti un uomo al tuo fianco" la guardo negli occhi, è in silenzio da quando le ho dato la notizia. "E qui davanti hai qualcuno che non ha altra voglia se non di prendersi cura di te..." 

I suoi occhi bruni si arrossano e diventano lucidi come cristalli. Lì, in quel momento, crolla tutto il castello di carte, tutte le bugie che le sono state dette, tutto è crollato lì come sabbia bagnata dalle onde del mare.
Non posso fare a meno di avvicinarmi, ma la vedo ritrarsi ed alzarsi, le lacrime rigano il suo viso perfetto. Sento nel petto un dolore lancinante, come se avessi appena ricevuto un calcio in pieno petto. 

Vedo Selena uscire dal baldacchino e allontanarsi. Mi alzo di scatto ed esco anche io. La vedo, la sua sagoma illuminata nella penombra dalla luce della luna. La pelle cappuccino, la pelle cubana che ci ha sempre distinti, splende. In quel momento vengo travolto dalla meraviglia. È straordinariamente bella. 

Mi avvicino piano a lei, come se mi stessi approcciando ad una cerbiatta spaventata. La porto a me e non oppone resistenza. Si stringe a me, sento le sue braccia avvinghiarsi, le accarezzo la testa, ora sulla mia spalla. "Lascia che ti mostri cosa significhi amare, Selena" le sussurro dolcemente. 

Dal ristorante sento una melodia che riconosco all'istante, so cosa fare. Le prendo le mani e la allontano facendola voltare.
 "Tengo marcado en el pecho, todos los dias que el tiempo no me dejó estar aqui" le sussurro mentre lei dondola trasportata dai miei passi. 

"Tengo una fé que madura, que va conmigo y me cura, desde que te conocí..." risponde lei, ridacchiando. Ecco la mia Selena, risplendere nel suo timido sorriso. La faccio volteggiare e la riporto vicina e iniziamo a ballare delicatamente. Le sue anche si muovono a tempo, mentre io avvicino il volto al suo con i nostri nasi che si sfiorano.

"Tengo una huella perdida, entre tu sombra y la mia que no me deja mentir" le continuo a cantare, stretto a lei.
"Soy una moneda en la fuente, y tu mi deseo pendiente, mis ganas de revivir" mi risponde lei, alzandosi sulle punte. 

Ridacchio, ha tolto i tacchi per venire in riva al mare e adesso non riesce ad arrivare quasi nemmeno al mio petto. È così dolce, così delicata. Non accetterò un no come risposta, ho aspettato così tanto per avere tutto questo... Non posso lasciarmi sfuggire questa opportunità, non perderò un altro treno.

"Hoy voy a verte de nuevo, voy a envolverme en tu ropa, susúrrame tu silencio cuando me veas llegar." Cantiamo il ritornello mentre balliamo. La vedo ridere, felice, sento il mio cuore contento, pieno di gioia. La conduco nella bachata e getto la mia giacca in riva al mare, ci penserà la lavanderia a metterla a nuovo.

 Ridiamo e balliamo mentre Gloria Estefán ci guida con la sua voce. Lei è molto più tranquilla di prima, mi sorride apertamente e io mi fionderei sulle sue labbra.
Non resisto più, la prendo e la porto a me, le sue labbra affamate si uniscono alle mie. Bramiamo, ci esploriamo, sento le sue mani graffiarmi dolcemente la schiena, io accarezzo i suoi capelli ricci e li avvolgo attorno alle mie dita. 

"Felipe..." mi dice, staccandosi da me.
"Non devi dire nulla, devi solo lasciarti andare. Mi prenderò cura di te, Selena"
Lei mi stringe e io respiro profondamente il suo profumo. Sono inebriato, completamente rapito.

"Spero tu abbia ancora spazio per il dolce" le prendo la mano e torniamo al baldacchino. Mi siedo sul baldacchino,  facendo peso sullo schienale. Selena si appoggia sul mio petto. Le accarezzo il décolleté con le dita.
"Felipe, non credo di volere quel tipo di dessert, stasera..." mi dice.
"Ma io intendevo realmente il dolce, Selena" scoppio a ridere. Fin da piccolo, sono sempre stato ghiotto di dolci, Selena conosce questo mio tratto e inizia a ridere con me.
"Passano gli anni ma tu non cambi proprio mai!" ridacchia.
"Perché mai dovrei cambiare, parliamo di dolci, non di bombe a mano!" le rispondo, fintamente contrariato. 

Ci stringiamo di più, le mie braccia la avvolgono. Lei si rilassa nel mio abbraccio. Respiro piano, godendomi il momento. 

"Io ho voglia di tiramisù, e tu?" lei alza il volto per incontrare il mio.
"Vada per il tiramisù" rispondo e faccio cenno ad Andrea di arrivare.
Ordiniamo i dolci e ci lasciamo cullare dal dolce suono delle onde del mare. Potrei lasciarmi abbandonare nelle braccia di Morfeo, così, senza rendermene conto. Sono così rilassato con lei tra le mie braccia... 

Dopo aver mangiato le monoporzioni, la aiuto a rimettersi in piedi e torniamo alla macchina. Aver accompagnato il tiramisù con lo champagne e un cicchetto di Marsala forse è stata una scelta un po' azzardata. Ci ritroviamo a barcollare verso la macchina, apro a stento la portiera, faccio entrare Selena e poi mi metto al volante.

"Riesci a guidare?" mi chiede lei.
"No te preocupes, sono abituato" le rispondo, non staccandole gli occhi di dosso.
Senza pensarci troppo, metto in moto la macchina e parto. 

"Felipe..." comincia lei, "ti volevo comunicare che siamo stati scelti come testimonial per la campagna pubblicitaria del nuovo profumo di Sylvie..." dice lei singhiozzando leggermente a causa dell'alcol. "Rêves pour homme e pour femme!" dice lei creando un arco con le mani per enfatizzarne il nome.

"Se tu ci sei, per me va bene" le rispondo non riuscendo a trattenere il mio sorriso...
"Ah, piccolo dettaglio, saremo nudi" dice lei, mettendo enfasi sull'ultima parola.
"Adesso non vedo l'ora" sorrido maliziosamente "E quando sarebbe?" le chiedo.
"Ehm, dopodomani."

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