Chapter 126
«Non puoi farti deprimere da un misero giornalista!» Mi urla in faccia Serena, ma nonostante il tono di voce alto, riesco ad udire un suono impercettibile.
Furio e Mathias ci hanno avvisate che avrebbero rincorso l'uomo per risalire al suo nome e per esporre quindi un eventuale denuncia.
Sino a questo momento, non avevo mai prestato attenzione a quanto la libertà personale fosse essenziale; consideravo quest'ultima come un mio diritto fondamentale, cui nessuna persona potesse violare.
E invece è accaduto. Da quando quel dannato video che ritrae gli ultimi istanti di vita di mio padre è arrivato alla polizia, la mia privacy è stata abolita.
Su Google, le news sul caso riguardante il Collezionista di Volti, vengono aggiornate in tempo reale e i notiziari televisivi non fanno che ciarlarne.
Avverto una presenza oscura alle mie spalle che mi perseguita ovunque io vada. È opprimente e mi costringe a rimanere sempre in allerta.
Il giornalismo ha subito un'involuzione. In questo secolo gli addetti al settore azzannano le prede e le lasciano solo quando le loro fauci hanno toccato le ossa della vittima. Dopotutto sono stati ottimi scolari nell'apprendere i metodi di caccia degli animali. Soggiunge sarcastica la vocina malefica.
Sofia, concentrati su te stessa. Non badare al mondo. Devi focalizzare l'attenzione su ciò che ti rende libera. Ribatte la vocina della coscienza.
«Sofy, mi stai ascoltando oppure sto parlando con Bern?» Ora il cucciolo le ruota tra le gambe, tamponando qualche volta le caviglie. Scodinzola e la campanellina ticchetta pesante, rumorosa.
"La donna era strana. Non ha voluto dirmelo" Scatto in direzione di Bern e lo stringo in grembo. Lui abbaia con il suo tono flebile per poi cominciare la missione "Inondazione viso di Sofia".
La campanellina oscilla e il rumorio è minaccioso. Quell'ambra scuro sembra privarmi della vista. Cosa mi dirà che sarò pronta ad aprirla?
Aprila e scoprirai un qualche scherzo di cattivo gusto da parte di Mathias. Ronza la vocina della coscienza.
«Perché stai fissando il collare di Bern? Hai assunto un'aria da psicopatica registrata nell'Hall of Hame dei serial killer.» Serena serre le palpebre e i suoi occhi diventano due piccole fessure. Una notifica la costringe a calare lo sguardo sullo smartphone.
I miei sensi sono concentrati su piccolo oggetto scintillante: danza lento ed è guidato dai movimenti del capo di Bern (quest'ultimo si diverte a inzuppare il mio viso).
È il collare di nylon carminio che permettere il funzionamento del marchingegno. Non posso più resistere. Devo aprire quella campanellina! Devo farlo...
«Oh cazzo...» Esclama allarmata Serena. Le sue pupille prendono a espandersi a causa dello stupore.
«Cosa c'è?» Il capo si volta di scatto verso di lei, che è poggiata sul davanzale della finestra a bovindo. «Sere allora?» Scampanellio ripetuto.
«Il Collezionista di Volti ha colpito ancora? Christian Germi, poliziotto che lavora nell'ufficio principale di Ertera, ha denunciato la scomparsa del suo collega, Thomas Mills. Quest'ultimo 49enne, era un esperto detective della polizia della cittadina. "Con oggi fanno quattordici i giorni che non vedo Thomas, e non è da lui prendersi le ferie anticipate" Dichiara Germi. Così l'uomo si è preso la briga di andare ad appurarsi delle condizioni del suo amico-collega. Ma quello che ha scoperto durante la visita, l'ha preso alla sprovvista. "L'appartamento di Thomas era vuoto come se lui non vi avesse mai abitato", dice Germi chiaramente sconvolto. Ma non è tutto... Sedetevi e giurate a voi stessi di non emettere un urlo alla lettura di quanto segue. Thomas Mills era il padre di Zeno Mills, nonché omicida di Bernardo Montanari e serial killer che si è guadagnato l'epiteto de Il Collezionista di Volti. In un'ipotesi in cui Zeno Mills sia andato dal padre a chiedere consiglio, non è da cestinare la teoria che fra i due sia scaturita una discussione, o magari una rissa. A questo punto della nostra storia, nessuno è in grado di smentire le tesi che il Collezionista di Volti abbia aggiunto un altro trofeo alla sua collezione, ovvero il volto del padre.» Gli occhi di Serena percorrono indefessamente le righe che appaiono sul display.
«Non fanno altro che avanzare tesi su tesi. Quanto li odio questi giornalisti. Sono degli immorali del cazzo!» Esplode lei mentre mi accascio sul divano in pelle.
«Non è stato lui a uccidere il padre. Di questo ne sono certa. Ma quel video, Sere, racconta la verità. Si vede lui che....» Lei non mi lascia continuare e mi stringe forte a sé.
«Sei la persona più forte che questo mondo abbia conosciuto, amica mia. Neanche Wonder Woman sarebbe riuscita a rimanere in piedi di fronte agli avvenimenti che hai affrontato. E se la smettessi? Intendo di lottare. Furio lavora nell'FBI, e potrebbe cambiare la tua identità e quella di Mathias. Magari diventerete dei cittadini mongoli. Vi immagino a scopare come maialini al chiaro di luna in uno di questi posti dimenticati dal mondo. Forse, Sofy, nessuno la può sconfiggere. Ci siamo messe contro di lei e ora guarda dove siamo?» Negli occhi di Serena c'è un velo di inquietudine.
«Forse il male deve vivere nel mondo, chi può stabilire questi equilibri filosofici? Ti ricordi quando studiavamo Schopenhauer?»
«Lo ricordo! Sembra siano passati anni...»
«Già! Sapevi quanto odiassi quell'ipocondriaco. L'unica cosa che capii di quella lezione era che Schopenhauer reputava il genere umano marcio, senza speranza. Sto per dare ragione a Schiopy, ti rendi conto? Sono peggiorata! Dicevo...» Ridacchio all'udire del nomignolo. «... che forse il vecchio aveva ragione. Alcuni di noi sono marci, mentre altri invece nascono con la speranza di migliorare il mondo. Ma quando sull'Everest batte una tempesta di neve, non lo si può scalare, è pericoloso. Noi ci abbiamo tentato ugualmente e ne abbiamo pagato il prezzo, tu un po' di più. Dimmi che con queste parole ti ho convinta, ti prego.»
La sua voce è supplichevole. Afferro le sue mani chinando lo sguardo.
«Sere...Quello che mi stai chiedendo ha un dannato senso. Quando vorrei che tutto questo finisse. che io e Mathias riuscissimo a vivere il nostro presente, che mia madre non dovesse più correre dall'America per consolarmi e rinviare ancora una volta la sua vita. Non ricordo quando l'ultimo dei miei sogni sia stato un vero sogno, non ricordo quando una settimana sia stata una normale settimana come tutti gli esseri umani. Tutto ciò di positivo sembra essere scomparso dalla mia vita. Darei ogni misero euro che mio padre mi ha lasciato in eredità, ogni bene, ogni auto per fuggire via da questo inferno e riprendere la mia vita fra le mani, o perlomeno provarci. Ma... Non posso farlo. Non posso trasformarmi in una fuggitiva e vivere all'ombra di Celeste. Lotterò, sempre. So che nulla in questo mondo va secondo una logica, ma Celeste sta cominciando a perdere colpi. Zeno le sarebbe potuto servire per assassinare mia madre, ma invece lei ha preferito inviare il video alla polizia. L'ho visto, Sere, nei suoi occhi... Mi ha dato la pistola. Potevo ucciderlo, ma non l'ho fatto. Sai perché? L'ho creduto. Ho creduto che Zeno non abbia ucciso mio padre. E non ho la più pallida idea se abbia fatto bene. Le sue parole sapevano di verità, quella confessione mi ha lasciata senza fiato anche se non l'ho fatto notare. Thomas era a conoscenza che il figlio veniva stuprato, ma non agiva poiché il prete che abusa di Zeno allo stesso tempo sapeva che Thomas seviziava il figlio. Forse meritava questa fine. Il mondo ha bisogno di persone come la mamma, come te, Furio e soprattutto come Mathias.» Gli arti di Serena subiscono un leggero spasmo.
«Ti sbagli, il mondo non ha bisogno di persone come noi, Sofy, il mondo reclama la tua presenza per evolversi.» Vengo calamitata dalle sue braccia.
«Okay... Se credi che Zeno non abbia ucciso tuo padre, allora lo credo anche io. Una sola domanda? Hai pensato a cosa dobbiamo fare adesso?»
Chiede lei, ma nel contempo la porta d'ingresso si spalanca. La mamma struscia i piedi sullo zerbino emettendo smorfie disgustate.
«Oh cielo... Perché dovevo parcheggiare l'auto nel punto in cui c'era la merda?» Parla fra sé e sé. Non si è accorta della nostra presenza.
È accigliata e borbotta come un vecchio pensionato che deve attendere la fila allo sportello.
«Maledetti bastardi che abbandono i cani. Che razza di mondo è questo? Sono allibita.» Pulisce la suola con delle salviette imbevute continuando a ignorarci.
Io e Serena ci guardiamo esterrefatte. Bern è interdetto: le sue orecchie sono attizzate come se stessero ricevendo il segnale dal satellite.
«Ora metto la spesa qui...» Adagia le buste sul pavimento, sbuffando. «Che fetore...» Ma quando leva lo sguardo, lancia un urlo grottesco coprendosi le labbra.
«Cosa cavolo... Sta per venirmi un infarto, eppure è raro per una donna in fase mestruo.» Dice ansante e appoggiandosi al cardine dalla porta. Il suo lungo carré è spennacchiato.
«Io avevo parlato con...» A gesti indica qualcosa fuori alla porta.
«Avevi parlato con...» Dico in attesa di risposta.
La mamma per un attimo assume un'aria incerta, poi fa riapparire il suo sorriso radioso.
«Volevo farti una sorpresa! Pranzetto con Serena, Mathias, me e Bern...» Pesca dalla busta una confezione contenente dei biscottini per cani.
Le zampette incerte di Bern slittano sul pavimento e il cucciolo incespica sui suoi stessi arti.
Alle spalle della mamma, Mathias e Furio si accingono a salire le scale.
«Salve, signora.» La saluta Mathias sorridendo. La mamma ricambia, ma quando il suo sguardo incontra quello di Furio, rimane incredula.
«F-furio.» Balbetta facendo precipitare la confezione di Dentastix. Bern approfitta della disattenzione.
«Mamma.» Risponde lui lasciandomi priva di fiato.
«Sono fuori luogo, lo so, ma noi stasera dovremmo andare al Goodbye.» Fa presente Serena alzando il dito come se stesse chiedendo il permesso per parlare.
«Ah... Bene, allora la cena sarà rimandata a un altro giorno da definire.» So che in un altro qualunque momento la mamma si sarebbe rattristata, ma la sua risata furtiva mi fa comprendere che è ebbra di felicità.
Lei, Mathias, Serena e Furio quattro persone che compongono la mia esistenza. Li vedo ridere, e le loro risate mi imprimono voglia di vivere.
Ma una terribile domanda disturba la mia spensieratezza. La rifiuto; non voglio prenderla in considerazione. Lei lotta e alla fine vince contro la debole barriera che protegge l'idea de "Il mondo non è poi un posto così inospitale".
Celeste ha ucciso tuo padre, ora chi sarà il prossimo sacrificio?
[SPAZIO AUTRICE]
Il terrore che Celeste possa agire di nuovo attanaglia la nostra protagonista. Secondo voi Celeste si farà di nuovo viva... Ricordatevi il messaggio che ha mandato a Margaret... 🙊🙊
Sono passati parecchi mesi da quando ho posato le mani sulla tastiera e scritto la prima lettera di Coinquilini di letto/ Il Buio del Tramonto (Come vi pare chiamarlo. So che molte di voi sono affezionate al vecchio nome). Ciò che è accaduto ormai fa parte del passato e ciò che ancora deve succedere appartiene al futuro, che spero ci riservi il meglio. Non so con esattezza quanti capitoli manchino alla conclusione, ma vi assicuro che abbiamo sorpassato la metà e ora ondeggiamo verso una conclusione. Tutti insieme 💪💪. Non fatevi ingannare da questi due capitoli privi di colpi scena. Vi ho avvisati...😈😈
Vi aspetto più in tanti che mai al prossimo aggiornamento. Vi voglio bene. ❤️
-LaVoceNarrante💙
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