1d)LA CASA DELLA SIGNORA


Ancora ora, a ripensarci mentre armeggiava con la pertica per svoltare in un canale secondario, l'andare con la memoria a quei momenti gli provocò un brivido lungo la schiena. Il solo pensiero di quell'essere orrendo che condizionava in quel modo le loro esistenze pur essendo nascosto nelle viscere della terra, lo fece reagire con un gesto di stizza. Un gesto brusco, la pertica scartò troppo in fretta e per poco non perse l'equilibrio. La barca ondeggiò pericolosamente, rischiando di ribaltarsi. Si riprese in fretta, ritrovò subito l'assetto, ma l'orgoglio Varego ne rimase ferito. Mancò poco che per quella distrazione cadesse in acqua. Nemmeno si era accorto che la sua mente fosse scivolata così lontana. Pochi istanti prima ammirava la pace della laguna, poi, improvvisamente, i ricordi lo riportarono a quei momenti successi giorni prima: si disse che avrebbe dovuto fare più attenzione, d'ora in avanti. Quella non era la giornata giusta per distrarsi.

Si voltò per vedere se i suoi due amici lo seguivano come prima e vide le due imbarcazioni a breve distanza una dall'altra. Fredrik gli fece un cenno per sapere cosa gli era successo, lui rispose che non era niente di importante. Thorball accennò un saluto, lui un sorriso. Sì, erano lì, con lui. Se ne sentì confortato. La mattinata seguitava a essere buia e umida. La fine pioggerellina si stava trasformando in gocce pesanti che battevano sul cappuccio e dal grande fiume arrivava un vento teso e umido che lo fece rabbrividire. Nonostante fosse ancora estate, quella pareva più una giornata autunnale. Per quanto ricordasse bene il freddo delle sue terre, faticava ad abituarsi all'umidità di quella foresta, che entrava nelle ossa senza uscirne più. Si strinse un po' il pastrano addosso, in un gesto che aveva visto fare mille volte dai Tumbà.

Ora capiva perché indossassero sempre quell'indumento, estate o inverno che fosse. La fibra di cui era fatto era ruvida e grezza, ma calda, impermeabile e in caso di pericolo diventava un ottimo nascondiglio: era sufficiente abbassarsi per sembrare un cespuglio di canne lacustri e scomparire alla vista di chiunque.

Dalle capanne sulle isole mobili si udivano le prime voci, in alcune un filo di fumo già saliva mollemente oltre il tetto di canna per poi scivolare verso la laguna. Il pianto di un bambino, l'abbaiare lento di un cane che scodinzolava sul bordo della sua isola al loro passaggio. In quella mattinata grigia la vita ricominciava nel villaggio del Sole, anche se di sole se ne vedeva poco.

Forse era meglio così, si disse Wal, meno persone si fossero rese conto di quello che gli stava passando sotto casa e meglio sarebbe stato. Per il momento almeno, anche i Tumbà potevano fare a meno di sapere.

L'appuntamento che aveva dato a tutti gli interessati era per quella mattina dopo l'alba nella Casa della Signora. Ma sapeva che non tutti sarebbero arrivati puntuali. Alcuni, quelli che arrivavano da più lontano, avrebbero dovuto viaggiare tutta la notte per arrivare insieme agli altri e dubitava che avrebbero acconsentito a fare una cosa simile. Non si aspettava di riunirli prima di metà mattinata, eppure ci teneva ad arrivare puntuale. Seguire dei piani stabiliti con esattezza, gli dava coraggio. Gli dava l'impressione che tutto andasse per il meglio e ora era quello di cui aveva bisogno.

Voleva a tutti i costi vedere i lati positivi di quella situazione e li passò ancora una volta mentalmente in rassegna.

I messaggi erano stati recapitati in tempo e i messaggeri erano tornati sani e salvi. Dei Ratnor non aveva avuto nessuna notizia e nemmeno di Gioturna sapeva nulla. Tutto era tranquillo, forse troppo, si diceva ogni tanto. Anche suo nonno Aldaberon se ne stava tranquillo in qualche recesso angolo del suo cervello senza fare nulla. Oltretutto le piante dei piedi non gli prudevano, quindi tutto sembrava procedere per il meglio, ma ugualmente non riusciva a non essere in ansia per Lilith. Lo preoccupava il non aver più notizie da sua madre. Lei era quella che aveva dovuto allontanarsi di più dal villaggio Tumbà. Se aveva capito bene, l'andata non avrebbe rappresentato un problema. Essendo una Yaonai si sarebbe spostata nella foresta da Yaonai. Ormai aveva compreso che come Yaonai, non c'era angolo di quella immensa foresta che sua madre non avrebbe potuto raggiungere in poco tempo.

Ovunque avessero voluto andare, fin su all'estremo Nord, a rasentare le terre dei Vareghi; oppure a Est dove la foresta terminava in un'immensa prateria; a Ovest dove lasciava il posto all'oceano, non c'era Yaonai che non avrebbe potuto attraversarla in un batter d'occhio passando di pianta in pianta, da radice a radice, passando nei canali dove la linfa scorreva e come linfa passare da una pianta all'altra con la velocità del pensiero. No, lo rassicurò, per lei non sarebbe stato pericoloso raggiungere il villaggio di Mandi. Quello che la impensieriva era il ritorno, a piedi, attraverso la foresta. I pericoli che avrebbe dovuto affrontare sarebbero stati molti e gli imprevisti ancora di più. Era quello a preoccupare Wal.

Inoltre, per quanto avesse ostentato tranquillità verso Neko e Ranuncolo, sapeva che in quella mattinata si giocava tutto.

Avrebbe detto a tutti gli interessati quali erano le sue reali intenzioni e avrebbe messo a soqquadro in un colpo solo il loro mondo e la sua apparente stabilità. In quella mattinata avrebbe cercato di sovvertire un ordine che proseguiva ininterrotto da trecento anni, soltanto per tornare verso una casa che non sapeva nemmeno se esisteva ancora. Si rendeva conto che poteva essere pericoloso, molto pericoloso. Qualcuno avrebbe potuto prenderlo per pazzo e avrebbe potuto avvisare i Ratnor oppure, e sarebbe stato anche peggio, Marsal e i suoi Puri. In quel caso allora tutti quelli che fino a quel momento avevano creduto in lui sarebbero stati in pericolo. Anche se lui era il Gopanda-Leta e tutti glielo avessero ripetuto fino alla nausea, dubitava che i suoi poteri arrivassero fino a quel punto. Inoltre, e questa era la preoccupazione maggiore, non era affatto sicuro che tutti potessero accettare quello che Walpurgis e suo nonno scrissero molto tempo prima nel Libro delle Foglie.

Nessuno di loro sospettava nulla. Con l'eccezione di Flot che lo nascose, nessuno seppe mai dell'esistenza di quel libro, perché lui non volle mai che lo sapessero. Era una condizione imprescindibile: Nessuno doveva sapere, se voleva conservare il potere che tanto desiderava. Per il potere, il suo Prim Amis aveva commesso delle nefandezze incredibili. Era vero che lui stesso glielo diede, ma si trovava in un momento particolarmente delicato della sua esistenza, era fragile, disperato, arrabbiato con la sua gente.

Una cosa era parlare con ognuno di loro e ascoltare, un'altra dire a tutti quanti assieme che si sbagliavano, che si erano sempre sbagliati, fin dall'inizio. Quello sarebbe stato un momento delicato, un passaggio del suo piano in cui avrebbe avuto bisogno di tutto l'aiuto che poteva avere dall'unica persona che avrebbe potuto confermare le sue parole. Il suo asso nella manica, la mossa su cui lui e sua madre avevano puntato tutto quanto senza dire niente a nessuno. Ma costui avrebbe accettato di venire, di fare un così lungo viaggio attraverso la foresta solo per lui?

Nel tascapane che portava a tracolla sentì il peso del Libro di Walpurgis e si disse che forse avrebbe fatto bene a leggerlo ancora una volta quella mattina. Forse avrebbe dovuto cercare di capire meglio quelle parti che ancora gli risultavano misteriose e oscure, ma ormai non c'era più tempo. Doveva andare a braccio e confidare nell'aiuto di suo nonno che sarebbe certamente stato dalla sua parte. In fondo sapeva che non sarebbe stato solo. Avrebbe avuto i suoi amici con lui.

Fredrik, Thorball, Neko, lo stesso Ranuncolo nonostante le sue titubanze e timori, e poi sua madre come Signora dei Tumbà, era certo che non gli avrebbero negato il loro appoggio. Ma non con tutti loro era stato completamente sincero e ora lo tormentava lo scrupolo che forse avrebbe fatto bene a metterli al corrente di tutto prima della riunione. Invece soltanto lui e Lilith sapevano e sua madre era ancora lontana.

Svoltando un'ultima volta, giunse nel canale maggiore, quello che attraversava tutto il villaggio. In lontananza, immersa in una leggera nebbia che saliva dalle acque, vide l'isolotto su cui sorgeva la casa della Signora e il piccolo molo d'attracco.

A parte la lunghezza e la larghezza maggiori, sia la capanna in canne che l'isola non differivano dalle altre che la circondavano. Solamente il canale più largo e profondo tutto attorno all'isola mobile, il pontile più lungo, ampio e robusto degli altri, facevano sospettare che attorno a quella casa ci fosse un movimento di barche superiore a qualunque altra capanna del villaggio. D'altronde era ovvio, quella era la casa della Signora e tutti, prima o dopo, avevano avuto qualcosa da chiederle. Ma ora lei non c'era e tutti al villaggio ne erano stati messi al corrente. Anche quella era stata un'idea di sua madre, che conosceva i Tumbà meglio di lui. Lei sapeva che sarebbe stato impossibile tenere nascosta la sua partenza a lungo, inoltre, non sapendolo, qualcuno sarebbe certamente andato a cercarla e non trovandola si sarebbe insospettito. Perciò, nessuno del villaggio sarebbe andato a cercarla durante una sua assenza.

Questo era quello che entrambi volevano: avere il molo e la casa vuoti e tranquilli, tutti per loro e i loro invitati.

Sulla base di come avevano stabilito, al suo arrivo l'attracco avrebbe dovuto essere sgombro, invece, quando svoltò nel canale principale e la casa comparve alla sua vista, Wal ebbe una sorpresa: attraccata al pontile c'era una barca.

Ne fu contrariato. Gli ordini erano stati chiari. Poi ebbe una speranza improvvisa: che Lilith fosse già tornata!

Anche altre imbarcazioni solcavano quelle acque tranquille e per ogni Tumbà che incrociava erano un saluto e un cenno, però nessuno andava nella direzione della Casa. Alcuni guardavano incuriositi quella fila di imbarcazioni che trasportavano le persone più importanti del villaggio verso la dimora della loro Signora. Ma i più tiravano diritto per la loro strada senza badare troppo a lui, spinti più dalla voglia di togliersi dalla pioggia che dalla curiosità.

Appoggiando il suo peso sulla pertica impresse tutta la forza che poteva alla barca e si diresse velocemente verso l'isola della Signora.

Era curioso di sapere chi fosse arrivato prima di loro.

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