Pour que tu m'aimes encore
Sylvie's POV
Sono a bocca aperta... Come fa a sapere...
"Conosco tutte le cose che non mi hai detto, Sylvie. Ma lascerò che sia tu a spiegare la tua storia. Non voglio farti sentire sbagliata, ma devo ammettere che sono terribilmente deluso dal tuo comportamento. Non me lo sarei mai aspettato da te... siamo fidanzati, cazzo!" mi dice, ha le lacrime agli occhi.
Non potrà mai capire cosa significhi...
"Mark, io... non l'ho fatto per te. Non c'è nulla di sbagliato in te. Io... mi sentivo troppo a disagio nel far sapere alle persone a me più care il mio più grande segreto... per favore, Mark, comprendi!" Ho gli occhi che bruciano, li sento acquosi, riesco a malapena a proferire parola senza che un singhiozzo interrompa il flusso. Le emozioni si riversano fuori, in un fiume di lacrime.
Spingo fuori il dolore, mantenendomi lo stomaco, piegandomi in due. Ho deluso me stessa, e sono sicura che appena Felipe e Selena sapranno anche loro... mi abbandoneranno come ha fatto lui... mio padre.
"Mark" dico "Io non ti ho mentito perché volevo, ma..." Mi butto a terra poggiando il palmo della mano sul pavimento, che ora sento ancora più freddo del Canada, il mio Paese natale.
Io sono Sylvie Brown, figlia del criminale Thomas Brown, che ha operato per trent'anni nell'area di Montréal. Ho vissuto lì fino ai miei diciassette anni, quando, dopo un report televisivo sulla figura di mia padre, ho deciso di fuggire assieme a mia madre, Charlotte Garnier, in Francia. Lì abbiamo potuto ricostruirci una vita e, utilizzando il cognome di mia madre, mi sono fatta spazio tra le fila di francesi, fino a integrarmi. Fino a far finta di essere una di loro...
Sono stata una stupida a mentirvi, dico tra me e me.
Ho sempre trovato la figura di mio padre molto distante dal mio onore famigliare. Mia madre ha sempre cercato di cambiarlo, ma non puoi cambiare la natura di un leone.
"Sono cresciuta nella droga, e tra qualche ceffone e l'altro, io e mia madre abbiamo tirato avanti fino a che la situazione non si è fatta troppo grande per poterla tenere a bada. Mi devi credere, Mark!" Urlo dal dolore, le lacrime rigano copiose le mie guance, bagnando il pavimento. Posso intravedere il riflesso di Mark da esse, quasi fosse un lago in cui specchiarsi.
"Sylvie... io credo che... sia ora di lasciarti andare" mi dice, la mano sul petto stringe intensamente la posizione del cuore.
A quelle parole, mi sento persa. Sto perdendo tutto, perderò tutto... Il lamento si fa ancora più forte e corro ad abbracciare Mark, il quale non oppone resistenza. Si appoggia sul perimetro del piano-cottura, mi stringe forte a sé.
"Sylvie..." dice, per poi intensificare la stretta. Piange, piange, piange così forte che i nostri dolori si sposano perfettamente. Lo abbraccio fortissimo, posso sentire il suo profumo... il mio profumo... unirsi.
Mark, non mi lasciare, per favore. Non saprei cosa fare se dovessi perdere anche te, penso.
"Sylvie..." continua "intendo che sia ora che tu lasci andare te stessa e viva la tua vita senza segreti, senza vergogne. Non è colpa tua se tuo padre non è stato un buon padre... ci sono io qui, con te."
Alzo lo sguardo per incontrare il suo, siamo entrambi così innamorati e così pieni di dolore, non ci siamo capiti fino in fondo. Avrei dovuto raccontargli tutto sin dall'inizio della nostra frequentazione, ma la paura di essere giudicata aveva preso il sopravvento. Avevo timore che lui avrebbe interrotto tutto, se avesse saputo il mio oscuro passato famigliare.
"Mark, ti amo" Lo stringo ancora più forte, affondando il mio viso nel suo petto. Stiamo così per almeno una decina di minuti prima che ci lasciamo andare in un doloroso e passionale bacio.
"Anche io ti amo, Sylvie. Ma hai fatto una cazzata a tenere questo segreto dentro di te per così tanto tempo..."
"Lo so, hai completamente ragione. Adesso, però... come faccio a dirlo a Selena... mi odierà!" rivelo a Mark.
Oddio, Selena. Siamo state amiche da tempo e non ho mai avuto il coraggio di raccontarle la verità. L'ho persino aiutata nel suo periodo di rottura con Mahmoud, senza però mai rivelare cosa io avessi in corpo, in profondità.
Ma... aspetta un attimo. Come ha fatto Mark a sapere questa informazione così riservata?
"Mark, amore mio... hai per caso investigato su di me... come... ti è venuto in mente, insomma, che io non fossi francese?" gli chiedo, mi allontano leggermente, senza però staccarmi dall'abbraccio.
"Sylvie, io... voglio dire che non sono fiero di averlo fatto. Ma in realtà è stato Felipe a farmi sorgere un dubbio. Ha parlato della porta del tuo ufficio, di un giglio intagliato in essa, del tuo accendino... In effetti, ora che ci penso, avrei potuto arrivarci anche io ma non sono stato così sveglio come lui" mi dice, nel tono più serio.
Io sono scioccata, Felipe ha fatto avviare un'investigazione su di me per quale fine, per quale scopo?
"Mark, ma ti è parso logico da parte tua, in quanto mio fidanzato, di ricercare informazioni sensibili sul mio conto solo perché quel bâtard ha fatto le domande giuste?!"
Ammetto di non essere stata brava a celare tutto, d'altronde sono pur sempre orgoglioso di ricordarmi di essere nata sotto il giglio e cresciuta sotto la rosa, come recita il motto del Quebec.
"La mia farsa da donna francese termina qui, ma quel cubano ne sentirà di cotte e di crude appena lo vedrò!" riferisco a Mark, adirata.
"Sylvie, non devi preoccuparti, ho sbagliato io, non avrei dovuto condividere quelle cose con lui... ma errare humanum est, come dicono i latini. L'ho letto oggi su una rivista di saponette. Parlava di come sia sbagliato lavarsi le parti intime in doccia e..."
Lo interrompo. "Mark, non c'è bisogno che tu continui, grazie."
Entrambi scoppiamo a ridere, mi dimentico della rabbia che provo nei confronti di Felipe. Ora voglio pensare a ricostruire il mio rapporto con Mark, e fiducia in me stessa e nel mio passato.
"Spero che Selena sia comprensiva tanto quanto lo sei stato tu, Mark. Ti amo" dico, prima di riabbracciarlo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top