Chapter 112
PDV Celeste
Una settimana dopo...
Celeste dalla sua terrazza osserva il lento discendere del sole. Si ricorda delle parole lette in quello schifoso libro.
"Il bambino innamorato del tramonto. Che cazzo di titolo è?", pensa e nel frattempo affonda le sue unghia nel lezzo manto nero di Greg; il felino emette un miao sofferente e indignato del trattamento a lui riservato, si allontana dalla padrona.
«Stronzetta! Mio figlio non può amare lei. Lui ama me. Io sono sua madre. Sì, colei che ha spinto la sua fottuta testa fuori dalla mia vagina. Devo calmarmi. Inspiro... Espiro... Di nuovo: inspiro... Espiro.»
Il petto di Celeste va su e giù e il suo cuore, abituato a sostenere ritmi elevati, pompa con maggiore intensità.
Fruga nella sua tasca agguantando un oggetto in oro dalla forma di uno stelo e contenente la sostanza bianca che lei ama denominare "Chiave per il paradiso".
Dabbasso le onde sbattono contro la scogliera venezuelana.
La punta dell'oggetto penetra nel suo naso e Celeste pigia l'interruttore aspirando la Chiave per il paradiso.
Tira su con entrambe le narici per poi massaggiarsi il naso con il palmo della mano.
La sua schiena ora è schiacciata contro la comoda poltrona in pelle mentre la sua mente è in procinto di entrare nella città dello Sballo.
Occorre pochissimo tempo, prima che la sostanza defluisca nelle vene.
Si sente invincibile. La sua forza è triplicata ma il rancore verso quella mezza donna di Sofia le fa oscurare la vista.
La Chiave per il paradiso non è servita a oscurare il presagio che ormai non le consente di dormire la notte.
Quella sguattera è ancora nei suoi pensieri e l'impossibilità di raggiungere suo figlio Mathias, le fa fremere i nervi.
Celeste, con le palpebre spalancate come se fossero tenute da due mollette, si alza dalla sedia. Percorre il suo studio dove illustri narcotrafficanti – lei si diverte a chiamarli colleghi – si sono sottomessi alle sue direttive.
È lei la regina della droga, è lei la donna che fattura cinquanta milioni di dollari al giorno.
Una piccola stronzetta non possiedi i mezzi per impensierirla, questo lei lo sa.
Eppure, c'è qualcosa nella sua mente che la tormenta. Un recondito presentimento che alla fine Mathias sceglierà la Puttanella e non la sua dolce mammina.
"No! Questo non succederà. NO!" Celeste batte un pugno sulla scrivania in vetro e una piccola crepa si espande sulla superficie.
Toc, toc, un rumore di nocche, e Fidel, la sua guardia personale chiede se può entrare. Celeste annuisce con aria di sussiego e ritorna a contemplare il lento tramonto.
«Signora, ecco il fascicolo che lei ha richiesto.» L'uomo, alto più di due metri, le poggia la cartellina giallastra sulla scrivania. Celeste si volta di scatto passandomi una mano nei capelli oleosi. I suoi denti mangiucchiano le labbra emaciate.
«Ci sono tutte le informazioni?» Chiede lei.
Greg a passo elegante struscia il suo manto sulla caviglia di Celeste, senza però ricevere alcuna attenzione.
«È tutto li dentro.» Risponde soddisfatto Fidel sfoggiando un sorrisetto da bravo scagnozzo.
Celeste solleva Greg e quest'ultimo si esibisce in miagolii muovendo i suo lunghi baffi.
«Ora la distruggeremo, Greg... Non mi guardare in questo modo. Lo sapevamo entrambi che se la uccidevo, Mathias non sarebbe più tornato. Dobbiamo levarle tutto ciò che possiede. Sarà costretta a incolpare mio figlio, e a quel punto Mathy ritornerà dalla sua cara e ricca mammina.»
Greg regale ruota il collo e le sue cornee ambra spaziano a destra e manca. «Sì, approfondirete la vostra conoscenza, tu e il mio Mathy. Ti vorrò sempre bene, Greg.»
Celeste euforica adagia il gatto sul pavimento in marmo per poi accingersi a raccogliere la cartellina.
«Avrai un aumento di stipendio. Diecimila euro in più, ti stanno bene?» Snocciola Celeste.
«C-certo. Mi v-vanno più che bene.» Fidel goffamente china il capo in segno di reverenza.
«Vediamo un po'...» Le mani anchilosate di Celeste sfogliano e le pupille dilatate tentano di mettere a fuoco le lettere.
«Mhh... Inutile, non me ne frega un cazzo dove abbia frequentato le scuole. Ha vinto un trofeo per la migliore novella, all'età di quindici anni?» Celeste rivolge un'occhiata a Fidel e lui fa le spallucce.
«L'avrà copiata. La madre si chiama Margaret... Cosa significa che non è in Italia?» Fidel viene di nuovo chiamato in causa.
«Signora, quasi un mese fa la donna ha prenotato un biglietto per l'Arizona, ma non siamo riusciti a trovarla.»
«Avrai cinquemila euro di aumento e non diecimila.» Sbotta isterica Celeste rituffandosi nella scartoffie.
La scrivania è invasa da fotocopie di biglietti aerei, fotografie scattate e materiale della polizia bollato da simboli delle forze armate.
«Polizia italiana... Questo può essere interessante. Che coglioni questi qui...» Fidel con le dita unite dietro la schiena attende febbricitante la risposta del suo capo. «Ha fatto alcune denunce. L'ultima ai danni di questo stronzetto: Alberto Corvini-» Celeste viene interrotta e il suo sguardo diventa subito indignato.
«Signora, non possiamo più metterci in contatto con lui. Nella giornata di ieri, il ragazzo ha confessato di aver appiccato un incendio e di aver ucciso due persone.» La informa Fidel.
Il volto di Celeste è livido di rabbia. Le sue iridi sono magma e le sue narici un sfiatatoio di ossigeno.
«E allora perché cazzo è in questo fascicolo se non posso mettermi in contatto?, eh? Me lo spieghi? Secondo te sono dell'umore giusto per pensare a queste stronzate? L'aumento te lo ficchi sul per il culo.» La voce strillante echeggia fra le pareti cesellate di opere d'arte moderne.
«S-signora, c'è q-questo q-qui.» Il ditone di Fidel indica un nome preciso. «È in una clinica. P-possiamo farlo uscire.»
Celeste osserva il suo scagnozzo con un velo di curiosità. Ricala lo sguardo sul resoconto e legge il nome indicatole: Zeno Mills.
La foto segnaletica ritrae un ragazzo con la testa rapata e il volto pallido e scarno. «Chi cazzo è questo Tutankhamon?» Domanda Celeste irrequieta.
«Pare che il padre della ragazzina fosse gay. E questo Zeno era il suo amante. Ha minacciato la ragazzina dicendole che avrebbe ucciso la madre se lei non avesse rispettato un accordo.» Fidel spiega entusiasta.
«Quale accordo?» Chiede Celeste.
«Non lo sappiamo.» Ma questa volta Celeste decide di non redarguire il suo tirapiedi.
In quelle iridi nota qualcosa di diverso, di anormale. Quel ragazzo le suscita qualcosa, una gioia recondita.
Il terrore che Sofia le possa soffiare il suo dolce Mathias sembra abbandonare il suo corpo consumato dalla droga.
«Questo è l'uomo giusto!» Celeste sfoggia un sorriso tetro, carico di malvagità.
Posa una pacca sulla spalla di Fidel continuando a sogghignare.
«Occupati di far uscire questo angioletto dal manicomio. Ben presto, mio figlio sarà dei nostri. Me lo sento! Zeno distruggerà la vita di quella Sofia.» Enfatizza l'ultima parola sputando disprezzo.
La sua mente è un faro in funzione: le presagisce che d'ora in avanti lei e Mathias ritorneranno insieme, come un tempo.
Fidel febbrile riordina le scartoffie e da autentico soldatino butta il capo verso il basso.
«Sarà fatto!»
[SPAZIO AUTRICE]
Credevate che vi attendesse la cattura di Alberto e no... Mi dispiace 😈😈.
Se avete prestato attenzione alle parole di Fidel, lo scagnozzo di Celeste, saprete come sono andate le cose 😈😈😈. La malvagità.
Intanto... La dolce e premurosa Mammina di Mathias ha reclutato la sua arma speciale: Zeno 😱😱😱. Cosa succederà?
Esprimete i più sinceri messaggi d'amore per Celeste 😂😂😂😂😂
Vi aspetto più calorose che mai al prossimo aggiornamento. Non mancate. Ci sarà da divertirsi. Vi voglio bene ❤️❤️
-LaVoceNarrante 💙💙
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