9b)STERILE
Il sole non era ancora troppo alto, non faceva ancora troppo caldo e un piacevole vento correva dal fiume verso la palude. Il villaggio era animato. Nella laguna vedeva legni viaggiare incessantemente da una parte all'altra e gli occupanti, quando lo riconoscevano, lo salutavano con la mano. L'aria era profumata e sapeva di pulito. Il temporale di due giorni prima aveva lavato via l'odore stantio che si accumulava nell'acqua stagnante e ogni cosa pareva più luminosa.
Sul pontile, con la corda della barca ancora in mano, c'era Mirta che l'attendeva. Gli sembrò che il sole brillasse ancora di più nel suo sorriso.
Sul legno che ondeggiava piano accanto al molo, un grosso fagotto arrotolato di coperte vegetali racchiudeva i viveri. Le andò incontro e quando la raggiunse vide che dalla laguna un legno si avvicinava lento al pontile della Casa della Signora. Sopra vi era Ranuncolo, che immergeva senza fretta la pertica fino al fondale e spingeva la barca verso di loro. Procedeva piano, troppo piano per uno esperto come lui nel condurre quei legni. Quando li vide accennò un saluto e con poche spinte più decise il legno andò a sbattere contro il molo. Sorrideva, era felice di vederli.
"Gopanda!" disse tenendosi con una mano al pontile senza accennare a scendere dalla barca. Lanciò un'occhiata fugace alla barca di Mirta. Fece un cenno con la testa alla figlia e le sorrise.
"Non era mia intenzione disturbarvi, ma vi ho visti da laggiù e allora... ".
Wal e Mirta si scambiarono uno sguardo. Era chiaro che mentiva, ma fecero finta di nulla. Lo conoscevano abbastanza per sapere che voleva qualcosa. Chissà da quanto andava avanti e indietro attorno alla Casa della Signora, nella speranza di scorgerli. Voleva avvicinarsi, però temeva di arrivare troppo presto e non sapeva come fare.
"Non temere, non ci disturbi" gli fece Mirta "il Padre di Tutti era appena arrivato".
"Certo, non disturbi affatto" aggiunse Wal "Abbiamo ancora qualche giorno da passare insieme, prima di partire".
"Ecco, visto che ne accenni... era proprio di questo che volevo parlarti, mio signore" fece imbarazzato il Sednor "Sono felice della vostra felicità, ma volevo essere certo che ti ricordassi che... "
"Sì" rispose stizzito lui, poi si pentì di come aveva risposto. In fondo non era colpa di quell'uomo se si era venuto a trovare in quella situazione che ora mal sopportava. Inoltre, se in passato c'erano stati degli screzi tra di loro, questo non giustificava un astio simile.
"Sì" ripeté più tranquillo "Me ne ricordo. A tal proposito sono io che voglio chiederti una cosa, Ranuncolo. Ho bisogno del tuo sapere per poter partire prima possibile".
Mirta si voltò a guardarlo. Il sorriso dell'uomo si contrasse. Il Sednor, sospettando di sentirsi domandare qualcosa che non aveva previsto, corrucciò la fronte.
"Sono ai tuoi ordini, mio signore. Il mio limitato sapere è a tua disposizione. Comunque non so se è il caso... " aggiunse accennando velocemente a Mirta. Ma se la sua intenzione fu di far intendere che avrebbe preferito parlare solo con lui, non fu abbastanza veloce. Anche lei vide il gesto che il padre fece a Wal. In un attimo comprese di essere di troppo e fece per salire sulla barca, ma lui la trattenne per una mano e la tenne stretta a sé.
"No, voglio che anche lei senta. Penso che sia giusto, Ranuncolo, perché quello che desidero sapere da te, potrebbe interessare anche a lei".
Mirta gli sorrise soddisfatta.
Wal respirò a fondo, cercando il coraggio di dire quello che aveva in mente. Poi, d'un botto disse: "Non voglio più avere figli dalle Ratnor dei villaggi" affermò deciso, lasciandoli entrambi a bocca aperta.
"Dammi una pozione che non tolga la finzione, ma annulli la funzione. Conosci erbe e infusi per tale scopo?".
Mirta lo guardò di nuovo e arrossì un poco. Ranuncolo si schiarì la voce prima di rispondergli:
"Posso domandarti il perché di una tale richiesta, mio signore?".
Era imbarazzato anche lui.
"L'unico motivo è quello che ho detto: voglio partire il prima possibile e per poterlo fare le Postulanti non devono avere nuovi baccelli nel Semenzaio. Fino a quando uno solo di essi non sarà schiuso, dubito che Salende e le altre accetteranno di muoversi e senza di loro non partirò nemmeno io. Perciò... Ti è sufficiente come motivo?".
Il Setmin annuì serio. Abbassò lo sguardo. Aveva frainteso le sue parole vedendo coperte e viveri sulla barca. Si sentì sciocco.
"Forse dovreste venire alla mia capanna" disse severo a entrambi "La tua domanda, Gopanda, mi giunge inattesa e devo pensare a fondo prima di risponderti. Venite, seguitemi con la barca".
Detto questo si allontanò veloce, facendo scivolare sull'acqua il legno che rispondeva docile ai suoi comandi. Non si voltò nemmeno una volta per vedere se lo seguivano. Proseguì senza soste per la strada più diretta, imboccando tutti i canali che portavano verso la sua capanna. Svoltò innumerevoli volte incrociando sempre nuovi legni durante il tragitto. A tutti coloro che incontrava faceva un cenno con la mano. Non negava a nessuno un saluto, pareva normale, affabile e disponibile come sempre, eppure sia Wal che Mirta sapevano che come Setmin era preoccupato.
Semplicemente non voleva che la sua gente potesse vederlo agitato.
Nondimeno non era l'unico a esserlo. Anche sul legno che Wal conduceva non meno agilmente del Tumbà, c'era un silenzio imbarazzato.
Mirta, seduta a prua, guardava da una parte all'altra dei canali senza dire una parola e lui non avrebbe saputo cosa dirle per tranquillizzarla.
Arrivati all'isola mobile del Setmin, attraccarono il legno e sbarcarono sul pontile. Wal tenne ferma la barca piatta, mentre Mirta saliva sul molo e legava la cima a un palo. Anche lei era preoccupata. Era distante, agitata, quella richiesta improvvisa l'aveva turbata, eppure quando fu la volta di lui di salire sul molo, lei gli porse la mano per aiutarlo, poi gliela trattenne decisa nella sua. Entrarono così nella capanna del padre, tenendosi per mano. Ranuncolo li stava aspettando.
Il Setmin era accanto a un rozzo scaffale dove teneva tutti i suoi rimedi, erbe essiccate, radici, cortecce e tutto quanto facesse parte della sua conoscenza. Dava le spalle ai due ragazzi, prendeva ora questo, ora quel pacchetto, questa o quella ampolla prima di posarla indeciso. Quando li sentì entrare si voltò.
"Gopanda, mio signore" disse a Wal senza perdere tempo "Non ti nascondo che la tua domanda è particolare, così come lo sono le condizioni che ti hanno portato a farmela. Va contro la tradizione e potrebbe comportare dei rischi attuarla. Ma tant'è, per quanto strana, potrebbe avere una sua logica. Quindi forse, bada bene dico forse, una soluzione ci potrebbe essere, ma è rischiosa e prima di proportela desidero che tu sappia esattamente a cosa vai incontro".
"Sono pronto" disse Wal facendosi serio e sentì Mirta farsi ancora più vicina al suo fianco.
"Bene. Ci sono radici, cortecce e fiori che, tritati e mescolati insieme, possono darti un effetto simile a quello che mi hai chiesto, ma bada bene, soltanto simile".
Wal deglutì.
"Sarebbe?".
"Se ne assumerai una dose giornaliera potrebbero assicurarti la capacità di assolvere al tuo compito di Padre di Tutti, però prosciugherebbero il tuo seme. Il tuo atto con le Ratnor sarebbe esclusivamente una finzione, compreso... " tossicchiò imbarazzato "... ciò che prova la tua... riuscita".
"Se ho ben capito, non proverei nulla".
"Nulla, hai detto bene. Come nulla sarà ciò che rilascerai nel corpo delle Ratnor. Diventerai come i Ratnor: sterile e senza seme".
Wal deglutì ancora.
"In fondo è quello che voglio, non credi? Dovrò soltanto ricordarmi di prendere la tua pozione tutti i giorni, allora" disse sforzandosi di essere allegro.
Il Setmin fece un gesto di diniego.
"A questo provvederò io, non temere. Verrò con te e ti sarò accanto, ma, aspetta, non è questo il punto" proseguì Ranuncolo "Ci sono altri pericoli da valutare. Di alcuni nemmeno io so la portata. Per prima cosa ci sono le Ratnor. Loro si aspettano un risultato e se si accorgeranno che le stai raggirando potrebbero tentare qualcosa contro la tua persona. Ricordati che già avevano dei dubbi su di te e soltanto il tuo ritorno a esaudire i loro desideri le ha fermate appena in tempo. Se ricomincerai a deluderle, non so cosa potrebbero fare".
"Allora non sapevamo che Flot di Yasoda era dalla nostra parte. In quel caso, lui ci aiuterà" disse Mirta.
"Vero" convenne il Sednor " Sempre che non cambi idea".
"Non la cambierà, stanne certo" fece Wal.
"Mmm... " grugnì poco convinto "Vorrei avere la tua certezza, mio signore, perché non era a lui che alludevo. Io temo i Puri e Marsal di Mandi. Quella Ratnor è pericolosa e prima o poi cercherà di vendicarsi di te. Non dimenticare l'affronto che le hai fatto, perché, stanne certo, lei non lo farà. Comunque non è questo l'unico pericolo che temo. Ce ne sono almeno altri che faresti bene a considerare, prima di proseguire nella tua idea. Il primo è che la pozione che ti darò sarà composta da sostanze velenose. Le conosco singolarmente, conosco le dosi da usare, sono certo di come funzionano e quali effetti producono, ma questa sarebbe la prima volta che le uso insieme. Sarebbe una cosa totalmente nuova anche per me e un solo errore potrebbe essere fatale. Un minimo sbaglio nel prepararle, nel mescolarle e nel dosarle potrebbero provocare la tua morte. Questo è bene che tu... che entrambi voi, lo sappiate".
Wal si irrigidì. Mirta se ne accorse e gli si strinse ancora di più al braccio.
"Altri?" aggiunse lei facendosi coraggio.
"La seconda è ancora più incerta" aggiunse Ranuncolo rivolgendosi a tutti e due "La pozione potrebbe funzionare come fallire, ma se funzionerà, nemmeno io potrò dirti per quanto tempo sarà letale il suo effetto sul tuo seme, mio signore. Nel migliore dei casi, potrebbe durare pochi giorni; nel peggiore, rimarresti sterile per sempre. Adesso sai, o meglio, sapete tutto. Questi sono i miei dubbi ed era giusto che tu sapessi a cosa andavi incontro. Se vorrai proseguire nel tuo intento, devo saperlo entro domani sera. Ci rimarranno soltanto un paio di giorni prima di partire e domani stesso dovrai cominciare a prendere la pozione, se vogliamo sapere in anticipo se funziona. In caso contrario, dovremo prepararci per la partenza. Bene, ora andate. La giornata passa veloce e io ho bisogno di calma e silenzio per un lavoro che sarà lungo. Inizierò a preparare gli ingredienti e devo essere tranquillo in quello che devo fare".
"Certo" fece Wal. Lui e la ragazza si guardarono. Il Setmin si era voltato e non badava più a loro. Trafficava tra sacchetti e pestelli, alla ricerca delle cose che gli potevano tornare utili.
Sconcertati da quello che avevano udito i due ragazzi biascicarono un saluto, si voltarono e uscirono senza dire altro. Anche loro avevano bisogno di respirare un poco di aria pulita, prima di parlare.
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