Eso no se hace!

Selena's POV 

Cosa mi è preso?! 

Ho avvicinato Felipe a me e l'ho baciato. Volevo evitarlo, ma non ci sono riuscita. Volevo risentire le sue labbra sulle mie. E Mahmoud? Dove sarà adesso? Non l'ho più sentito. Mi sento stringere i fianchi e sento il petto di Felipe toccarsi con il mio. 

"Ay, ten cuida'o" mi dice Felipe ridacchiando. Il suo sorriso è dolce e bellissimo, non mi sorprende che qualsiasi ragazza al mondo caschi ai suoi piedi.
"Scusa Felipe, non so che mi è preso..." dico io, abbassando lo sguardo. Il nostro secondo bacio è stato diverso dal primo: inaspettato, spietato e selvaggio. E, fortunatamente, non ha avuto lo stesso sapore di lacrime, seppur forse un po' ha saputo di sudore... 

Lui mi alza il mento per fare in modo che i nostri sguardi s'incrocino.
"Di cosa dovresti mai scusarti?" la sua voce è roca e profonda. Quando abbassa la voce, riesco a percepire più a fondo la sua mascolinità cubana.
"Ma Mahmoud è un tuo amico... Non sta bene." Tento di allontanarmi ma lui mi stringe più forte a sé.
"In realtà Mahmoud era il tuo fidanzato." mi risponde lui.
"Be', questo mi fa sentire ancora peggio" dico, io con un filo di voce.

"Che fai stasera, linda?" mi chiede.
"Pensavo di prendere qualcosa d'asporto e di andare a letto" rispondo con una certa nonchalance. Vedo nei suoi occhi una scintilla, cosa avrà in mente?
"Fatti bella, ti porto a mangiare fuori. Ti piace il pesce?" dice lui, guardandomi fisso. Percepisco la sua malizia dietro i suoi occhi intensi.
"Non si disdegna mai una bella mangiata di pesce!" Scoppiamo entrambi a ridere. 

Faccio per allontanarmi, devo andare ad allenarmi. Anche se devo dire che stare così con Felipe non mi dispiace per niente... Mille domande vorticano nella mia mente e una sola però è prevaricante: cosa metterò stasera?

Dalla sala di pilates vedo Felipe che ha messo il suo karategi: il bianco del vestito crea un interessante contrasto con la sua pelle scura. Ricordo ancora quando vinse i Nazionali di Kumite al liceo, non a caso veniva chiamato Ryu, il drago. Nulla poté quell'americano del Connecticut, era fin troppo lento... Poi eravamo usciti insieme io, lui e Mahmoud che lo celebrava al pari di un dio della guerra. "Sei un carro armato, Felipe. Sei stato incredibile!" Mahmoud urlava in tutto il locale. 

In effetti, tra i due, era Mahmoud quello a non avere propensione per lo sport. Felipe, fin da piccolissimo, ha praticato arti marziali e i risultati ben si notano. Il suo corpo è davvero invidiabile, eccezion fatta per una piccola botta sul naso presa durante una gara. Per quanto nessuno s'interessi del suo naso, lui è sempre lì che se ne preoccupa...

 Lo vedo, tira calci come un demone, non si ferma e non posso fare a meno di notare il suo avversario a terra, inerme. BOOM, tira un pugno dritto nello sterno del ragazzo. "Ippon, yame!" sento il suo maestro urlare. Ricordo che vuol dire che ha fatto punto.
Alza il suo contendente e insieme ridono, abbracciandosi. D'un tratto, si gira verso la sala di pilates e io distolgo lo sguardo per poi rialzarlo subito dopo: si è tolto la casacca ed era a petto nudo, intento a  contrarre i muscoli. Mio Dio... 

Da dietro, qualcuno mi afferra. "Che guardi, chèrie?"
 Sussulto. Sylvie mi regge ai fianchi e io le indico la sala dove si tiene l'allenamento di karate. La mascella le si allarga fino quasi a toccare il pavimento. "Ma è Felipe?" domanda lei.
"No, è Jean-Jacques, tuo cugino" dico io, sarcastica. "Ovvio che è Felipe!"
"Ma chèrie, stai attenta. Potresti non camminare più bene dopo aver avuto esperienze con questo" dice lei, indicando Felipe con un cenno della testa.
"Sylvie! Smettila di essere una ensuciada, pensa a quel tuo povero fidanzato..." ribatto io, fintamente sommessa.
"Mi ha invitata a uscire stasera" continuo. "A mangiare... pesce."
Sylvie scoppia a ridere "Le poisson, chèrie. Non avevo dubbi."
Continua a sogghignare. "Cosa metterai? Sono sicura che tu abbia un bel completo di lingerie da farti togliere!"
"Sylvie! Non mi farò togliere nessuna lingerie" le rispondo. "Ma non so cosa mettere."
Sylvie mi guarda stralunata. "Ma come? Ti ho regalato tantissimi vestiti parigini e tu mi vieni a dire che non hai cosa mettere?"
Io la guardo in silenzio. "Selena, videochiamami dopo la lezione, ti indicherò io la via..." mi ammonisce. 

Finita la lezione, corro il più velocemente possibile verso la macchina. Felipe, in un frangente in cui siamo riusciti ad incontrarci, mi ha detto di essere pronta per le otto. Guardo il mio apple watch e noto che sono le sei e un quarto. Sono in ritardo clamoroso. 

Mi ritengo fortunata, non c'è neppure ombra di traffico! Sono davvero estasiata, torno a casa in soli dieci minuti. Inserisco il pin della porta ed entro. I vestiti che ho lasciato sul divano dovranno aspettare più del previsto. Sento dentro di me che ciò che sto facendo probabilmente non è la soluzione più appropriata, ma, almeno per un paio d'ore, voglio sentirmi desiderata e non pensare a tutto quello che sta succedendo.

Mi fiondo in doccia, mi lavo velocemente, facendo anche lo shampoo. Ho seguito la mia routine alla lettera: prima, maschera al cocco idratante, poi risciacquo abbondantemente e lavo i capelli con cura, infine passo al balsamo e pettino.
Asciugo i capelli e tiro fuori il make-up, ho intenzione di fare uno smokey eye molto intenso, un contouring leggero e labbra nude a coronare il tutto. Sistemo i capelli con dell'olio di lino, mi trucco e corro in camera. 

Prendo il mio telefono dal comodino e chiamo Sylvie che mi risponde subito.
"Eccomi, querida, sono quasi pronta. Sii fiera di me" le dico, mostrandole il trucco.
Sylvie è sul divano, Mark le cinge il fianco con un braccio. Sta mangiando una banana... Con il suo ragazzo sul divano... Questa videochiamata deve essere velocissima, non voglio vedere cosa succederà dopo. Rabbrividisco.

"Apri l'armadio, chèrie. Vediamo come dobbiamo sistemarti per il grande evento" dice lei prendendosi gioco di me.
Inquadro il mio armadio. Le uniformi di Mahmoud erano ancora lì... Provo un po' di nostalgia nel vederle in realtà. Non voglio pensarci e passo a inquadrare i vari vestiti appesi nell'armadio.

"Guarda quel Vera Wang chartreuse!" Sylvie indica un vestito. In effetti è abbastanza semplice, si presenta come un abito lungo con spacco vertiginoso in un tessuto sottile e il colore contrasta bene con il mio smokey eye. Inoltre, le spalline evidenziano bene il mio décolleté.
Mark, che ha la testa appoggiata su quella di Sylvie, accorda. "Secondo me è bello."
"Gracias, mi amor. Ti chiamo dopo!" Le lancio un bacio e attacco. Indosso l'abito e passo alla scelta delle scarpe. Prendo le mie Louboutin, classiche red bottom e abbino il mio tesoro: la mia Tote Le Chiquito Moyen in pelle di vitello di Jacquemus.  Indosso due bottoni perla, sono degli orecchini stupendi, contornati da diamanti. Erano il regalo per la mia quinceñera da parte della mia abuelita, Dios la bendiga... Indosso il profumo pensato per me da Sylvie e sono pronta. 

Mi guardo allo specchio, quasi non mi riconosco, era da tempo che non sentivo questo entusiasmo nel prepararmi. Mi vedo, mi ammiro, sono davvero mozzafiato. Alzo la testa al soffitto per evitare che una lacrima righi il mio viso e mi rovini il trucco. Sospiro e mi dirigo alla porta. Sono le otto e cinque, non male penso.

 Ed ecco che fuori casa mia trovo la Ford Mustang 2021 di Felipe, nera e aggressiva. Gli si addice proprio. Vedo lo sportello aprirsi ed eccolo. Si ferma e la sua mascella si spalanca, gli occhi strabuzzati, quasi incredulo nel vedermi. 

Lui è stupendo: indossa un completo nero elegante e sotto la giacca ha una camicia bianca con i primi tre bottoni aperti, mostrando un accenno del suo petto villoso. Un vero macho cubano. Sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e, con un sorriso timido, mi avvio verso la macchina. Lui, galantuomo com'è, mi apre la portiera del passeggero e mi aiuta ad accomodarmi sul sedile. "Eres maravillosa, Selena" mi dice prima di mettersi al volante e partire.
"Dove andiamo?" gli chiedo, curiosa.
"È una sorpresa" risponde lui con fare enigmatico. Le labbra si inarcano in un sottile sorriso. 

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