Il Lavoro Dei S.A.N.T.A.

Nel periodo di Natale c'è sempre un sacco da fare.

Si diventa pazzi per preparare tutti i regali da fare alle persone a noi care, decorare la casa e non parliamo dei pasti natalizi con mille mila portate.

Insomma.. è davvero il caos completo.

E se, come me, fai parte del S.A.N.T.A. questo è il periodo dell'anno più incasinato.

Il S.A.N.T.A., ovvero Società Anonima di Natale Trova Amore, non è altro che un'organizzazione che si occupa delle persone che hanno perso la fiducia.

Quelle persone che sono state deluse costantemente dalla vita e non riescono a vedere più nulla in positivo.

Non si tratta poi esclusivamente di amore romantico, potrebbe essere anche in amicizia, famiglia o amore per se stessi.

Però il concetto è sempre aiutare persone al massimo della tristezza.

E in quale periodo dell'anno si ha più bisogno di ottimismo?

Esatto, Natale!

Noi S.A.N.T.A. siamo un gruppo di "appendici" del nostro grande capo, Santa Claus conosciuto anche come Babbo Natale.

Claus si occupa già di quasi tutti i bambini del mondo e ha dovuto constatare amaramente di non riuscire ad aiutare il mondo intero.

Ed è qui che entriamo noi in azione.

Come Claus abbiamo una lista con i nomi delle persone interessate, ma in confronto a lui dobbiamo occuparci di un numero ben più limitato.

Questo perché il nostro compito è realizzare i desideri di quelle persone e, in alcuni casi, il tempo necessario è piuttosto elevato.

La magia del Natale di cui disponiamo ha un certo limite.

Spesso siamo costretti a cavarcela da soli perché la magia, per quanto utile, non serve a nulla se non ci si mette intelletto.

Ed è proprio quello ciò che più aiuta a risolvere le varie problematiche che affrontiamo.

- Feliz! Ecco dov'eri! Muoviti, abbiamo bisogno di te! - mi urla contro Noel dalla porta della nostra casetta nel villaggio di Claus.

Guardando la mia amica dagli occhi blu e le lunghe codine bionde mi rendo conto di essermi persa nuovamente nei miei pensieri.

Mi capita sempre quando mi metto ad osservare il cielo che leggiadro fa calare i dolci fiocchi.

Correndole incontro - Scusami! Siamo alle decisioni finali? -

- Sì! Guarda che non dovresti perdere il discorso iniziale ogni volta! - mi rimprovera, ma non riesce a sembrare severa.

Si tradisce con quel dolce sorriso che non l'abbandona mai.

- Tanto dicono sempre le stesse cose ogni anno! -

- Feliz! Non è vero! -

- Ah, si? Che hanno detto di nuovo? -

Al suo sguardo confuso, che cerca disperatamente qualcosa di nuovo, non posso non ridacchiare.

- Dai Noel, lo sai che ho ragione! -

- Questo però non toglie che dovresti ascoltarlo! -

- So cosa devo fare! Mi preparo tutto l'anno per l'arrivo del Natale! -

- Bene, allora perché non me lo dici? -

- Il compito di noi S.A.N.T.A. è di portare gioia alle persone che hanno perso la speranza! Dobbiamo impegnarci per realizzare i desideri senza però rivelare la nostra identità! Possiamo usare la magia come meglio pensiamo sempre a patto di non farci scoprire! In confronto a Santa Claus abbiamo tempo una settimana, fino alla mezzanotte del venticinque dicembre, per realizzare i desideri dei nostri protetti dell'anno! Non sono ammessi fallimenti, perché nessuno deve essere triste il giorno di Natale! Se proprio non si è in grado di realizzare un desiderio da soli si può chiedere aiuto ad un altro S.A.N.T.A.! -

- Ok, ok! Promossa! - sospira rassegnata Noel.

- Yeee! Ora andiamo! Non vedo l'ora di scegliere i protetti di quest'anno! -

Ogni anno si fa un'enorme riunione per decidere chi dovrà occuparsi di chi.

Questa riunione può durare anche un mese e tutto perché, purtroppo, le persone scoraggiate dal mondo sono davvero un sacco.

Decidere così a tavolino potrà sembrare impersonale, ma è proprio il contrario.

Per ogni persona si ha la tematica che la riguarda e per questo non si possono distribuire a caso le persone a noi.

Questa scelta fa si che ogni persona abbia il S.A.N.T.A. più adatto a loro.

Che poi, sembra che siamo noi a scegliere, ma in verità ognuno si sente come attratto da determinate persone.

Si può quindi dire che sono i protetti stessi a scegliere noi.

Come se ci chiamassero col loro cuore.

Arrivata alla sala riunione sento scemare il chiacchiericcio dei presenti.

Siamo un sacco, quasi un migliaio, e ancora non bastiamo.

Ogni anno riusciamo a risico a terminare tutti gli incarichi.

- Feliz! Alla buon ora! - sbuffa Kala.

- A che punto siamo? - ignoro il suo rimprovero.

- Qualcuno ha già scelto tutto, altri poco e chi come te nulla! -

- Kala, lo sai che Feliz sceglie con un metodo tutto suo! In più non ha nessun fallimento, quindi direi che non ci stanno problemi! -

Sorridendo salto al collo di Noel.

- Ti voglio bene cara pacifista! -

- Invece di starmi addosso scegli! Così che non venga smentita! - si scolla dalle mie esternazioni d'affetto.

Trotterellando mi avvicino al database che tutti stanno sfogliando seri.

È vero che non bisogna prendere alla leggera il nostro lavoro, ma essere così inquadrati forse è troppo.

Se non siamo noi i primi a trasmettere allegria e positività come possiamo pensare che gli altri diventino felici?

Guardando la lista non posso non desiderare di renderli tutti felici, ma so che devo collaborare con gli altri.

Loro sono come me ed hanno a cuore ognuna di queste persone.

Un nome colpisce la mia attenzione.

Yuzuka Karino.

Sentendomi davvero attirata verso tale persona apro la sua scheda.

Vedendo l'età sgrano gli occhi.

Questa piccolina ha solo nove anni!

Come può una creatura così piccina aver già perso la speranza?

È davvero raro che ci siano in lista persone così giovani.

Non tanto perché i bambini non possano avere vita difficile, ma perché anche contro tutto sono quelli che più guardano al futuro con positivismo.

Perché per lei è diverso?

Sulla sezione dedicata al desiderio scopro che vuole rivedere la sua migliore amica, che si è trasferita in un paese davvero molto lontano.

La piccola ha chiesto ripetutamente ai genitori di portarla a trovare l'amica, ma benché essi abbiano fatto mille promesse, non hanno mantenuto nulla.

Può sembrare sciocco perdere la fiducia nel mondo per una promessa non mantenuta, ma per un bambino non è così.

Tanto più se a tradirlo sono proprio le persone di cui più si fidava.

I genitori non avrebbero dovuto prometterle cose a caso se non potevano realizzarle.

Comprendo la voglia di veder sorridere i propri figli, ma mentir loro non è il modo corretto.

Ho deciso!

Yuzuka sarà la mia prima protetta scelta!

I giorni successivi del mese li passo ad esaminare l'infinita lista fino a farmi trovare dagli altri protetti.

Arriva così il giorno dedicato a Yuzuka.

- Allora Noel ti auguro buona fortuna! -

- Anche a te Feliz! Se hai bisogno sai come trovarmi! -

- Pure tu! Ma sei già a metà della tua lista e siamo solo al secondo giorno! Sei fenomenale! -

- Non direi, sono nella norma! -

- Stai forse dicendo che sono io fuori fase? -

- No, ma.. Feliz! Non prendermi in giro! - sbuffa la bionda.

Caricando il sacco in spalla salgo in groppa di Punta, la mia fidata renna, pronta a partire.

- Scusa Noel! È troppo divertente farti scherzi, comunque ora è meglio partire! -

- Decisamente! -

Dopo un ultimo saluto facciamo partire al trotto le nostre amiche e ci avviamo alla nostra meta.

- Punta, a te la strada! Sai che con l'orientamento non ci so fare! -

Lo scampanellio del collare unito al suo assenso mi fa calmare come al solito e con una magica rapidità mi trovo nel paese natale della piccola Yuzuka.

Ed eccola li.

Seduta su una panchina da sola.

Ora inizia l'osservazione.

Finché indosso la tenuta dei S.A.N.T.A. rimarrò invisibile al pubblico.

È l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze.

Intorno a lei i compagni giocano tra loro senza degnarla di uno sguardo, come se nemmeno ci fosse.

Però pure lei non si cura degli altri.

Sta ferma, con la testa bassa, a sospirare.

Ad un certo punto una bambina le si avvicina e tenta di attaccare bottone, ma Yuzuka con aria triste rifiuta.

"Voglio vedere Miki.. voglio giocare con lei.." sento i suoi pensieri.

La telepatia è una delle nostre abilità.

Molto utile per indirizzarsi meglio al traguardo.

Peccato che non valga con gli altri di noi, possiamo sentire solo i pensieri di chi non vive nel villaggio di Santa Claus.

"Non ne posso più.. mi avevano promesso che sarei andata da Miki.. che mi ci avrebbero portata, sono dei bugiardi!"

La piccola è davvero frustrata e triste.

Anche da qui vedo che sta per scoppiare a piangere da un momento all'altro.

La seguo fino a casa e li subito corre in camera senza neanche salutare i genitori.

- Yuzuka sta diventando davvero scostante in questo periodo! - sbuffa il padre.

- Ogni volta che le chiedo cosa vuole per Natale mi chiede di vedere Miki! - sospira la madre.

- Ancora non ha dimenticato quella bimba? -

- Affatto! Sembra che giorno dopo giorno ci pensi sempre più! Eppure alla sua età si tende a cambiare amicizie facilmente, perché fossilizzarsi così?! -

Ma.. che discorsi sono?!

Le amicizie non sono come i calzini e la biancheria!

Non si cambiano ogni giorno.

Certo, non sempre le amicizie che si creano da piccoli durano anche da grandi, ma ci sono comunque molte eccezioni.

E di certo anche se ci si perde non si dimenticano i momenti trascorsi insieme.

Con un diavolo per capello vado da Yuzuka.

La piccola sta fissando fuori dalla finestra singhiozzando.

"Voglio Miki.. non mi sono nemmeno scusata.."

Scusata?

Ha litigato con la sua amica?

Questo spiegherebbe ancor di più perché è tanto scoraggiata.

Però per cosa avranno litigato?

In più come posso aiutarla a realizzare il suo desiderio?

Inizialmente pensavo di teletrasportarla da Miki però sarebbe una magia troppo evidente e per non farmi beccare dovrei rendere il tutto come un sogno.

E decisamente lei non vuole sognare di vedere Miki.

Nel mentre cerco di trovare una soluzione entra in camera la mamma di Yuzuka.

- Yuzu.. preparati che tra poco andiamo a fare un giro! -

- Io non vengo.. - sussurra triste lei.

- Non resti a casa sola, dai.. andiamo a mangiare i waffle che tanto ti piacciono! -

La piccola dopo un ennesimo rifiuto riceve un ordine scazzato da parte della madre che se ne va con un - Fa di essere pronta tra dieci minuti! -

A quella notizia mi viene l'idea perfetta.

Con una rapida ricerca scopro qual è il banchetto dove mangiano i waffle e con una piccola magia divento la commessa di turno.

Ora devo solo attendere.

Spero che il mio piano vada a buon fine.

- Buongiorno! Oh, sei nuova? - mi osserva curiosa la madre di Yuzuka.

La piccola invece guarda a terra sospirando.

Da quando sono arrivata non l'ho mai vista sorridere.

È così triste che un bambino sia così depresso.

Però devo mantenere l'entusiasmo, lo devo fare perché anche a lei ritorni.

- Sì, il capo ha avuto un impegno urgente! Cosa desiderate? - sorrido.

Consegnate le loro ordinazioni attendo il conto per suonare un campanello - Congratulazioni!! Siete i millesimi clienti! Avete vinto uno splendido premio!! -

I due adulti mi fissano confusi.

- Come? -

- Sì, quest'anno abbiamo preparato dei premi per i nostri clienti! E voi ne avete vinto uno! -

- Cosa? - chiede non molto interessato il padre.

- Un viaggio per tre per Giunkan! -

A sentire quel posto la piccola scatta finalmente a guardarmi e mi si riempie il cuore di gioia nel vedere la luce accendersi nei suoi occhioni.

- Ha detto Giunkan?! -

- Sì, piccola! Il viaggio comprende una vacanza di tre giorni e due notti in un hotel quattro stelle con tutto incluso! -

I genitori mi fissano sorpresi poi la madre sorridendo alla figlia - Sei felice, Yuzu? -

- Sì!! Vedrò Miki! - inizia a sorgere un dolcissimo sorriso sul suo visino.

- Non è detto! Potrebbe anche avere da fare! Sono sempre le vacanze di Natale! - la smonta il padre.

Accidenti!

Non ci avevo pensato!

Quindi il mio lavoro non è finito.

Dopo aver preso i biglietti, insieme a tutti i dati riguardanti il viaggio, se ne vanno.

Il giorno dopo seguo la famiglia nel loro viaggio e arrivati a Giunkan attendo di vedere che succede.

Sono piuttosto soddisfatta di essere riuscita a realizzare i desideri di tre persone nell'attesa della preparazione del loro viaggio.

Devo approfittare dei tempi buchi.

Subito Yuzuka insiste per far contattare Miki, ma rimango amareggiata quando al termine della chiamata la madre - Miki non si sente bene, ha la febbre! Per questo non uscirà di casa! Mi spiace Yuzu! -

- Ma.. non possiamo andare a trovarla? -

- Non sta bene, la forzeresti e basta! - cerca di farla ragionare.

- Io voglio vederla.. - ricomincia a singhiozzare la bambina.

La febbre..

Che sfiga, però..

Perché c'è qualcosa che non mi quadra?

Quando subito dopo vado a casa di Miki scopro che il mio sesto senso aveva ragione.

Miki non ha la febbre.

- Miki, sei sicura di non voler vedere Yuzuka? -

- Sicura.. - mugugna la bimba stringendo un cuscino.

"Prima che partissi mi ha detto che mi odiava come io odiavo lei e quando sono partita non è venuta a salutarmi.. non voglio vederla.." ascolto i suoi pensieri.

Però anche se la pensa così è triste.

Il che vuol dire che la questione non è chiusa.

In più Yuzuka non la odia affatto.

Altrimenti non avrebbe cercato così tanto di venire qui.

Allora perché le ha detto questo?

Che sia ciò di cui vuole scusarsi?

Devo assolutamente far incontrare queste due bambine.

- Dai Miki, sorridi! Domani andiamo ai mercatini di Natale qui vicino! Non sei contenta? -

La piccola annuisce con un sorriso tirato, ma io già so quale sarà la mia prossima mossa.

Mentre pedino la famiglia della mia protetta tappezzo la cittadina di volantini e manifesti del mercatino.

Pubblicità e chiacchiere tra i passanti.

Tutto per - Mm.. tutti parlano di questi mercatini, perché non ci andiamo? - propone il padre.

Euforica inizio a saltellare sapendo che nessuno può vedermi.

Ora con un pizzico di fortuna le bimbe si incontreranno.

Con ansia incredibile attendo il giorno seguente e inizio a controllare il percorso di entrambe le amiche.

Se la gente mi vedesse ora penserebbe che devo correre al bagno.

Sono piuttosto irrequieta perché si stanno avvicinando sempre di più e non vedo l'ora che s'incontrino.

Ed infine succede.

Le due bimbe si trovano faccia a faccia.

Dopo un attimo di sorpresa generale vedo la differenza di espressioni tra le due.

Yuzuka s'illumina di gioia mentre Miki diventa cupa chinando il capo tentando di non incontrare ancora lo sguardo dell'amica.

I genitori si salutano a vicenda, ma Miki inizia a tirare la mano della madre sperando di andarsene in fretta.

No!

Accidenti no!

Dopo tutto questo devi parlare con Yuzuka!

Lei non ti odia.

- Mamma.. andiamo? - sussurra Miki senza guardare Yuzuka.

La madre saluta imbarazzata prima di voltarsi.

Dopotutto avevano detto che Miki era malata, normale si senta in imbarazzo a balla scoperta.

- Miki, aspetta!! - le urla contro Yuzuka con un moto di coraggio.

La mia protetta si stacca dalla mano della madre per correre dall'amica che cerca ancora di non guardarla negli occhi.

- Miki.. io non volevo dire quelle cose.. - la voce di Yuzuka già si fa roca.

- Ero triste.. davvero tanto perché te stavi andando.. ero anche arrabbiata perché non potevo far nulla per impedirlo.. -

Le lacrime iniziano a sgorgare.

- Io non ti odio Miki.. sei la mia migliore amica.. in più volevo venire a salutarti quando sei partita, ma mamma ha sbagliato aeroporto! - crolla scossa dai singhiozzi.

La madre fa un sorriso triste - Già.. è colpa mia quello.. -

Miki finalmente si degna di guardare Yuzuka e noto che pure lei sta piangendo.

L'attimo dopo le salta al collo - Ti voglio bene anche io Yuzu!! -

E sentendomi felice per tutto questo decido di far loro un piccolo regalo extra.

- Nevica!! - esclamano le due guardando i fiocchi scendere.

Sorridendo del lavoro riuscito - Buon Natale, piccole! - sussurro con gli occhi lucidi.

Accidenti.. mi emoziono sempre.

Amo questo lavoro.

Non è mai solo merito mio la riuscita di tutto è anche perché ogni persona mette del suo.

La speranza non muore mai davvero.

Il cuore umano tenderà sempre a sperare, anche se la persona non se ne rende conto.

Ed è questo che rende possibile il nostro intervento.

Se loro per primi non voglio risolvere la situazione noi non possiamo fare nulla.

Tornata a casa sono davvero felice.

- Sei tornata vincitrice, Feliz? -

- Oh, ciao Nor! Si, missione compiuta! - ribatto allegra.

Il ragazzo mi si avvicina con un sorrisetto arrogante stampato in faccia.

Mi sorprende dandomi una schicchera sulla fronte - Ahia! Ma che cavolo fai?! -

- Non gasarti in sta maniera! Non hai finito la lista! Quando avrai terminato potrai festeggiare! -

- Io non stavo festeggiando! Ero solo felice per aver aiutato due bambine! - borbotto offesa.

Lo so di avere ancora lavoro.

- Dai sbrigati! Meno chiacchiere e più lavoro! La gente ha bisogno di noi! - mi intima di partire in fretta.

- Non ho bisogno che sia tu a dirmelo! -

E mentre gli faccio la linguaccia chiamo Punta.

Il prossimo protetto chiama!

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