Chapter 81
Lo ammiro mentre lui è alla guida. La mia mente rivà ai momenti in cui la nostra storia era agli inizi, quando Mathias mi faceva ammattire per le sue misteriose scomparse.
Sofia, stai attenta! È ritornato, ma non puoi avere la certezza che in questi mesi non sia stato con un'altra ragazza. La vocina della coscienza mi induce alla riflessione.
Ricordo che sulle vette dell'Himalaya un ragazzino di nome Bayar mi faceva la corte. Era così dolce, ma io ero del tutto indisposta.
La mia mente era concentrata sul pianeta GRIGIOVERDE, e nulla mia avrebbe distolto dal pensare Mathias.
Ora è al tuo fianco, Sofia. Perché non porti alla luce l'arnese che desideri? Domanda la vocina malefica priva di pudore.
Arrossisco all'idea. Sono mesi che le mia pelle non viene sfiorata da una mano di un ragazzo. Sento già i miei ormoni scalciare come un feto che vuole uscire dalla pancia.
«Qual è adesso il tuo nome?» Gli domando mentre un segnale stradale ci indica l'inizio della US-180.
«Sui documenti sono Bryan Ruiz, ma nella comunità sono Mathias» Risponde lui e non riesco a reprimere una risatina.
Al di là dei finestrini, della sterpaglia con l'aggiunta di arbusti sparsi qua e là occupano i lati della strada.
«Ti fa ridere il mio nome?» Domando lui ridanciano.
«Un po' sì.»
«Cazzo, quanto ti ho desiderata durante questi mesi.» Constata lui con la sua solita franchezza e involontariamente le mie labbra si sovrappongono.
«A me è mancato il tuo modo di toccarmi.» Dico guidata dalla vocina malefica. Una scossa scuote il mio organismo e le endorfine si risvegliano da un lungo sonno.
«Devo assaggiare la tua pelle. Non resisto più.» Prorompe lui cominciando a frenare.
«Possiamo anche trascorrere del tempo piacevole senza che tu ti fermi.» Pronuncio e il suo sguardo voluttuoso mi inghiottisce.
«Wow, sei passata dalla principessa Sissy a Wonder Woman.» Fa lui sarcastico.
«Lo sono sempre stata.» Rispondo sorridendo alla sua dentatura lucida e bianca.
«E allora mostrami la tua forza.» Mi stuzzica. Affondo gli incisivi nel labbro inferiore, e un ardente desiderio mi rifà sentire di nuovo viva e libera di provare sensazioni e sentimenti.
Schiudo le labbra poggiandole delicatamente sull'incavatura del collo di Mathias.
Vedo le sua labbra allargarsi e sorridere. «Al primo colpo hai colto il mio punto debole, sei diventata una fuoriclasse dei preliminari!» Si esprime con entrambe le mani poggiate sul volante.
Lecco il lobo del suo orecchio scendendo giù con la punta della lingua e bagnandone l'attaccatura. Lui inclina debolmente la testa.
«Secondo punto debole.» Mormoro nel suo orecchio sentendomi viva.
Osservo la sua erezione crescere fra le gambe e mi appronto sbottonare la patta dei suoi jeans. Abilmente e vogliosa pesco il suo sesso cominciando a massaggiarlo.
«Era da un po' che non vi incontravate!» Esclama lui divertito, ma dispettosa bagno il suo glande con la lingua.
Lui grugnisce e il sorrisetto scompare dal viso.
Accolgo sulla mia lingua il suo sesso facendolo scivolare sino infondo.
Oscillo con il capo sul suo pene aumentando l'intensità. I grugniti di piacere di Mathias lievitano e mi compiaccio.
Comincio a massaggiare anche i suoi testicoli e sento il suo membro diventare ferreo nella mia bocca.
«Gesù... Da quant-» Mathias tenta di parlare, ma le acrobazie della mia lingua non gli fanno continuare la frase.
Ora il suo sesso scivola dolcemente nella mia bocca e altrettanto il mio capo continua indefessamente il suo lavoro.
Gli urli di pacere di Mathias si amplificano e in risposta massaggio intensamente i suoi testicoli.
«Scostati sto per...» Ma rifiuto il suo ordine e la mia bocca si ritrova invasa da una quantità indefinita di liquido seminale. Ingoio tirandomi su.
«Era da un po' che il mio amico non si metteva in funzione, per questo motivo ti ho detto di levarti.» Dice premuroso per poi alzare una sopracciglia. «Da quanto sei diventata la regina dei pompini?» Mi domanda.
«Ho fatto esperienza con un ragazzo.» Dico vaga e appoggiandomi alla sua spalla.
«Dov'è ora questo ragazzo?» Chiede lui.
«Smettila! Altrimenti comincio di nuovo a piangere.» Ribatto isterica.
«Beh... Dirante questi mesi sei diventata anche isterica, hai bisogno di sesso.» Fa lui muovendo la spalla e facendo drizzare il mio capo.
Furtivamente mi stampa un bacio sulle labbra, per poi ritornare a guardare le strada, soddisfatto.
Sento il sapore della sua pelle e il cuore pulsa forte nel mio petto.
Quanto è cambiato! Il primo Mathias che ho conosciuto non mi avrebbe mai permesso di poggiarmi sulla sua spalla. Questa nuova versione di lui mi rende offuscata dal suo sorrisetto, ma sono conscia però che Mathias cova dentro un dolore incolmabile.
Raccata una sigaretta per poi accenderla e ficcarsela di sbieco tra le labbra. Il vento manda i suoi capelli alla deriva.
Lentamente socchiudo le palpebre e il suo bicipite funge da cuscino per il mio capo. La sua fragranza è la buonanotte per i miei sensi e la sua essenza la chiave del mio cuore.
***
Avverto un remoto bubolare di un gufo, ma mi rifiuto di aprire le palpebre e così ricasco nel sonno.
***
Il fitto pigolio mi fa sobbalzare. Il mio cuore tenta di uscire dalla gabbia toracica e la mia mente è impegnata a ricollegare gli ultimi ricordi.
La stoffa verde di una tenda da campeggio filtra i raggi del sole. Gli interni dell'abitazione smontabile sono ampi, ma non scorgo nessuno.
Una piccola cucinetta munita di fornelli e pentole è situata all'aperto e un'ulteriore stanza per dormire è divisa da una porta di tela apribile con la zip.
A gattoni abbandono il materasso ad acqua dirigendomi verso l'uscita. Mi guardo attorno circospetta e di fianco alla tenda noto la macchina con la quale io e Mathias abbiamo viaggiato.
Dove è lui?
Sofia, ti avrà abbandonata di nuovo! Lui è cosi che agisce. Sibila come una serpe la vocina della coscienza.
E quest'ultima mi spinge a rivivere la realtà in cui Mathias non era vivo.
Sono nel bel mezzo di una foresta ma un odorino invitante di crepes inebria le mie narici.
Stringo le spalle accarezzandomi le braccia e riluttante mi reco verso la fonte dell'odore.
Dov'è Mathias?
Calpesto degli arbusti producendo un gracchiare simile al rumore croccante di una patatina addentata.
Vigile proseguo approdando in una specie di radura, in cui una gruppetto di ragazzi è seduto su apposite panche di legno e allegramente consumano la colazione.
L'aria è satura di delizie. Cheesecake, nutella, pane e marmellata. Ogni prelibatezza è poggiata su un lungo tavolo.
Una ragazza pesca con un cucchiaio dei gustosi cereali al cacao. Deglutisco e un languorino mi fa ricordare che il mio stomaco è a secco da un bel po'.
Ma al tempo stesso la mamma mi compare davanti: ricordo che ogni mattina prima che andassi a scuola mi preparava la colazione riscaldando il letto e riempiendo la tazza colorata di cereali.
Di colpo la fame scema, ma delle dita si congiungano alla mia mano. Mi volto e Mathias mi stampa un caldo bacio sulle labbra.
«Russi troppo la notte.» Dice soave e io imbarazzato distolgo lo sguardo.
«Mangiamo qualcosa.» Fa lui trasportandomi verso un banchetto colmo di pietanze. Il mio stomaco fa festa mentre le mie mani prendono quattro fette di pane e nutella, due cheesecake e una tazza di cereali con del latte.
Mathias mi osserva stupito. «Da quant'è che non mangi?»
«Da un bel po'. Non ti piace l'idea di vedermi in carne?» Chiedo.
«Più carne da succhiare!» Ribatte lui suadente.
Sembra che il lato buono di Mathias abbia prevalso quello oscuro e forse il merito è di questo posto.
«Lei è la famosa Sofia?» Un ragazzo dal forte accento inglese appoggia un braccio sulla spalla di Mathias.
I capelli lisci gli arrivano sino al collo e il viso smilzo e snello è abbellito da due iridi azzurre oceano.
«Louis, piacere.» Fa lui sorridendo.
«Lui dirige questa comunità. Ha studiato ad Harvard per cinque anni e ha deciso di mollare tutto.» Dice Mathias.
«Eh già! Cinque anni di giurisprudenza gettati al vento. Ma ora sono qui e mi godo la natura. Anche tu sei voluta fuggire dalla società?» Mi domanda lui sorridendo. La sua barbetta biondina è rasata.
«Sì, no, cioè non per una mia decisione.»
«La colpa è sempre mia.» Si intromette Mathias.
«È un mascalzone questo qui.» Fa Louis.
«Ne so qualcosa. Tu, voi, perché siete in questo strano posto?» Domando curiosa contemplando la natura. Un gruppetto di uccellini azzurrini compiono un piccolo salto da un ramo all'altro.
«Non c'è un unico motivo e sarebbe impossibile trovarne uno adatto a tutti. Ognuno è qui per la sua ragione, chi per il rifiuto della socialità, chi per aver visto troppo dalla vita. Altri invece hanno abbandonato tutto per amore.» Louis abbassa momentaneamente il volto come se nell'ultima frase si riscontrasse appieno.
«Ci piace vivere nella natura e soprattutto lontano da tutti. Siamo nomadi e quando ci accampiamo in luogo ci manteniamo economicamente facendo qualsiasi tipo di lavoretto. Coloro che non vogliono lavorare fanno altro per contribuire alla comunità. Un ragazzo di nome Raoul, molto tempo fa si è messo in contatto con noi chiedendoci di poter entrare nella comunità dei forestieri. Ma poi si è presentato il tuo ragazzo, un buono a nulla.» Scherzo Luois raggiante e Mathias sorride di rimando.
Che ragazzi ambigui. Non credevo che nel mondo esistessero persone che possedessero una forza d'animo tale da far distaccare loro dagli agi della società moderna.
«Come fate con gli smartphone, oppure quando qualcuno si fa male?» Domando risucchiata dalla curiosità.
«Luca, ingegnere informatico italiano; hackera piuttosto bene. Christine laureata ad Oxford in medicina con il massimo dei voti, lei è il nostro angelo custode. Possiede un'intera dispensa di medicinale e attrezzi ospedalieri. Siamo piuttosto organizzati.»
«Ma... È-»
«Fantastico? Si lo so, per coloro che odiano la monotonia della città è l'avventura di una vita. Giriamo le contee degli Stati conoscendo le usanze locali e stiamo programmando anche di spostarci dall'America, forse un giorno quando un capitano di qualche nave sarà dei nostri.» Ride Louis.
I miei occhi sono estasiati dalla visione di una vita lontana dalla consuetudini, dalle sfarzose esigenze che la società mi impone di rispettare.
«Voi siete il sogno di una vita intera! Io non riesco a credere ai miei occhi.» Sono euforica e inspiro freneticamente aria pulita. «Possedete anche una libreria?» Domando ebbra di felicità.
«Joanna, è stata lei a mettere in atto questo movimento. Appassionata di letteratura. Ti confido un piccolo segreto: ha pubblicato un serie di libri sotto psuedonimo riscontrando un successo mondiale. Siamo ricchi grazie a lei. La stampa sta ancora cercando di smascherare l'autrice.»
Intravedo Joanna seduta mentre sorseggia del caffè. Sfoglia le pagine di un libro da cui riesco a intravedere il titolo "al di là del bene e del male".
È una ragazza minuta dalle spalle curva e con una piccola montura tonda che le dona un'aria edotta.
Fremo dalla voglia di chiederle quali libri abbia letto e del suo giudizio personale.
«Ehy, non sei obbligata a rimanere qui.» Mormora Mathias avvicinandosi a me.
«Questo posto è il paradiso, queste persone sembrano essere così simpatiche. Perché non ti sei fatto vivo prima? Il Tibet era un posto fantastico, ma non c'eri tu.»
«Doveva far pace con me stesso.» Risponde guardandomi intensamente negli occhi.
«Senti belloccio! La prossima volta che trovo le tue mutande sporche di sperma nella mia tenda giuro che ti appendo sopra qualche albero» Una ragazza si appresta a recarsi verso Louis. Mi squadra di sfuggita per poi guardare Mathias.
«Perché lei è qui?» Domanda Mathias a Louis diventando pallido.
«Mirea, mi dispiace.» Risponde Louis. «È arrivata Sofia, ti prego non fare stronzate.» La invita Luois a bassa voce, ma sento ugualmente; lei sembra stemperare la sua ira.
È alta quasi quanto Mathias e possiede una bellezza fuori dai canoni di noi comuni terresti. I suoi lunghi capelli mori le cadono come una cascata sino al sedere e la sua pelle color nocciola la renda una dea.
Sprigiona un'aura elfica come se fosse un personaggio dell'universo immaginario di Tolkien.
«Ciao, sono Mirea, la ragazza che il tuo fidanzato si è scopata.» Afferma schietta ponendomi la sua mano.
Indietreggio voltando meccanicamente il volto verso Mathias.
Lui deglutisce mentre grosse lacrime mi affossano il viso. La visione di due divinità unite nello stesso letto si prospetta davanti ai miei occhi.
Un dio sceglierà sempre una dea. Sibila la vocina della coscienza.
«Sei un bastardo!» È l'unica frase che mi esce, prima di inoltrarmi e fuggire nel bosco.
«Mirea sei sempre la solita stronza.» abbandono tutti alle mie spalle.
[SPAZIO AUTRICE]
Ops... 🙊🙊
Cose ve ne pare di questa comunità alla Hakuna Matata? Un giudizio su questa new entry Mirea? 😱😱😱😅😅😅. Andateci piano.
Ragazze ho grandi idee per questa storia quindi preparatevi ad ogni evenienza. 😈😈😈
Vi aspetto più calorose che mai al prossimo aggiornamento. Vi voglio bene. ❤️❤️
-LaVoceNarrante 💙💙
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top