Chapter 109




                    


«Eppure ricordo di essermi svegliata e non averti visto alle mie spalle.» Serena si frega gli occhi mentre l'eco dei passi sul pavimento disorienta le mie idee. «Tu dici il contrario. Non mi convinci...»

Nel bel mezzo dell'aeroporto, di fianco alla statua di marmo di una sirena poggiata su uno scoglio, Sere si blocca assumendo un'aria inebetita e sconvolta al tempo stesso.

«NO! Non ci credo! Dimmi che non è vero?»

Sbuffo.«Quale confutazione dovrei darti?» Il mio viso è l'espressione della stanchezza. 

«Sei una stronza. Hai fatto sesso in aereo.»

Avvampo all'istante, ma un momento dopo riprendo il controllo di me. «Cosa? Forse avrai sognato di farlo con Furio...» Tento di fuorviare la discussione.

«Non fare la finta tonta.» Serena fa ondeggiare il suo indice come un pendolo e si ficca una mano sul fianco. «TU, stronzetta, hai fatto sesso nel bagno dell'aereo.» Il dito accusatorio non mi lascia via di fuga.

«Tu dormivi.» Le lancio un'occhiata sguincia e fiera le do le spalle.

«Avrai fato acrobazie in quel spazio ristretto.» Si avvicina trottando e disturbando la mia visuale.

«Avresti potuto approfittare anche tu della situazione.» Faccio faceta e lei indignata si piazza davanti. 

«Con ciò, non mi hai ancora superata. Sono ancora la regina del sesso e in particolare dei pompini.»

«Sere, ti prego siamo in un aeroporto. Ci sono almeno mille persone.» Mormoro discreta.

«Nessuno conosce l'italiano, all'estero è come la formula segreta della coca-cola. Quando spalmerai su un pene della Nutella con panna montata e lo succhierai, potremo mettere in discussione la mia leadership.» Dice tronfia e dando uno slancio alla sua capigliatura mossa. 

«Oh diavolo! L'hai fatto sul serio?» Chiedo sbigottita. 

«Una regina per detenere il potere deve sperimentare e sopratutto muoversi con destrezza.» Mima un movimento erotico.

I passanti la osservano divertiti. Io, vermiglia in viso, sguscio via, ma Serena ancora una volta urla il mio nome.

La sua esuberanza è direttamente proporzionale alla mia vergogna.

***

Un vento di mare sferza i fragili rami rinsecchiti e la salsedine si deposita sulla mia pelle.

All'orizzonte, una linea azzurrina corre retta e più su raggi di sole tenui bagnano la diffidente conte di Siren.

L'orologio su sfondo a tema bandiera britannica, segna le 16 e 45 e le strade sono poco popolate.

L'aria è pesante, grave sulle spalle come un masso vulcanico.

Afferro la lettera anche se ho già memorizzato l'indirizzo. Astrea, pontile della contea di Siren. Rileggo ancora una volta. 

Furio discute animatamente al cellulare, mentre Serena è impegnata in una video chiamata con Bianca, sua madre. 

«Eravamo in calore in quel bagno.» Il soffice rumore di un bacio sul collo, mi distoglie dal pensare e la voce suadente di Mathias scuote la mia pelle.«Tu un po' di più, però.» Mormora lasciando un altro bacio sull'orecchio, che comincia a fischiare. 

«Ahi.» Faccio pressione sull'udito. 

«Mmmm, lo stesso "ahi" che emettevi quando ti scopavo.» Gli assesto uno sberla ma lui la schiva all'ultimo secondo.

«Io ricordo di non aver fatto nulla.» Protesto fingendo.

«... Sì, mamma sono in Inghilterra, adesso. Qualche novità? Oltre ad aver scoperto che due sporcaccioni hanno fatto sesso in aereo...» Serena ci lancia un'occhiata obliqua.
«... Nulla di nuovo.  Come dici... Sofia? Nooo, non è stata lei. Sai com'è una santarellina.» Le mostro il dito medio, mentre Mathias sorride. Le fossette mi persuadono a saltargli addosso. 

Non possiedi più dignità. Le donne dovrebbero scomunicarti dal genere. Protesta la vocina della coscienza. 

Sofia, piantala di porti milioni di interrogativi. Come ogni cosa in natura, il predominio del genere maschile ha avuto un inizio e una fine. Se un uomo pensa di scoparsi una donna, viene considerato naturale, mentre se è una donna a farlo, a essa verranno appioppati i nomi più fantasiosi. Mia cara, il mondo sta cambiando e le donne si stanno evolvendo. Tu stessa hai accettato di diventare una Superdonna. Ogni evoluzione necessita di tempo, ma il momento che le redini del mondo passino a Voi, è arrivato. Il mondo necessità di progresso e solo le donne potranno deragliare il binario cui il mondo sta vertendo. La vocina malefica sprona la mia mente. Come poterla biasimare? 

«Sorellina...» La parola di Furio mi fa strabuzzare gli occhi. Lui nota il mio smarrimento.«Volevo dire Sofia... Conosci già l'indirizzo del destinatario?»

«Sì.» Rispondo con sguardo vitreo. Perché quando mi chiama "Sorellina" provo un senso di fastidio? Forse ancora devo perdonarlo per ciò che ha fatto a Mathias. 

«Allora possiamo andare. Tra poco verrà un'auto dei servizi segreti britannici. È un mio amico. Ho dovuto confessargli tutto. Ma ci possiamo fidare.» Ci informa scrutando me e Mathias. 

«Potrebbe ripetersi la stessa situazione avvenuta con John. Ti fidavi di lui, e invece era stato assoldato da Ce... Lo sai da chi.» Convergo. Mathias mi rivolge uno sguardo rabbuiato.

«Lo so.» Furio inclina il capo ficcandosi le mani nelle tasche.

Il tradimento di John l'avrà ferito. Non gliel'ho chiesto e credo sarebbe opportuno che io e lui parlassimo un po', magari una volta aver trovato il famoso pontile della contea.

«Ma Eduard è un amico d'infanzia. Una volta che troveremo il tizio, dovrò parlarci.» Mi avvisa rialzando lo sguardo. 

«Parlare non è mai stato un problema negli interrogatori.» Mathias lo punge con le parole e Furio patisce la sofferenza dei suoi errori, distogliendo lo sguardo.

Mi ero illuso che avessero risolto le loro controversie, ma la mia mente ha soltanto creato castelli fatati. 

E false speranze... Ronza la coscienza.

Il finestrino di un suv nero, si cala lentamente e un sorriso raggiante compare dietro di esso. Serena liquida la madre soffermandosi a guardare il ragazzo bruno in divisa borghese. «Furio in Inghilterra? Tra poco cascheranno banconote dal cielo.» 

«Eduard!» Esclama Furio gioioso raggiungendo l'amico. Accozzano i loro pugni continuando a prendersi in giro a vicenda. Furio è euforico e lo stesso vale per Eduard.

«Ragazzi potete accomodarvi...»

«Taxi!» Mathias si impianta sull'asfalto ostruendo il passaggio di un taxi verniciato di arancione a cui lati della fiancata sono dipinte due sirene. Furio contrae le mascelle.

«Te l'avevo detto. Noi due non abbiamo risolto un cazzo.» Lo avvisa Mathias sedendosi di fianco all'autista, un uomo indiano.

«Ci vediamo al pontile.» Avviso Serena e lei annuisce, senza però smettere di guardare Eduard. «Ti si stanno consumando gli occhi.» Ma lei si volta, sbiancata.  

«Merda. Ricordo quando siamo andate in Grecia? È lui, l'inglese con cui ho fatto sesso. Devo inventarmi una scusa all'istante. AHI, CHE MAL DI PANCIA!»

La velocità con cui Serena parla mi provoca dei giramenti di testa. Ora, recita la parte  della "ragazza mestruata". Lo fa girata di spalle in modo tale da non farsi vedere da Eduard.

«Tutto bene?» Si appura di domandare Furio.

«Periodo rosso.» Soggiungo melliflua e accompagnando Serena verso il taxi. Le ficco la testa all'interno del velivolo intrattenendo Furio con un sorriso.

«Mi devi un favore.» Mormoro furtiva. «Verrà con noi in auto. Ho l'occorrente per farla stare zitta.» 

La mente di Furio è sotto attacco dalla confusione, ma annuisce senza però aver compreso nulla della situazione. 

«Era lui quello del pompino panna e cioccolato.» Serena lo indica sottovoce scorgendosi dal lunato per poi nascondersi dietro di sediolini posteriori. L'autista la osserva dallo specchietto retrovisore, mentre lei se ne frega totalmente.

«Andiamo al pontile di Astrea!» Afferma Mathias e l'uomo scatta sull'attenti ingranando la marcia.

«Sei un caso clinico.» Sussurro a Serena ridanciana. 

«Ero un gran bel fusto. Negli addominali potevi piantarci la spada nella roccia.» Scoppiamo a ridere e l'autista ci classifica ufficialmente come "persone fuori dal comune".

***

L'autista ha evitato di salutarci; forse dal luogo in cui proviene le persone fuori di testa si sono estinte.

Un mare grigio e ribelle si schianta contro il pontile, che si spinge per oltre un chilometro dalla riva. Una sola barca è attraccata mentre i restanti paletti in legno sono spogli, liberi da corde. 

Distinguo una grossa scritta luminosa dai caratteri fantasy, che giganteggia sul tetto di un ristorante. IL PAIOLO MAGICO DI OFELIA. 

«Il pontile meno romantico che io abbia mai visto!» Pronuncia Serena mentre alle nostre spalle gli pneumatici del suv nero sferruzzano sull'asfalto. 

«È stato abbandonato dalla sua scomparsa.» Un vecchio dalle sopracciglia cespugliose e la voce astiosa si issa dalla sedia venendoci incontro.

I suoi capelli sono bianchi come granuli di ghiaccio e la calvizia incipiente gli dona un aspetto da grazioso vecchietto. 

«Dalla scomparsa di chi?» Chiedo. Il vecchietto cammina sul pontile con le mani unite dietro la schiena e lo sguardo volto verso l'orizzonte. 

«Mia nipote.» Il fiato mi si mozza, mentre lo scricchiolio degli assi di legno echeggia come il verso di un orribile mostro.

Furio giunge alle mie spalle.

«Potrebbe dirmi il suo nome?» Mi protraggo verso il vecchio.

Lui si blocca: è di profilo e il vento rende il suo corpo una statua da venerare.

«Vi ha mandati lui, vero? Brutte canaglie! Dov'è mia nipote? Ditemelo.» Il vecchio si volta e le sue orbite, decrepite fosse scarne, brillano di lacrime.   

«No, io sto cercando David. Sono qui perché Joanna mi ha affidato il compito di consegnare questa lettera a lui.» Il volto del vecchio si illumina e le sue iridi iperattive si posano sulla busta spiegazzata. 

«DAVID. DAVID!» Dalla sua bocca fuoriesce una voce simile al ruggito di un vecchio leone che difende il proprio branco. Dopodiché il vecchietto è costretto a mantenersi sul parapetto in legno.

Mathias lo soccorre appurandosi delle sue condizioni, mentre dalla porta de IL PAIOLO MAGICO DI OFELIA, un ragazzo dallo sguardo sconvolto, mi rivolge la sua attenzione.

«Sei tu, David?» Tuono e il vento si diverte a scompigliarci i capelli. 

«È lei... Sapevo fosse viva. L-lo sentivo.» Il vecchietto esulta per poi tossire pesantemente.

Il mare infuriato percuote il pontile e striduli di uccelli marini risuonano tra il cielo schizzato di rosso.

David corre, convulso e impaziente. Gli porgo la lettera e quando riesce a distinguere la calligrafia di Joanna, esplode in un pianto, che fa infuriare ancora di più il mare livido.

[SPAZIO AUTRICE]

Serena è esilarante. Non so dove mi escano i suoi dialoghi 😂😂😂

Tra Furio e Mathias c'è ancora astio. Secondo voi riusciranno a mettere da parte i dissapori?

Finalmente Sofia è riuscita a consegnare la lettera a David. Per chi avesse letto ASTREA: il pontile degli incontri, sa chi è il Vecchietto.

Vi anticipo che sul suolo britannico accadranno molte cose 😈😈😏.ANIME INDIVISIBILI è una storia On The Road, spero lo sappiate 😂😂😂

Vi aspettò più calorose che mai al prossimo aggiornamento. Vi voglio bene. ❤️❤️

-LaVoceNarrante 💙💙

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