6a) IL CENTRO DEL MONDO

Alquanto sorpreso Wal attese invano che Flot continuasse. Alla fine capì che toccava a lui toglierlo dall'imbarazzo e lo fece cambiando discorso.

"Dove stiamo andando?" chiese all'amico che indicò un punto davanti a loro. "Ti porto a vedere il Centro del Mondo. Come Gopanda Leta è tuo dovere conoscerlo".

"Sono molte le cose che dovrei sapere, non credi?" gli fece lui di rimando "È da ieri che non capisco nulla e la testa mi gira tanto sono confuso. Vedo che la tua gente si aspetta qualcosa da me e non so che cos'è. Ho incontrato la Grande Madre e ora è mia moglie, e tu... Tu, chi sei?".

Flot sospirò.

"Hai ragione e la colpa è sopratutto mia. Non ti ho preparato come si conviene al grande onore che ti affidiamo. Vedrò di rimediare... Cosa vuoi sapere?".

Incerto su cosa chiedere per prima cosa, Wal ripeté ciò che già gli aveva chiesto :

"Tu chi sei?" gli fece.

Per niente turbato Flot gli rispose :

"Sono Flot di Yasoda, il Figlio del Sole, secondo solo alla Grande Madre e Maestro del Sole... "

Si vedeva che era fiero di quello che diceva, però subito dopo aggiunse anche:

"...e ora tuo debitore due volte. Credi...che potrò guarire?".

Nel dirlo istintivamente si portò la mano sulla ferita. La sua voce tradiva un'ansia malcelata. Nel suo sguardo c'era la richiesta di una conferma che Wal non poteva dargli.

Sapeva di avere fatto tutto ciò che poteva, però poteva fidarsi solamente di una sensazione, di un sussurro comparso per un breve attimo nella mente.

Vedeva che l'amico soffriva. Nonostante facesse di tutto per mascherare il proprio disagio, faceva troppa fatica a sostenerne lo sguardo. Doveva esserci dell'altro. Lo sentiva.

" Non lo so... credo di sì" gli disse sinceramente  "comunque tra di voi ci sarà qualcuno più bravo di me in queste cose. Fatti controllare la ferita appena torni al villaggio".

Mestamente Flot scosse la testa.

"Perché no?" aggiunse stupito Wal.

"Noi Ratnor non abbiamo medici. Solo i Sednor conoscono i segreti per curarsi".

"Puoi chiedere a loro di pulirti la ferita e curarti, allora" insistette.

Nuovamente Flot scosse la testa. Rallentò il passo fino a fermarsi. Ranuncolo dietro di loro fece lo stesso.

"Non posso farlo" disse mestamente. Nuovamente Wal provò una stretta al cuore per l'amarezza che sentiva nella sua voce. Lo guardò scuotere il capo a occhi bassi e tristi. Ne lesse tanta paura che nemmeno avrebbe potuto immaginare.

"Perché no?" ripeté.

"Sarebbe la mia fine" fu la risposta "Si verrebbe a sapere che sono ferito e non posso permetterlo. Mi posso fidare solo di te. Poi... ho visto che ci sai fare. Il muschio... faceva bruciare la ferita, adesso però va molto meglio. Come facevi a conoscerlo?".

Ora fu Wal a scuotere la testa; non poteva nascondere la verità al suo amico.

"Non lo so. Non ricordo quasi niente, lo sai. Per un istante ho visto un uomo che lo raccoglieva e mi sono detto che dovevo farlo anch'io. Questo è tutto" disse con una scrollata di spalle "Non ricordo di avere curato altre persone e non mi ricordo di quel muschio. Se farà bene alla tua ferita, se ti farà guarire, non sarà merito mio, credimi ".

"Quindi non puoi garantirmi nulla, giusto?".

Il lento scuotere del capo del Varego gli fece capire che aveva visto giusto.

"Capisco" disse sforzandosi di sorridere "Vieni, amico mio, voglio mostrarti qualcosa". Si incamminò lento tenendo un braccio sulla spalla di Wal.

"Non temi che possa bruciarti?" gli disse sorridendo questi.

"No" gli rispose increspando le labbra in una smorfia "Non ti temo. Sono il Figlio del Sole, so che non puoi bruciare nessuno, ma fai attenzione. Il mio popolo ci crede, o almeno una parte di esso. Crede a questo e a te che sei il loro Gopanda Leta. Ci crede perché vuole crederci, perciò sii discreto con il tuo potere. Sarai come solamente un dio può esserlo, ma sarai grande come un dio fino a quando loro ti vedranno come tale. Ricordatelo, amico mio. Ricordatelo".

All'improvviso si fermò.

"È qui, sì" disse guardandosi attorno "È proprio questo il punto esatto".

Wal guardò senza capire: "È il punto esatto per cosa?" fece incuriosito.

"È qui che ti abbiamo trovato. Eri più morto che vivo".

In quell'istante fu come se una pugnalata gli avesse trapassato il cuore. Improvvisamente senti caldo al volto, brividi gli corsero lungo la schiena e le gambe quasi gli cedettero.

Aveva quasi del tutto rimosso quell'episodio dalla sua mente e ora gli ritornava indietro, schiacciandolo come un macigno. Si guardò attorno smarrito alla ricerca di qualche indizio che potesse riportargli la memoria quei momenti tremendi, però per quanto facesse non vi riuscì. Scosse la testa.

"Non so" disse "Non mi ricordo di questo posto. Non mi dice nulla. Sei sicuro che fosse questo?".

"Certo che sono sicuro, me ne ricordo bene. Eri qui, steso a metà del sentiero".

"È stata una fortuna per me, allora. Se tu non fossi passato da questa parte, forse non mi avrebbe trovato nessuno".

Flot scosse a sua volta la testa.

"Non fu un caso" disse "Passo spesso da queste parti, fa parte dei miei compiti di Maestro del Sole. Ma quel giorno fu la Grande Madre a dirmi di venire. Mandò Radice e me a cercarti. Non so perché lo fece" Wal lo vide irrigidirsi indignato. Lo sguardo gli divenne feroce "All'inizio ti odiavo per avermi umiliato. Come Figlio del Sole non avrei dovuto fare una cosa simile, forse un Sednor, non io... " sbottò con un disprezzo a stento trattenuto "La Grande Madre ci ordinò di portarti via con discrezione. Nessuno doveva sapere della tua esistenza... se sopravvivevi " si corresse, con imbarazzo "Solamente noi dovevamo assisterti e nessun altro poteva entrare nella tua stanza senza il suo permesso. Per molto tempo non sapemmo se ce l'avresti fatta ".

"Come avete fatto a curarmi se i Ratnor non conoscono le cure?" fece perplesso.

"Radice non lo è ancora. È stato lui a procurarsi il necessario, ma abbiamo potuto fare molto poco. Abbiamo solamente curato la ferita, per il resto hai fatto tutto da solo. Se il tuo corpo non avesse reagito, noi non avremmo saputo come aiutarti".

Wal ascoltò attonito le parole dell'amico.

Non perché non gli credesse, bensì perché qualcosa non tornava.

Frammenti di immagini gli balzavano nel cervello, impedendogli di focalizzare i ricordi. Per quanto facesse, non riuscì a ricordare niente più di quello che già sapeva, anche se era molto poco.

Non voleva offendere l'amico dicendogli che mentiva, eppure sentiva che quello non era il posto giusto.

Non era il posto in sé, qualcosa mancava anche se non ricordava cosa fosse.

"Vieni" gli disse ancora Flot, distogliendolo dal corso dei suoi pensieri

"Non è molto lontano, ancora pochi minuti e saremo arrivati".

"Dove?" gli chiese un po' scioccamente.

"Al Centro del Mondo, no?".

Senza domandare altro, Wal lo seguì. Ranuncolo non li perse di vista un solo attimo, mantenendosi  sempre a distanza.


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top