Capitolo 2

Lentamente apro gli occhi sperando di non accecarmi con i raggi del sole mattutino.
Che succede?
Quello che mi trovo davanti è il contrario di ciò che mi aspettavo: la mia stanza è completamente nascosta dall'oscurità della notte, illuminata solo dalla flebile luce lunare che penetra dalle finestre. Il mio orologio interno deve avere qualche problema.

Perchè quando puoi dormire ti svegli a orari indecenti?

Provo a rimettermi a dormire, ma a quanto pare il sonno non è dalla mia parte, infatti mi giro in continuazione nel letto senza riuscire ad addormentarmi.

Fare la cotoletta nel letto non servirà a niente. Andiamo a fare una doccia, facciamo qualcosa di utile.

Mi vuoi dire che puzzo?

Sì.

Vado tranquillamente in bagno. Per fortuna riesco a vedere al buio, altrimenti a quest'ora avrei preso contro a tutti i mobili nella stanza.

Come fai ad essere così tranquilla sapendo che dovrai andare ad aiutare il branco che ha ucciso mamma e papà?

Non ne ho la minima idea. Dyla non si fa sentire da un po', tu sai qualcosa?

Non lo so, non parla neanche con me.

Mi domando chi ci sia al comando del Branco del Nord; ho visto che il vecchio Alpha è morto due anni fa a causa di un attacco. Non si sa chi è stato a ucciderlo, ma sembra che sia stato un cacciatore.
Vorrei sapere il suo nome.

Quel branco è molto strano, non si sa molto né sul vecchio Alpha né sul nuovo, infatti le informazioni che abbiamo le abbiamo ricavate da delle Black.
Le Black sono delle spie allenate appositamente per ricavare informazioni.
È strano infatti che non siano state in grado di ricavare informazioni sul clan di vampiri.
Non ti preoccupare, faremo il sedere a strisce a tutti con o senza informazioni.

Ma tu ci pensi mai cosa ne sarebbe stato di noi se il capo non ci avesse preso sotto la sua ala e allenato?

Saremmo morte.

A quei tempi non sapevamo cacciare e a malapena tiravamo un calcetto nello stinco e un pugno nelle parti basse, cosa che non aiutava molto con le ragazze. Dobbiamo tutto ad Abraham.

Forse è meglio se mi preparo, invece di stare qui a pensare. Esco dalla doccia e noto che è passata poco più di mezz'ora, allora con tutta la calma del mondo mi metto dei pantaloncini di jeans, una t-shirt nera e le mie amate Vans dello stesso colore.

Creperemo di freddo, lo sai? Noi in forma lupo ci arriviamo in 4 ore, ma oggi prendiamo l'aereo.

E quindi?

Quando scenderemo ci si congelerà anche la saliva.

Allora mi metto una giacca, così non brontoli più.
È ora di fare colazione, il mio stomaco reclama il cibo.
Quando vedo le pietanze preparate, non so come, ma la fame scompare del tutto.

Questa si chiama ansia, anche tu a volte provi dei sentimenti.

Non posso permettere alle altre persone di vedere cosa provo veramente. I sentimenti potrebbero ritorcermisi contro.

Alla fine prendo solo una tazza di latte. Quando arrivo al tavolo Jace mi riserva uno sguardo pieno di tristezza e paura, ma ormai ci sono abituata visto che lo fa tutte le volte che devo andare in missione o in qualsiasi altro posto che sia al di fuori del confine del nostro territorio.

Dopo aver finito di bere, saluto Jace, che non ha osato aprire bocca durante tutto il pasto, con un cenno del capo e vado a prendere le mie valigie.

Sono nere pure quelle.

Io amo il nero, mi ricorda molto le mie missioni, nel momento in cui mi nascondo nel buio della notte aspettando il momento adatto per attaccare il nemico e ucciderlo nel più totale silenzio. L'oblio che mi circonda di notte dopo aver eliminato una creatura ormai è diventato la mia seconda casa, quella più oscura.

Ora sì che mi piaci, stai tornando alla normalità.

Finalmente ti fai viva Dyla.

Ti stavi comportando in modo strano, ora stai tornando alla tua solita freddezza.

Appena raggiungo il giardino pieno di gigli bianchi e rose rosse, scorgo una macchina in fondo al viale che, tecnicamente, dovrebbe portarmi all'aeroporto.
Mentre cammino per raggiungere il veicolo nero, raccolgo una rosa color fuoco per poi mettermela nei capelli creando un contrasto fantastico.

Subito dopo aver chiuso lo sportello dell'auto, partiamo a tutta velocità a causa del mio solito ritardo.

E pensare che ci siamo svegliate anche in anticipo.

Arrivati all'aeroporto, eseguo tutti i controlli utilizzando i miei poteri per non far scoprire tutte le armi nella valigia, e poi salgo sull'aereo insieme a quegli inutili umani.

Sono passate tre ore da quando sono in aereo e tra pochi minuti atterreremo. Corro subito in bagno e mi metto il profumo fornito gentilmente dai laboratori dell'agenzia, capace di nascondere la mia vera natura, proteggendo sia la copertura, sia la gente che mi sta intorno.

In questo momento sto sperando che nessuno del branco mi riconosca dall'aspetto, ma ne dubito fortemente dato il mio cambiamento; l'unica cosa che potrebbe insospettirli sono gli occhi, ma mi basta indossare delle lenti a contatto colorate ed il gioco è fatto.

Scendo dall'aereo e, una volta uscita, mi fermo ad aspettare il taxi.
In lontananza vedo una macchina venire in questa direzione e in questo momento sto invocando Lucifero in tutte le lingue del mondo sperando che l'autista sia un povero umano ignaro di chi e cosa dovrà trasportare.  Prendo le mie valigie e vado sul bordo del marciapiede. Chiedo al signore di aiutarmi a caricare i bagagli in macchina visto che sono molto pesanti.

Sì, e io mi chiamo Angela.

Devo mantenere la copertura Layla.
Grazie agli Inferi quest'uomo è un umano, quindi non c'è nessun pericolo, per ora. Finito di caricare tutto sulla macchina, do un foglietto all'uomo con su scritto l'indirizzo della mia nuova casa.

Che strano tornare in città, ero abituata a stare in mezzo alla foresta.

Appena arrivo davanti all'abitazione vedo una villa gigantesca, e capisco che Abraham ha esagerato di nuovo. Perché c'è la luce del salotto accesa?

Andiamo ad uccidere l'intruso?

Ci sto.

Entro senza fare il minimo rumore per prendere alla sprovvista l'intruso, tiro fuori il coltello che avevo nascosto nei pantaloncini e mi avvicino al soggiorno senza far rumore. Appena arrivo dietro alla persona, le punto il coltello alla gola.
<Chi sei?> le chiesi io. <Mi chiamo Aura e sono la sorella di Abraham> dice velocemente spaventata. Soddisfatta della risposta le tolgo la lama dalla gola e mi siedo accanto a lei.
<Ho sentito parlare di te a volte, però che cosa ci fai qui? Io lavoro da sola, non ho bisogno di persone che potrebbero causare solo problemi> dico con voce ferma.
<Sono qui per aiutarti nel caso avessi bisogno, anche se ne dubito fortemente. Principalmente sono venuta per il fatto che sarò tua zia in questi giorni, dato che andrai a scuola; non puoi vivere da sola, qualcuno potrebbe insospettirsi>.

Tecnicamente è veramente nostra zia.

<Se oserai intralciare il mio lavoro, non mi importa se sei mia zia, io non esiterò ad ucciderti e non avrai una morte veloce e indolore, bensì una lunga e sofferente> dico sbuffando e puntandole un dito contro. Lei ingoia a vuoto e muove la testa su e giù per dirmi di sì. Uh, il gatto le ha mangiato la lingua? Che pena.

Che bello sentirti parlare di nuovo così.

Io la preferivo quando era un po' più normale.

State zitte, parlate tra di voi, ma non includetemi nei vostri discorsi, grazie.

Mi fermo un attimo per squadrarla e mi accorgo che ha i capelli biondo platino che sfumano all'azzurro e ha gli occhi come il mare in tempesta. Noto che non è troppo magra e ha delle curve fantastiche.

Dopo questa amichevole chiacchierata e dopo averla osservata per bene, mi alzo e vado in camera mia, che ho scoperto essere al secondo piano in fondo a sinistra.

Abraham mette sempre un profumo speciale in camera mia, è il mio preferito, e grazie a questo riesco a sapere dove si trova appena entro all'interno della casa.
Appena apro la porta mi trovo davanti un'enorme stanza con una parete costituita da un finestrone che si affaccia sulla foresta dietro casa.

Non mi ero accorta della foresta prima.

C'erano le case, era nascosto, quindi è normale che non ce ne siamo accorte.
Il pavimento nero è coperto in parte da un tappeto bianco, e appoggiato alla parete di fronte alla vetrata c'è un letto con lenzuola nere e cuscini bianchi. Sull'unica parete libera noto due porte grigie.

Appena apro la prima porta mi ritrovo in un bagno sui toni del grigio, molto moderno e devo dire che è stupendo. Nell'angolo a destra c'è una vasca idromassaggio! Credo che stare in questa casa mi piacerà. Qualcuno potrebbe pensare che in questa camera manchino i colori, ma come dargli torto.

Sei monotona a volte.

Dopo aver ispezionato il bagno torno in camera dove, a terra, ci sono le mie valigie, che decido di disfare subito, visto che non ho niente da fare.

Prima disfo il bagaglio con i vestiti e poi vado a mettere le armi nel sotterraneo dove, se non erro, c'è anche la palestra per allenarmi.

Nella valigia delle armi ho messo anche la mia divisa per andare a cacciare: stivali, dove posso nascondere una pistola e due coltelli, pantaloni lunghi in pelle con una cintura dove metto l'acqua santa, i paletti di legno, i coltelli d'argento e pistole di ogni genere, e una canotta nera con una giacca in pelle che può contenere da una parte l'attrezzatura per uccidere i vampiri e dall'altra quella per i licantropi. Mi stavo per dimenticare la maschera che uso per non farmi riconoscere: è completamente bianca e gli unici dettagli sono due lacrime di sangue che vanno a finire sotto il mento.
Tutti mi conoscono come Morte Nera e le uniche persone che sono riuscite a vedere il mio volto non sono sopravvissute per poter descrivermi.
Io uccido principalmente vampiri e licantropi, dei pesci piccoli se ne occupano i pivellini.

In realtà ammazziamo tutti.

Lo faccio solo quando devo sfogarmi.

Quando ho finito di sistemare le mie cose, scendo in cucina dove trovo già pronta la cena, con Aura che sta condendo l'insalata.

Quando è tutto pronto iniziamo a mangiare.
<Be' visto che dovremo abitare insieme, che mi dici di raccontarmi un po' di te?>.
<Mi chiamo Die, sono orfana ma tuo fratello mi ha preso sotto la sua ala come se fosse il mio vero padre. Sono la cacciatrice più forte alla base e sono qui per uccidere un clan di vampiri. Quando avrò finito questa missione mi divertirò con il Branco del Nord. Essendo mia zia non dovresti sapere già tutte queste cose?>.

Mentre spiegavo lei mi guardava attentamente cercando di capire il mio stato d'animo, ma dalla sua faccia vedo che è in difficoltà.
<Perché vuoi uccidere il Branco del Nord?>. Io le scocco un'occhiataccia non avendo ricevuto risposta alla mia domanda. E' maleducazione rispondere ad una domanda con un'altra domanda.

Lei non c'entra in questa storia, perché lo vuole sapere?

<Devo torturare e acquisire più informazioni possibili dai vecchi componenti. Le Black non servono a niente, è per scopo personale> le dico con voce atona.
<Lo sai vero che questo branco è diventato uno dei più forti del continente, dopo che hanno cambiato il loro Alpha?>.
<Ma davvero? E bravi i miei lupetti spelacchiati. Meglio così, mi divertirò di più ad ucciderli>.

Le facciamo paura.

Meglio così.

Mi alzo da tavola e vado direttamente in camera e mi butto subito sul letto cercando di addormentarmi.

Die, vogliamo cacciare.

Mi vesto con la mia divisa e mi armo come si deve.

Finito di prepararmi salto giù dalla finestra e cado sul prato con eleganza. Corro, corro fin quando non sento odore di succhia-sangue, così salto sull'albero sopra la mia testa e aspetto che arrivi.
Ad un certo punto due vampiri si fermano sotto il pino dove sono appollaiata e noto che uno tra le sue braccia ha una donna terrorizzata.

Due contro uno.

Che crudeltà.

Prima che la mordano salto giù dall'albero e infilo un paletto nel cuore al primo vampiro che teneva stretto la donna. Al secondo vampiro, invece, rompo il collo per farlo svenire così da poterlo portare nelle segrete accanto alla palestra.
La donna è ancora in stato confusionale, quindi con i miei poteri da demone le faccio credere che sia stato tutto un sogno e la faccio tornare a casa. Quando vedo che è uscita dalla foresta, con il coltello scrivo la mia firma sulla fronte del succhia-sangue morto per far sapere che sono arrivata in città: MN. Di solito metto la firma, ma non lo faccio sempre, dipende se ne ho voglia e se ho tempo.

Raggiunta la mia abitazione porto il vampiro nella prigione che ha pareti insonorizzate, legandolo a delle catene imbevute di acqua santa, che gli corrodono la pelle.

Aura quando mi ha vista è sbiancata e ha aperto immediatamente la porta delle celle.

Dopo mezz'ora il vampiro si risveglia con me davanti.
<Chi sei?> gli chiedo subito. Lui in tutta risposta mi sputa vicino al piede.
<Non era la risposta che volevo> così gli taglio una mano con un coltello preso dal tavolo dove sono posizionati tutti gli attrezzi di tortura.

Lui urla dal dolore.

È melodia per le mie orecchie.

<Chi sei? E questa volta dammi una risposta valida o ti taglio un altro arto>.
<Mi chiamo Raphael>.
<Per chi lavori?>.
<Non te lo dirò mai lurida cacciatrice>. Non soddisfatta della sua risposta gli taglio i piedi e la mano restante. Raphael ha iniziato ad urlare già al taglio dell'arto inferiore destro e più lui urlava, più io ridevo.
<Per chi lavori, ho detto!>.
<Si chiama Taurus> mi dice stremato. Dopo quella risposta smetto di staccargli parti del corpo.
<È il suo vero nome?> chiedo sospettosa.
<Tutti lo conoscono con un nome diverso, nessuno sa come si chiami veramente> dice a testa bassa.
<Come è fisicamente?>.
<Non so neanche questo, si mette in contatto con noi solo attraverso collegamento mentale. Solo una persona sa come è fatto e sembra che non sia neanche un vampiro> dice con un fil di voce.
<Ora posso tornare...> e prima che possa finire la frase, gli stacco la testa e do fuoco al corpo.

Quando ha finito di bruciare lo metto dentro un sacco per cadaveri e lo sotterro lontano da casa mia. Sotterrare è una parola grossa visto che lo butto nel fiume: il sacco perde il mio odore e il corpo va dove gli altri vampiri lo possono trovare. Mentre butto il cadavere mi sento osservata, quindi faccio il più velocemente possibile e subito dopo corro facendo perdere le mie tracce a chiunque mi stesse seguendo. Quando torno a casa è l'una di notte, così mi vado a fare una doccia per togliere il puzzo di vampiretto che mi è rimasto sul corpo e mi metto il pigiama.

Questa sera non ci hai liberate. Volevamo cacciare liberamente Die.

Avete parlato troppo oggi e mi avete disturbato, quindi care questa è la vostra punizione.

Finalmente posso dormire.

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