9a) NUVOLE

"Le nostre, sì, prima ancora anche quelle dei due Aldaberon che hai annullato al grande fiume. Cinque anime trovavano riparo nel tuo corpo. La tua, le nostre e le loro due".

Indicò alle spalle di Wal che si voltò a guardare senza però vedere nulla, se non un po' di nebbia e la piacevole sensazione dell'aria sul volto. Tornò a guardare l'antico con sguardo interrogativo.

"Guarda meglio, Walpurgis. Con gli occhi dell' anima, però" fece l'altro e dicendolo chiuse le palpebre dei suoi occhi. Lui lo imitò e si accorse di vedere meglio di prima. Ora anche le cose più trasparenti prendevano densità, colore, immagine. Ciò che prima era invisibile diventava visibile, anche l'aria prendeva corpo e consistenza. La consistenza di un soffio e il corpo di due uomini che volteggiavano attorno a lui e gli accarezzavano il volto con dita fredde e delicate. Erano loro due, dunque, che gli trasmettevano quella tranquillità che provava. Capì immediatamente che furono loro a salvarlo dal precipitare quando il panico s'impossessò di lui. Quasi senza rendersene conto provò simpatia per quelle due anime leggere e gli sorrise, subito corrisposto dai due che non smisero di toccarlo. Erano gentili nel farlo, i loro gesti trasmettevano l'affetto che provavano per lui. Anche quei due assomigliavano ad Aldaberon come copie sbiadite o confuse. Uno pareva timido, impaurito quasi. Si teneva un poco discosto, mentre l'altro pareva più intraprendente e sicuro di sé. Quasi un po' sfrontato, ma simpatico.

"Hai superato il punto dove loro si fermarono. Anche loro desiderano la pace" concluse l'Antico con un ché di mesto e malinconico. Le due anime annuirono e nei loro occhi Wal lesse una malinconia pari a quella dell'Antico. L'unico che non parve soddisfatto fu l'uomo seduto al fianco del più anziano, che si agitava e non smetteva di sussurrare nell'orecchio di Aldaberon cose che Wal non riusciva a capire.

"E lui?" fece un po' infastidito da quella presenza "Non desidera la pace come voi? Perché mi odia così tanto, se posso aiutarlo "

A queste parole, l'uomo si voltò a guardare l'Antico.

Aldaberon disse, incurante di lui :"Perché non potrai mai ritrovare il suo corpo e bruciarlo. Fu il primo a seguire le mie orme, arrivò indisturbato e seppe le stesse cose che io dirò a te. Nessuno tentò di fermarlo, ma fallì lo stesso. Arrivò molto vicino alla risposta, molto vicino. L'egoismo e la sete di potere lo portarono a sbagliare e un terribile mostro lo punì. Se riuscirai a superarlo, vagherà senza pace per l'eternità in questo luogo".

Wal vide che l' immagine si sbiadì ancora. Questa volta Wal ne fu certo, era successo per davvero. Anche l'Antico l'aveva notato e ne fu felice. Ma parimenti sbiadirono gli altri tre.

Con una smorfia di disgusto, Aldaberon proseguì:"Hai visto, vero? Ti sei avvicinato di un altro passo alla verità e lui è scomparso un altro po'. In vita non fu vile, lo divenne poi, nella morte. Non conosce onore né dignità, quindi, attento!" l' ammonì. Wal si fece più attento ad ascoltare.

"Farà di tutto per fermarti, lo ha già fatto più volte e lo farà ancora. Guardati da lui, non sempre potrò fermarlo!".

Wal comprese: era stato lui.

Nonostante l'astio per l'uomo che aveva tentato di gettarlo contro la Guardiana e dentro il vulcano, Wal ne provò anche compassione. Non poter trovare pace per l'eternità era una punizione gravosa per chiunque; forse anche per lui, se si fosse trovato nelle sue medesime condizioni.

"Non posso proprio fare niente per aiutarlo?" si sorprese a dire, stupendosi lui stesso di averlo detto. Ma oramai l'aveva fatto e la sua anima, dentro di sé, ne gioì.

Era una bellissima sensazione, pensò.

Aldaberon scosse la testa.

"Si è punito con le sue stesse mani, ora non può che pentirsene" disse fermo "Non ha rispettato le regole e gli tocca questo mondo per l'eternità. Se ritroverai la memoria del tuo passato, al contrario di noi tre, per lui sarà la fine".

Al ché Wal si sentì improvvisamente perso.

"Non potresti aiutarmi a ricordare?" chiese ad Aldaberon

"Potrei, sì. Ma sei sicuro di essere tu a volerlo? Se già una volta hai fatto di tutto per dimenticare, perché ora dovresti voler ricordare?".

"Per aiutare i miei amici" rispose convinto "Forse se vedessi qualcosa del mio passato...".

" Io sono il tuo passato. Lui... " così dicendo fece un cenno verso l'altro uomo tornato silenzioso "... e gli altri due erano come te. Anche loro dovevano terminare il mio lavoro... Rammarico, ti dice nulla ?".

A un cenno negativo di Wal continuò:

"Hai chiuso il tuo passato in una gabbia della quale hai nascosto la chiave. Fino a che non la ritroverai, la sua porta rimarrà chiusa. Al massimo io posso farti vedere dove ci siamo già incontrati prima di ora, ma non molto oltre a questo".

La tristezza del suo volto toccò in profondità l'animo di Wal. Anche per questo acconsentì ad accettare quel poco che l'Antico poteva dargli. Era bello sentirsi libero come mai era stato in vita sua, ma un poco si sentiva in colpa nei loro confronti e glielo disse.

L'Antico ne parve compiaciuto. Lentamente annuì. Un leggero sorriso increspò la sua tristezza e anche i due Aldaberon fluttuanti sorrisero.

"Questo ti fa onore, Wal. Le persone passano e muoiono, ma i loro sbagli rimangono fino a quando qualcuno non li risolve. Io venni tradito dal mio stesso sangue. Un pugnale nelle spalle mentre segnavo foglie secche, non per me solo, ma per tutto il mio popolo. Salvare il sangue e la linfa, uniti, fu il mio fallimento. Il mio corpo venne gettato in un luogo orribile, un mondo al contrario, seppellito senza tomba, arso senza cenere. Questo è il Rammarico. È un peso gravoso per chi deve portarlo senza colpa, ma ancora di più per chi lascia alle spalle un simile errore. Tu sei il quarto al quale il fato ha deciso di assegnare il mio: loro tre fallirono. Non sarà facile nemmeno per te, ma ora guarda" aggiunse.

In breve immagini di giorni passati sfilarono davanti a Wal. Vivide e chiare si presentarono come se le stesse rivivendo una dopo l'altra. Rivide se stesso ammalato nel letto, agonizzante, in preda alla febbre e agli incubi.

Rivide la sua anima nel pozzo nero che l'aveva terrorizzato, scivolando poco alla volta verso il fondo fino a quando non comparvero due mani a cui aggrapparsi forte, ultimo appiglio prima di perdersi nell'oblio.

Poco alla volta si rivide salire verso la luce, scivolando e annaspando nella melma. Non era più solo. Ora c'erano mani forti che stringevano le sue tanto da fargli male nell'estremo sforzo di riportarlo alla vita. La melma lo tirava a sé, non voleva lasciarlo andare, oramai era suo, nessuno doveva osare strapparglielo, ma quelle mani caparbie non mollavano la presa, stringevano e tiravano tanto da fare male. I sensi svanivano, le forze finivano.

<Che sia quello che deve essere> pensò in quel momento Wal e si lasciò andare, incurante di chi avrebbe vinto.

La melma cedette e le mani lo trassero fuori del pozzo. Poi, risalendo alla vita, attaccate a quelle mani, vide braccia, un corpo, sopratutto un volto:

QUELLO DELL'ANTICO!

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