Chapter 108







Per giungere a casa di Jérémy, Furio ci ha impiegato meno di dieci minuti.

La mamma ci ha accolti, mentre il padre di Furio era a lavoro. Le ho spiegato gli eventi e lei è stata costretta a prepararsi una camomilla per calmarsi. Ha borbottato che nessuno potesse fare del male a sua figlia, però è successo.

Furio l'ha rassicurata sottolineando che da quest'oggi, lei e Jérémy avranno una scorta dell'FBI in borghese.

Mathias se ne stato in disparte, poggiato al cardine della porta con le braccia incatenate.

Quando si discuteva di sua madre, lui era indifferente. Serena invece ha giurato a se stessa che a suon di schiaffi, Celeste sarà su un letto di ospedale.

Alla notizia dell'imminente partenza per l'Inghilterra, la mamma ha reagito in modo ambiguo: era entusiasta che volassi via dagli USA, ma al contempo prostata per non potermi seguire. Infatti lei e Jérémy hanno deciso di trascorrere un po' di tempo insieme.

È trascorsa una settimana dall'indimenticabile incontro con Celeste e oggi il nostro aereo planerà per le terre dell'Inghilterra.

La mamma durante i sette giorni è stata piuttosto bipolare: per alcuni minuti mostrava il suo entusiasmo, mentre pochi istanti dopo cadeva in un profondo stato di angoscia.

Abbiamo dormito nella casa di Furio, una villetta arredata con stile. Serena non poteva credere ai suoi occhi quando si è imbattuta nella camera da letto costellata di arredamento nipponico.

Furio le ha confessato che il Giappone è sempre stato il suo sogno sin da bambino. A notte inoltrata, però, le molle del materasso hanno dovuto svolgere un duro lavoro per supportare le loro acrobazie.

La stessa notte in cui ci siamo accasati da Furio, delle fitte hanno preso di mira il mio stomaco e poche ore dopo, ho avvertito un senso di sporcizia.

Le mestruazioni hanno reso la mia vita un inferno per tre giorni; tuttavia hanno scacciato dalla mia mente l'idea che il liquido seminale di Mathias avesse fatto effetto.

Nonostante i tormenti patiti, ho trascorso del tempo a contemplare le stelle. Mi sono convinta che non era il momento opportuno, che forse in un futuro lontano io e lui potremmo creare una vita; tuttavia il presente non ci consente di farlo.

Stranamente Mathias già sapeva che fossi nel mio "periodo rosso" e ha colto l'occasione per gabbarsi di me.

Oltre a prenderci in giro l'un altro - Celeste per qualche tempo è sparita dalle nostre menti - abbiamo formato una coalizione contro Serena e Furio, cui affermavano che la sera dormivano senza toccarsi.

Furio, tralasciando la sua segreta passione per la cultura orientale, è dannatamente riversato nella sua vita privata.

Quando chiedevo spudoratamente a Serena cosa facessero la notte, lui diventava rosso come un pomodoro e qualunque attività stesse facendo, l'abbandonava per sfuggire dalle domande.

Serena però non ha saputo contenersi. «Ti offro soltanto un piccolo assaggio. Abbiamo rotto delle staffe del letto. I nostri corpi fanno sesso da soli. Gesù, ogni giorno ci scopiamo con gli occhi e appena sentiamo i versi delle civette, dobbiamo fare sesso. Per la cronaca, il mio radar ha rivelato le giuste indicazioni. Il tuo fratellino possiede un'arma bianca fra le mutande.» Ho riso anche se la mia mente ha rifiutato di immaginare mio fratello e Serena a letto.

«Allora... Si parte per l'Inghilterra!» Esclama Serena facendomi distogliere dai ricordi della mia mente. La mamma e Jérémy salutano Furio.

«Sì.» Stringo nel pugno la lettera di Joanna.

Chissà dove sarà in questo momento; vorrei dirle che sto per consegnare la lettera al suo David e che farò di tutto per far catturare Celeste e farle confessare il luogo in cui la Comunità si nasconde.

«Cos'è quella lettera che stringi?» Domanda Serena sbirciando oltre le mie dita.

«È una promessa.» Le rispondo.

The flight to Siren. Dall'impianto audio, la voce riecheggiante di una donna ci informa che il nostro volo è quasi pronto dal decollo. Mathias mi si avvicina levandomi il peso della valigia.

«Va' a salutare tua madre.» Sussurra recandosi in direzione del tunnel di imbarco.

Il capo della mamma volta a destra e a manca come quello di uno struzzo. Sventolo una mano e lei corre verso di me reprimendo le lacrime.

«State partendo allora...» Tiro sul col naso osservando sia me che Serena.

«Eh sì. Lo facciamo soltanto per darti spazio libero con il tuo bel fustone.» Serena stuzzica la mamma con un gomito. Jérémy e Furio discutano di qualcosa.

«Ci teniamo in allenamento senza bisogno di fare palestra.» Risponde la mamma alla provocazione.

Se lasciare tua madre qui fosse una pazzia? Se Celeste sa che lei è in America? Quella psicopatica ha persino in un soprannome: Attila. Farti precipitare da un burrone sarà stato soltanto un accenno della sua pazzia, Sofia. Quella donna non ha scrupoli, né remore. Ha sacrificato la sua mente per l'effetto psichedelico della sostanza bianca, ma ciò non le ha impedito di trovare il figlio. Tu sei la sua nemica principale, l'antagonista del suo racconto. Questa situazione è diventata un peso troppo grande per tue spalle smilze. La coscienza ha esaurito le sue possibilità per convincermi a rinunciare a questa follia.

«Mi chiamerai? Otto volte al giorno... Ti offro un sconto: sei. In effetti otto sono un po' troppe.» La mamma si ritrova a divagare nelle sue riflessioni.

«Mamma, giuro che bloccherò le tue chiamate.» La minaccio fallendo nell'impresa di reprimere una risata.

«Margaret, faremo video chiamate anche mentre dormiremo.» Subentra Serena e la mamma le riversa un'occhiata di devozione suprema.

«Sei la mia 007 preferita.» Risponde a Serena con un sorriso a trentadue denti.

Io, invece le osservo basita.

«Vi voglio bene. Un abbraccio di gruppo.» Le braccia della mamma ingabbiano sia me che Serena e ci ritroviamo le gole stritolate.

Il singhiozzo della mamma cresce e quando si distacca - dopo interminabili minuti - il suo viso si è tramutato nella Cascate del Niagara.

«N-non devo p-piangere. Devo m-mostrarmi forte.» Dice a se stessa come se noi non ci fossimo.«Non c-ci... Riesco.» E ricasco in un pianto.

The flight to Siren will start in a few minutes. Ripete la voce due volte.

«Mamma, vieni qui. Ti voglio... Bene.» Il nugolo che si è formato alla gola mette a dura prova la validità della mia frase.

Abbraccio la mamma per qualche minuto, poi saluto Jérémy. Furio e Serena si uniscono a me e insieme ci accingiamo a raggiungere il tunnel.

«Mathias... Non ti ha salutata?» Mi volto prima di sorpassare l'hostess, ma la mamma scuote la testa indicandomi chiaramente di non aver capito ciò che ho appena detto.

Sventolo la mano e con la fronte aggrottata mi lascio alle spalle gli USA, la mamma e tutti gli avvenimenti che ho vissuto su questa imprevedibile terra della speranza.

L'hostess controlla i nostri biglietti e cordiale ci indica l'entrata dell'aereo. Mathias ha già preso posto posizionandosi vicino all'oblò.

Nell'aria svolazza una fragranza rinfrescante, anche se si alternano folate di sudore puro.

Serena d'un tratto si blocca, il suo viso dello stesso colore della maglia: nero.

La colgo intenta a frugare qualcosa nella sua borsa: la bottiglietta del deodorante.

«Questi puzzoni sono allergici al bagnoschiuma.» Vermiglia dalla vergogna mi volto, mentre Serena spruzza lo spray nell'aria.

I passeggeri la osservano, chi con aria offesa, chi sorpreso per la sua audacia.

«SOFIA.» Vocia chiamandomi. Dannazione, sono costretta a voltarmi!

«Dici a me?» Chiedo teatralmente confusa.

«C'è qualcuno che si chiama Sofia?» Interpella gli astanti urlando.

«Okay, ci siamo fatto conoscere anche sull'aereo.» La prendo sotto braccio.

Una bambina dai folti boccoli biondi solleva innocentemente la mano; forse si chiamerà anche lei Sofia.

«Questi puzzano. Cosa avrei dovuto fare? Le hostesses pensano a scoparsi i piloti.»

«Oh Dio! Ci stanno sentendo tutti.» La redarguisco. Un hostess mi riserva uno sguardo truce.

«Capiscò l'italianò.» Dice in una pronuncia scorretta. Senz'altro comprenderà un italiano con gli accenti stranieri.

«Lei non voleva.» Mi scuso mentre Serena continua a borbottare che il fetore non è sparito.

Prendiamo posto e Serena approfitta del ronzio delle turbine per spruzzare altro deodorate. Sogghigna sporgendosi dal sedile. «Spruzzato!»

Ma Furio la tira giù poiché una fila intera di persona starnutiscono come una sinfonia cacofonica.

Un risolino mi esce spontaneo, ma appena le rotelle del mezzo si staccano brusche dalla pista, vengo travolta da un senso di impotenza.

Lo stomaco ballonzola nel mio organismo e serro le palpebre aggrappandomi al tessuto di camoscio del sedile.

Urlo come una papera che non sa nuotare e al mio fianco una risata infastidisce i miei timpani.

È Mathias e i suoi denti bianchi contribuiscono a ripulire ancora di più il mio stomaco.

L'aereo è obliquo, direzione nuvole. L'ilarità di Mathias è incontenibile. Il mio stomaco invece è in subbuglio, così come la mia mente.

Dopo attimi di puro terrore, il mezzo si stabilizza e tiro un sospiro di sollievo.

Mi sento in disordine come se i miei capelli fossero stati ficcati in un pozzo d'acqua elettrica. Mathias ha le lacrime agli occhi e Serena e Furio si voltano all'unisono. Ora cominciano anche loro a ridacchiare.

«Cosa avete da ridere? Non ero preparata al decollo.» Esclamo faceta per poi farmi inghiottire dalle risate.

***

Lo schermo, incastonato nel sedile e che ritrae il globo con la rotta designata, illumina il mio viso.

Oltre l'oblò l'America è avvolta dalle tenebre e le stelle suggellano il marchio delle notte.

Serena e Furio dormano con le teste uno sopra l'altra. Buona parte dei passeggeri si esibisce in "LO SHOW DEL RUSSARE".

Alcuni bambini vegliano sui genitori guardando dallo schermo i cartoni animati.

La bambina dai boccoli biondi tasta con dimestichezza il display touch, facendo partire il logo di Netflix. Dopodiché, da piccola signora, si mette comoda coprendosi le orecchie con delle cuffie fucsia e sistemando un cuscino intorno al suo docile collo perlaceo.

Mia cara, l'Ondata Rossa ti ha salutata... Tutti dormono... E nessuno può vedervi... La vocina malefica anticipa il mio pensiero voluttuoso e quando mi volto verso Mathias, lui è sul punto di parlare, con il mio stesso sguardo famelico.

«Questa volta ho il preservativo.» Mormora sfoggiando un sorrisetto.

Quanto amo l'adrenalina delle cose proibite, del suo sguardo, dei nostri corpi che si recano piacere a vicenda.

Mathias abilmente scavalca il mio intimo inoltrandosi nella selva paradisiaca del piacere. «Hai disboscato la foresta.»

Mi fa notare mentre le sue dita giocherellano con il mio clitoride. Ansimo annuendo.

«Questo è un assaggio. Prima tu e poi io, nel bagno.» Faccio per alzarmi, ma lui afferra dolcemente il mio braccio.

«Ci sarà una turbolenza. Sveglieremo tutti.» Morde il lobo del mio orecchio, ma l'allontano.

Dal suo sguardo deduco che la mia azione ha accresciuto la sua voglia.

Sorrido distogliendo lo sguardo da Mathias. Una vistosa freccia indica la direzione del bagno e la seguo guardandomi per qualche secondo alle spalle.

I nostri sguardi si incontrano e anche se sono lontani, si baciano.

Un fremito invoglia la mia mente a ordinare alle mani di aprire la porticina del bagno.

Mi tuffo all'interno della piccola stanzetta, e poco dopo delle nocche percuotono il mio cuore. Furtiva apro la porta e Mathias si ficca dentro.

Senza perdere tempo, blocca i miei polsi alla parete metallica e mi contempla con uno sguardo voglioso.

«Non l'ho mai fatto sull'aereo e questa cosa mi eccita.» Il mio sguardo si sofferma sulla virilità che cresce nei suoi pantaloni.

La complicità ci distoglie dalle apparenze e ci immerge nel Mare dell'Essenza.

«Restiamo a guardarci?» Dico timidamente e mi sorprendo quando avverto un lieve bruciore sulle mie guance.

Tento di liberarmi dalla sua presa, ma Mathias preme con forza sui miei polsi.

«Sei intrappolata.» Ride mentre mi dimeno. «Hai voglia di sesso?»

«Non sai quanta.»

Il pudore non è più presente dentro di te. Squilla la vocina della coscienza.

«Beh, allora...» Mathias avvicina il suo fiato caldo sul mio collo, per poi prenderlo a morsi, succhiarlo, fare ciò che lui desidera.

Lancio occhiate sconnesse al soffitto e la luce giallastra delle lampadine mi dà accesso al Mondo Edonistico.

Non posso restarmene con le mani ferme: approfitto della disattenzione di Mathias, per tastare il suo pene. Lui rimane per qualche secondo sorpreso, poi ride di gran gusto.

«Sei diventata una porcellina. "Non sai quanto".» Mi canzona divertito e la mia maglia è già sul pavimento.

«Stai tremando dalla voglia. Temo per il mio amico lì sotto.» Indica con lo sguardo il gonfiore che si intravede dai pantaloni. Anche il reggiseno è andato.

Mathias si lancia contro i miei capezzoli turgidi; lascia baci schivi sul mio petto e le mie pelle reagisce accapponandosi. Lo tasto con foga sino a impugnare il suo membro.

«Sono già bagnato, cazzo.»

«Anch'io.» Avverto una sensazione di umidiccio fra le mie gambe.

«Devo s-scoparti.» I nostri fiati si uniscono mentre febbrilmente ci svestiamo di ciò che ci copre. Siamo nudi uno di fronte all'altro.

Mathias mi deposita su un davanzale intrattenendomi con le sue dita.

Toc, toc... Un ticchettio soave di nocche ci somministra una dose aggiuntiva di adrenalina.

Mathias mi tappa la bocca, ma io lo stuzzico leccando e mordicchiando la sua pelle. Lui ride.

«Tutto bene?» Una voce femminile si espande dall'altro lato.

Lecco il palmo inferendogli la tortura del solletico. «Benissimo. Il mio... Intestino ama fare cacca in altura.» Fa lui schietto e divertito.

Si sente un grugnito di sorpresa, poi i tacchi dell'hostess abbandonano la porte del bagno.

Il mio corpo è nel quarto girone dell'Inferno dantesco ed è al settimo cielo.

Essere in paradiso significherebbe rinunciare ai peccati, e... Fanculo, io non ho la minima voglia di farlo.

Al diavolo la religione, la regole, le leggi, al diavolo tutto. Lui è con me e il presente è tutto quello che desidero.

Il suo membro svetta fra le mie gambe, un po' umidiccio. L'osservo e faccio per abbassarmi, ma Mathias solleva il mio mento.

«Non c'è bisogno.» Distacco la mano dal suo sesso e Mathias mi volta di spalle.

Deposito i gomiti sul davanzale e uno specchio ritrae i nostri corpi nudi.

Il suo pene è adagiato sulle mia schiena e poco dopo scivola più in giù sino a incontrare il mio punto debole.

Mathias ficca il preservativo su tutta la sua lunghezza. Avverto la punta penetrarmi poi il gonfiore crescere dentro di me.

Poggio stancamente i palmi sul vetro e la condensa creata dai nostri corpi, mi fa scivolare.

Mathias si prende cura dei miei seni, ora massaggiandoli, ora stringendo i capezzoli.

Gemo quando comincia a ondeggiare dentro di me. I nostri corpi producono sudore e il suo fiato bollente bagna la mia schiena.

Provo un senso di vergogna a guardarci nello specchio, ma lui spezza il mio timore.

«Un Dio ti ha appena messo a novanta gradi.» Dice suadente guardandomi dallo specchio.

Alzo lo sguardo incontrando il suo. Rido, ma vengo inghiottita dalla sensazione di piacere che Mathias sa farmi scaturire.

Ora unisce le sue mani sul mio ventre mentre mi penetra più forte. Il bancone ondeggia e il rumore attira di nuovo l'hostess.

«Signore, sicuro di sentirsi bene?» Chiede lei petulante, ma Mathias non smette.

Continua a infliggermi piacere leccandomi l'incavatura del collo per poi ficcarmi assaggiare le fragranza delle sue dita.

«B-benissimo, non si preoccupi.» Ride e io con lui, mentre i nostri corpi riproducono una sinfonia soave.

Lui aumenta ancora di più l'intensità risucchiando tutte le mie energie.

Le gambe cominciano a tremare. Ma Mathias non demorde, mi offre la chiave per il Paradiso, quando un devastante orgasmo mi priva degli arti per qualche secondo.

Simultaneamente entrambi copriamo le rispettive bocche, ed entrambi emettiamo grugniti appaganti e smorzati.

Il vetro è appannato e i nostri fiati si stagliano contro, stremati eppure vogliosi di unirsi.

«Che orgasmo!» Esclama sbalordito.

«Sì.» Sistemo i miei capelli mentre lui stampa bacia lungo la mia spina dorsale.

Amo i suoi baci, ne sono fottutamente assuefatta. «Io sono pronta per un...» Mi faccio avanti, ma vengo interrotta.

«Signore, un passeggero ha un urgente bisogno del bagno. Quanto tempo necessita ancora?»

Mathias fa un sorriso malefico. «Dieci m... inuti.»

Accolgo il suo membro prendendolo di soprassalto. Lui è costretto ad appoggiarsi alle parete per attutire il piacere.

E nei dieci minuti concessoci, i nostri corpi vengono invasi da un altro orgasmo; poi da emozioni che rimarranno forgiate nel cielo, sorrisi che voleranno in eterno fra le nuvole, e baci che ricorderanno anche alle stelle che non sono le sole a splendere.

Ci siamo noi che abbagliamo il mondo. Io e lui che sfidiamo il cielo, le stelle, l'universo.

Due anime per quanto siano distanti, esse sono indivisibili. Questa è la nostra battaglia, e questa sarà la nostra vittoria.

[SPAZIO AUTRICE]

Un capitolo un po' movimentato... 😏😏

Fatemi sapere cosa ne pensate. Mentre gli altro dormono, loro approfittano della situazione 😏😏

Volevo ringraziarvi ancora una volta. Mi accuserete di essere petulante, lo so, ma sento il dovere di farlo. Anche il sequel sta andando bene... Abbiamo raggiunto 100k visualizzazioni SENZA SFRUTTARE IL VANTAGGIO DELLA CLASSIFICA. È risaputo che le storie presenti nella classifica abbiano più visibilità, eppure nonostante ciò mi avete dato enormi soddisfazioni💪💪💪.  Non mi aspettavo che così tante persone leggessero il sequel. Di solito il secondo racconto è sempre meno letto del primo, ma ANIME INDIVISIBILI è a pari passo con il primo romanzo. Grazie, grazie e grazie ❤️❤️.

Volevo informarvi che sto valutando se proseguire o meno ASTREA: il pontile degli incontri. La accoglienze è stata piuttosto gelida. Non è stato un fallimento, forse non è piaciuto 😂😂😂. Volevo scrivere qualcosa di nuovo, ma resta il fatto che sta voi decidere cosa leggere. Detto questo...

Vi aspetto più calorose che mai al prossimo aggiornamento. Vi voglio bene ❤️❤️

-LaVoceNarrante 💙💙

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