Chapter 100




  L'amicizia nasce nel momento in cui una persona dice ad un'altra: "Cosa? Anche tu? Credevo di essere l'unica".
(C.S. Lewis) 

Chi meglio di Lewis (autore de Le Cronache di Narnia) potrebbe descrivere il valore dell'amicizia.

"L'amicizie non esiste". Questa è la frase di chi non l'ha mai incontrata.
"L'amicizia? Chiamate la mia amica, e insieme vi dimostreremo che la magia esiste e non è un sogno.".  Questa è la frase di chi l'ha vissuta.

LaVoceNarrante 😈


La mamma è uscita dalla struttura, parecchi minuto dopo che io e Mathias ci siamo allontanati.

Mi ha preso in disparte sussurrandomi che Furio ha soltanto svolto il suo lavoro e che in fondo non l'avrei dovuto odiare.

Però l'atto di rappattumare me e Furio è fallito. Così abbiamo deciso di alloggiare in un motel nonostante la mamma mi abbia più volte invitata a casa di Jérémy.

Le percosse di Mathias, hanno consentito ai parametri ODIO VERSO FURIO di aumentare.

Quando la mamma ci ha accompagnati al NIGHT SLEEP, un motel non molto distante dall'abitazione di Jérémy e che dista circa venticinque minuti di auto, ho appreso la notizia che lei avrebbe dormito a casa di Jérémy.

Lì per lì ho spalancato le orbite, ma poi ho compreso che anche lei aveva bisogno di qualcuno che la facesse sentire serena. E così, mentre Mathias ha deciso di scendere alla fermata NIGHT SPLEEP, io ho accompagnato la mamma a casa di Jérémy per poi ritornare al motel.

La sola causa che ha spinto Mathias a scendere prima, è stata quella di anticiparmi nel pagamento. Detesta quando pago al suo posto, o almeno è così che mi ha detto.

«Vado a farmi una doccia. Se vuoi raggiungermi, conosci le indicazioni.» Mi avvisa lui dalla camera numero 28.

«Mi prenderò del tempo per attivare il TomTom.» Sorrido flebile.

Mi poggio alla ringhiera e in lontananza un campo di granoturco viene rischiarato dai raggi arancioni del sole.

Ho un ardente desiderio di rivedere la notte, è una sensazione che non ho mai avvertito prima. Vorrei che le stelle apparissero in allegria e che mi rassicurassero che non sono sola.

Il bigliettino è nella mia tasca e sento come se fosse composto di magma e non di carta.

I miei occhi devono rieleggere quella calligrafia infantile ancora una volta. Lo estraggo dai meandri della tasca di jeans, e le parole incastonate inferiscono pesantemente sulla mia psiche.

Sei tu la fonte delle sue torture. Amare significa comprendere che quando è arrivato il momento di abbandonare una persona, lo si deve fare!

Sono la fonte delle torture di Mathias, secondo la persona che si è presa la briga di scrivere, e oltretutto se lo amassi davvero, avrei dovuto già comprendere che è arrivato il momento di abbandonarlo per evitargli ulteriori sofferenze.

Sfrego gli occhi e dabbasso, il proprietario del motel un certo Francis, canta a squarciagola una canzone di Beyoncè, Halo per la precisione.

Mi fa scappare un risolino, poiché lo intravedo dalla finestrina opaca simulare di possedere un microfono ed esibirsi in delle movenze tipiche di un cantante su un palco.

È esilarante e buffo al tempo stesso, eppure sembra che quando si canti, venga a crearsi una barriera che protegge la mente. In verità Francis è al settimo cielo – ora fa ballonzolare la testa un po' a destra e un po' a sinistra.

La risata è irrefrenabile e delle lacrime singolari si affacciano alla finestre dei miei occhi.

Sofy, anche tu potresti essere felice come quel tizio. Occorre rimboccarsi le mani ma soprattutto fare il culo all'emittente del bigliettino. Il primo indizio ce l'abbiamo: è stato John il mandate. Supponendo che non sia stato lui a scrivere la frase, molto probabilmente, molto molto molto, John sa chi è l'emittente. Ed è anche alta la percentuale che tu possa far uscire dalla sua bocca, la verità. Hai deciso di diventare una superdonna e ora di mettersi all'opera, mia cara. Non aspetto altro che l'entrata in scena, mi occuperò io della stesura del copione. La vocina malefica fluttua nella mia mente.

Sofia, santo cielo. È pur sempre vero che tu abbia seguito le lezioni di Sherlock Holmes, ma è altrettanto palese che tu non sia Sherlock Holmes. Ti stai barcamenando in una lago pieno di sanguisughe. E poi, mia cara. Sherlock aveva Watson, tu sei sola e non potrai mai... Zittisco la vocina della mia coscienza, estraendo meccanicamente il cellulare.

In una mano è accartocciato il bigliettino da cui intravedono le prime lettere della frase Sei la; dall'altra il mio cellulare, che d'improvviso vibra prendendomi di sorpresa.

È la mamma, ma il mio cuore pompa furiosamente.

So che hai bisogno del tempo per riflettere, ma so anche che possiedi un cuore grande quanto questo continente. Furio avrà commesso l'errore di malmenare Mathias, ma confido che tu non ne commetta una più grande: ignorarlo.

Senza rieleggerlo una sola volta, cancello il messaggio della mamma.

Tempo per riflettere? Gli animali picchiano gli altri animali per raggiungere uno scopo, gli esseri umano dovrebbero essere dotati di un briciolo di civiltà, che a questo punto confesso i miei dubbi che esista.

La vocina della coscienza mi ha ricordata che Sherlock aveva un assistente e che di conseguenza non sarebbe esistito alcun Sherlock Holmes senza John Watson.

Mia cara, è LAMPANTE: la tua Watson si nasconde nella tua rubrica digitale. Inoltre aggiungerei un piccolo spoiler, se non te ne rammarichi: il suo nome è Miss Serena.

Chiudo febbricitante le palpebre, quando un vuoto dispersivo dilaga nel mio stomaco.

Mi inoltro nella rubrica e scorro dall'alto verso il basso, sino a che la S si illumina, è il solo nome che compare è quello di Serena.

Dopo tutto questo tempo... Serena avrà l'obbligo di riattaccare il cellulare, oppure di rifiutare la chiamata.

Dalla stanza, il lento scroscio dello gettito d'acqua tiene in funzione i miei timpani.

Compio qualche passo, incontrando la scala, scendendola e infine approdando nei pressi della casetta dove Francis si è preso un minuto di pausa per rifiatare.

Il sole è basso, come se la festa fosse terminata ed egli approdasse a coricarsi.

Alcuni fragili raggi si stagliano fra le mie iridi e ne avverto il magnetismo.

Ma il nome "Serena" è più allettante per la mia mente.

Sherlock senza Watson, non sarebbe diventato Sherlock Holmes. Mi ripeto.

Il bigliettino, quella scrittura infantile, c'è qualcosa di oscuro dietro quella frase, qualcosa che minaccia me e Mathias.

Ma Serena? Serena potrebbe rispondermi con un Vaffanculo di classe, oppure rifiutare la chiamata e bloccarmi su tutti i social esistenti e futuri.

Ora sei la carnefice non più la vittima...

Quanto mi manca il suo farmi sentire libera, in allegria con il mondo intero, le sue risate, i suoi modi spontanei di rispondere alle persone e quella sua fragilità che nasconde perennemente, ma che io saprei leggerla in un secondo.

Mi domando se possiedo ancora questa abilità, forse la magia dell'amicizia è svanita, come sarebbe scomparsa Trilly se il mondo non avesse più creduto nelle fate.

Non puoi farlo. Sei un'egoista. Una persona orribile... Rinfaccia la coscienza.

Puoi farlo, abbi il coraggio di ammettere i tuoi errori e dille che lei è sempre stata nei tuoi pensieri. Lei è la perfetta Watson! Vocina malefica.

Una morsa si espande nello stomaco privandomi della forza di agire.

Sento i muscoli irrigidirsi, mentre sporadiche folate di vento mi attraversano il corpo.

Chissà cosa starà facendo, se in questo momento mi starà odiando, se l'ha fatto dal momento in cui sono partita ben 3 mesi fa.

L'anno scorso avevo una certezza, che la nostra amicizia avrebbe potuto essere condotta da Virgilio verso le porte dell'inferno ma che alla fine sarebbe uscita indenne e fortificata. Ma alla fine la legge di Murphy è risultata ineluttabile.

Non pigiare quel bottone...

Pigia quel cazzo di bottone. TI starà aspettando. Forza.

Chiamata in corso... Il display diviene verdognolo, quattro opzioni tra cui Terminata Chiamata con tanto di icona dipinta di rosso. Mi sono sempre chiesta perché il rosso indichi pericolo...

Tuuuuuuuuu... Vento che fischia. Tuuuuuuu. Cuore che batte. L'ansia mi assale privandomi del respiro. Interrompo la chiamata.

Francis ha ripreso a cantare a squarciagola, ma non ci presto attenzione.

Maggiore aria affluisce della mia bocca come se la diga anti-ansia stesse dando cenni di cedimento.

Mi passo le mani ai lati della bocca facendole scendere sino al collo; sorreggo le mascelle con il cellulare tenuto pericolosamente tra le dita.

Devo chiamarla. Avrà già ricevuto due squilli.

Hai sbagliato a chiamare. Se la chiamerai risulterai una vigliacca, il 99% delle persone egoiste che popolano questa terra. La vocina della coscienza mi allontana dall'intento.

Sofy, le persone sbagliano in continuazione. Lo fanno perché la vita è fottutamente imperfetta e gli sbagli assicurano che l'esistenza non diventi una teatro, dove attori e registi danno il meglio di sé. Perdonami per la scurrilità, ma la coscienza ha sempre rallentato il mondo. Ribatte la vocina malefica.

La coscienza ha rallentato il mondo... La coscienza mi infonde pregiudizi, giganti scogliere dove neanche i più famosi maremoti potrebbero raggiungerle. La coscienza mi preclude di vivere questa vita come io desidero viverla.

La coscienza mi priva di felicità, di gioia, lei è l'Hitler che tormenta l'umanità e io devo liberarmene.

Non voglio più possedere coscienza, voglio soltanto afferrare la vita a farmi trasportare ovunque lei mi conduca.

Tuuuuuuu... Il muscolo cardiaco martella. Tuuuuuuu... Muovo le arcate Tuuuuuuu... Cosa mi dirà? Il vuoto nello stomaco. Tuuuuuuu... Inspiro e nell'attimo in cui l'aria pura rinvigorisce i miei polmoni, la voce di Serena rompe la pareti della mia mente.

«Sei tu?» Ingoio sentendo la saliva scendere.

Rispondi, dannazione... Mi incita la vocina malefica. Lei è Watson, non puoi permetterti il lusso di agganciare.

«S-sono i-io.» I sensi di colpa gravano sulle corde vociali, e il mio timbro è quello di un pulcino appena sbocciato.

«Tu, Sofia... Tu sei una stronza, una stronza. Sei sparita tre mesi fa senza neppure scrivermi u-un cazzo di messaggio. Non chiedevo molto, un MESSAGGIO! Abbiamo condiviso la nostra vita, sempre unite. Sempre. E tu voli via, lontana dal mondo, e m-mi... Abbandoni in questo letamaio. M-mi hai A-ABBANDONATA. Mai una sola telefonata, un messaggio. Sai che hanno creato le app di messaggistica?...»

Lacrime di dolore rigano il mio viso. «Oh... Ma tu lo sai eccome, perché Raoul era in contatto con te...»

Strabuzzo le palpebre. Francis bercia dalla casetta. Il vento si diverte a strapazzare i miei capelli. «... Raoul sapeva che tu eri in Cina, o dove dannazione ti sei accasata. E la tua migliore amica, invece? Non sapevi un cazzo. La tua migliore amica piangeva come una cretina, come quella ragazzina che viene privata del suo supermaiale in quel film di Netflix. Ti ho detestata, anzi no ti detesto. E fanculo, SÌ. Quanto cazzo aspettavo questa merdosa chiamata per sfogarmi, per dirti quanto sei diventata un'egoista, una che mette al primo posto lei e gli altri al gradino inferiore. Ma sai... Hai fatto la scelta giusta, essere egoisti ti risparmia le s-sofferenze. Sono diventata egoista, quindi te lo scandisco: VAFFANCULO.»

Un interminabile intermittenza fa sanguinare i miei timpani.

Hic-Hic. Singhiozzo e bramo aria. Strizzo i miei capelli; vorrei tirarmeli dalla radice, uno ad uno.

Me lo sono meritata, sono un'egoista, una che se ne frega del mondo. Sì, lo sono.

La vibrazione del cellulare, fa rabbrividire la mia spina dorsale. È lei.

«I-inviami la p-posizione. Sto per raggiungerti. M-mi s-sei mancata a-amica mia.» Piange e io con lei. Ora rido tra un mare d'acqua, ma il dolore si rifà vivo.

«S-scusa, s-scusa. N-non t-ti a-abbandonerò m-mai p-iù.» Le prometto riuscendo a malapena a muovere le labbra.

«M-meglio c-che n-non l-lo f-farai p-più – m-maledetto s-sito dell'Alitalia - perché p-potrei venirti a trovare con un c-carro armato.» Rido e Serena con me.

La magia dell'amicizia è viva, e il mondo crede ancora nelle fate.

[SPAZIO AUTRICE]

100esimo capitolo in nome dell'amicizia. E 100esimo capitolo in nome di tutti i fan di Sherlock. La gif è dedicata a voi 😊 ma vale anche a tutte quelle persone che tengono in vita l'amicizia ❤️

Una piccola sorpresina... 😘😘😘😘

Vi è piaciuto questo capitolo? Sofia è intenzionata a scoprire chi si nasconde dietro quella scrittura infantile. 🙊🙊

Serena ragazze, sì... È proprio lei. ❤️. Preparatevi a tutto 😈

Vi aspetto più calorose che mai al prossimo capitolo. Vi voglio bene. ❤️❤️

-LaVoceNarrante 💙

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