Chapter 85
«Brutto figlio di puttana.» Mathias si lancia a scapicollo verso Louis, ma mi frappongo fra di loro venendo inevitabilmente percossa a una guancia.
Louis passa all'azione assestando un pugno sul volto di Mathias. Quest'ultimo grugnisce appoggiandosi agli assi di legno.
Il mio setto sembra essere invaso da milioni di formiche.
Mathias tenta di rialzarsi, ma il mio urlo schizofrenico fa interrompere il suo gancio.
«VATTENE, ADESSO!» Sbraito tanto che delle pulsazioni si espandono nella mia testa. «VATTENE DA QUELLA PUTTANA!» Bercio impossessata da uno spirito demoniaco.
Lui tentenna entrando in simbiosi con il mio dolore. Dabbasso la musica si è interrotta e ora un parlottio sommesso si leva nell'aria.
Mathias si pulisce il naso per poi accorgersi della ferita che mi ha provocato. Le sue iridi si sgranano.
«Vattene, non voglio più vederti!» Ero intenzionata a urlare, ma le mie corde vociali mi hanno tradita.
Mathias indietreggia tentando di sfiorarmi con una mano, ma scaccio il suo gesto.
«Ti conviene andartene, amico!» Subentra Louis in tono astioso. Il grigioverde osserva me per l'ultima volta, poi Louis e infine scompare inghiottito dall'ombra tenebrosa della notte.
«Vado a prenderti del ghiaccio.» Afferma Louis controllando la mia guancia.
«Sto bene, non preoccuparti.» Mento. Vorrei urlare forte, far svegliare ogni animale dormiente e liberarmi di tutta la sofferenza che il mio corpo sta patento.
«Torno subito.» Dice Louis barcollando per poi intraprendere la discesa della scala.
Mi abbandono sul lettino infilzandomi le mani nei capelli. Piango singhiozzando. A stento i miei polmoni riescono a trovare l'ossigeno per mantenere in funzione il cervello.
Ti ha colpita! È questo che ha fatto, Sofia. Ora basta! Fanculo Mathias e fanculo questo posto. Tu hai già una casa e una persona che non vede l'ora che ritorni. La tua dignità è stata calpestata, reagisci e rimettiti su. Serra i pugni e fai vedere chi è veramente Sofia. La vocina delle coscienza è all'apice del suo sfogo.
«Vuoi che ti faccia un applauso? Reginetta del cazzo?» Sento una voce infida provenire dal basso.
«Non scendi? Hai paura che qualcuno ti faccia del male?» Mi scorgo e il volto arcigno di Mirea mi si prospetta davanti. «Mirea, basta! Lasciala in pace.» Christine ciondolando tenta di trascinare Mirea, ma quest'ultima si ostina a provocarmi. «Troietta...»
Questa qui non ha inteso bene la faccenda. Sofia facciamole vedere il tuo lato dark. Aggiunge la vocina malefica. Me ne frego del bruciore alla guancia.
«Ah, è scesa la Reginetta del Pisello.» Sbotta Mirea in una posa teatrale.
«Per quanto tu possa essere bella e fantastica, mia cara... Hai LETTERALMENTE stuprato Mathias. Oca con il rossetto.» Le vado incontro digrignando i denti.
Lei tentenna. «Lui non ti vuole. Sei stata rifiutata.» Scandisco le parole lentamente e il volto di Mirea si deforma divenendo quello di una dea greca stracolma di cupidigia.
Mi spingo verso di lei e ora siamo viso contro viso. Un cerchio di persone si è venuto a creare intorno a noi e ci osservano invaghiti dalla curiosità.
Ma ormai non so più cosa significhi il senso del decoro.
Mirea di scatto e stringendo i denti, colpisce la mia guancia. Il rumore è un eco secco accompagnato poi dai sussulti degli astanti.
Mi pongo una mano sullo zigomo dolorante mentre i miei occhi esprimono scalpore per la bassezza. Non reagisco, rifiutando l'usa della violenza.
Christine bracca Mirea. Si unisce anche Louis porgendomi prima un fazzoletto bagnato. «Christine diglielo a quella stronzetta che non la vogliamo. Diglielo che avevamo congegnato tutto sin dall'inizio e che tu eri d'accordo con me.» Mirea è una furia.
Due ragazzi si uniscono nell'impresa di trascinarla via da me.
Le sue parole sono schegge avvelenate. Rimango impalata ad aspettare che una persona umana mi dia delle spiegazioni.
«Okay, non sei gradita in questo posto. Forse è meglio che ti accompagni lontano.»
Joanna afferra la mia mano e nel suo sguardo traspare una misticità.
«Voi eravate i forestieri? Coloro che rifiutavano la società? Non sarete mai diversi da loro, ormai siete contaminati come un virus. Ah... E non c'è antidoto che possa salvarvi. Potrete anche fuggire su un altro pianeta, ma siete umani e gli umani sono creature meschine, con l'inconfondibile talento di ferire gli altri. È questo che siete tutto voi, umani. Non siete diversi da tutti loro, no! Voi siete uguali, voi ragionate nello stesso modo.»
Il mio corpo è in preda a spasmi e mi spolmono affinché tutti possano sentirmi.
«Basta Sofia! Sono persone suscettibili, finiscila.» Mi sussurra Joanna flebile e strattonando il mio vestitino ormai sudicio.
«Anche tu appartieni a loro. Cosa vuoi da me?» Mi rivolgo a lei, allontanandola.
«No, questa è tutta una falsa. Io non mi chiamo Joanna. È tutta una bugia.» Si riavvicina smorzando le parole.
Impiego circa qualche secondo per comprendere le sue parole. Le urla di Mirea riecheggiano ancora mentre sguardi indiscreti si posano ora su di me; alcune persone scrutano Joanna osservandone ogni suo cenno.
Il silenzio prende a poco a poco vita.
«Ti spiegherò tutto in un posto più appartato. Ora parlerò e tu dovrai restartene in silenzio.» Sussurra gettandosi nella mischia.
«Ragazzi, è straniera non sapeva cosa significasse partecipare a un party americano. È ubriaca fradicia, come tutti d'altronde. Potete anche riprendere la festa.» Joanna si esibisce e alle sue parole barcollo pericolosamente.
Mi poggio a un tronco mentre la calca di persona comincia a diramarsi parlottando a vicenda come se io non fossi presente. Joanna ride fingendo di essere ubriaca.
«Ora torniamo nella tenda, novellina!» Enfatizza dandomi uno spintone.
Intravedo Mirea intenta a discutere animatamente con Louis. Cosa significavano le parole di Joanna?
Ci incamminiamo un sentiero oscuro e Joanna estrae una torcia.
«Okay, allora... L'alcol ti fa comprendere ciò che dico?» Mi domanda lei. Controlla se qualcuno è imboscato dietro qualche tronco.
«Sì!» Confermo massaggiando la guancia.
«Bene. Questa comunità è una falsa. Le parole di benvenuto che Louis ti ha detto, sono una menzogna. Avrei dovuto dirtelo prima, ma non è mai troppo tardi. Non ho scritto nulla, Louis non è laureato ad Harvard. Noi siamo soltanto figli di criminali. I nostri genitori ci hanno mandato in questo posto poiché le agenzie governative erano sul punto di scovarli. Abbiamo soldi e tutto quello che ci necessita, ma non possediamo felicità. Per le scelte effettuate dai nostri, noi ne stiamo pagando le conseguenze, o almeno io. Mirea è la figlia di un narcotrafficante del Messico, io invece la figlia di un uomo che dirige i traffici clandestini nel Mediterraneo. Esiste una specie di Consiglio in cui si riuniscono e pochi mesi fa unanimemente hanno deciso di sbarcarci qui. So che sembra una cosa assurda, ma è la sola verità.»
Tento di sforzarmi a capire, ma nella mia mente si espande una nube fosca. «Perché lui è qui? Non capisco. Sua zia era una scrittrice.» Riprendo cogitabonda.
«Non lo sappiamo neppure noi perché lui è qui. Nessuno gli ha raccontato la verità. Così ci è stato ordinato. Vorrei raccontarti tutto, ma non posso. Ora devo portarti lontana da qui.»
Chi sono queste persone? È la verità quella che mi ha raccontato Joanna? (mi ha appena detto che non è il suo vero nome). E se così fosse per quale razza di motivo Mathias è qui?
Non trovo una dannata spiegazione all'enigma. Al momento le mie tempie pulsano soltanto.
Perché le persone amano complicarsi la vita? Perché non raccontano la verità denigrando le bugie? I rapporti sociali sembrano essere un campo minato cui molti avventurosi tentano di sorpassarlo senza però riuscirci.
«Prendi tutto quello che ti occorre e seguimi!» Mi ordina Joanna guardandosi intorno preoccupata.
Afferro il suo polso. «Perché mi stai aiutando?» Le domando e un frinire fitto funge da sottofondo.
«Perché una volta che sarà finito tutto questo vorrei riuscire ad amare come sai fare tu.» Risponde spontanea lasciandomi interdetta.
Metto in spalla il mio unico zaino e insieme a Joanna mi addentro nell'oscurità del bosco.
Alcuni arbusti spinati graffiano le mia pelle. Dei sassolini si insediano nella mie scarpe e la ferita alla gamba comincia a pulsare. «Sai guidare, vero?» Chiede lei accovacciata.
I suoi occhi emettono un luccichio indistinto. Muovo il capo verso il basso.
«Mathias lo dovrà sapere.»
«No! Non può saperlo.» Ribatte lei corrucciando la fronte.
«Forza, lì c'è un auto. Dovremmo recarci all'aeroporto.» Sibila Joanna sgattaiolando in una rimessa abbandonata. Scosta un masso raccogliendo le chiavi dell'auto.
«Ecco tieni!»
«Ma non posso lasciarlo qui.» I rimorsi mi precludono di salire in auto. «Ho girato il mondo per trovarlo.» Un nodo si forma nella mia gola.
«Voi siete fatti così: vi lasciate dimenticando di dirvi addio.» Sorride Joanna. Vorrei aiutarla e tirarla fuori da queste specie di prigionia. «Vieni anche tu con me.» Le propongo raggiante, ma lei china il capo ridendo grottescamente.
«Sarebbe fantastico, ma non posso. Non possiedo un passaporto. Siamo sbarcati sulle coste della California e da lì ci hanno guidato sino in Arizona. Siamo sorvegliati.» Risponde con voce biascicata.
«Gli parlerò io, ti giuro che la farò. Ma non puoi restare qui, Mirea ti renderebbe la vita un inferno.»
La portiera ossidata produce un interminabile cigolio; su nel cielo tenebroso, una fredda luna egoista illumina soltanto la spazio in cui essa orbita.
Le stelle invece sono solo un'antica leggenda di cui gli anziani narravano. Entro in auto tenendo lo sguardo fisso verso l'accampamento.
Devi farlo, Sofia. Joanna te l'ha detto, è pericoloso. Non puoi più restare. Quella comunità è dedita soltanto ai figli di criminali e tu non lo sei affatto. La razionalità della coscienza.
Né criminali, né distanza potrà intralciare quello che provi per quel ragazzo... Ma con il ghiaccio che scorre nelle mie vene, chiudo la porta esalando un lungo sospiro.
«Accendi l'auto prima che ci scoprano!» Mi incita Joanna.
[SPAZIO AUTRICE]
Credevate fosse un'allegra comunità? Eh no... 😈😈😈😈
Joanna ha informato Sofia del vero scopo della comunità. Il perché Mathias si trovi lì resta però un mistero per la nostra cara protagonista. 🙊🙊
Prossimo capitolo preparatevi camomilla e anti stress, perché sarà piuttosto intenso🙊🙊🙊
Vi aspetto più calorose che mai al prossimo aggiornamento. Vi voglio bene ❤️❤️.
-LaVoceNarrante 💙💙
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