'The Green Light' di elena_pads
Titolo: The Green Light
Autore: elena_pads
Genere: Mistero/Thriller e Azione
Tipologia: Romanzo
Stato: In Corso
Rating: Giallo
Avvertimenti: Viene sfiorata la tematica dell'ossessione, come disturbo ossessivo-compulsivo.
Trama:
L.A. California.
Bethany Morgan è una ragazza in gamba che studia legge per prendere in mano, in un futuro, il settore legale dell'azienda del padre. La Morgan Company era una catena di concessionarie che si estendevano per tutto lo stato della California, portando sempre più ricchezze alla famiglia.
Aveva degli ottimi amici e la media più alta al college, una vita perfetta che tutti avrebbero invidiato.
Ma qualcosa va storto, perché durante le vacanze natalizie Bethany viene rapita.
Inizia così un lungo viaggio dove Kit, un uomo con un anello con una pietra verde, dovrà scortarla dalla persona che la desidera, in Michigan, dall'altra parte del continente.
Ossessioni.
Inseguimenti.
Mistero.
Amore.
Copyright © elena_pads, tutti i diritti riservati.
Sarò sincera, questa storia è nata grazie ad un episodio finito male di Game of Thrones.
La mia indole da fangirl non poteva, assolutamente, accettare il destino del personaggio interpretato da Kit Harington, quindi ecco che da un volto e da una massa meravigliosa di ricci scuri, è nato uno dei due protagonisti: Kit.
La trama è venuta da sé, soprattutto subito dopo la visione di un video musicale che mi ha ispirata moltissimo. Il video di "I Found" degli Amber Run tratta sostanzialmente di questa ragazza che viene rapita da due uomini, i quali chiedono il riscatto. Ovviamente il video si articola in un altro modo rispetto alla mia storia, ma l'idea di base è rimasta quella.
Cosa succede se ad una ragazza che all'apparenza più sembrare avere tutto, avere una vita perfetta, le viene tolta la libertà?
Di certo avrebbe avuto da ridire e così nasce Bethany, una giovane dai capelli color miele a cui non manca nulla, o almeno così si crede, perché all'epoca non mi accontentai del classico stereotipo di figlia minore, erede di una famiglia molto ricca.
Durante il corso della storia, quindi, mi sono imbattuta in tematiche delicate e personaggi complessi ai quali mi sono affezionata molto ed è stato questo a spronarmi a migliorare ed a tirare fuori la mia voce, i miei pensieri più remoti e più spaventosi.
Nulla di allarmate, solo non pensavo mi aiutasse a crescere, sia come persona che come scrittrice amatoriale.
Quello che posso dirvi?
Se avete voglia di una storia che vi lasci con il fiato sospeso fino all'ultimo capitolo, immergendovi in un cocktail di azione, rabbia e sì, un pizzico di sentimenti e passioni; vi invito a passare a darci un'occhiata, perché farà al caso vostro, ma soprattutto mi curerò di non deludervi.
Un estratto dal capitolo dodici:
Non ce la faceva più, era tutto un incubo, doveva esserlo.
Era allo stremo delle forze e le lacrime non smettevano di rigare il suo volto. Guardò con la coda dell'occhio la sua mano insanguinata, il liquido denso, di un rosso intenso, stava sporcando le mattonelle del bagno, uscendo in grande quantità. Ricordò che il suo amico Richard una volta le aveva detto che la mano aveva molte vene e forse era per quello che Beth stava perdendo tanto sangue.
La giovane diventò apatica, non sentiva più niente, né il dolore fisico, né il dolore come concetto astratto. Guardò il soffitto bianco, desiderando di perdere i sensi, desiderando di essere in un posto migliore.
Poi sorrise amaramente ricordando una cosa. Voleva ridere per l'ironia della situazione, ma tutto ciò che riuscì a fare fu sussurrare le tre parole meno appropriate alle quali poteva pensare in quel momento. <<Buon Natale Bethany>>.
Respirava piano, mentre i suoi occhi cristallini fissavano un punto indefinito del muro. Era tutto uno scherzo del destino, l'universo si stava prendendo gioco di lei.
Si concentrò sul colore del soffitto, il bianco. Molti non lo ritenevano un colore a dire il vero, o meglio in esso erano raccolti tutti i colori dello spettro elettromagnetico. Il bianco era purezza, il bianco era libertà e pace, per molti. Eppure per Beth in quel momento era paragonabile al nero, l'assenza di colori.
Lei non era mai stata né bianca, né nera. Lei non era né buona, né cattiva. Lei era il grigio, lei era sempre stata le sfumature che vi erano fra i due colori, non volendo mai identificarsi in nessuna delle due parti.
Perché essere bianchi, quando sai che non potrai mai esserne sempre all'altezza?
Perché essere neri, quando sai che puoi avere dei momenti di felicità?
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