9a)RIVELAZIONI
Wal s'interruppe e rimase a bocca aperta. Fissò Neko, che altrettanto sorpreso lasciò cadere in terra la pipa, rischiando di incendiare la capanna con le braci ardenti. Le spense subito, con pochi colpi rapidi.
Rimasero a lungo in silenzio, senza sapere cosa dirsi l'un l'altro. Si fissavano, incapaci di tradurre in parole quello che stava diventando chiaro nelle loro menti. La verità più nascosta era finalmente venuta alla luce e Walpurgis stesso aveva voluto che la sapessero per primi. Tutte le cose sentite, tutti i racconti che aveva udito da Flot, da Salende, da Nonun, erano tutti sbagliati. Flot, il grande manipolatore, a sua volta era stato ingannato da verità che soltanto Walpurgis, Aldaberon il Varego e sua moglie Salice Splendente sapevano.
Tutti i Sednor, tutti i Ratnor dei villaggi, non discendevano da Walpurgis come avevano sempre creduto. Ora Wal comprendeva come mai tutti, nei villaggi, sia uomini che donne si assomigliassero tanto. Erano figli di uno stesso padre e di una stessa madre. Se fosse stato risaputo, per alcuni sarebbero cambiate molte cose. Forse non per i Ratnor, troppo egoisti per pensare ad altro che non a loro stessi, ma senz'altro sarebbe stato un duro colpo per le Sorelle della Vita.
Salende, Nonun, tutte le Sorelle della Vita erano rimaste fedeli a delle parole che non rispecchiavano la verità. Avevano creduto a menzogne, soltanto menzogne.
Il Santo era solo un uomo e la Terra dei Vitelli era lontana ed era occupata da altri. Dove avrebbe condotto quelle donne e i loro piccoli, al momento di partire?
Dove avrebbe condotto i Sednor e i Tumbà, ora che sapeva la verità?
In fondo erano tutti Vareghi, tutti discendenti di suo nonno e sua nonna; avrebbe forse dovuto condurli al Nord, nel gelido inverno Varego?
Quanti di loro sarebbero morti nel percorso, quanti sarebbero sopravvissuti al primo inverno?
Lesse lo sconcerto anche negli occhi di Neko. Il vecchio Gangi, seguendo il corso dei suoi pensieri, restava muto non sapendo cosa dirgli. In quell'istante nella capanna entrò Lilith. Era sola. Sorrideva felice. Li trovò seduti attorno al focolare spento, assorti, immobili a fissarsi in silenzio. Si fece seria. Era successo qualcosa, ma non sapeva cosa. Si avvicinò piano. Vide il manoscritto aperto sulle ginocchia di suo figlio. Wal la guardò attraverso i fori della maschera senza sapere cosa dirle. Ma la Yaonai annuì, aveva capito il turbamento che lo agitava. Per quanto vedesse soltanto gli occhi attraverso i fori della maschera, le fu sufficiente per comprendere che le stava domandando aiuto. Sapeva anche cosa dirgli.
Loro, le Yaonai, le donne pianta, soprattutto lei, la figlia della Grande Madre che aveva generato suo fratello, il capostipite dei mostri che avevano quasi distrutto la sua gente, sapevano da sempre.
Prese il manoscritto dalle mani di Wal, lo chiuse delicatamente prima di posarlo in terra. Delicatamente gli sollevò la maschera sul capo. Lui la lasciò fare, incapace di reagire.
La guardò: come era bella e come era dolce il suo sguardo. Era sua madre.
"Per oggi basta leggere, Baliji. Hai già scoperto troppo, non andare oltre" gli disse dolcemente. Al suono di quelle parole Wal si riscosse. Quel nome, nuovo eppure famigliare, lo colpì. Veniva da lontano e lo accarezzava come dita di seta. Che suono piacevole.
"Come mi hai chiamato, madre?" le chiese incuriosito.
Lei divenne imbarazzata, arrossì, si levò in piedi veloce e andò al focolare. Armeggiò per accendere un ugello di gas e sistemare meglio la brocca di acqua sopra di esso.
"Niente, non ci badare. Sono solo stanca, siamo tutti stanchi, troppo stanchi".
Wal avrebbe voluto insistere, ma non poté. Altro gli premeva, adesso.
"Tu sai cosa ho appena letto?" le domandò.
Lei guardò Neko, rimasto silente a occhi bassi.
"Credo di sì" fece lei, annuendo senza voltarsi.
"Noi Yaonai abbiamo sempre saputo la vera origine di quelle sanguisughe che ci uccidono una a una, ma la cosa non cambia la realtà, non credi?".
"Per voi, no. Ma per le Postulanti, e per me, sì!".
Lilith gli porse una ciotola piena di decotto fumante, una la porse a Neko, un'altra la prese per sé, prima di rispondergli.
"Davvero? Perché? Solo perché l'uomo che quelle Ratnor credevano un Santo da cui prendere esempio, Santo non era e tanto meno le aveva generate? Tu non dirglielo!" fece decisa "Cosa cambierebbe per loro, per te, sapere che discendono da un uomo invece che da un altro. Nulla, assolutamente nulla. Per te, quale sarebbe la differenza? Vuoi continuare a ospitare quegli spiriti che ti succhiano la vita, come i Ratnor fanno con noi? Per te, uno o l'altro che differenza fa? Ti hanno portato via tutto. Ti hanno preso la vita, la famiglia, la terra! Se vuoi vivere, se vuoi veramente vivere, li devi scacciare. Tutti, uno a uno".
"Ma madre!" ribatté stupito.
"Ti stupisce che dica questo, perché? Non vuoi farti una vita con la tua donna? Non desideri figli tuoi? Una casa? O pensi di passare il resto della vita con il dubbio di chi sarà ad accoppiarsi quella notte con lei? Mi guardi? Ti scandalizzi? Perché... credi che non sappia quanto invadenti possano essere, questi spiriti? Noi Yaonai portiamo dentro di noi tutte le nostre antenate fin dall'inizio dei tempi, vuoi che non capisca come ci si sente, alle volte?".
Poi, rivolta a Neko: " Tu, Grande Vecchio, non dici nulla?".
Lui sollevò lo sguardo, fissò lei, poi Wal.
"Credo che tua madre abbia ragione, Al" gli disse.
"È stata una sorpresa anche per me sapere di Walpurgis, credimi. Mi ha colto impreparato, perché mai mi aveva detto o fatto capire una cosa simile e ora, a essere sincero, ho dei dubbi. Non su quello che sarà necessario fare, sia ben chiaro. Ma mi sto chiedendo se sapere ancora altro della sua vita potrebbe esserci utile. Non so, forse leggere altro sul suo conto non servirebbe più a nulla. Scavare ancora nel dolore e nel marcio di quell'uomo, forse porterebbe a galla altre verità scomode. In fondo non cambierebbe molto per le Postulanti, per Salende o per te, sapere che il Padre di Tutti fu tuo nonno invece che Walpurgis. Salende aspetta un figlio tuo e questo è certo quanto il fatto che quelle donne abbiano fiducia in te. Hai visto anche tu gli occhi di Nonun; tutti noi abbiamo visto l'adorazione che ha per te. Credo che a quella Ratnor, come a Salende, le Postulanti, le Sednor che le aiutano, interessi molto più credere a quello che dici per salvare la vita ai bambini del Semenzaio, che a molto altro. Per quello che le conosco, quella è la loro ragione di vita. Del resto, non gli importa. Se vuoi sapere il mio parere, il resto, tutto il resto, non conta nulla. Solo parole sepolte dalla polvere, ecco cosa sono. Vecchie, dimenticate dal tempo; leggende, da raccontare ai bambini alla sera. Già troppo dolore è stato vissuto sotto la loro ombra, troppo tempo è passato dalla menzogna. Cambiarla ora sarebbe tardi, per tutti ".
"Quindi pensi anche tu che dovrei tacere?".
"Lo penso!" aggiunse con veemenza "Faresti solo del male inutile a quelle Ratnor. Lascia che credano quello che vogliono: che male fanno, a chi, sopratutto! Concentriamoci su altro, semmai! A quando partire, dove passare con quelli che vorranno venire e, sopratutto, dove andare una volta partiti!".
"Forse hai ragione, forse avete ragione tutti e due, ma dimenticate una cosa. Credetemi, non è una cosa da poco: Gioturna! È lei che bisogna fermare, ma come?".
Attese che l'una o l'altro gli dessero una risposta, però, come temeva, questa non arrivò. Non sapendo cosa dire, Lilith bevve piano il suo decotto e Neko caricò di tabacco la sua pipa.
"Visto? Voi e nemmeno io sappiamo come farlo, ma forse nel manoscritto c'è qualcosa che può aiutarci. Salice Splendente, mia nonna, mi disse che suo marito, tuo padre, aveva trovato il modo per farlo, ma non fece in tempo a dirglielo. Flot mi disse che uccise vostro padre mentre stava scrivendo qualcosa su questo manoscritto.
Inoltre nella galleria che conduce a Gioturna, trovai delle parole scritte da mio nonno:
PASSA PER DI QUA LA VIA DEL RITORNO
Così dicevano, ma perché le avrebbe scritte, se sapeva che le Yaonai mai sarebbero passate da quella parte? A quel tempo lui e la nonna volevano salvare soltanto le donne pianta, non tutti gli altri. Ratnor, Sednor, Tumbà, nessuno di loro esisteva ancora quando mio nonno scrisse quelle parole. Forse quando Flot lo pugnalò, stava scrivendo delle cose su questo manoscritto che possono esserci utili, ma dove? In quale punto? Finora non è uscito nulla. Forse è solo una speranza inutile, lo ammetto, ma credo che sia l'unica che abbiamo, non credete?".
Neko e Lilith si guardarono. Non sapendo come ribattere, dovettero acconsentire.
"Va bene, ma non oggi" disse Lilith "Ora vai dalla tua donna. Il sole è alto e la giornata e bella, passate queste ore insieme, pensate ad altro, divertitevi. Ricordati che tra pochi giorni inizierà la luna di Rasmet e tu sei ancora il Padre di Tutti. Non è molto il tempo che avete da passare insieme e... non è detto che le cose vadano come pensiamo noi".
L'ultima considerazione le fece distogliere lo sguardo. Neko le diede ragione e annuì piano.
"Attendiamo notizie prima di proseguire" seguitò a dirgli Lilith "Ho inviato una mia sorella lungo il Sardon. Per domani sarà di ritorno e sapremo di più su quella strettoia del fiume. Sapere se esiste, dove, a che distanza si trova da noi è indispensabile per riuscire. Con quelle informazioni potremo iniziare a studiare un piano, ma non oggi. Per oggi basta. Esci, il sole è bello e sulla barca c'è Mirta che ti aspetta. A bordo avete viveri, da bere, alcune coperte. Ero venuta per questo, per dirtelo. Per fortuna non ci sono stati danni seri nel villaggio e i tuoi amici sono rimasti con i Tumbà" sorrise "A dir il vero, l'hanno fatto più per lasciarti solo che per necessità, perché nessuno ha molto da fare. Persino Ranuncolo non ha che pochi feriti lievi da curare. Il terremoto questa volta ha fatto solo paura, ma attendere ancora è pericoloso. Per tutti".
Ancora titubante Wal guardò Neko. Vide che era d'accordo con Lilith.
"Tua madre ha ragione" gli disse "Mancano ancora quattro giorni alla fine della Luna Perduta e per allora sapremo cosa fare. Inoltre dobbiamo aspettare notizie da Flot, ricordi? Credo che per oggi questo basti, compreso per te. Perciò metti quel manoscritto nella borsa e vattene dalla tua donna".
Senza aggiungere altro, lui ubbidì. Si sentì sollevato a sentirselo dire. In fondo, passare del tempo con Mirta, era proprio quello che voleva. Posò il manoscritto nel tascapane. Fece per uscire, ma si trattenne. Si tolse la maschera e l'appese dove era stata per molto tempo. Con Mirta voleva parlare di vita, non di morte. Quando uscì vide che la madre aveva ragione: era proprio una bella giornata. Gli occhi, abituati alla penombra della capanna, fecero fatica a sopportare la luce intensa del mattino, ma quando si adattarono videro tutto quello che più gli piaceva di quel posto.
Era tutto lì, davanti a lui.
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