Capitolo 1
È un nuovo giorno qui alla base. Oggi molti cacciatori sono in subbuglio a causa di una riunione di emergenza indetta da Abraham. Di solito ne facciamo una a settimana, il lunedì, quindi molti hanno paura che sia successo qualcosa ai piani alti.
Io solitamente sono tranquilla, ma in questo caso, non so il perchè, ho un brutto presentimento.
Ora mi trovo nella mia stanza a guardare fuori dalla finestra. Un cielo coperto interamente di nuvole che promettono pioggia non fanno passare neanche un raggio di sole, anche se sarebbe molto utile in questa stagione.
Dovrei andare ad allenarmi ma un senso di malessere me lo impedisce. Cosa sta accadendo o cosa accadrà? Per la prima volta dopo anni ho paura.
Dopo aver ammirato il cielo cupo, mi metto la divisa da allenamento che prevede un pantalone in pelle, una canotta nera e una giacca del medesimo colore. Può sembrare un abbigliamento che non agevola il combattimento, ma in realtà é completamente il contrario, perchè si adatta al corpo del cacciatore che la indossa.
Camminando per i corridoi vuoti non posso far altro che mantenere alta la guardia, non si sa mai che qualcuno voglia attaccarmi. Qui alla base i combattimenti non sono proibiti, anzi, sono molto frequenti visto che non dobbiamo mai distrarci ed essere pronti a tutto.
Quando attraverso l'ingresso della mensa, la sala cala in un silenzio tombale.
Molto probabilmente faccio paura alla maggior parte dei presenti, ma ci sono comunque quegli incoscienti che vogliono morire giovani.
Solo una persona ha avuto il coraggio di avvicinarsi a me per fare amicizia, ma la prima volta che ci ho parlato gli ho rotto il braccio. Il giorno dopo ha riprovato a parlarmi e devo ammettere che fu coraggioso da parte sua. Lui non era arrabbiato per il braccio rotto e questo mi stupì non poco, così per curiosità iniziai a parlarci. È riuscito ad acquisire la mia fiducia in 4 anni, ed è poco secondo i miei standard.
Questo mio amico si chiama Jace, ha i capelli biondi, gli occhi neri e un corpo mingherlino al cui interno si cela una bella forza.
Quando ho finito di prendere tutto il necessario per fare colazione, mi vado a sedere al solito tavolo con Jace che mi ha affiancata appena entrata. Quando mi siedo lui inizia a parlare a raffica, facendomi domande su domande a cui non presto la minima attenzione, rispondendogli a monosillabi. Ad un certo punto notando il mio poco interesse mi chiede giustamente il motivo, visto che stavamo parlando di armi adatte agli attacchi a lunga distanza, un argomento che adoro.
<Sto pensando a cosa si parlerà nella riunione di oggi. Ho il brutto presentimento che non sia una cosa da prendere sottogamba>.
Oggi non mi va di inventare scuse, quindi è meglio essere sinceri.
<Non preoccuparti e sarà soltanto una cosa di poco conto> mi dice tranquillamente.
<Ti ricordo che è una riunione di emergenza> gli dico guardandolo male mentre lui come risposta alza le spalle.
Mi alzo tranquillamente, mentre lui sta ancora parlando e vado nella sala di addestramento dove ogni mattina mi alleno duramente, cercando di ottenere i massimi risultati. La mia forza supera quella di tutti i cacciatori, ma la perfezione non esiste purtroppo.
Quando ho finito, noto che manca poco all'inizio della riunione, così mi reco un attimo in camera per farmi una doccia veloce e cambiare la divisa. Finito di lavarmi mi vesto e vado nella sala dove si riunisce di solito la comunità. Arrivo con 5 minuti di ritardo ma nessuno osa controbattere, quindi mi vado a sedere come se nulla fosse.
Abraham entra dall'entrata posteriore, mi lancia un'occhiata, e prende in mano il microfono
<Signori, oggi vi ho radunato qui per discutere di una questione di massima importanza. C'è un intero clan di vampiri sconosciuto che sta creando scompiglio in molti branchi, ma in particolare il Branco del Nord. In via del tutto eccezionale abbiamo deciso di collaborare, dando il nostro aiuto. Dovrete raccogliere informazioni e sterminarli senza esitazione. Il loro capo è molto furbo e i suoi sottoposti sono sfuggenti, ma per fortuna ci sono i novellini facili da catturare e da cui si possono trarre facili informazioni>.
Spero di aver sentito male.
Hai sentito benissimo Die.
<Perché dobbiamo aiutare un branco di insulsi cani pulciosi?> chiede giustamente un ragazzo.
<Decine di lupi sono morti a causa del clan. Per fortuna il Consiglio e i branchi hanno avuto il buonsenso di chiedere il nostro aiuto, sapendo che siamo in grado di ucciderli. Ci sarà in premio poco denaro questa volta, ma in compenso, dopo aver finito di eliminare i vampiri, vi potrete divertire con i licantropi>.
Posso scoprire che fine hanno fatto i corpi dei miei genitori e chi ha ordinato la loro morte. Quel branco deve essere mio.
<Accetto questa missione, ma a una sola condizione: nessuno deve venire con me. Posso tranquillamente distruggere quei succhia-sangue da sola> dissi alzandomi. Le altre persone non ne hanno voluto sapere di questa missione, probabilmente troppo spaventati. Abraham mi guarda attentamente prima di rispondermi.
<E così sia. Raggiungimi nel mio ufficio tra 30 minuti>.
La sensazione di malessere non è sparita, cosa deve succedere ancora?
Tutti ci alziamo e io mi dirigo verso l'ufficio di mio padre.
Prima di entrare mi fermo di fronte alla vetrata del corridoio. Le nuvole ora sono praticamente scomparse lasciando finalmente il posto al sole, illuminando l'oscura foresta intorno all'edificio. Che ore sono? È già passato così tanto tempo?
Arrivata davanti alla porta, busso ed entro senza aspettare una risposta. Abraham era lì, dietro la scrivania che mi aspettava con le braccia incrociate.
<Almeno questa volta ti sei degnata di bussare> mi dice sospirando lievemente rassegnato.
Io non mi preoccupo mai di bussare, molte volte butto giù anche la porta per il nervosismo accumulato durante la giornata.
<Cosa devo fare?> gli chiedo andando dritta al punto. Io sono sempre molto diretta nel chiedere le cose, perché i giri di parole non li sopporto, li considero solo una perdita di tempo.
<Sono sicuro che tu non abbia accettato solo per eliminare i vampiri, ormai ti conosco. Il nostro branco alleato era il vecchio branco di tua madre e posso dirti che a fine missione potrai fare quello che vuoi con quei licantropi pulciosi, come promesso. Sapevo che saresti stata tu ad accettare la missione>.
Non mi ha detto niente di nuovo.
<Sì è vero, ma io ti ho chiesto cosa devo fare. Questo lo hai già detto alla riunione di poco fa> gli dico.
Non manca un'occhiata truce a causa della mia insolenza, ma io alzo gli occhi al cielo sbuffando.
<Dovrai andare ad Anchorage, in Alaska e quando sarai lì dovrai scoprire dove è situato il clan dei succhia-sangue. Alla fine, come tutte le volte, dovrai uccidere tutti i vampiretti rachitici che trovi sul tuo cammino, ma questa credo sia una cosa scontata. Partirai domani mattina alle 7. Di quel clan non si sa niente, dovrai partire da zero>.
<Tu la fai semplice come sempre, ma credo che sarà più dura delle altre volte. E poi, come mai hai indetto una riunione straordinaria se sapevi fin dall'inizio che sarei stata io ad accettare l'incarico?>.
<Dovevo pur avvisare tutti i cacciatori di questa missione> mi dice sorridendo.
In poche parole non gli andava di mandare una mail a tutti.
Io annuisco e me ne vado, devo preparare le valigie per domani.
Quando ho finito di preparare tutto per la partenza, mi accorgo che sono le 19:30 e questo significa una sola cosa: cena.
Oggi non ho neanche pranzato e ora ho veramente tanta fame. Vado in mensa e come piatto prendo la pasta in bianco con l'insalata per poi andare a sedermi accanto a Jace. Odio quando le cuoche cucinano così poco. Il cibo qui non è né ottimo né orribile, dipende dalla cuoca che cucina, se è di buon umore oppure no.
Jace mi accoglie con un caloroso sorriso che io non ricambio. Quando inizio a mangiare lui cerca di parlare con me.
<Fai attenzione quando sarai lì. Sono preoccupato che ti succeda qualcosa di brutto. Avvertimi immediatamente se vieni ferita. Se muori ti prenderò a schiaffi, sappilo>.
Io alzo gli occhi al cielo. Quanto può essere paranoico?
<Lo sai che nessuno mi può uccidere. Sono o non sono Morte Nera? Pensi sia così facile uccidermi? E non fare la mamma paranoica, so badare a me stessa. Pensa piuttosto al fatto che tu non hai minimamente fiatato quando il Capo a chiesto chi volesse andare. Che c'è, hai paura? >. Jace abbassa lo sguardo un po' ferito. Forse sono stata troppo dura? Ma cosa vado a pensare, questo è il mio carattere e non lo cambierò per una persona.
<Sì, forse hai ragione tu. Sono troppo assillante e codardo, ma non è colpa mia se tengo a te e alla mia vita> dice mettendo il broncio.
<Non fare quella faccia da cane bastonato, ho solo detto la verità> gli dico guardandolo. Non posso pensare a cose come all'amicizia in situazioni come queste, devo concentrarmi solamente sulla missione.
Dopo questa chiacchierata, mi alzo e me ne torno in camera mia per andare letto. Dovrei andare a fare l'ultimo allenamento, ma domani sarà una giornata piuttosto dura, quindi preferisco riposarmi.
Finalmente scopriremo che fine hanno fatto mamma e papà e avremo la nostra vendetta.
Angolo autrice:
Se trovate degli errori vi prego di segnalarmeli.
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