Chapter 104
«La carne americana ti è stata servita sul piatto.» Prendo in giro Serena imboccando la strada statale che porta al motel.
«È stata una cosa improvvisata. Quando sei entrata, lui avevo mandato le sonde oltre le mie mutande.» Serena con lo sguardo rivolto verso il finestrino, reprimo uno scoppio di risata.
«Oh cielo... Ti piace Furio!» Esclamo e Serena si volta incupita come se le avessi appena rivelato una verità inaccettabile. «Sono io che piaccio ai ragazzi. Bisogno chiarire questo piccolo particolare.» Fa acida compiendo un mezzo giro con la testa.
«Beh... Però hai sforato il record con Furio, e quindi questo mi fa pensare che-»
«Questo non ti fa pensare proprio nulla. Volevo ammazzare il tempo, e cosa c'è di meglio di usare un ragazzo per farti godere?» Rintuzza vanesia.
«Lo guardavi in modo strano.» Rincaro la dose e di sottecchi noto che il colorito di Serena diviene rossiccio.
«In che modo, Sofy? E poi cosa significa "lo guardavi in modo strano"? Non esiste un modo per osservare una persona, ognuna ha il suo. Sofia, la tua espressione mi irrita.» Protesta Serena voltandosi con il busto verso di me.
«La mia espressione? Io sto soltanto domando. Credevo che tu-»
«CREDEVI MALE!» Sbotta lei irritata e sistemandosi a braccia conserte. «Volevo recuperare un po' di sesso arretrato. Tutto qui.» Tenta di fuggire dalla situazione spigolosa.
«Eri incantata quando Furio ha aperto la porta...»
«Io? La regina di ghiaccio e degli orgasmi? L'esperienza statunitense ti ha fuso i neuroni. Hai assaggiato droga, pasticche? Qualcosa del genere?» Solco un sorriso.
Mi diverte vedere il suo malefico ingegno all'azione. So che Serena non confesserebbe mai un presunto infatuamento nei confronti di Furio, eppure quel suo sguardo esprimeva qualcosa di lampante cui anche lei avrà compreso.
Serena ha sempre avuto l'egemonia degli antidoti in materia di infatuamento e adesso che è arrivato il mio turno di prenderla in giro, non me lo farò di certo fuggire.
«Non mi drogo, piuttosto tu sentirai il bisogno di rivedere Furio.»
«Da quando sei diventata così stronza? Ti diverti, sì? Ti avviso, cara amica, che il tuo sogno di vedere me e Furio insieme non si avvererà, mai... Però aveva un gran bel culo.» Finisce per confabulare tra sé e sé.
«Solo un bel culo?» Chiedo sghignazzando.
Lei mi guarda indignata, poi il suo viso si ammorbidisce come se si fosse sparsa della crema idratante. «Il mio radar ha captato anche un'altra cosa...» Si interrompo fissandomi.
«Cosa?» Chiedo confusa.
«Avrà un pene enorme!» Esclama lei senza pudore.
«Oh Dio, Sere! È mio fratello.» L'allontano con una mano esprimendo il mio disgusto. La strada prosegue rettilinea e ai lati secche brughiera delineano la linea dell'orizzonte.
«E con ciò? Devi essere a conoscenza che tuo fratello fa urlare le ragazze come se fossero sulla giostra più pericolosa di un parco divertimenti. Vedere il suo oscar non mi dispiacerebbe affatto. Spingeva troppo sul mio addome. Un inferno, cioè in senso positivo, intendo.» Resta a guardarla con fare annoiato mentre lei ciarla.
«Perché proprio l'oscar?»
«Perché il suo sarà lungo quanto una statuetta.» Ribatte lei guardandosi le unghie laccate.
«Sere, mi arrendo. Non possiedo le forze mentali per combatterti.» Sospiro mentre un tabellone informativo mi avvisa che il motel NIGHT SLEEP è a meno di 10km.
La focosa perentesi tra Serena e Furio mi ha fatto distogliere l'attenzione sulle informazioni estrapolate dalla bocca di John. Attila... Chi diavolo sarà?
Sofia, mia dolce fanciulla, ascolta la tua vecchia coscienza. Sei un topo da biblioteca e non ti si addice il ruolo di detective; oltretutto stiamo parlando di un narcotrafficante. Sono persone spietate che non hanno alcuna remora. Uccidono per mestiere. Stai rischiando per un ragazzo, uno che ti ha sempre mentita. Ascolta i miei consigli: non commettere questa stupidaggine. Sei ancora in tempo per cambiare idea.
Mia cara, la verità è seta pregiata e come tale deve essere riscossa. Quello che ti impone la mia collega è ineccepibile. Rinnegare la verità per vivere una vita di bugie? Questa non è un'esistenza, ma la sceneggiatura di un film. E tu mia cara pare che possieda la passione della lettura. Come ben saprai un libro ha un solo compito: raccontare la verità. E chi afferma che i libri non rispecchino la vita reale avrà deciso di imparare la sceneggiature a memoria. Lotta per la verità e alla fine otterrei la vita. La vocina malefica annienta quella della coscienza. Parteciperò alla crociata della Verità.
«Hai ottenuto qualche informazione.» La voce di Serena spezza il segnale dei pensieri. Annuisco ingranando la marcia.
«E...?» Fa lei in attesa di notizie.
«L'idea è partita da Attila. Da quanto mi ha detto John, pare essere una donna, ma non è una notizia confermata. Il suo hobby è essere la persona più influente nei traffici di droga.» Le dico e Serena si inforca le lenti.
«Sherlock non ha mai avuto a che fare con un narcotrafficante? O sbaglio? Beh... Saremo le pioniere, e per lo più donne, ragazza! Hai una più pallida idea di chi possa essere?» Chiede Serena.
«No, Sere. La mamma l'ha abbandonato. Zia Alma ha spiegato nel libro che era una misera tossica. Il padre, invece, resta un'incognita. Picchiava la mamma, ma anche lui faceva abuso di sostanze stupefacenti.» Quale viso si nasconderà dietro quel nome?
«Ora spunterà una sorella di Mathias, oppure suo zio. La famiglia è sempre tra i piedi a rompere il cazzo, che diamine! Sono come le zecche, te le trovi sempre intorno. Una volta le mie mani erano impegnate a torturare il pene di un ragazzo. Eravamo in un posto appartato, sai, quel boschetto alle spalle della scuola. Mi volto un secondo e vedo spuntare mia zia con tanto di buste del Carrefour.»
«E cosa hai fatto?» Domando infervorata.
«Le ho chiesto se voleva unirsi. L'arnese necessitava di essere torturato. Zia Priscila è fuggita sconvolta. Il giorno dopo è andata in chiesa per epurarsi dei peccati.» La risposta di Serena mi innesca una reazione di riso tale da provocarmi spasmi.
«Sofy, accosta. Stiamo sbandando come se fossimo in una turbolenza. Guido io.» Mi duole lo stomaco e accosto passando al lato passeggero.
«Ho b-bisogno d'aria.» Sventolo una mano a mo' di ventaglio mentre Serena compie il giro dell'auto per poi assumere le vesti di conducente. «Credevo te l'avessi raccontata questa storia.» Fa lei schiacciando il pedale dell'acceleratore.
«Non farlo mai più, Sere. Mi fa scoppia la pancia, mi sento male.» Asciugo le lacrime agli occhi e il motel si delinea sulla destra.
È oscurato da alcune siepi rinsecchite e di un verde grigio. I colori sono collegati alle sue iridi... Perché non vuole confessarmi cosa l'affligge, cosa l'ha spinto a mentire all'interrogatorio.
Continuo a scervellarmi, e Serena ha appena alzato al massimo il volume dello stereo. Sobbalzo premendomi le mani sulle orecchie. Lei si sgola a cantare e la musica trucida i miei timpani indifesi.
Riesco nell'impresa di azzerare la sofferenza e all'ultimo secondo informo a Sere che deve svoltare; lei lo fa in grande stile: aziona il freno di stazionamento facendo slittare l'auto.
Un conducente ci lancia contro migliaia di bestemmie al secondo e Serena ribatte con un vaffanculo muto ed elegante. Il mio cuore invece annaspa così come i miei polmoni.
«Un giorno ti chiuderò in un manicomio. Hai qualche malattia mentale.» Controllo i battiti infernali del mio cuore.
Mathias è poggiato sulla ringhiera, sguardo teso e fronte lievemente aggrottata.
Quando Serena apre la portiera, la sua esclamazione mi lascia interdetta: «Bella sgommata, ma sei una pivella paragonata a me.»
«È sempre un grande stronzo il tuo ragazzo?» Serena poggia la fronte sulla staffa dell'auto.
Ci impiego qualche istante a costatare che l'umore di Mathias soffre di bipolarismo. «Dovresti accorgertene dalla risposta.» Le faccio per poi aprire la portiera.
«Anche tu sul suolo americano. Abbiamo fatto una riunione.» Consta lui dall'alto.
«Mi hanno commissionato per il tuo omicidio. Te l'avvisai che se avessi fatto soffrire la mia amica ti avrei buttato nell'acido.» Serena fa un sorrisetto.
Nel contempo Mathias, con una sigaretta stretta fra i denti, si appresta a scendere la scalinata. Affonda una mano nei suoi capelli un po' cresciuti ma pur sempre affascinanti.
«Okay, allora vado a chiedere se c'è una stanza libera. Pare che non ci sia nessuno.» Serena si guarda intorno per poi arricciare il naso. «Gesù, che puzza di candeggine. Qualcuno avrà vomitato sul pavimento!» Qualcuno... Furio in particolare.
«Avete un metodo innovativo di salutarvi, voi due!» Esclamo.
«Mantengo le distanze. Sono una donna di parola, potrei davvero commettere l'omicidio. Però nel più profondo angolo del mio cuore, un minimo di simpatia la provo per te, Mister Parola Fedele.» Mathias ride e Serena varca la soglia della casupola di Francis, il proprietario del NIGHT SLEEP.
«Non ti bacio con l'alito di sigaretta.» Lo stuzzico chiudendo la portiera.
Lui passeggia sfumacchiando. Ha un'aria assorta. «Dovresti iscriverti a un corso di menzogneri; impareresti a dire bugie.» Dice indifferente e con il suo fare arrogante. Sa come farmi irritare.
«Hai un'aria strana.» Lo scruto e lui china il capo. Le nuvole hanno abbandonato il cielo e per la prima volta nella giornata un raggio illumina il suo ciuffo liscio.
«Stamattina ti ho detto che sarei partito...» Si ficca una mano nelle tasca. Intravedo due biglietti.
Arizona – Siren partenza alle 15:00 di domani. Rileggo soffermandomi sul mio nome.
«C-cosa significa...»
«Qual è il motivo che ti trattiene a rimanere?» Mi blocca lui con la sigaretta ficcata tra due dita.
«M-mia m-madre e poi-»
«La settimana scorsa stavamo salpando per l'Inghilterra e avevi deciso di seguirmi. Non è questo il motivo. Sofia, cosa ti trattiene?» Non posso rivelargli cosa ho scoperto. Non posso.
Diglielo, confessagli che sei nei guai. Mi incita la vocina della coscienza.
Sei una superdonna, Sofy. Scopri la verità da sola. Mi convince la vocina malefica.
Mathias non stacca lo sguardo dal mio viso. Mi soffermo a contemplare come i fiochi raggi del sole spacchino le nuvole opache. «Per Furio.» Mento.
Le iridi di Mathias si dilatano per un effimero secondo. Poi si volta.
«Quello è il tuo biglietto. Conosci l'orario della partenza.» Si esprime con una voce distaccata.
Il mio cuore piange a dirotto, ma non posso scoprire le mie debolezze. Devo resistere a quest'ondata di distruzione.
«Non puoi partire senza di me.» Protesto compiendo un passo avanti. Mathias si blocca inclinando il volto verso il cielo.
«Devo farlo invece.» E sale le inesorabile scale.
Avresti dovuto dirglielo. Si sarebbe sacrificato per te. È un ragazzo sciocco. Fa perfida la coscienza.
Ora è il tuo turno, Sofy. Scopri chi è Attila e devasta gli Invasori. La vocina malefica fa tenere accesa la luce della speranza mentre Serena – che è appena uscita dalla casupola – alimenta quella dell'insanità, della vita.
«Francis è il primo americano non stronzo!» Bercia spontanea.
[SPAZIO AUTRICE]
Okay... La situazione è degenerata. Serena sempre più folle e Mathias invece prenota i biglietti aerei.
Secondo voi Sofia ha fatto la scelta giusta?, oppure cambierà idea? 🤔🤔🤔
E ragazze Serena è nella fase della negazione. Le piacerà davvero Furio?😏😏. Cosa ne pensante...?
Vi aspetto più calorose che mai al prossimo aggiornamento. Vi voglio bene. ❤️❤️
-LaVoceNarrante 💙💙
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