7b)PUNIZIONI DIVINE
In quel momento Wal chiuse con forza il manoscritto e si sfilò la maschera. Aveva bisogno di respirare.
Aveva percepito che la rabbia di Walpurgis stava nuovamente crescendo in lui e non voleva che diventasse anche la sua rabbia. Quello che aveva letto poteva essere importante per comprendere quella strana luce che gli aveva avvolto le mani e il volto, ma non gli sarebbe servito a nulla cedere ancora ai sentimenti. Ansimò alla ricerca di aria pura, vide Neko preoccupato accennare ad alzarsi e Ranuncolo allarmarsi, ma fece cenno a tutti e due di stare seduti. Stava bene, aveva soltanto bisogno di riflettere.
"Maestro, che ne pensi?" domandò a Neko.
"Di quello che hai letto? Walpurgis vuole farti capire qualcosa, anche se non comprendo cosa" gli rispose questi con una scrollata di spalle.
"A te è mai successo che facesse una cosa simile?".
Il vecchio Varego non ebbe indecisioni nel rispondere:
"Mai, con me non ebbe mai la confidenza che sta dimostrando con te, ora. Io lo sentivo di rado e solo per poco, quasi fossi un cavallo da dirigere e lui il cavaliere a tirare le redini. Nel momento in cui Aldaberon e io ci separammo, lui mi lasciò libero. Se ne andò e io sentii che una parte del mio essere prendeva vita. Mi ricordo bene quel momento e quanto sollievo provammo, io nell'essere arrivato a destinazione e lui per essere giunto dove voleva ritornare. Ma da parte sua, nessuna gratitudine o rimpianto. Se ne andò e basta. Non gli servivo più e questo era tutto. Provai non poca delusione nel sentirlo andare così, però ero vivo, ero riuscito a liberarmi di quel Rammarico che mi aveva condizionato tutta la vita e potevo ricominciare a vivere. Solitudine, libertà, contentezza, nessuna certezza, questo è ciò che ho provato dopo".
Wal annuì. Poi si rivolse al Setmin.
"Ranuncolo?"
"Gopanda?"
"Tu che ne pensi?"
Il Sednor scosse la testa.
"Per me è tutto nuovo, signore. Ascolto, imparo, al momento posso dire che ieri mi hai impressionato e alle volte impaurito, ma a parte questo, nulla".
"Sì, ieri ho impaurito anche me stesso, alle volte" fece Wal al ricordo della tremenda sensazione di soffocamento che gli aveva attanagliato i polmoni "Però concordo con te, Neko: lo spirito di Walpurgis vuole darci delle risposte facendoci leggere quello che ritiene utile, ma cosa?".
Lilith, al suo fianco attirò la sua attenzione posandogli una mano sul braccio:
"Forse ti vuole indicare la strada giusta per andartene" disse e Wal concordò.
"Forse, madre. Ma quale strada. Il passaggio sotto il fiume? Sì, può darsi, ma le Yaonai? Tu sei una di loro, riusciresti a inoltrarti per giorni interi sottoterra, al buio più totale?".
Vide Lilith impallidire alla sola prospettiva. Distolse lo sguardo e non rispose alla domanda.
"Vedi?" disse preoccupato "Anche mio nonno ha lasciato un messaggio nella galleria del vulcano; ma come poteva lui, sposato con una Gran Madre, non sapere che le Yaonai non avrebbero mai percorso quella via per andarsene? Senza dimenticarsi di Gioturna! Io dovrò tornare da lei almeno un'altra volta per prendere le ossa di Aldaberon e dargli la degna sepoltura, ma voi? Tutti gli altri? Maestro, tu come facesti a passare oltre a quella bestia immonda? Ieri dicesti che tu e il mio avo impiegaste due giorni per arrivare fino a Gioturna e altrettanti per passarle oltre. Come riusciste a farlo? Questo non ce lo hai detto. Diccelo ora. Come riusciste a tanto?".
Neko aspirò una lunga boccata di fumo dalla pipa ed espirò lento. Quando ebbe finito corrucciò la fronte, scambiò un rapido sguardo con Lilith, poi fissò la fiamma che usciva nel focolare. Rimase immobile, fissando il fuoco e sbuffando veloci nuvole di fumo. Nessuno se la sentiva di mettergli fretta e alla fine parlò, ma la sua voce era fonda e triste:
"Con l'inganno. Solo così passammo. Quella fu una delle poche volte che lo spirito di Walpurgis decise di aiutarmi. Ricordi quando ieri leggesti quello che Gioturna disse a lui e i suoi che correvano verso l'ingresso dell'altra galleria?
"CHI SIETE! COME OSATE! CHI DI VOI PORTA L'ANELLO DEL MIO SPOSO!".
Quelle furono le parole che gli urlò contro e la stessa cosa Walpurgis ricordò a me. Aldaberon e io non capimmo cosa volesse dire fino a quando lui non si ricordò di una storia che ci raccontarono negli anni che passammo nella foresta alla ricerca del passaggio che condusse qua Walpurgis. Ricordo che ci colpì perché assomigliava a una leggenda Varega che narrava di quel tempo lontanissimo in cui Sei Regni si dividevano le terre conosciute. Parlava dell' amore disperato di una donna che si era invaghita del Sole e lo voleva in sposo, anche se sapeva che era legato da un profondo legame con la Luna. Questa donna, per quanto si rendesse conto dell'impossibilità della sua storia, volle tentare ugualmente a ottenere l'impossibile: chiese aiuto a sua sorella, Regina in cima al Mondo freddo e inospitale, la quale le fece forgiare un anello di ghiaccio talmente resistente che avrebbe spento l'ardore del Sole prima di sciogliersi. A questo punto il Sole sarebbe diventato uomo e la Luna non lo avrebbe voluto più, lasciandolo a lei. Per ottenere tutto questo, però, la donna avrebbe dovuto trovare il modo di mettere l'anello di ghiaccio al dito del Sole e non sapendo come fare chiese a una strega di aiutarla. Questa accettò e le diede un aculeo avvelenato, però l'ammonì:"Conficcagli questo nella schiena, lo bloccherà per qualche attimo e tu potrai mettergli l'anello al dito. Ma fai attenzione a non sbagliare, perché un umano che ferisce un essere divino e sbaglia, verrà punito mille volte mille prima di venire perdonato".
La donna, benché impaurita e sgomenta, era determinata ad andare avanti, così chiese alla strega:
"Se sbaglio, quale sarà la mia condanna?". La strega rise:
"Gli dei si vendicano senza fantasia, mia cara!" le disse spaventandola ancor di più "Tu con una spina vuoi rendere mortale un immortale? Se sbagli, lui ti renderà immortale per vederti soffrire in eterno! Vuoi renderlo uomo mettendogli un anello al dito? Se sbagli, potrai ritornare a essere donna solo se sarà lui a portarti un anello! Adesso sai, perciò scegli: se vuoi andare, vai; se cambi idea resta. Io di più non posso fare per te!".
La donna, intimorita all'inverosimile, prima di andarsene pagò la strega e la ringraziò. Tutto le consigliava di lasciare perdere. Sentiva che quella follia l'avrebbe condotta alla perdizione, eppure, nonostante fosse terrorizzata, l'amore l'aveva resa sorda e cieca a qualunque ammonimento. Incapace di tornare indietro e arrendersi all'evidenza, attese l'occasione giusta e tentò. Passarono, giorni, mesi. Passò l'estate e l'autunno. Aspettò l'inverno e quando il Sole fu più vicino alla terra, la donna gli scagliò contro la spina avvelenata. Lo colpì, proprio nella schiena dove sperava di riuscire. Ma il sole ferito, nella caduta le strappò un braccio e l'anello le cadde di mano. La Luna venne in aiuto del suo amante, raccolse l'anello della donna e lo nascose, giusto in tempo perché la maledizione degli dei colpisse la sventurata che, tra atroci sofferenze, si trasformò in un cespuglio pieno di spine per l'eternità. Ancora soffre per l'amore disperato e attende che il Sole le porti il suo anello, perché solo così potrà ritornare quella che un tempo era".
Neko aspirò profondamente dalla pipa e attese.
"Ricorda la Leggenda dei Soluni!" esclamò Wal. Involontariamente si portò la mano al braccio, proprio dove Lilith gli legò l'anello tanti anni prima. Lo cercò a lungo e solo dopo aver tastato più volte si ricordò di non averlo più. Al suo posto sentì l'intreccio morbido della treccia di capelli di Flot e solo allora si rammentò dello scambio. Neko e Lilith si lanciarono un'occhiata perplessa.
Wal dopo un poco riprese:
"Anche Flot ci disse di averla ingannata facendole credere di essere il Figlio del Sole!".
"Esatto, ma noi all'epoca non lo sapevamo. Avevamo soltanto quella storia e le memorie del nostro popolo. Dovemmo improvvisare".
Neko tornò a fissare la fiamma del focolare e a aspirare lento dalla pipa, incurante dell'attesa degli altri.
"E... poi?" domandò in uno stentato Tumbà Fredrik. Sorpreso Neko si voltò a guardarlo. Benché stupito, gli sorrise e continuò rivolgendosi a lui:
"Audacia e fortuna, ecco come facemmo, ragazzo mio. Solo audacia e fortuna. Aldaberon preparò una manciata di anelli con la lava del lago; li lavorò alla belle e meglio e li lasciò raffreddare. Quando fummo pronti, la chiamò e glieli lanciò contro. Noi ci mettemmo a correre come dei forsennati lungo il sentiero. Il caldo era tremendo, mancava l'aria e i vestiti parevano voler prendere fuoco da un momento all'altro: ci fumavano addosso tanto erano caldi. Per alcuni secondi sentimmo gli aculei di Gioturna ronzare nell'aria cercando di prendere gli anelli al volo, ma a noi quei pochi attimi furono sufficienti per correre all'altra galleria e metterci in salvo. Una volta al sicuro, ci spogliammo. I vestiti avevano preso fuoco, li togliemmo e li gettammo a terra, ma per quanto rapidi potessimo essere, in alcuni punti ci bruciammo. Quando poi Gioturna si rese conto di essere stata raggirata da Aldaberon, si scagliò contro di noi. Anche se era tardi per colpirci, lanciò contro di noi tutti i suoi aculei. Era furibonda, la sua voce tuonava maledizioni verso Al che l'aveva ingannata. Gli promise vendetta per quello che le aveva fatto. Ma noi in quel momento ci sentivamo invincibili e le ridemmo contro. Avevamo ancora qualche torcia da consumare e con quelle arrivammo fuori del vulcano. Questo è tutto". concluse e Fredrik annuì soddisfatto.
Poi Neko si rivolse ancora a Wal:
"Ma credimi, fummo fortunati, molto, molto fortunati! Eravamo soltanto due, non centinaia, addirittura migliaia di donne, bambini, anziani e malati, lenti e impauriti. Non funzionerebbe con tutti loro, sarebbe un massacro. Hai letto quello che è successo alla gente di Walpurgis, no? Fino a quando Gioturna vive, quella strada non è possibile usarla".
"Credo anch'io" convenne Wal " Però dobbiamo trovare una strada che tutti possano fare. Più lunga forse, ma più sicura e percorribile da chiunque. Anche dalle Yaonai che vorranno seguirci, altrimenti le perderemmo tutte. Nessuna di loro ci seguirà mai, da quella parte".
S'interruppe non sapendo cos'altro dire.
"Qualcuno ha qualche idea?".
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