Chapter 137 - Part 1




                    


L'acqua del mare ci ha trainati sino alle coste di Hornos Islands mentre il sole faceva la sua consueta discesa oltre l'orizzonte.

Zeno non ha detto alcuna parola durante il tragitto, si è limitato a governare il timone a tenere il suo sguardo gelido in linea retta.

Bern sembrava quasi ammirare lo spettacolo del tramonto e quando si sentiva osservato, solleva le folte sopracciglia tenendomi d'occhio.

Come reagirà il mio corpo quando vedrò Mathias? E la mia mente? Non faccio che chiedermelo mentre vette aguzze si delineano nel cielo ormai privo di sole.

Un pezzetto di terra prende forma nell'immenso oceano e Zeno svolta leggermente entrando in rotta con un molo.

Riesco a distinguere lampioni che si susseguono e puntini neri che sembrano essere persone.

L'imbarcazione spezza il mare e ai suoi lati viene a formarsi una densa schiuma bianca.

Bern lancia un abbaio roco, ma lo tranquillizzo catturandolo in grembo. Ora il vento soffia forte e il molo è sempre più vicino. 

«Prendi questo.» Mi volto e Zeno tiene stretto un berretto con tanto di scritta Guardacostas. Lo indosso.

«Il molo è sorvegliato. La bestia al tuo fianco ci sarà utile. Dirò che siamo qui a causa di una denuncia per scomparsa di Sheline Wood. Ho del vino francese per gli scagnozzi.» Spiega Zeno afferrando poi con l'altra mano tre bottiglie in vetro contenenti vino rosso. 

«Non dovevamo improvvisare?» Chiedo. In verità, il mio unico pensiero fisso è Mathias.

Il corpo sta cominciando a manifestare i primi sintomi di tensione. Non riesco a tenere ferme le due arcate dei denti e sento un leggero tremolio alle mani. 

«Lo sto facendo.» La risposta di Zeno è un ghigno.

Poi anche lui si copre il capo con un berretto scuro. «Le tue mani...» Mi ridesto guardandolo dritto negli occhi.

La velocità dell'imbarcazione comincia a scemare e il molo è a pochissima distanza da noi.  «Stai tremando. E questo si traduce in "addio al camuffamento".» Finisce lui austero. 

Ora ascolti anche i consigli di uno psicopatico, Sofia? Compare la vocina della coscienza. 

Mia cara, la tensione dovrà abbandonarti. La tossica ti ha privato di lui. Racimola ogni tuo rancore, riempiti d'ira e affrontala. Mi incoraggia la vocina malefica. 

Il decrepito assito del molo sfrega contro un'ala della barca. Afferro il manico di ferro proteggendomi dall'urto e allo stesso tempo tengo stretto Bern.

«Una manovra da vero capitano. Signor...» Un uomo con un berretto di lana e un occhio di vetro, si sporge socchiudendo le palpebre avvizzite e controllando la targhetta identificativa di Zeno. Nei suoi pantaloni di velluto è ficcata una pistola.

«Proprio un bel disastro signor Reyes. La poppa è andata e se non scenderete da questo catorcio, affonderete in meno di due secondi.» Continua l'uomo con un occhio di vetro.

Quest'ultimo viene affiancato ad un altro mercenario, che imbraccia un mitra d'assalto. 

«Voi due ragazzacci perché state importunando una pattuglia della guardia costiera? Parli con me signor Reyes. Sono Jonathan.»

Il cuore prende a percuotere il petto e controllo la posizione della mia arma: è nascosta dietro la schiena e il giubbotto di salvataggio ne copre il volume.

«Piacere Hugo Reyes. Da quanto può vedere io e la mia collega siamo della guardia costiera.» Zeno compie un salto approdando sul molo.

Si presenta con sorriso a trentadue denti. La sua abilità nel recitare non ha eguali, incredibile!

«Signorina lei e il cane volete affondare? Sarebbero un peccato.» L'uomo dall'occhio di vetro mi rivolge l'attenzione. 

«Piacere Yara... Yara Drummond.» Dico io. Stringo forte Bern per poi compiere un lieve balzo. Il legno del molo ha fatto breccia in un punto della nave creando un foro. 

Come diavolo tornerete a casa? Oh cielo, Sofia. Pagane le conseguenze. Subentra infuriata la coscienza. 

«Signorina Drummond, scusi per la maleducazione di Occhio di Vetro. Crede ancora di essere negli anni Ottanta.» Si intromette Jonathan rivolgendo all'amico uno sguardo severo. 

«Quegli anni erano i migliori. Lo dico sempre io. Potevi scoparti tutte le tipe che incontravi e loro non dicevano niente. Tempi andati.» Si esprimere solenne Occhio di Vetro per poi estrarre dal suo giaccone una fiaschetta in acciaio. 

«Sei una persona scortese.» Jonathan con una sberla fa sobbalzare la fischietta lontana da Occhio di Vetro, e quest'ultimo rimane con le labbra a gallina.

«Siamo nell'era delle donne. È un dato di fatto.» Ribatto adottando la tecnica di Zeno, ovvero quella del sorridere ingenuamente.

«Va' a controllare se nella guardiola sia entrato qualche animale schifoso.» Jonathan si avvicina al suo amico. È un omone alto più di due metri, dalle palle scura e con un orecchio destro tagliato a metà.

Mi incute timore, ma devo rimanere concentrata e inscenare la parte della guardia costiera in cerca della ragazza scomparsa. 

Occhio di Vetro carico di indignazione si avvia verso una piccola costruzione che erge al ridosso del molo. Con lui anche il secondo uomo sparuto e dai capelli lunghi e oleosi.

«Sono due uomini un po' rozzi. Il secondo non parla. Gli hanno tagliato la lingua in Afghanistan. Mi fa sempre tenerezza il vecchio Charles. A voi no?» Le iridi verdastre di Jonathan scrutano me, poi Zeno. Bern, nel frattempo prende a setacciare l'assito. 

«Ne so qualcosa. Prestavo anch'io servizio militare. Poi ho rinunciato e ora sono nella guardia costiera a cercare una ragazza scomparsa. Una certa Sheline Wood, sedicenne di New York. Era qui in vacanza. Così ci hanno detto i genitori.» Spiega Zeno all'uomo. 

«Una vera tragedia.» Risponde Jonathan un po' melodrammatico. «Sedici anni? Gesù. I ragazzi di oggi sono un po' scapestrati. Non hanno la portata del rischio. Che generazione!»

«Eh già. Siamo qui anche con il cane. È un cucciolo ma suo padre era la migliore unità di salvataggio del sud America. È morto durante una missione con l'esercito.» Dico inventando al volo una bugia. Noto che Zeno mi guarda di sottecchi. 

«Allora siete qui per questa ragazzina. Com'è che si chiama...» Jonathan schioccare le dita a mo' di incitare la sua mente a ricordare.

«Sheline Wood» Preciso. 

«Giusto, Sheline Wood. Avvicinatevi un po'. Non vorrei che qualcun dovesse sentirci.» D'improvviso l'uomo assume un'aria guardinga facendo il chiaro segno con l'indice. Io e Zeno ubbidiamo. 

«La guardia costiera sa bene che su quest'isola non può accedervi, vero? E quindi sapete anche voi due che su quest'isola nessuna nave può ancorarvi. Ma oggi voglio essere buono. Sapete così, all'apparenza, mi sembrate due persone splendide. Sarà il vostro accento un po' english, o qualcos'altro. Per questa mia stravagante simpatia, vi consentirò di fare le ricerche con il cagnolino, ma dovrete farvi bastare un'ora. Una volta terminato il tempo, Occhio di Vetro vi accompagnerà lontani da quest'isola. Mi sembra tutto di facile comprensione.» Annuisco e Zeno sorride accettando la proposta. 

«Permettete un piccolo consiglio? Non fate sparire questa "bizzarra" simpatia che provo nei vostri confronti, perché sono una persona che cambia idea piuttosto in fretta. Il vecchio Charles vi scorterà in giro per i boschi bui. Non vorrei che vi perdeste. Ci tengo a voi. Però fate come se foste a casa vostra. Il vecchio Charles vi potrà mettere un po' in soggezione, ma è un tipo alla mano.»

«Farò amicizia con il vecchio Charles, allora.» Afferma Zeno carico di entusiasmo. Mi fa strano vederlo in questa veste.

«Sapevo che eravate due simpaticoni.» Le labbra si Jonathna si incurvano. I due incisivi sono d'oro e alcuni denti hanno un colore giallognolo. Poi fa per andarsene, ma si blocca. 

«Quasi dimenticavo... Se vi passasse per la testa di fare qualcosa al vecchio Charles, è un marines addestrato. I vostri resti varranno come spuntini per gli squali.»

«Gli squali non assaggeranno la nostra carne.» Rintuzzo; lui solca un sorriso, poi si volta e prende a camminare.

«In quelle guardiola ci sono altri cinque uomini. Ma non solo soli. Siamo sorvegliati.» Pronuncia Zeno furtivo. È ritornato in lui. 

«E allora?»

«Prendo le bottiglie. Il vino penserà a far addormentare per un bel po' i cinque in quella guardiola. EHI, signor Jonathan ho portato un omaggio nel caso voi aveste accettato la nostra offerta.» Tuona Zeno e l'uomo si volta circospetto.

«Oh diavolo, quelle sono tre bottiglie di Cabernet Sauvignon.»

«Sì, potete assaggiarle.» Fa Zeno dando le bottiglie a Jonathan. 

«Oh ma certo. Però ho visto parecchi film in cui avvelenavano le persone con il vino. Mi ha segnata questa cosa. Che ne dici se lo assaggiassi prima tu? Così, per garanzia.» L'uomo squadra l'etichetta del vino francese, poi ne soppesa la consistenza.

Siete spacciati! Lo psicopatico non ha fatto bene i conti. Questi mercenari vi uccideranno, Sofia. Daranno davvero i vostri corpi agli squali. La coscienza è pronta a instillarmi angoscia.

«Stappo... Ecco il sughero è andato. Un piccolo sorso...» Zeno prende una bottiglia e ingoia qualche goccia. «Niente veleno. È finita l'epoca del cianuro.» Ride Zeno offrendo la bottiglia all'uomo. 

«Tu ragazzo... Hai reso una pallida giornata in un evento indimenticabile. RAGAZZI! C'è del vino per noi direttamente dalla Francia.» Il capo della guardiola si avvia verso i suoi uomini berciando. 

«Indimenticabile, hai usato un termine carico di significato, vecchio coglione.» Sibila Zeno una volta che l'uomo si è distanziato da noi. 

«Cosa c'è in quel vino?» Domando a Zeno. 

«Un elemento speciale. Il coglione non sarà più così allegro.» Sentenzia lui con sguardo vendicativo. Poi segue Jonathan.

«Forza Bern, andiamo.» Do una scossa al guinzaglio e Bern prende a seguirmi.

La guardiola era presidiata da cinque uomini. Lì per lì mi sono domandata come abbia fatto Zeno a scoprire il numero esatto dei mercenari, poi ho abbandonato la curiosità.

Nel frattempo la luna è comparsa nel cielo in compagnia di alcune timide stelle.

«Possiamo perlustrare l'intera zona?» Domanda Zeno a Charles, l'uomo senza lingua.  Lui annuisce con aria di sussiego. Poi ci fa segno di andare.

«Okay, alle spalle di quella piccola vetta c'è qualcosa. I cinque uomini nella guardiola sono già fuorigioco. Il vecchio Charles è tuo.» Mormora Zeno mentre muniti di torce ci incamminiamo in una foresta. 

«Cosa? Come faccio a metterlo fuori gioco?» Chiedo stralunata. Bern ha preso a inseguire una piccola lucertola, ma freno la sua corsa folle.

«Questo è un problema tuo. Hai già sedato una donna. Ora devi soltanto sfoggiare le tue doti da ammaliatrice. Il vecchio Charles sarà a digiuno da un po'.» Insinua Zeno sedendosi su un masso. 

«Dovrei corteggiarlo? Sei folle.»

«L'ho sempre saputo di non avere la testa a posto.» Fa lui disinvolto per poi sistemarsi il berretto. «Se proprio non vuoi farlo, ci penso io. Un po' di piombo e il cervello del vecchio Chrles diventerà mangime per i vermi.»

«Okay, lo farò. Ma non ho nulla che-» Mi interrompo quando Zeno mi porge una siringa. 

«Ora hai tutto.»

«Dritta nella giugulare, altrimenti morirà.» Continua lui sarcastico.

Afferro la siringa per poi dirigermi insieme a Bern verso il punto in cui il vecchio Charles ci ha lasciati. 

«Dove diavolo è?» Sento un leggero gorgoglio. Così perlustro la zona. Non riesco a distinguere nessuno.

Ma d'improvviso da un cespuglio compare il vecchio Charles con i pantaloni raccolti sulle caviglie e la sua mano intenta a scuotere il suo organo genitale flaccido.

Delle gocce di urina finiscono su una corteccia, ma nonostante ciò l'uomo non si degna di alzarsi i pantaloni. Se ne resta lì impalato ad osservarmi. Il fucile l'ha appoggiato al suolo.

«Mi dispiace averla interrotta in un momento intimo.» Inizio avvicinandomi e stringendo la siringa in un pugno. Il vecchio Charles fa un gesto di diniego con la mano. "Non importa" È questo che mi ha voluto comunicare.

«Le volevo chiedere se nel bosco ci sono degli animali selvaggi, tipo cinghiali.» Ancora un altro passo. Se gli facessi segno di alzarsi i pantaloni, penserà che mi dia fastidio. Se non lo facessi, invece, penserà sicuramente che la cosa mi vada bene.

Il vecchio Charles fa segno di no con la testa, poi mi pone la mano come se gli dovessi dare qualcosa. 

«Cosa significa?» Chiedo. Lui con il suo lungo mento indica la mia mano e mi esorta ad aprirla. 

Se n'è accorto, dannazione! Come avrà fatto? Bern gli abbaia contro e in uno scatto fulmineo il vecchio Charles si accinge a raccogliere il suo fucile.

«Okay. Ecco! È una siringa... Devo iniettarmi della sostanza a un orario stabilito.» Mento e l'uomo muove il capo freneticamente, senza però alzarsi i pantaloni.

«Davvero.» Cerco di convincerlo, ma il vecchio Charles digrigna i denti. Poi brandisce la sua arma puntandomela contro.

La siringa mi casca dalle mani. Poso lo sguardo sulla canna del fucile e il mio stomaco diventa liquido. Morirò senza più rivederlo, sono una stupida!

Nelle iridi scure del vecchio Charles traspare frenesia di morte.

Le sue dita sono posate sul grilletto. Sparerà da un momento all'altro. Non rivederò mai più Mathias. La mia mente ha ridotto il numero di pensiero. 

«Mi deve credere.» Dico mentre Bern abbaia furioso. Punto la torcia contro il vecchio Charles.

Alle sue spalle intravedo un'ombra, poi il suo capo viene percosso da qualcosa e l'uomo si accascia al suolo sanguinante. 

«Hai superato te stessa. Volevi davvero fargli un pompino?» Chiede Zeno. 

Emetto un lungo sospiro. Il muscolo cardiaco ha sfondato la gabbia toracica. Lo sento che batte impetuoso.

«In effetti fa proprio schifo. Altro che Marines addestrato.» Commenta lui senza un minimo di compassione. 

«S-sta sanguinando.» Raccolgo la siringa dal suolo per poi avvicinandomi al corpo semi nudo del vecchio Charles. 

«Sì, volevi sanguinare tu? Se vuoi posso favorire. Dobbiamo sbrigarci.» Ma nell'esatto momento in cui Zeno termina di parlare si sentono dei calpestii sconnessi.

«Spegni la torcia, maledizione!» Sibila lui trainando il corpo del vecchio Charles nel buio della foresta. Ci nascondiamo dietro ad un tronco. 

Due uomini camminano sotto la luna discutendo di una cena con le mogli.

«Il cucciolo.» Indica Zeno. Tappo la bocca a Bern, accarezzandogli il capo. Lui prende a leccarmi i polpastrelli.

«Qui c'è del sangue!» Constata un uomo interrompendo il discorso dell'altro. «Fa' vedere... Sì è sangue. Sarà stato quel lupo bastardo che gira su quest'isola.» Commenta l'altro. 

C'è un lupo su quest'isola? Un brivido di freddo scuote il mio corpo.

«Shhh... Questo è un ringhio... Lo senti anche tu?» Domanda l'uomo al compagno.

«Cazzo, è il lupo. Ne sono quattro, merda.»

«Di qua.» Zeno mi fa un cenno con il capo.

Il riverbero degli spari fa ridestare la foresta dormiente e una stormo di uccelli si leva nell'aria.

«Li abbiamo uccisi a questi bastardi. La loro pelliccia verrà un mucchio di soldi.» 

Continuiamo a percorrere il bosco approdando all'ingresso di una caverna illuminata da cui provengono urla di schiamazzi. «Ce ne saranno tre lì dentro, ma sono ubriachi. Si sente dalle voci. Proviamo ad aggirare questa caverna.» Propone Zeno e rasentiamo lungo la parete rocciosa per poi sbucare su uno strapiombo.

Dabbasso, a più di dieci metri il mare si staglia contro gli scogli. 

«C'è un sentiero lì.» Accendo la torcia. All'estremità apposta sembra esserci una staccionata, il cui unico percorso per arrivarci è rappresentato da uno scorcio di terriccio. 

«Se il cane precipiterà, saranno problemi tuoi.» Sentenzia Zeno risoluto.

Dall'interno dalla caverna echeggiano le risate triviali degli uomini.

«Ce la possiamo fare.» Ingoio saliva. «Va' prima tu.»

Zeno si appiccica alla parete avanzando un piede alla volta.

«Okay, Bern, rischieremo di morire, questo è certo, però ce la faremo. Ne sono certa.» Lego il guinzaglio di Bern alla caviglia in modo tale che il cucciolo mi sia incollato.

«Primo passo...» Poggio un piede poi un altro trascinandomi Bern.

Lui uggiola piantando le zampette al terreno. «Bern, non avere paura.» Poso un altro piede.

Il rumore delle onde non deve interferire nei miei pensieri. Mi appiglio ad un masso e defilata continuo per il breve tratto impervio.

Del terriccio finisce sulla mia lingua. Ho il viso spiaccicato sulla roccia, ma continuo. Bern, però, oppone resistenza. «Dai non farlo, cucciolone. Darlene farebbe il tifo per te.» 

Pianto il piede su un punto scivoloso, ma Zeno afferra il mio braccio scaraventandomi contro la staccionata. 

«Non voglio il misero grazie. Risparmiatelo.» Avverto un dolore nascere alla schiena, ma mi tiro su ugualmente.

Un'ampia staccionata circonda buona parte della radura. Zeno, proprio in questo momento, si è sporto.

«Oh, oh... Abbiamo il recluso di classe.» Borbotta sadico. Slaccio il guinzaglio alla caviglia. «Chi sarebbe il recluso?» Chiedo stranita.

Sollevo le punte e il respiro viene a mancarmi. 

È lui, Sofia. Ce l'hai fatta. Hai trovato Mathias. La vocina malefica compie i salti di gioia. La mia anima, invece, prende a colorarsi di ogni sfumatura.

Mathias... È in un giardinetto che tira avidamente della nicotina. Il suo sguardo è rivolto verso la luna, che brilla sulla sommità di un monte dell'isola.

Riesco a vedere il grigioverde. Non posso restarmene a spiarlo dietro una staccionata.

Ho bisogno di sentire il suo fiato. Ho bisogno di ammirare le sue iridi e dirgli che Celeste non è riuscita a invertire la forza della natura che ci lega.

Lui deve sapere che quell'arpia non ha vinto, che io sono qui ad ammirarlo ancora una volta e per l'eternità. 

«M-» La mano fredda di Zeno tappa la mia bocca. 

«Sei stupida?» Mi redarguisce lui adirato. 

«C'è qualcuno?» TUM,TUM. Quanto mi mancava la sua voce.

Tento di parlare, ma Zeno non mi consente di farlo. «Sto diventando pazzo, cazzo!» Mathias schiaccia la sigaretta contro qualcosa di solido.

Nel contempo, le lacrime bagnano la mano di Zeno.

Spalanco le palpebre mimando di levarmi l'arto. Non dovevo fidarmi di lui.

Mathias è in quel dannato giardino e Zeno mi impedisce di abbandonarmi fra le sue braccia. Non può farlo.

La mia linfa vitale si sta esaurendo e Mathias è il solo generatore che possiede la capacità di rimettere in funzione questo corpo malridotto.

Una tempesta di lacrime si abbatte sul mio viso. 

«Non possiamo ancora recuperarlo, Sofia. Lo faremo, ma non adesso.»

«Tesoro...» Una voce da vipera strugge la mia anima. Zeno distacca lentamente la mano dalle mie labbra.

«Come stai, tutto bene? Dovresti levarti questo stupido vizio di fumare.» E io e Zeno ci sporgiamo nello stesso istante. Celeste è sulla soglia della porta intenta ad ammirare Mathias, che è di spalle. 

«Tu invece dovresti levarti questo stupido vizio di preoccuparti per me.» Lui si volta con una furia negli occhi. «Sono qui per lei. Non per te.»

«Oh Mathy, sei sempre stata irriverente! Tu sei qui con la tua mammina in un'isola stupenda e con tutti i soldi di questo mondo. Sei fortunato. Molti ragazzi ti invidiano. Ti sto dando tutto, ogni maledetta cosa. Ma tu ti ostini a pensare a quella sguattera, sudicia ragazzina.» Celeste corruga il viso.

È qui per me, ma io non voglio che vada a finire così. Perché la natura è così spietata? Non prova un po' di compassione per noi?

Mathias rimane a fissarla, poi china il capo emettendo un risolino strozzato. «Sai di cosa non riesco a capacitarmi?»

«No.» Risponde la madre bramosa dalla risposta. 

«Di come possano esistere esseri che preferiscono il materiale ai sentimenti. Ho capito che il mondo è un posto schifoso perché questi mostri lo governano. Tu ne sei l'esempio, CE-LE-STE.» Il volto di Celeste diventa simile al magma di una vulcano attivo.

«Dovresti chiamarmi "mamma". Io sono tua MADRE.» Esplode lei inviperita. 

La risposta di Mathias è un sorrisetto sprezzante. 

«Forse ti farà piacere scoprire che un gruppetto di amici è venuto a salutarti. Ne sono sette, e tra questi c'è anche la madre della sguattera. Mathy, ti convincerai a chiamarmi mamma. Lo farai, altrimenti ti mostrerò cosa sono in grado di fare.» Zeno mi bracca mentre mi dimeno a scavalcare la staccionata. 

«Non puoi toccare la mamma di Sofia. Non era questo l'accordo.» Si infuria Mathias. 

«Tu non stai rispettando gli accordi, Mathy. Sono un genitore e devo darti degli insegnamenti. Seguimi, che cominciamo.»

[SPAZIO AUTRICE]

... LASCIO a voi i commenti. Bombardate il capitolo 😈😈😈😈😱😱😱😱.

Questa è la prima parte del capitolo, la seconda arriverà molto presto e preparatevi. Siamo giunti alla fine 😱😱😱

Vi aspetto più calorose che mai al prossimo aggiornamento. Non mancate. Vi voglio bene ❤️❤️

-LaVoceNarrante 💙

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