5a) LA FERITA
"Manca ancora molto per arrivare da Flot?" gli domandò invece.
Pareva che quel villaggio non avesse mai fine e ogni albero casa era per lui uguale al precedente. Non riusciva a orientarsi in mezzo a quei sentieri intricati e contorti che si intrecciavano continuamente tra loro, perdendosi poi nel verde della foresta. Se non ci fosse stato Ranuncolo, probabilmente non sarebbe stato nemmeno in grado di tornare alla sua stanza. Girarono da un sentiero all'altro, allontanandosi sempre di più nel folto della foresta. Stavano uscendo dal villaggio. A un certo momento furono completamente soli, senza nessun altro in vista.
"Dove sono finiti tutti?" fece Wal.
Senza fermarsi il Sednor seguì un sentiero per pochi passi, poi ne imboccò un altro confondendo ancora di più il giovane.
"Sono tornati ai loro villaggi, Leta" gli disse "Ieri era la festa di Koikai. Sono venuti per il tuo matrimonio con la Grande Madre, ma oggi ogni tribù ha fatto ritorno a casa, in attesa che tu vada a onorarli per la loro luna. Non manca molto, non temere. Sei forse stanco? Vuoi riposarti un poco?" aggiunse preoccupato. Vedendolo fermarsi, Wal gli fece cenno di proseguire. Ma l'altro voleva mostrargli qualcosa.
Ranuncolo aveva indicato una barriera verde alta come quattro uomini adulti e profonda sei o sette passi che tagliava la foresta davanti a loro, perdendosi in lontananza sia da una parte che dall'altra. Si snodava tra gli alberi e tra di loro si confondeva, tanto che se il Sednor non lo avesse avvisato, Wal se la sarebbe trovata davanti all'ultimo istante. In un solo punto era interrotta per il passaggio sul sentiero che stavano percorrendo e vi sarebbero passati in mezzo a breve. La riconobbe subito e ne ebbe timore.
"La Guardiana!" pensò tra sé e sé, ma il Sednor le andò ugualmente incontro. Benché incerto lo seguì, nonostante i brividi che provò nell'udire i fruscii dei rami serpeggianti nel sotto bosco. Alcuni si mossero verso di lui, si sollevarono tastando l'aria come se ne annusassero l'odore.
Istintivamente portò la mano al fianco alla ricerca del pugnale, ma strinse il vuoto. Il Sednor se ne accorse.
"Non temere, Leta. È la Guardiana del villaggio" gli disse. "Non ti farà nulla se non la attaccherai per primo. Seguimi senza timore".
Wal volle credergli e fece come gli aveva detto. Vedendolo inerme, dopo non molto i rami si fermarono e tornarono nella gigantesca siepe di protezione attorno al villaggio. Tirò un sospiro di sollievo, ma fu soltanto quando furono abbastanza lontani da quella cosa orrenda che ritrovò la voglia di parlare ancora.
"Allora, Ranuncolo. Mi stavi parlando della Festa di Koikai" insistette e Ranuncolo parve rattristarsi.
"Non te la prendere con me se non posso risponderti come vorresti, signore, ma sono soltanto un Sednor e certe cose non mi è consentito saperle. Tutto quello che so è che nel giorno di Koikai il giorno e la notte sono di ugual durata e noi li festeggiamo entrambi. Per buon augurio, capisci?"
Wal accennò un gesto per fargli comprendere che aveva capito, ma in realtà non era così. Stava ancora cercando di riordinare le idee, quando Ranuncolo gli indicò un albero un po' discosto dal sentiero. Appoggiato a quell'albero vi era Flot. Immerso nei suoi pensieri Wal l'avrebbe certamente oltrepassato se non fosse stato per il Sednor che lo accompagnava. Difatti il suo amico a malapena si vedeva. Stava seduto a terra seminascosto dalla vegetazione e se ne intravedevano solo la testa e le spalle. Wal fu subito contento di vederlo. Sorrise, Flot non li aveva ancora visti. Pareva addormentato. Si lanciò in avanti superando Ranuncolo di slancio. Voleva coglierlo di sorpresa, però poco dopo si accorse che c'era qualcosa che non andava: Flot era a torso nudo e si fasciava il braccio destro. Era ferito! Pareva agitato, le mani gli tremavano e più volte la benda gli sfuggì dalle dita.
"Flot! Flot, arrivo!".
Arrivati nei pressi Wal lo chiamò. Subito Flot guardò nella loro direzione, ma non sembrò felice di vederli. Un'espressione angosciata gli si dipinse sul volto, sistemò alla meglio la benda senza curarsi che fosse ben avvolta e si infilò la tunica prima che gli fossero accanto. Alzandosi in piedi una smorfia di dolore gli contrasse il volto. Uscito dalla penombra, Wal poté vederlo meglio e si fermò per attenderlo. Ranuncolo, vedendolo arrivare, rimase un po' discosto dagli altri due.
"Sei arrivato finalmente, Wal" gli fece Flot guardandolo imbarazzato. Cercava di essere il Flot di sempre, allegro e gioviale, ma i suoi occhi erano dilatati, troppo vigili e terrorizzati per non essere notati da Wal. Aveva paura. Si guardava attorno, come per accertarsi che nessuno potesse vederlo. Con la mano si teneva il braccio ferito e lo guardava implorante. Il suo amico gli stava chiedendo di aiutarlo, anche se non sapeva come fare per darglielo. Quando Flot gli fu davanti, fece un cenno furtivo verso Ranuncolo: pareva voler restare solo con lui.
Wal rimase turbato, non aveva mai visto il suo amico in quello stato. L'aveva già visto agitato, nervoso, alle volte triste e pensieroso, ma mai smarrito e implorante. Doveva essere successo qualcosa di molto grave.
Per qualche attimo non seppe cosa fare, poi annuì all'amico che lo fissava.
"Ranuncolo!" chiamò senza voltarsi.
Sentendosi chiamare il Sednor si fece avanti: "Eccomi, signore. Cosa desideri?".
"Ho ancora un po' lo stomaco sottosopra" gli disse "Portami dell'altra birra curativa, per favore".
Stette ad aspettare, sperando che il suo stratagemma funzionasse. Non sapeva fino a che punto potesse aspettarsi obbedienza dal Sednor e disse la prima cosa che gli venne in mente, eppure doveva fare qualcosa per aiutare Flot.
Dopo aver farfugliato qualcosa per lo stupore, Ranuncolo accennò un saluto e si allontanò rapido. Il rumore dei suoi passi si perse nel sottobosco e quando sparì dalla loro vista Flot parve accasciarsi davanti a lui. Wal lo prese per le braccia e lo sostenne. Gli parve strano farlo, però gli diede una piacevole sensazione. Purtroppo nello stringere l'amico, appoggiò la mano proprio sulla ferita, provocandogli una improvvisa smorfia di dolore. Ansimando spaventato Flot arretrò di un passo, guardandosi ancora attorno. Sembrava un animale braccato. Wal non capiva, rimase sbigottito a guardarlo, poi si ricordò della ragazza di poco prima.
Come si chiamava? Si disse. Marsal, sì , Marsal dei Mandi. Temeva che la toccassi perché potevo bruciarla. Com'è che ha detto Ranuncolo? Mi ha chiamato Messaggero del Sole e posso... ma è ridicolo, non posso ucciderlo solo toccandolo!
Il dubbio di poter fare del male all'amico lo fece sentire talmente angosciato da fargli dire: "Non temere Flot, toccandoti non ti faccio nulla!".
La reazione che ottenne non fu proprio quella che si aspettava. Flot lo fissò con uno sguardo carico di scherno, sorrise amaramente e scrollò un po' la testa. Wal si sentì uno sciocco. Si pentì di aver parlato.
"Ma allora, Flot, cosa ti succede?" gli domandò esasperato.
Iniziava a essere stanco di essere l'unico a non sapere quello che succedeva. "Tutto quello che dico è sbagliato, quello che penso mi fa sentire stupido, dimmi tu, allora!".
Per tutta risposta Flot lo prese per un braccio e lo tirò in disparte, trascinandolo lontano dal sentiero. Quando raggiunsero un punto della foresta che Flot ritenne sicuro si fermò e riprese il controllo di sé.
"Aiuto. Ho bisogno del tuo aiuto" gli sussurrò.
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