29a) RITROVARSI
Il cenno che gli fece Ranuncolo gli confermò quello che aveva detto, anche se ebbe l'impressione che ancora una volta l'uomo dagli occhi di due colori non gli avesse detto tutto. Sospirò esasperato. Aveva bisogno di vedere Flot, subito.
Lo disse a Ranuncolo che si rese disponibile ad accompagnarlo:
"Quando vuoi, mio Signore" gli disse accennando a un inchino.
Rientrò nella sua stanza, mangiò alcune cose avanzate la sera prima e si lavò il volto e le mani. Il letto era ancora sfatto e nell'aria vi era ancora sentore del profumo nauseante di Marsal. Alcuni petali blu erano rimasti dove la donna aveva dormito e avevano macchiato il cuscino, aumentando la sensazione di sbagliato che Wal percepiva a pelle. Ne aveva abbastanza.
Appena poté uscì all'aperto e trovò il Sednor ad attenderlo. Era già pronto. Scesero rapidamente lungo la passerella e si incamminarono nella foresta. Non conosceva ancora i sentieri che si intrecciavano tra gli alberi casa, però capì che stavano prendendo la medesima direzione che aveva preso Marsal. Camminarono senza fretta e incontrarono poche persone durante il tragitto che seguirono. Wal notò che erano tutti Sednor, che li salutavano sebbene indaffarate come sempre. Quando li vedevano passare si fermavano per un attimo e smettevano di lavorare.
All'inizio pensò che lo facessero per lui, ma in seguito dovette ricredersi. Nei suoi confronti erano solo deferenti. Vide che i loro occhi erano felici di vederlo, però non era per lui che si avvicinavano. Era per Ranuncolo. Per ognuno di loro, Ranuncolo aveva una buona parola. Per quelli vicini non mancava di fermarsi pochi attimi, per quelli più distanti mostrava la lingua come promessa di un futuro incontro e tutti parevano gradire le sue attenzioni. Erano loro ad avvicinarsi e non il contrario. Quasi mai era lui a dover cambiare il suo percorso per poterli incontrare e la cosa non sfuggì a Wal.
Uomini o donne, giovani o vecchi, andavano incontro a Ranuncolo senza aspettare che fosse lui a farlo. Istintivamente Wal percepì che quell'uomo era molto di più di quello che credeva che fosse, ma si tenne la considerazione per sé. Di Ratnor, invece, non se ne vedevano in giro. Da quando erano scesi dall'albero non ne avevano incontrati. Sembravano spariti tutti.
Incominciò a capire dove fossero finiti quando giunsero in vista di un gigantesco albero casa. Già da distante vide che attorno a quell'albero c'erano molte persone. Uomini e donne Ratnor, capì poco dopo. Ne vedeva a centinaia, tutti quanti a guardare verso l'alto, tutti raccolti attorno alla base dell'albero in attesa di qualcosa. Ebbe un brivido. Avrebbe preferito non andare in quella direzione dopo quello che era successo con Marsal, invece vide che Ranuncolo era proprio là che si stava dirigendo.
"È là che abita Flot di Yasoda?" domandò a Ranuncolo. Con un veloce cenno della testa il Sednor gli tolse tutte le speranze di non doversi infilare in mezzo a quella folla.
"Chi sono, quelli?".
"Sono Puri, mio signore. Ma non temere, non ti faranno nulla".
Rassegnato lo seguì a malincuore, con un vago sentore che presto sarebbe successo qualcosa. Quando i primi Ratnor lo videro, si scostarono veloci per fargli strada richiamando l'attenzione di coloro che li precedevano. Se da lontano udì un brusio sollevarsi da quella moltitudine, quando lo riconobbero ammutolirono tutti. Come era differente quell'imbarazzante silenzio, in confronto alla franca gentilezza dei Sednor. In breve tutti i Ratnor si voltarono verso di lui che, attraversando due ali di persone, salutava tutti coloro che lo salutavano. Un brivido gli percorse la schiena mentre camminava in mezzo a quella folla.
Al di là dell'apparenza, gli erano ostili e non facevano nulla per mascherarlo. Erano gli sguardi di quelle persone a dirglielo. Erano cortesi quanto freddi, rispettosi quanto distaccati. Arrivarono alla base dell'albero e iniziarono a salire immersi in un silenzio ingombrante e fastidioso. Che cosa poteva aver prodotto quel cambiamento ?
Solo pochi giorni prima lo adulavano e lo adoravano come rappresentante del loro Dio in terra, ora lo sopportavano a malapena. Mano a mano che si arrampicava lungo la rampa li vedeva diventare sempre più piccoli, sempre più simili tra loro. Se da vicino faticava a distinguerli l'uno dall'altro, a quella distanza non avrebbe saputo riconoscerli. Per quanto anche i Sednor avessero molti tratti in comune, ognuno di loro aveva qualcosa che lo distingueva, che lo rendeva facilmente riconoscibile. I Ratnor no, parevano la fotocopia l'uno dell'altro.
Quando furono a pochi passi da una porta, il Sednor gli fece cenno di fermarsi. Si diresse verso l'uscio scavato nel legno, ma quando fece per entrare si fermò all'istante e si tirò da un lato giusto in tempo per non essere investito da una Ratnor che ne usciva come una saetta. Era furiosa. Era Marsal dei Mandi. Lo slancio la portò a un passo da Wal e i due si trovarono faccia a faccia. Il volto della donna era irritato, negli occhi portava un disprezzo trattenuto a stento verso chi osava intralciarle la via.
Portava ancora il fiore azzurro dietro l'orecchio. Era rotto, pendulo, mancavano molti petali della corolla. Non si era ancora presa la pena di cambiarlo. Doveva essere venuta direttamente da Flot. Wal, trovandosela a così breve distanza, temette quasi che volesse aggredirlo e deglutì a forza quando la vide fermarsi. Non ebbe tempo di scostarsi e rimase fermo dove si trovava. Ma la donna che non si aspettava di incontrarlo, fu sorpresa quanto lui nel trovarselo davanti. Appena lo riconobbe il suo atteggiamento cambiò di colpo. I lineamenti del volto si distesero e divennero più gentili.
Dopo un momento riuscì a fare un sorriso di cortesia, un inchino le permise di arretrare di un passo da colui che le sbarrava la strada. Biascicò un saluto veloce e proseguì la sua discesa passando di fianco al ragazzo che non si mosse. Il suo profumo penetrante invase ancora le narici di Wal e fu con sollievo che la vide allontanarsi. Subito dopo di lei, dalla stanza uscì Flot. Pareva la stesse inseguendo. Anche lui non sembrava attendersi l'arrivo di Wal alla sua dimora e quando lo vide, ancora immobile e stupito dall'uscita repentina della donna, si fermò di colpo e gli sorrise amichevole.
"Wal, amico mio" gli disse andandogli vicino. Lo cinse alle spalle con il braccio sinistro. Il destro rimase inerte lungo il fianco. Da quando lo conosceva quella era la seconda volta che lo faceva, ma questa volta aveva qualcosa di diverso nello sguardo. Era sereno.
La tristezza del giorno in cui lo trovò ferito pareva svanita e l'abbraccio era franco e virile, forte come poteva esserlo tra due amici. Quella stretta improvvisa gli riempì il cuore di riconoscenza e fu con sincero slancio che lo ricambiò, sotto lo sguardo sbalordito di Ranuncolo. Flot non lo aveva visto e ancora non sapeva della sua presenza. Il Sednor perse per un momento l'equilibrio, appoggiandosi all'albero per sostenersi. Alcuni pezzi di corteccia caddero a terra.
Quel lieve rumore mise in allarme Flot che si voltò di scatto. Quando riconobbe il Sednor alle sue spalle ebbe per un momento uno sguardo maligno negli occhi, ma subito si raddolcì. Allentò la stretta con Wal senza fretta, dopo un ultimo colpo vigoroso sulla schiena di quest'ultimo.
"Ranuncolo" disse poi verso l'uomo che era rimasto fermo dove era. Wal lo vide impietrirsi, come se attendesse una punizione per aver commesso un crimine intollerabile.
"Ranuncolo, sono lieto di vedere anche te. Rilassati, è una bella giornata di sole. Non c'è ragione di essere preoccupati. Credo che il Gopanda abbia molte cose da dirmi e vorremmo restare soli. Puoi andare se non ha altre cose per te".
Quando Flot terminò di parlare, Wal vide Ranuncolo volgere lo sguardo verso di lui. Rimase in attesa. Era stupito: sbigottito e incerto al momento stesso. Si vedeva che non sapeva cosa fare.
Wal gli fece cenno che poteva andare. In fondo era quello che desiderava anche lui e il suo amico gli aveva semplificato le cose.
Il Sednor sembrò sorpreso. Ci mise un attimo prima di sciogliersi dalla sua rigidità, poi accennò un saluto e si allontanò ancora incredulo.
Mentre lo guardava allontanarsi, Wal disse a Flot:
"Dobbiamo parlare" e quello annuì sorridendogli.
"Lo so" gli rispose andando verso la balaustra "Ma prima c'è ancora una cosa che devo fare". Appoggiandogli la mano al braccio lo invitò a seguirlo.
Wal lo vide affacciarsi al parapetto e guardare in basso. Con fare solenne alzò le braccia in alto. Nel farlo una smorfia di dolore gli contrasse il volto e il braccio destro si levò meno velocemente dell'altro. Solo Wal poté comprenderne il motivo e si domandò come andasse la ferita. lo osservò meglio: Flot doveva provare molto dolore, perché la fronte gli si imperlò di sudore e rimase alcuni attimi fermo per riprendere il controllo. Lo vide contrarre la mascella per il male. Quando il dolore poco per volta diminuì, ritrovò la compostezza necessaria e pronunciò con voce forte e chiara:
"Popolo del Fuoco, il Padre di Tutti è sotto la protezione del nostro Padre Celeste, della Grande Madre e mia. Andate sereni, ora".
Affacciandosi a sua volta, Wal vide le facce perplesse dei Ratnor raccolti alla base dell'albero. Molti furono gli sguardi sbalorditi. Ma poi, poco alla volta presero ad allontanarsi in silenzio, in piccoli gruppi o soli, disperdendosi nella foresta che non tardò a inghiottirli tutti. Né a lui e nemmeno a Flot sfuggì che almeno una tra loro si allontanò furiosa, scagliando a terra quello che restava di un fiore azzurro che portava dietro l'orecchio. Era Marsal dei Mandi.
L'unico che rimase fermo a fissare i due uomini affacciati al parapetto fu Ranuncolo.
Nei suoi occhi di due colori vi era solo stupore.
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