Chapter 128
PDV Mathias
Pochi giorni prima...
Devo agire. Non permetterò a Celeste di rovinare ancora la vita di Sofia.
Il vento fischia e nel parco, vortici di foglie secche rasentano il terreno producendo uno scricchiolio costante.
Non riesco a fermare il piede, che martella sulle mattonelle sradicate.
Lei ha vinto, è riuscita a convincermi. Sapevo che Celeste avrebbe usato qualsiasi metodo per uscire vittoriosa. Lo sapevo.... Cazzo!
Noi due, io e Sofia, avremmo dovuto fuggire lontano. Non avrebbe importato se agli occhi del mondo fossimo risultati dei fuggitivi.
Le persone hanno raffinato la loro dote del giudicare nel corso degli anni, e nulla potrà impedire loro di farlo. Questo concetto mi si è concretizzato durante il mio vagabondaggio infantile.
Sono ancora in tempo per chiedere a Sofia di fuggire via con me, di scappare lontano dalle fottute grinfia di quella medusa.
La suola della scarpa batte contro le piastrelle corrose, ora più forte. Il cozzare soverchia il feroce fruscio del vento.
«Mathias...» Una voce materna attenua l'elettricità che tiene in allerta i miei nervi.
«Perché siamo qui?» Margaret avanza incerta e nell'incavo del braccio sorregge una borsa ingombrante. Lancia occhiate a destra e a manca appurandosi che non ci sia nessuno dietro un albero, oppure alle spalle di un cespuglio.
«Siamo solo noi due.» Le dico alzandomi dalla panca. Una folata si diverte a disfare i miei capelli.
Margaret compie due passi, poi china il capo sorridendo sardonica. «C'è un solo motivo per cui ha voluto incontrarmi in questo posto...» Il mio viso si pietrifica. «... E se l'intuizione che la mia mente ultra quarantenne ha elaborato, è corretta io non ti permetterò di farlo.»
Delle rughe inflessibili prendono forma sul viso di Margaret. «Mia figlia sta soffrendo, ma dopotutto è un dolore che con il tempo tende ad affievolirsi. Tu sai bene di cosa sto parlando, l'hai provato anche tu.»
Zia Alma... C'è lei davanti ai miei occhi e ora al suo fianco appare il faccione di Mitra, il mio cane. Zia Alma, mentre è intenta a preparare uno dei suoi pranzetti chiede a Mitra il perché io abbia il broncio.
Mitra risponde con un abbaio strozzato; poi porta il suo peso nel soggiorno e si riversa su di me cominciando a insudiciarmi con la bava. "Questo è il prezzo di chi il ventiquattro dicembre è arrabbiato." Dice lei con il suo sorriso limpido. Mitra abbaia per poi saltarmi addosso.
"Diavolo, Mitra sei obesa!" "Sì, forse mangia più del dovuto." Ridemmo quel giorno in cui Zia Alma e Mitra erano ancora vive.
«Mi dispiace rievocarti certi ricordi, ma credo che tu zia non avrebbe voluto che tu compissi ciò che hai in mente.» La voce di Margaret chiude la porta della stanza Ricordi Felici.
«Quel messaggio parla chiaro, le-»
«Così hai spiato il mio cellulare...» L'espressione di Margaret è sopraffatta. «Devo diminuire il tasso di fiducia che provo nei tuoi confronti. La psicologa me lo diceva: "Valuta bene le persone e poi decidi di chi fidarti."» Fa con aria solenne.
«Io non vo-»
«Non preoccuparti. Ti stavo prendendo in giro. C'è da dire che psicologa era una zitella e sono certa che avrà instaurato il rapporto più fedele con il suo gatto. Era demoniaco quel micio. Celeste non farà più soffrire mia figlia!» Margaret passa dallo stato scherzoso a quello serio, in un frangente.
«Celeste è riuscita a rintracciarti. Non ci metterà molto a ucciderti, questo lo sai vero?» Margaret tentenna voltando lo sguardo verso uno steccato cigolante.
«In questo momento potrà sembrare un genitore di epoca rinascimentale, ma non mi interessa. La mia missione è sempre stata quella di riuscire a diventare una figura positiva per mia figlia, una sorta di dizionario da consultare in qualunque momento si dovesse trovare in difficoltà. So che non rimarrò con Sofia per il resto della sua vita; l'ho capito dalla prima in cui ho visto quel visino delicato. Ma sono certa che se le lascerò in eredità una parte di me, lei potrà farne uso. Quando non avrà nessuno cui confidarsi si ricorderà della sua mamma svitata che amava farsi i selfies e che ha sacrificato tutto per renderla almeno un secondo felice. E spero che sfrutti quei pochi insegnamenti che ho tentato di trasmetterle soprattutto nel momento in cui diventerà anche lei madre. Ho fiducia in questo.» Gli occhi di Margaret acquisiscono volume, cambiano colore, per poi cacciare due lacrime.
Rimango fermo a osservare la forza di questa donna, che ha deciso di posizionare la sua vita su una corda da acrobata al solo scopo di dimostrare alla figlia quanto l'amore sia incorruttibile.
Posso evitare che questa tragedia accada. Sono come un giudice corrotto che conosce già l'esito di un processo, ma nel bel mezzo di quest'ultimo si schiera dalla parte giusta. Io posso evitarlo... Posso evitare che Celeste uccida anche Margaret.
«Ho provato sulla mia pelle quanto Sofia abbia appreso ogni tuo piccolo insegnamento. Forse avrai letto quel libro... Sin da piccolo ero una persona cupa, che si chiudeva spesso in se stesso. Non mi piaceva parlare con i miei coetanei, lo odiavo. Zia Alma mi diceva che dovevo socializzare, ma a me non interessava. Io avevo già vissuto la mia infanzia mentre loro dovevano ancora scoprire quanto il mondo facesse schifo. Quel giorno che ho incontrato per la prima volta Sofia, non volevo andare a scuola. In verità ho fatto il liceo classico sotto consiglio di Zia Alma. Ho commesso milioni di cazzate, ma tua figlia mi ha riaperto gli occhi, ha donato colore alla mia vita. Io sono sempre stato il buio del tramonto mentre la luce dell'alba. Se penso a cosa mi attenderà il futuro senza di lei, mi viene foglia di prendere a pugni quel tronco sino a frantumarmi le nocche.» Ingoio saliva.
«... Ma se in questo stesso futuro, la madre vivrà con lei, allora cercherò di farmi passare la voglia suicida.» L'aspetto imperturbabile di Margaret riaccenda i ricordi nella mia mente.
Li vedo... Passano fulminei: Zia Alma che ride, Mitra che corre nel giardino, me bambino che ammiro il tramonto... No! Celeste che mi fa una promessa: "Ritornerò a prenderti!"
«Non puoi farla soffrire in questo modo. La ucciderai, Mathias!» Ribatte Margaret e la borsa le precipita al suolo. La raccolgo per poi porgergliela.
«Sei un pilastro nella sua vita e lei ha bisogno di te. Non posso permettere che tu muoia, non posso farlo!» Agguanto il pacchetto di sigarette.
«Possiamo affrontarla insieme. Furio lavora-»
«Margaret, Celeste sa dei disturbi di tuo figlio. Tra non molto, Furio si ritroverà fuori dall'FBI. Non abbiamo più vie d'uscite. Dobbiamo arrenderci... E tu non puoi perdere la vita a causa di una tossica con i sensi di colpa.» Mi ficco una sigaretta tra le labbra.
«È una questione che dobbiamo risolvere io e lei e nessun altro dovrà pagare.»
Margaret è troppo sbigottita per proferire parola. Tentenna, per poi prendere a mangiucchiare le unghie. Il fuoco caldo della Clipper innesca l'accensione della sigaretta. Inspiro nicotina.
«L'FBI sta già esaminando la pratica di Furio. Celeste ha svolto delle indagini su di lui. Quando ho ricevuto il messaggio, aveva già inviato i fascicoli all'agenzia investigativa.» Disperdo nell'aria la mia ira.
«Glielo dirai?»
Il capo è un pendolo olandese. «Potrei rischiare di non partire più.»
«Quando lo farai?»
«Nel momento più opportuno. Lei non saprà mai che tu eri a conoscenza della mia partenza. Nessuno glielo dirà. Una volta che Celeste mi vedrà sbarcare sull'isola, si dimenticherà di voi. Potrete vivere una vita normale. Lei, Sofia, potrà andare all'università e magari conosce-»
«Non essere stupido! Non amerà mai nessuno altro come ha amato te.»
Chino il capo per poi inspirare una boccata interminabile di nicotina. «Lei mi ha cambiato la vita. Questo evento potrebbe ricapitare con un'altra persona. Dio, non riesco a immaginarlo!» Il filtro della sigaretta viene trinciato dalla forza dei miei canini.
«Quando Serena mi raccontò la vicenda del video volevo ammazzarti. Ma sei cambiato, hai dimostrato chi sei veramente. Te l'ho già detto una volta, tua zia sarebbe orgogliosa del figlio che ha tirato su. Di solito, alla tua età, i ragazzi pensano a tutt'altro. Quando si è una professoressa, ci si abitua a studiarvi. All'inizio credevo anche tu fossi il coglioncello di turno, la cotta ribelle di mia figlia, invece sei diverso.» Volto lo sguardo e il vento, esuberante, mi travolge.
«Avrei voluto provare a essere normale, ma non lo sono. Devo accettarlo.» Ruoto il busto infilando le mani nelle tasche, ma una presa interrompe il movimento rotatorio.
«Bern porta al collo una campanellina... Cosa c'è al suo interno?»
Le labbra si incurvano. «Non avrei mai potuto andarmene senza salutarla. Mi accontenterò di contemplare l'alba quando lei non sarà con me.»
[SPAZIO AUTRICE]
Okay, non ci sono parole per descrivere lo strazio. Ragazze, è stato costretto. Non aveva vie di fuga.
Questo capitolo è ambientato pochi giorni prima del capitolo precedente, ovvero quello in cui Sofia, Mathias, Furio e Serena si recano al Goodbye.
Non ho il coraggio di chiedervi cosa ne pensate del capitolo 😔😔 e non oso immaginare la reazione di Sofia 😔😔. La affronteremo insieme questa situazione 💪💪. Fa male anche a me dividerli!
È iniziata la parte finale del romanzo...
Vi aspetto più calorose che mai al prossimo aggiornamento. Non mancate. Vi voglio bene ❤️❤️.
-LaVoceNarrante 💙💙
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