L'agguato del ciclope
Arrivarono fino ai monti del Sannio, le cime della Daunia erano ancora innevate, Chirone mando avanti le ragazze col tridente seguite ovviamente dall'invisibile Clemene, il centauro rimase di retroguardia si guardava attorno ed era al colmo dell'irrequietezza, il dolore dell'Idra aumentava e il balsamo di Vesta ormai era inutile. Ma per quanto si guardasse intorno non vedeva indizi di pericolo, in quel momento un contadino mal messo uscì dai campi coltivati, Chirone lo guardo con attenzione: non era un contadino, sembrava un ex militare, della divisa rimaneva solo la camicia verde bruna, era gigantesco almeno due metri un apparenza uno i quei soldati serbo croati che avevano disertato dopo la battaglia di Sarajevo.
L'uomo si avvicino e non sembrava sorpreso alla vista di Chirone, portava una benda nera sull'occhio, arrivo da pochi passi da Chirone, si tolse la benda e il centauro poté vedere la pelle liscia e uniforme al posto dell'occhio: era un ciclope. Si presentò pure:
Sono Bronte al servizio di Zeus e si scaglio sul centauro lottarono a lungo perché se il centauro era indebolito dal veleno dell'Idra il ciclope invece era indebolito da Gea che gli negava la sua forza. Alla fine Chirone stava per soccombere ma all'improvviso arrivo un colosso barbuto infagottato in una pelliccia di leone, l'uomo attacco il ciclope alle spalle lo strinse in una doppia elson e gli spezzo il collo.
Chirone respiro di sollievo
Ercole mio caro sei arrivato appena in tempo
Ercole scosse la testa
Arrivo sempre troppo tardi piuttosto ho fame hai qualcosa da mangiare? Chirone gli offri dei grappoli d'uva, teneramente, il centauro imboccó il suo antico allievo, acino dopo acino, Ercole inghiottiva con sforzo immane mentre le lacrime colavano sulle sue guance abbronzate.
Si congedarono. Ercole gli raccomandó
Segui le ragazze, sono in pericolo
Pure il centauro comincio ad arrampicarsi sulle vette della Daunia.
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