Chapter 123






La sintonia che lega il piede di Serena al pedale dell'acceleratore ci permette di arrivare in un tempo record da Raoul. Quest'ultimo è seduto su un masso artificiale posto nel giardinetto e una tenue luce bianca gli scolora la pelle scura.

Sembra essere sul punto di una crisi di nervi poiché afferra crespe ciocche di capelli creando intrecci di vortici.

«Raoul!» Tuona Mathias e lui leva il capo fissando l'amico con uno sguardo cagnesco.

In casa una sola luce giallognola è accesa e una sagoma nera si sporge tra lo spazio venutosi a creare tra la tenda.

Osservo la finestra ma quando Giorgia, la mamma di Raoul, compare l'attenzione scema.

Dov'è Zeno? Devo ancora porgli delle domande. Se non è stato lui ad uccidere mio padre, allora chi è stato?

Ti rammento che quel pazzoide voleva sventrare tua madre. Questo trattamento, nel XXI, è riservato alle sole povere bestie destinate al macello. Da quanto tempo hai sviluppato una simpatia per quel subumano? La vocina della coscienza mi costringe a interrogarmi.

Non ho mai nutrito simpatia per lui, e mai ne proverò. Ma il gesto di lanciarmi la pistola e affidarmi la sua vita, è stato troppo azzardato persino per Zeno.

Il suo passato è stato drammatico anche se ciò non giustifica le azioni sconsiderate. Non riesco a trovare una terzia via, un indicazione che mi suggerisca di procedere per un sentiero.

La vita è caos, il caos è la sola e unica legge che regola questo universo privo di senso.

Celeste... È lei il tiranno che obbliga i suoi sudditi a commettere atti orribili.

«Sofy, ehi... Sono qui! Diamine quanto sei assorta.» La vocina squillante di Serena spegne il gas che fa bollire i pensieri.

«Lui non c'è. È già andato via!»

«Lui chi? Zeno?» Chiede Serena cogitabonda.

«Io ho definitivamente chiuso, BASTA! » La voce di Raoul è qualcosa che si avvicina al bramire di un orso cui gli è stato sottratto del miele. «È venuto q-qui di nuovo, con una p-pistola. La sua gamba sanguinava e m-mia mamma è stata costretto a saturargli la ferita. Questa sera farò le valigie e me ne andrò, lontano. Non so dove.» Venuzze carmino gli riempiono le cornee e le pupille sembrano essere sbarrate da transenne anti vista.

«Non ti ho chiamato per incolparti, ma semplicemente perché noi ci conosciamo da ormai troppo tempo per prenderci in giro.» Raoul emette un sorriso stizzito rivolgendo poi la sua attenzione verso di me.

«Sta indicando me?» Si chiede Serena additando il suo petto.

«Quanto sei cambiato, o meglio quanto ti ha cambiato...» Un'ondata di calore incontra il mio corpo. «Sei sicuro di rovinarti le vita per lei? È questo che vuoi? Mandare tutto a puttane per una normale ragaz...» Ma la bocca di Raoul assaggia presto le nocche di Mathias. Raoul indietreggia tamponando la fiumana di sangue proveniente dalle narici.

«No, Mathias!» Mi frappongo fra i due, ma stranamente il grigioverde è mite, quasi rilassato. Ora si massaggia le nocche mentre Raoul si accascia al suolo dolorante.

«Porca puttana, cosa diavolo sta succedendo?» Serena accorre sbigottita.

«Raoul ti senti bene?» Mi appuro delle sue condizioni, ma lui mi allontana con un braccio.

«Soo bene!» Le mani filtrano alcune consonanti elidendole. «Sei tu, la causa di tutto.» Quando allontana gli arti dal naso, il sangue si insedia nella bocca arrivando presto a inondare le sue gengive, i denti.

«Mi domandavo quanto cazzo saresti durato, Raoul, a fingere di accettare di Sofia. L'amore, tralasciando il sesso, fa soffrire, tanto amico, e tu più di tutti lo sai bene. Ti avevo consigliato di rinunciare, ti avevo detto che non ci sarebbe stata una minima speranza, ma tu non mi hai ascoltato e non te ne faccio una colpa. Sei stata la cosa che più si avvicinasse a un amico quando ero piccolo, ma crescendo diventiamo cani affetti da rabbia, ci imbastardiamo. Non ricordo più il tuo grazie quando ti salvai quella volta, non lo ricordo più.» Raoul deglutisce liquido rosso. «Stai facendo la scelta giusta ad andartene. Mi dispiace per tua madre; la mia biologica ama distruggere la vita delle persone. Te l'ho sempre detto che sei fortunato.»

«Perché ti sei interessata a Zeno?» Mi domanda Serena sottovoce.

«Non è il momento adatto.» Distorco la bocca.

«Dov'è andato?» Il grigioverde è solenne. Raoul china il capo per scuotere la testa.

«Non lo so. Ha soltanto aggiunto che tra non molto la polizia riceverà qualcosa di importante. Non ha avuto il tempo di dirtelo...» Il suo tono è rivolto verso di me. «Non devi credere a quello che vedrai, non lo fare. Queste sono state le uniche parole che mi ha detto.»

«A cosa non devo credere?» Sbotto. La mia psiche non reggerà ancora per molto. Dovrò trovare un rimedio per ristabilire l'equilibrio. Avverto un'ansia irrefrenabile dominare ogni mio singolo nervo.

«Avete parlato prima, vero?» Lo sguardo di Mathias mi interpella. «È stato Zeno ha trascinarti fuori di casa...»

Mi volto inumidendo le labbra. Sopra di me, le nuvole hanno oscurato ogni singola stella.

«Ma cosa dia... Ragazzi, dovete raccontarmi cosa cazzo sta succedendo!» La voce irritata di Serena tromba nei timpani.

«È la tua amica che deve-» Riprende Mathias altero.

«Okay! Zeno mi ha rapita, trascinata fuori casa...» - le pupille di Serena stanno per uscire dalle orbite - «... Sì, ho parlato con lui, ma non ha ucciso mio padre. Non è stata lui!»

I tre mi guardano come se fossi uscita fuori di senno. Raoul emette un lamento per poi pulirsi con la manica della felpa. «Quello è uno psicopatico. Non gliene importa nulla di uccidere una pers-»

«LO AMAVA. Contro tutto si può combattere eccetto l'amore. Non lo si può sconfiggere, non è possibile. Non esistono armi, gas, formule per vincerlo. Lo amava in un modo contorto, ma quello che contava è che lo amava e l'amore ti impone l'obbligo di rispettare un voto di fedeltà.»

«Sofy, m-ma t-tuo padre è-è-»

«So che è morto, Dio lo so!» Interrompo Serena. «È stata Celeste, lei a-avrà commissionato q-qualcuno altro, forse quel tizio con un tatuaggio sulla testa-»

«Furio l'ha acciuffato.»

«Allora qualcun altro. Lei è conosciuta nel giro dei criminali, no? È Attila. Chi non la conosce, la regina del narcotraffico.» Duello contro le lacrime.

«Cosa ti ha detto?» Mi chiede Mathias avvicinandosi.

«Mi ha lanciato una pistola. Io l'ho impugnata è stavo per premere il grilletto. Se avessi creduto alle sue parole, non avrei dovuto spararlo, altrimenti sarebbe accaduto l'esatto contrario.»

«Potrebbe essere stato chiunque...» Serena si lancia in delle ipotesi.

«E allora perché venire in casa mia, puntare una pistola sulla tempia a mia madre e farmi intendere che lui avrebbe ucciso Bernardo?» Soggiunge Raoul astioso.

«Non possiamo parlare di coerenza quando il soggetto è Zeno. È imprevedibile.» Ragiona Mathias. «Scusa per il cazzotto, ma te lo meritavi.» Raoul lo guardo in tralice, poi annuisce. L'emorragia pare essersi presa una pausa.

«Ha organizzato un incontro; c'era anche suo padre, Thomas. Io gli ho urlato contro chiedendomi perché mi avesse trascinata in quel posto. Ero fuori di me. Da piccolo, Zeno, ha subito...» Mi raschio la voce. Dio quanto è difficile dirlo! «... Ha subito abusi sessuali. Lo stupratore era un prete. Pare che il padre lo sapesse e allora lui si è vendicato.»

«L'ha ucciso?» Chiede Serena sconvolta.

Tentenno.

«Ehi, guardami.» Mathias posa due dita sotto al mento. Il suo tocco mi comunica che non sono sarò sola in questa battaglia, che lui combatterà al mio fianco.

«Raoul... O santo cielo, stai sanguinando.» Giorgia con la sua sbarazzina capigliatura riccia compare dalla soglia. Si dirige avvilita verso Raoul. «Ce ne dobbiamo andare, adesso! Basta, Mathias è col-»

«No, mamma!» La interrompe Raoul. «Lui non c'entra nulla e neanche... Sofia.» Enfatizza il mio nome. Giorgia guardinga si placa anche se non pare convincersi appieno delle parole del figlio.

«In televisione stavano per annunciare una svolta nell'indagine dell'uomo ucciso in chiesa... Tuo padre Sofia.» Ora Giorgia ha un tono posato. Pondera le sue parole aggiungendo uno stile materno.

A perdifiato mi lancio verso l'ingresso raggiungendo il soggiorno.... Il moto della Terra si interrompe. Compare un avvertimento...

Questo video contiene scene esplicite che potrebbero turbare la psiche di soggetti sensibili. È severamente vietato mostrare quanto segue ai bambini.

La telecamera è posta ad angolo; in basso la data in sovrimpressione indica 20/09/2017 09:12

Le pareti della chiesa istoriate da affreschi raffiguranti avvenimenti chiavi della religione cristiana risaltano all'occhio. Un altare è situato al ridosso delle panche (solo la metà sono inquadrate).

A destra un uomo a capo chino avanza dirigendosi verso il confessionale. È papà, la capigliatura è la stessa e anche la corporatura.

Parallelamente, dal lato opposto, un ragazzo con indosso un saio rosso si dirige verso di lui. Tiene la presa sullo stelo di un calice, adatto a contenere le ostie.

Il ragazzo si ferma senza però alzare lo sguardo. Le sue labbra si muovono e sembrano avere il potere di bloccare la camminata di mio padre.

Dal calice, il ragazzo, afferra un'ostia e la protende timidamente verso papà. (Non l'accettare, non farlo!) Quest'ultimo l'afferra ingerendola.

Sento una fitta allo stomaco. Il tempo scorre, uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette.

Papà muove la testa. È di spalle. Il suo viso non è mai stato inquadrato. D'improvviso si genuflette per poi accasciarsi al suolo.

Le mie labbra sono spaccate a sangue a causa degli incisivi.

«Sofia... Dovresti...» La voce di Serena è remota. È Zeno il ragazzo: estrae una sciabola dalla schiena e si lancia sul corpo esanime. Si accomoda sulla schiena e comincia a tagliare la pelle del viso.

In un frangente, mi ritrovo stretta fra le braccia di Mathias. La visuale mi si è oscurata. È tutto buio. Ma io mi sgolo. Le corde vocali vibrano. Mi dibatto.

È inutile, mio padre è morto. Chi l'ha ucciso? Come posso pensare che non sia stato Zeno? Il video racconta la verità.

Un'ultima ora: il file è arrivata alla polizia da una fonte anonima. Gli agenti, però, non sono riusciti a risalire all'indirizzo IP. Sento la voce della giornalista annunciare la notizia.

«Calmati, passerà!» La voce di Mathias mi culla, le sue braccia non mi permettono di vedere l'oscurità del mondo e il suo petto mi offre la superficie per versare le lacrime.

«Ce la faremo, insieme. Noi due, contro di loro. L'abbiamo sempre fatto e lo faremo per sempre, finché i nostri cuori pomperanno l'ultimo battito.» E così mi lascio inebriare dalla promessa che noi due dureremo in eterno.

[SPAZIO AUTRICE]

E voi a chi credete? È una decisione complessa 😈😈😈😈

Cosa ne pensate di questo capitolo? 🤔🤔

Okay, ragazzi per tutti quelli che bramano le vacanze natalizie... Daje manca poco 😂😂😂😂😂😂😂😂 (siamo già in ottobre). Procede bene la scuola? Lamenti tra 3...2...1... 😌😌😌

Scusate per gli aggiornamenti in ritardo, ma l'università sottrae del tempo, tanto tempo... 😔😔

Vi aspetto più calorose che mai al prossimo aggiornamento. Vi voglio bene. (Niente soprannome. Sono un disastro 😂😂😂. Una lettrice lo sa benissimo 😂😂)

-LaVoceNarrante 💙

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