Chapter 92
Io e Furio sorpassiamo la soglia della stanza – la camera in questione è angusta con una sola sedia e dei parati consunti, inoltre il tipico odore di disinfettante che mi fa voltare lo stomaco – raggiungendo Jérémy e la mamma.
«Noi dovremmo andare. Prima missione tra fratelli.» Sorride Furio poggiando una mano sulla mia spalla.
«Avete fraternizzato piuttosto in fretta, wow.» Subentra Jérémy studiandoci con un velo di fierezza.
«Tu stai bene, mamma?» Le chiedo interdetta.
«Sì.» Lei butta il capo giù stancamente. «Stai andando da lui?» Mi chiede con un'espressione afflitta.
La mamma capisce la risposta dal mio sguardo. «Okay.» Inspira a fatica. «Anche se la conosci da poco, mi prometti che ti prenderai cura di lei.»
La mamma rivolge il suo sguardo prostrato a Furio, e lui colto alla sprovvista ci impiega qualche istante per rispondere.
«Credo di poter mantenere le promesse.» Risponde con un pizzico di rivincita che veleggia fra le sue parole.
La mamma ingurgita saliva rivolgendo un'occhiata malinconica a Jérémy. Ha un aspetto terribile: delle occhiaie le rendono il viso pallido e privo di vitalità. È strano vederla conciata in questo stato.
Mia cara, la sua reazione è più che giustificata. Immaginati il dolore che coverà in questo momento nel vedere davanti a lei un figlio che non ho mai cresciuto. Sarà distrutta. Compare la vocina della coscienza.
«Tuo padre mi ha detto che lavori nell'FBI.» Insinua la mamma timorosa nel parlare.
«Così ti ha detto?» Furio assumo uno sguardo faceto. «Bravo, papà. Hai raccontato la verità.»
Jérémy sembra essere combattuto. Non sa da che parte schierarsi e quindi preferisce restarsene seduto a osservare la mamma.
«Beh.. Noi ora andiamo.» Nella frase risoluta di Furia traspare una rabbia repressa. Ma d'improvviso la mamma solleva la schiena di scatto stringendo forte il polso di suo figlio.
Furio ruota il capo verso di lei, mentre l'aria diventa lugubre, silenziosa.
«Le scuse non ci diranno il tempo che noi due abbiamo perso. Il tempo che io stupidamente ho ignorato. Sono conscia di averlo perso per sempre. Non ho goduto della tua infanzia, non ho potuto raccogliere il tuo primo dentino, oppure la tua prima parola. Mi odio, tanto, ma so che ciò non farà mutare la rabbia che provi nei miei confronti...»
La mia bocca diventa arida e un nodo viene a crearsi all'altezza della gola.
Schiarisco le corde vocali, ma sembra non aver funzionato. Jérémy osserva con altrettanta attenzione la scena. «... Ma sappi che fin quando i-io morirò, per t-te ci s-sarò s-sempre.» All'unisono le lacrime bagnano il mio viso e quello della mamma.
Mi volto di spalle arrivando al culmine dell'emotività. Non riesco a placare le lacrime, eppure mi impegno per non far udire a nessuno i miei lamenti.
Le asciugo frettolosamente allargando le orbite e sventolando disperatamente le mani. Sono un vero disastro!
Pare che nella camera si calato il silenzio più totale; poco attimi dopo però si sente un annuire, simile a un muggire.
«Non commettete alcuna sciocchezza.» La mamma ride tra le lacrime, mentre io sono riuscita nel mio intento.
«Ora che vi vedo insieme, siete davvero una bella coppia di fratelli. Dovreste recitare in uno show di quel servizio streaming.... Come si chiama, Sofy, quello che vedi spesso tu...» La mamma mi ha tirata nella discussione, dannazione!
Mi volto di scatto tentando di assumere un espressione disinvolta.
«Non stavo ascoltando.. Ah sì, Netflix.» Ho svelato la mia messa in scena.
Avverto che i miei occhi sono lividi di emozione. Infatti la mamma alla mia risposta rimane stralunata scrutandomi per qualche secondo.
«Tutto okay.» Faccio un gesto di diniego tranquillizzandola. Lei però possiede il misterioso dono di leggere i miei pensieri impossessandosene.
«È stata una bella riunione! Non proprio bella, qualche colpo di scena, ma alla fine ci siamo riuniti» Afferma ironico Jérémy.«... E per quanto il passato ci possa influenzare, tutti...» - fulmina Furio - «... Tenteremo insieme di creare qualcosa, anche una sola fotografia in cui siamo presenti noi quattro.» Continua assumendo però un'aria scrupolosa.
Il suo modo di parlare, quel pronome "noi", crea nella mia testa pensieri irrealizzabili, quasi utopistici, ma che adoro più di ogni altra cosa.
La mia mente corre veloce come uno stallone che si trova per la prima volta davanti a una sconfinata prateria.
Forse, in un futuro non troppo lontano, potremo passare del tempo insieme, magari raccontandoci il nostro passato, le nostre storie.
Chissà.... Magari trascorrere un Natale riuniti oppure vivere tutti insieme.
Nah... Rido di me stessa. Sono una stupida.
So che queste illusorie speranze finiranno per ferirmi nel profondo quindi sarà meglio che sin da adesso smetterò di pensarci.
Eppure l'idea di ridere tutti insieme intorno a un tavolo, mi rimanda alla mia infanzia e inevitabilmente mi porta alla concezione di quanto desideri possedere una nuova Famiglia.
«Potremmo cominciare già dal vostro ritorno...» Va avanti Jérémy cogliendo tutti alla sprovvista. «Il mio amico Jack, fa delle pizze piuttosto buone, non come quelle italiane.» Ride passando in rassegna uno a uno con sguardo carico di speranza.
«Per me va bene.» Conferma la mamma timidamente e un raro segno di felicità le spunta sulle labbra.
«Sofy, tua madre mi ha detto il motivo per il quale sei qui...» Jérémy mi guarda e avvampo diventando rossa come un pomodoro appena sbocciato.
Rivolgo un'occhiataccia alla mamma e lei in risposta alza il mento assumendo l'aria da finta tonta.
«Chiunque porterai sarà ben accetto in casa mia.» Mi sorride affabile e io annuisco poco convinta.
Lui non è più lì. L'avranno portati via. Non andare, Sofy. Sarà soltanto tempo sprecato. La vocina della coscienza tenta di instillarmi la pusillanimità.
Le strade, i boschi, le città... No, mia valorosa ragazza. Voi due sorpasserete gli ostacoli; gli altri si sono nutriti dell'invidia, ma voi due invece vi siete nutriti dell'unica ancora di salvezza che tiene l'essere umano ancora in vita su questo ospitale pianeta: l'amore. La vocina malefica smuove i miei sentimenti.
La mamma allenta la presa dal polso di Furio, e quest'ultimo le rivolge un'occhiata carica di rancore. «Decideremo appena saremo di ritorno, ora la mia squadra mi attende.» Furio manda in frantumi la speranza di un futuro insieme.
«Va bene. Noi saremo ad aspettarvi.» Commenta Jérémy infastidito dall'irriverenza di suo figlio.
«Allora, noi andiamo.» Nel mentre Furio è già uscito dalla sala.
«Sta' attenta.» Mi raccomanda la mamma.
Raggiungo mio fratello, che è sulla soglia con le mani ficcate nei fianchi.
«Ehy.» Mi avvicino a lui e noto che le sue iridi sono luccicanti.
«Mi dispiace, davvero. Ma non posso accettarla nella mia vota come se non fosse accaduto nulla. Non ci riesco. Le parole di mio padre, per ora le reputo valide soltanto per noi due, Sofy.» Si rivolge a me facendo un sorrisetto.
«Sei un fratello maggiore un po' scontroso.» Rido isterica. «Ma infondo hai ragione.»
«Mi piace chiamarti sorellina. Non so perché, ma amo già il mio ruolo da fratello geloso.» Si esprime buffo e insieme scoppiamo in una risata complice. Possediamo un altro tratto in comune: il suono delle nostre risate è lo stesso.
***
Due berline blu stridono nel parcheggio adiacente all'ospedale. Incurvo le braccia cominciando a sentirmi fuori luogo.
«Cazzo, amico. Se è vero quello che stai dicendo, faremo un colpaccio grosso.» Un uomo in camicia bianca e dai capelli biondi esce dall'auto sfoggiando il suo sorriso radiante. Indossa delle Ray-Ban a gocce e somiglia in un modo eclatante a Brian O'Conner nella saga cinematografica Fast and Furious.
«Questa fanciulla...» Si solleva le lenti scrutandomi con i suoi occhioni azzurri oceano.«Troppo adolescente, bambolina. Sono un uomo piuttosto anziano.» Afferma tronfio.
Me ne resto in silenzio senza ribattere. «Pretenderai le acrobazie a-»
«Jack, è mia sorella. Non proseguire la frase o giuro che ti ritroverai sulla sedia a rotelle.» Lui rimane interdetto per un secondo spalancando le labbra. «Oh Gesù, amico. Ma siete due cazzo - scusami si dice che le persone intelligenti ricorrano spesso alle parolacce - di gocce d'acqua. Sembrate, vediamo un po'... Fatemi pensare... Dave Franco e James Franco.» Sbotta euforico per la sua associazione.
«Ma sono due uomini.» Ribatte contrario Furio.
«Si va be', non mi veniva in mente nessuno. Immagina Dave donna, e il gioco è fatto.»
Furio sospira con un'aria di sufficienza. «È un caso clinico. Da piccolo suo madre gli ha messo qualche sostanza stupefacente nel biberon.» Mi informa Furio roteando gli occhi.
«Ehy, ehy... Non ti azzardare a offendere la bella donna di madre. Non ha mai messo della droga nel mio biberon, ma si sniffava anche lo zucchero se le capitava davanti.» Perplessa li guardo entrambi. Furio ha l'aria ridanciana, di chi vuole ridere ma si reprime a causa della presenza di qualcuno, io in questo caso particolare.
«Okay, ragazzi, avete terminato il teatrino. Vi ricordo che siamo in servizio.» Un agente di colore dalla aria imbronciata li redarguisce.
«Un po' di senso dell'umorismo. Dovevano chiamarti Bruto piuttosto che Nicholas, che poi Nicholas che cazzo di nome è?» Si chiede Jack fra sé e sé.
«Posa il culo in auto, adesso.» Lo minaccia l'agente di colore.
«Agli ordini, sergente!» Ride di gran gusto Jack.
«Sono una squadra di folli, lo so.» Confessa Furio mentre ci avviciniamo alla sua auto. Non rispondo e non posso nemmeno biasimarlo.
***
Non ho la più pallida idea di come la mia mente abbia memorizzato la strada; nel viaggio dalla Comunità all'aeroporto, Joanna mi ha fornito le indicazioni, eppure ricordo ogni curva nonostante fossi vagamente ubriaca.
Tuttavia durante l'ultima parte del tragitto abbiamo trovato delle difficoltà; ricordo di essermi addormentata prima di giungere al motel, ma nonostante ciò ho intravisto una lieve nuvoletta di fumo grigio esalarsi flebile nell'aria e ho additato il luogo a Furio.
Ora che siamo quasi giunti – due berline ci seguono per un totale di otto uomini – sento le membra svuotarsi.
E se lui non ci fosse? Se l'avessero portato chissà dove? In una remota parte del mondo a me sconosciuta? Gli interrogativi affliggono la mia mente.
Non dovevo andarmene. Ho ascoltato la coscienza.
Mi ritorna alla mente il momento in cui Mathias voleva colpire Louis e le sue nocche hanno sfiorato una mia narice.
Sento il dolore percuotere dentro di me, mentre i ricordi di arrovellano uno sopra l'altro come un processo di macinazione.
Furio frena e lo stridere dà il consenso al mio cuore di aumentare le pulsazioni. Siamo nello stesso posto in cui io e Joanna siamo salite su quel pick-up.
Muovo la testa cercando di intravedere tra i rami foschi.
«C'è un'auto sulla sinistra. Vedo qualcuno all'interno. Ragazzi, siamo prudenti non voglio bussare alla porta delle vostre case.» Dall'interfono si espande una voce preoccupata.
«La tua prossima missione sarà sorvegliare la mia auto, senza però aprire quel cassetto lì. Potresti trovare delle cose sconce.» Enfatizza Furio allungando la sua mano sotto al sediolino. Poco dopo compare una pistola e la mia apprensione pulsa nelle vene.
«Volete ucciderli?» Sbotto terrorizzata mentre l'uomo dall'interfono ripete che un auto è parcheggiata sul ciglio di un dirupo.
«No, ma se vuoi disfarti del tuo fratellone maggiore prima del previsto, allora non mi porto la pistola!» Esclama ironico.
Ma un bagliore di sole scuro picchietta ai miei occhi e ignoro Furio.
L'ho avvistata anch'io l'auto al cui interno c'è la sagoma di un ragazzo. La mia mente denigra completamente le istruzioni di Furio: apro la portiera di sbotto correndo a perdi fiato verso l'auto.
«Sofia, dannazione!» Avverto i passi pesanti di Furio che calpestano le foglie e il suo vociare doppio.
YAUK!
Un rumore meccanico vibra tra le foglie, comandando al mio corpo di fermarsi. Alcuni capelli tentano di disturbare la mia vista, ma quando il grigioverde compare tiepido davanti a me. Mi getto verso di lui, dimenticandomi la parola "rancore."
Lui stranamente non pare sorpreso di vedermi, ma nonostante ciò mi viene incontro incrociando le braccia dietro la mia schiena e sollevandomi sul cofano dell'auto.
«N-non dovevo andarmene.» Mormoro toccando le sue guance lisce. Sorride debolmente e le fossette mi scaldano il cuore.
«Ne avevi il diritto. L'ho fatto anch'io.» Scandisce le parole perfettamente e vengo attratta dal rossore delle sue labbra. Non ci penso due volte e fregandomi del mondo assaggio la vita.
[SPAZIO AUTORE]
Cosa sarà successo? 🙊🙊
Sofia ovviamente non ha pensato a nulla e si è buttata fra le sue braccia. Si sono ricongiunti 😍😍😍.
... Cose ne pensate di questo capitolo? Vi piace il personaggio di Furio?
Secondo voi cosa sarà accaduto? 😳😳😈😈
Ci sarà il famoso assemblaggio proposto da Jérémy?
L'intreccio sta intrigando anche me 😂😂😂. Scrivo i capitoli per scoprire cosa accade. È una sensazione fantastica. Sono in ansia quanto voi 😱😱😱
Vi aspetto più calorose che mai al prossimo aggiornamento. Vi voglio bene❤️❤️
-LaVoceNarrante 💙💙
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