Don't Wait Up
Felipe's POV
"Sylvie, sei per caso in ufficio?" mi metto al telefono e la telefono di buon mattino. Selena dormiva ancora quando sono uscito di casa per tornare alla mia, cambiarmi e dirigermi in ufficio. Avevo calcolato bene le tempistiche per essere in grado, in caso favorevole alla mia domanda, di passare in ufficio e parlare con Sylvie.
"Oh, Felipe, sono appena arrivata, come mai?" mi risponde.
"Vorrei parlare con te, posso passare?" le dico. Fremo nell'attesa della risposta.
"Certamente. Riguarda Selena?" mi chiede lei confusa.
"In parte..." le dico e dopo essermi congedato, attacco la chiamata e mi dirigo al suo ufficio.
"Hey Siri, riproduci Don't Wait Up di Kio Priest e Minty Fresh" ordino, e nella macchina parte la canzone da me richiesta.
"Don't wait up, I'll be married to the midnight before you know it, dancin with somebody еlse eye to еye, make you talk about me all the time..." il ritornello parte e io canto a squarciagola. "Don't wait up, I'll be someone that you wish you had oh baby, wishing that you never tried to break my heart, don't ya call me up and baby don't wait up..."
Ho sempre vissuto così: quando mi sento in ansia o sotto pressione canto, mi piace liberare la voce e le emozioni... Vorrei essere presente in questo momento così monumentale per Selena, tenerla mano nella mano e accompagnarla in questa occasione come lei c'è stata per me allo spettacolo di Kabuki.
Arrivo alla Maison Garnier. È un edificio davvero imponente e si distingue per lo spiccato gusto francese, è un angolo di Provenza in mezzo a un mare d'Italia. Ci sono delle bellissime viti che crescono rigogliose nel mezzo del giardino che precede il palazzo. Un estroso cartello con scritto "Maison Garnier" troneggia all'ingresso. Wow, penso tra me e me, è davvero enorme. Mi ricorda una canzone di francese che ascoltai tanti anni fa a Parigi, credo si chiamasse "Je Veux" di... Ziz? Zuz? Non mi sovviene. La porta automatica si apre non appena mi avvicino. Vedo una scrivania, è un info-point. Mi guardo i piedi, i miei stivali militari cozzano con l'armonia e l'eleganza di Maison Garnier. Mi avvicino all'info-point e incontro una gentile segretaria. "Benvenuto a Maison Garnier, sono Marilena, come posso esserle utile?" mi chiede cordialmente.
"Sono Felipe García, ho appuntamento con Sylvie Garnier" rispondo titubante, grattandomi il braccio in imbarazzo.
"García, García..." La vedo cercare in un planner sulla scrivania "Ah, Felipe García! Madame Garnier la sta aspettando. Prego, mi segua" prende la cartellina e mi accompagna verso una porta con sopra inciso un giglio... Hm, strano, penso, il giglio non è un fiore così francese... Be' una profumiera eclettica, non c'è che dire.
Mi apre la porta e mi accingo ad entrare. "Buongiorno, Sylvie"
La trovo girata verso l'ampia vetrata, i suoi capelli sono raccolti disordinatamente con una matita. Al sentire la mia voce si gira di scatto.
"Oh, bonjour Felipe. Qual buon vento ti porta qui?" mi fa cenno con la mano di accomodarmi alla scrivania. Mi accomodo con calma e tolgo il berretto militare.
"Volevo parlarti della sfilata..." comincio "...non è che per caso tu avessi a disposizione un altro posto?" chiedo.
Sylvie aggrotta le sopracciglia, è sorpresa o confusa?
"Vorresti partecipare a una sfilata di MiuMiu? E come mai?" mi chiede lei, in risposta alla mia domanda.
"Be' vedi, Selena mi è stata accanto nel momento più bello per me, vorrei esserle vicino anche io..." le rispondo abbassando lo sguardo.
"Mio caro Felipe, chèrie, non è una motivazione abbastanza forte. Selena è la face del mio brand, deve indossare il mio profumo e rappresentare Maison Garnier e Rêves pour femmes" mi guarda profondamente "Au travail non ci devono essere distrazioni" dice con voce ferma.
Wow, quanta freddezza. Non mi aspettavo una tale risposta da Sylvie.
"Be', se ben ricordi, anche io sono Face del tuo brand, ho mostrato il mio pene a tutto il tuo staff e a tuo cugino per la campagna pubblicitaria." dico leggermente irritato.
"Hai ragione, chouchou, ma è una sfilata femminile, non starebbe bene portare anche te" mi risponde lei tranquilla, con una punta di passivo-aggressività. I francesi...
"Poi, caro mio, Selena ha un regolare contratto, tu no" mi dice lei prendendo le Lucky Strike dalla borsetta e portandosene una alla bocca e usa un accendino con sopra inciso "Brown" per accenderla. Prende un gran tiro e sbuffa tutto fuori.
"E il documento che ho firmato? Cos'era?" chiedo io sconcertato.
"Un semplice non-disclosure agreement, chouchou" mi dice lei guardando la sua sigaretta.
Maledetta mangiabaguette a tradimento, lei e il paté possono anche andare a farsi fottere.
"Va bene, Sylvie. Non insisto oltre, grazie lo stesso. Divertitevi alla sfilata" dico alzandomi, non mostro il mio disappunto in questo momento. Lascio che la mia faccia di bronzo prenda il sopravvento. Lei rimane sulla poltrona ma posso intravedere un velo di preoccupazione sul suo volto.
"Mi dispiace non poterti venire incontro, Felipe, sarà per la prossima. Au revoir!" mi congeda lei con finto rammarico nella voce.
Cazzo, penso. Che rabbia non poter essere al fianco di Selena in un giorno così importante per lei, mi fa ribollire il sangue nelle vene. Non mi spiego il comportamento di Sylvie, in ogni caso. Sono sempre stato gentile con lei, mai una parola di troppo, penso auto-analizzandomi.
Torno verso l'uscita e saluto Marilena, che mi sorride dicendomi solo "Arrivederci!" senza aggiungere altro. Io faccio un cenno del capo ed esco fingendo un sorriso. Percorro il giardino inespressivo, sono abbastanza irritato dal comportamento di Sylvie. Mentre sto per tornare alla mia auto, mi arriva una telefonata, Muñeca, è Selena, si sarà svegliata.
"Hey" rispondo al telefono. "Hola, guapo. Sei andato via di buon mattino!" sento la sua voce così carica di felicità e non posso non sorridere.
"Lo sai, dovevo passare da casa a cambiarmi per mettere l'uniforme, per andare al lavoro" le dico e la mia voce si addolcisce. Non riesco a non essere dolce con lei.
"Pensavo, siccome passi molto tempo qui da me" comincia lei "non vorrei che tu debba fare questo viaggio ogni volta. Perché non lasci qualche uniforme a casa mia?" mi chiede e il mio cuore si ferma per un istante. Mi sta chiedendo di lasciare dei vestiti a casa sua, rimanere lì più spesso forse?
"Sai che non è per niente una cattiva idea?" le dico ironicamente "posso passare dopo il lavoro e lasciare qualche uniforme e qualche maglietta, uno o due pantaloni..." dico io ridacchiando. Lei si unisce a me.
"Anche più di una o due, se ti va" la sua voce è talmente gioiosa che il mio malumore scompare. Selenita, in cosa mi trasformi...
"Andata! Allora passo dopo il lavoro, tu fa' la tua colazione. Ci sentiamo dopo, princesa..." le rispondo e sento che a Selena è scappato un risolino dall'altro capo del telefono.
"A dopo, guapo. Buon lavoro" mi manda un bacio e attacca il telefono. Stringo il cellulare forte a me e sospiro. Quanto sono felice...
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