Lezione di pilates: SHOCK!

Selena's POV

"A domani allora!"
Saluto le mie colleghe e mi dirigo verso lo spogliatoio. Devo prepararmi alla svelta per riuscire ad arrivare alla lezione di pilates.
Sono passati due mesi da quando con Mahmoud, il mio futuro marito, mi sono trasferita in Italia.
Prendo la borsetta dalla scrivania e corro nonostante i tacchi che ho addosso.

Essere un'insegnante è un mestiere che mi appaga: diffondere la conoscenza ai nuovi protagonisti del mondo è un incarico delicato e minuzioso. Mio padre, che insegnava Inglese al Liceo di Santa Monica, me lo ripeteva spesso. "Selenita, essere insegnanti è molto più che un mestiere, è una missione di vita. Plasmerai sia le nuove classi dirigenti che gli idraulici, tutto dipenderà da come ti comporterai e dalla tua competenza."
Spero che lui sia fiero di me ovunque sia.

Arrivo alla fine del corridoio ed esco velocemente dall'istituto. Ho appena il tempo di recuperare il telefono e mandare un messaggio a Moud: "Sto tornando a casa, mi cambio al volo e corro a pilates. Ti amo." aggiungo un'emoji del cuore e invio. La risposta non tarda ad arrivare, lampeggiando sullo schermo del mio telefono: "Sei la mia luce, ti amo. Io sto andando in base per cominciare il turno." Abbraccio a me il telefono sentendolo, seppur in maniera virtuale, vicino a me. Apro la portiera della mia Mercedes e mi posiziono al posto del guidatore. Metto le mani al volante e osservo la mia manicure, è davvero perfetta: avevo scelto un effetto marmo dai toni del verde salvia e acquamarina, il tutto reso prezioso dai cristalli Swarovski. Inserisco la chiave nel quadro e accendo la macchina, sento il rombo del motore sotto di me e sono pronta a partire.

Dopo aver svoltato all'angolo della scuola mi immetto nella strada principale.
"Cazzo", penso.
Come al solito il traffico è talmente intenso da rendere inaccessibile il passaggio a chiunque. Sono già in ritardo, non voglio essere presa dall'ennesima crisi di nervi.
"Hey Siri" dico, "Riproduci la mia playlist Imbottigliata nel Traffico" e nella macchina inizia a pompare musica a tutto volume. Inizio a cantare. Cazzo si, la prima è la mia preferita!
"Que mi sonrisa está ensayada, al igual que mi mirada, por dentro estoy llorando por ti, paseo por la calle sola, mismo perfume amapola, pensando que viene' a por mí"
Questa canzone mi ricorda Cuba, e porta con sé tanti ricordi: la casa di mia nonna, il profumo delle arance appena spremute, il sole cocente sulle spiagge della Havana... Quanto mi manca... "Y sigues clavaíta, Tan clavaíta que duele, Tan clavaíta que gusta, Tan clavaíta que duele, Estar lejo' de ti me asusta" Continuo a cantare. Mi sono tranquillizzata e riesco a lasciarmi il traffico alle spalle a suon di bachata.

"Un messaggio in arrivo da Sylvie." la voce di Siri sostituisce la musica. "Dove sei? Sei già partita, ma chèrie?" dice. "Siri rispondi a Sylvie: Sono quasi a casa, mi cambio e arrivo, querida." Amo prendere in giro Sylvie, ogni volta che mi dice "Ma chèrie" le rispondo in spagnolo e lei puntualmente va su tutte le furie, ridacchio sotto i baffi. Che strano essersi incontrate in Italia, Sylvie è nata a Nizza ma ha studiato all'ISPICA a Guerlain per diventare naso profumiere. Infatti, ad oggi, dirige una maison di profumi molto costosi e ricercati. È da lei che ho ricevuto il mio profumo personalizzato. Sylvie l'ha battezzato Noche de Pasión, poi mi ha spiegato le caratteristiche: note di testa arancia e sale marino, note di cuore iris e gelsomino e note di fondo ambra e sandalo. Quando lo indosso mi sento una vera femme fatale. L'ho indossato alla cena di presentazione della base e non ho ricevuto altro che complimenti. Mahmoud accanto a me sorrideva quando gli dicevano: "Sei fortunato ad avere una donna così bella al tuo fianco." Questo complimento arrivava da una persona a me molto cara, un collega di Mahmoud, Felipe. Anche lui è cubano e ha frequentato il mio stesso liceo. Siamo cresciuti insieme, lui giocava a rugby e io a pallavolo. Veramente inseparabili. È poi diventato anche grande amico di Moud, due buontemponi che parlavano di cose da maschi, tra moto e pistole.

Al pensare a mio marito e al mio migliore amico sorrido. E nel frattempo parcheggio nello spiazzale di casa mia. Abito in un parco privato con vigilanza, mi sento davvero al sicuro. Spengo la macchina e corro come un lampo in casa. Tolgo i tacchi e corro nella doccia. Fortuna vuole che abbia già scelto cosa indosserò per la lezione: un pantalone sportivo color carta da zucchero e un body a maniche lunghe semitrasparente con una stampa che ricorda la spuma delle onde che si infrangono sugli scogli. Lascio che il bagnoschiuma scorra lungo il mio corpo mentre lo insapono. Bagno anche i capelli e velocemente esco dalla doccia. Apro la finestra e lo specchio inizia a spannarsi. Ciò che riflette non è di mio gradimento: non che sia grossa, ma la mia attenzione ricade sul mio fondoschiena e sui miei fianchi molto abbondanti. A volte invidio Sylvie, lei ha un fisico mozzafiato. Tento di non pensarci e mi asciugo velocemente. Indosso il completo e le scarpe e torno alla macchina per correre in palestra.

Rispetto al viaggio della speranza che ho fatto per arrivare a casa, arrivare in palestra è molto più semplice: impiego solo cinque minuti e sono già li fuori. Prendo la mia borraccia e il mio asciugamano ed entro nella palestra: è moderna, appena ristrutturata e incontro Silvana, la ragazza che lavora in palestra. Mi ha raccontato di essere giamaicana, adora le trecce e la musica dancehall. Appena mi vede tira fuori un gran sorriso. "Mamacita, sei stupenda oggi!" mi dice. "Mai quanto te, le tue nuove trecce sono stupende, chi te le ha fatte?" le chiedo. Ha delle box braids lunghissime, le arrivano fino al sedere e sono intervallate da piccoli anelli d'oro. "Eh si, Betty ha fatto davvero un'opera d'arte..." dice passandosi una mano tra i capelli. Nel mentre della mia chiacchierata sento un urlo: "Ma chèrie! Muoviti, la lezione sta per iniziare!" la voce di Sylvie si sente in tutta la palestra, quella donna... "Arrivo muñeca!" Saluto Silvana e corro nella sala, pronta per iniziare la lezione di pilates. Incontro Annamaria, professoressa di inglese in pensione che ha di recente aperto un agriturismo e poi incontro Sylvie. Indossa una tuta Juicy Couture viola e i capelli castano chiaro raccolti in una crocchia disordinata che le dà un'aria meno rigida del solito. Sylvie è una donna molto diligente e lavoratrice, le piace apparire sempre al meglio. Anche con quel mollettone fra i capelli, riesce ad essere stupenda. Sembra quasi una modella. La raggiungo da dietro e l'abbraccio, lei mi sussurra all'orecchio "Dopo lezione ho una cosa molto importante da rivelarti, non scappare." Inarco un sopracciglio, Sylvie sembra sinceramente preoccupata. Chissà cosa vorrà mai dirmi?

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