6c)DOLCI RICHIESTE
Nei suoi occhi un residuo d'odio che aveva mostrato verso Flot si dissipò in curiosità.
"Le tue parole sono sagge e ti rendono onore, per quanto tu non abbia ancora raggiunto l'età della Scelta" gli disse con calma, poi "Ranuncolo" chiese al Setmin che ancora massaggiava il petto di Wal con l'unguento.
Questi, sentendosi chiamare e vedendo che i suoi sforzi avevano ottenuto il risultato sperato, affidò Wal alla figlia e andò verso i due.
"Tu conosci meglio di me questo ragazzo" gli chiese il vecchio Varego "Cosa dici, sarà possibile fidarsi di lui o sarà come il padre?"
Il Setmin senza indugio si pose al fianco di Radice. Sapeva di unguento e si massaggiava le mani scivolose.
"Conosco questo giovane da quando è nato e posso dire che è cresciuto sotto l'ombra di Flot di Yasoda. Fin da quando ancora non arrivava alla cinta del padre, sapeva che un giorno avrebbe preso il suo posto e frequentava i luoghi sacri del nostro popolo. Quindi, fidarsi, dici? Generalmente da un serpente nascono altri serpenti, eppure molte volte ho visto questo giovane aiutare senza lamentarsi quelli come noi: malati, anziani, uomini e donne senza distinzione alcuna. Gli ho insegnato tutto quello che mi era stato tramandato per curare le persone e ha ascoltato attentamente. È uno di noi, è un Sednor e lo è sempre stato, anche se è stato allevato per diventare Figlio del Sole. In sua difesa posso dire che ha curato con la medesima dedizione il Gopanda-Leta quando moribondo è giunto fino a noi, che il padre, quando ha saputo della ferita al braccio. Io credo che ci si possa fidare".
Vedendo che Neko era ancora dubbioso, anche Wal parlò. Aveva ascoltato tutto e non avrebbe sopportato di veder nascere degli attriti tra due persone che gli erano entrambe necessarie.
Sollevando a fatica un braccio, tese una mano verso Radice che l'afferrò subito:
"Così infine ci rivediamo, cugino" gli disse "Molte cose sono successe da quando ci siamo visti l'ultima volta, vero? Credo di non averti sentito spesso parlare così a lungo su qualcosa".
"Cugino, sì. È vero " fece il Sednor stringendogliela calorosamente " Molte cose sono cambiate dal tuo arrivo e molte sono state le sorprese. Purtroppo non sempre sono state piacevoli come questa. Ho avuto delusioni non sempre facili da sopportare. Ho dovuto ricredermi su molte cose in cui ho sempre creduto, eppure, se mi vorrai al tuo fianco per salvare la gente che vorrà seguirti, ci sarò".
Wal gli sorrise.
"Gangi " disse a Neko "Io ho imparato a fidarmi di lui. Più volte mi ha salvato la vita da quando sono tra questa gente e spero che anche tu, un giorno, possa dire altrettanto".
Vedendo che erano tutti concordi, al vecchio Varego non rimase che arrendersi.
"Sei tu il Gopanda-Leta e spetta a te l'ultima parola. Perciò, se è questo che desideri, che questo giovane Sednor sia il benvenuto tra noi. A patto, però, che giuri di non fare parola con nessuno di ciò che oggi è stato detto".
"Radice?" gli domandò Wal.
"Lo giuro su quanto ho di più caro al mondo: davanti al Sole Invitto che sorge ogni mattina, Signore Mio quanto di Walpurgis il Santo. Ti basta come promessa, Grande Vecchio?".
"Sì, ragazzo, mi basta. Avremo tutti bisogno l'uno dell'altro prima che giunga la fine" gli disse serio "Ma ora vai, andate" facendo cenno a lui e alle due donne che l'attendevano sulla soglia "Lasciate che il Gopanda si riprenda. Come ha detto la Reverenda Madre, la strada che dovete affrontare è lunga e non priva di rischi, perciò non indugiate. Presto ci vedremo ancora".
Sentendo che la conversazione si era conclusa, il ragazzo salutò poi sollevò la tenda di canne per le due donne.
Prima che potessero uscire, udirono la voce di Wal chiamare Nonun. La Ratnor si voltò.
"Aspetta" le diceva" Perdonami, Nonun. Non volevo farti del male".
Lei sorrise, massaggiandosi piano le spalle.
"Non temere, mio signore: è un dolce dolore da sopportare. Molte tra le mie sorelle me lo invidieranno, quando lo vedranno".
Accennò un saluto, poi uscì veloce, seguita dagli altri.
Neko tornò a occuparsi delle condizioni di Wal. Era ancora steso in terra, ma stava decisamente meglio. Il respiro era regolare e il colore delle labbra roseo. Anche il colore del volto era tornato normale e i lineamenti non erano più distorti dalla paura. Sospirò soddisfatto. Lo vide che accennava ad alzarsi, ma vide anche che con dolce violenza la ragazza lo tratteneva per le spalle, riportandoselo contro il petto. Lui non accennò nemmeno a ribellarsi contro quella quieta violenza e si adagiò contro di lei. Neko inarcò le sopracciglia, poi scambiò uno sguardo con Ranuncolo: anche il Setmin aveva visto quello che era passato tra i due giovani ed entrambi avevano capito. Erano in troppi in quella capanna, ora. In fondo Wal era sempre il Padre di Tutti e conosceva da tempo il nome della ragazza. Per tutta la durata della sua permanenza nella Palude del Sole non aveva cercato la compagnia di una donna, però forse ora desiderava cambiare idea e la loro presenza diventava ingombrante.
"Ranuncolo, credo che per oggi questo basti" disse al Setmin "Temevamo un disastro, invece è sorto il sole come sempre. Molte sono le cose che dovranno ancora essere dette e domani ci rivedremo nuovamente. Ora però ho molte faccende da sbrigare e credo che anche tu abbia degli obblighi da assolvere, vero?".
"Certo, certo" accennò questi, trattenendo un sorriso "Devo andare a vedere quanti danni ha provocato la tempesta e devo medicare i malati. Ci sono molti anziani da accudire e alcuni attendono le mie pozioni" annuì pensosamente, poi indicò Fredrik e Thorball con un dito e si rivolse a Wal:"Se il Gopanda non ha bisogno dei suoi amici, in questo momento credo che mi sarebbero molto utili per aiutare a sistemare le capanne. Posso portarli con me, mio signore?".
Wal accennò di sì con la testa e fece un gesto ai suoi due Compagni di Disgelo perché seguissero il Sednor. Questi compresero all'istante e sorrisero.
Senza ulteriori parole, i quattro uomini si avviarono verso l'uscita. I loro passi si persero sul pontile e Wal riuscì a identificarli tutti, uno per uno, mentre salivano sulle piatte barche da palude. Per primi quelli pesanti e grezzi di Thorball e Fredrik che le facevano sempre ondeggiare pericolosamente come dei veri Vareghi, poi quelli soffici e leggeri di Ranuncolo e infine quelli decisi di Neko. Le corde che le assicuravano al pontile vennero sciolte, le pertiche presero a spingere nell'acqua calma e le loro voci si allontanarono quiete. In breve si persero in lontananza. La capanna che fino a poco prima era stata affollata e piena di rumori, improvvisamente si era svuotata lasciandoli soli. Restavano soltanto loro: Mirta che delicatamente massaggiava le tempie del ragazzo e lui, che si godeva quel contatto desiderando che non finisse mai. Era la cosa più dolce e appagante che avesse mai avuto con una donna dacché si ricordasse.
Con Vandea l'amore era stato appagante, intenso, brutale quanto lo era la vita lassù, nelle lontane terre del Nord. I Vareghi dovevano bruciare tutto quanto in fretta prima che terminasse la loro vita, però ormai era finita, lei aveva scelto un altro e non poteva farci nulla. Con le donne Ratnor tutto si risolveva in un mero rapporto fisico che non lasciava nulla se non disgusto e disprezzo, eppure sapeva che entro pochi giorni avrebbe dovuto tornare da loro. Infine Salice che Ride: tutto era stato bellissimo e perfetto finché era durato, ma poi lei se ne era andata via, lasciandolo con un desiderio non appagato addosso. Era stato un rituale, il Padre di Tutti e la Grande Madre che si univano, il Dio e la Dea, sacerdoti di un rituale antico per perpetuare la vita a beneficio dei Ratnor. Ormai ne sapeva abbastanza per non farsi più illusioni: altri corpi in passato si unirono in quel rituale e altri ancora lo avrebbero rifatto se lui non avesse posto termine a tutto quanto. Era una giostra, terribile e crudele, che durava ormai da troppo tempo e aveva visto come unico vincitore, solo Flot di Yasoda.
Eppure anche quel tempo pareva volgere al termine e il nuovo corso degli eventi già faceva i primi incerti passi per soppiantarlo. Tutto sarebbe tornato come sempre. Sorrise a questo pensiero. Forse il nuovo tempo poteva essere lui e dopo la sua scomparsa, nulla sarebbe veramente cambiato. Tutto sarebbe proseguito esattamente come prima, gli uomini avrebbero cercato le donne e le donne avrebbero trattenuto gli uomini come Mirta stava facendo con lui. Nulla sarebbe cambiato, finché al mondo fossero esistiti un maschio e una femmina della stessa specie. Sorrise.
L'unguento di Ranuncolo evaporando lento aveva lasciato nell'aria un aroma così forte, penetrante e balsamico che aveva coperto qualunque altro odore presente. Però poco alla volta, stava lasciando spazio anche ad altri aromi che ora tornavano a farsi sentire, stimolandogli l'olfatto. Una delle prime cose di cui andò alla ricerca fu il profumo della giovane Sednor che lentamente lo stava massaggiando.
Quell'unguento gli aveva calmato gli spasmi e rimesso in funzione i suoi polmoni, ma anche il corpo rilassato e pronto a ricevere quelle carezze che le mani della ragazza così delicatamente elargivano.
Di quando in quando ne percepiva il profumo: fiori amari e sudore fresco. L'aveva riconosciuto immediatamente e se ne sentì attratto. Era da molto che non accarezzava il corpo di una donna. Dopo le Ratnor aveva dovuto lasciar passare molti giorni prima di sentirne nuovamente il desiderio, però forse ora era il momento giusto per risalire a galla. Delicatamente bloccò le mani della ragazza nelle sue e si voltò, inginocchiandosi come lei. Si trovarono volto contro volto, occhi negli occhi, labbra che si schiudevano piano.
"Mirta" le sussurrò "Vorresti tenermi compagnia?"
"Come Padre di Tutti?" rispose lei. La sua voce era un soffio profumato.
Lui scosse la testa: "Come uomo" le disse.
Lei parve soddisfatta e non tardò a rispondergli:
"Sì, come donna dico sì".
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