Ciscandra - Solo la follia conosce il mio nome di Ciscandra

Titolo: Ciscandra - Solo la follia conosce il mio nome

Autore: Ciscandra

Beta: LadyADark e GCatlike92

Genere: Paranormale

Tipologia: Romanzo

Stato: In corso

Rating: verde

Avvertimenti: Ogni mondo e personaggio in tale libro è ispirato ad una malattia mentale, ma le eventuali descrizioni ed immagini non intendono narrare cosa prova realmente una persona con queste difficoltà, né vogliono sminuire la sofferenza e il vissuto di chi effettivamente vive ogni giorno sulla propria pelle un disturbo mentale.

Trama:

Un viaggio onirico che attraversa mondi differenti, ognuno governato da diverse malattie mentali: questo è quello che Ciscandra dovrà affrontare per svegliarsi dal coma che la tiene prigioniera in questa dimensione parallela.       Per fortuna con lei c'è Didì, una drag queen ossessionata dai nomi!

Questa è un'avventura nell'inconscio di un'anima.

Conoscerai uno spazio-tempo dove i mostri del cuore, i desideri, le paure e i ricordi, si condensano in paesaggi surreali ed enigmatici!     Ma non preoccuparti! Sulla strada troverai bizzarri personaggi pronti a farti da guida!      Sei pronto ad esplorare il Sanatorio del Litio? E ad attraversare lo strano paesino di Dissociation? Forse ti perderai nella vorticante città elettrica di Personality Disorders?       Il mondo in technicolor di Ciscandra aspetta solo te!                |►Copertina ◄| Della stupenda Skadegladje!

Copyright © Ciscandra, tutti i diritti riservati

Intervista a Dalila in arte Lithium Dalidà, da Zoloft, il giornalista ufficiale dell'Asylum for Mad Muffins:




"Hei dolcezza! Passami quel boa per favore!"

L'uomo si avvolge in una veste lucente, di piccole paillettes blu, prima di allungare il braccio verso di te. Sembra indossare stelle, astri brucianti nella notte scura. Gli passi la creatura piumata di un fucsia acceso, abbandonato dietro di te su una sedia. Quando lo afferri hai quasi paura che si rianimi tra le tue dita! L'uomo si avvolge nel suo manto soffice chiudendo gli occhi, come in un'estasi di colore.

"Allora my love, dovevi chiedermi qualcosa sulla storia, no?"

Deglutisci rumorosamente, mentre l'uomo ti fissa con le sue lunghe ciglia viola, che sbattono ripetutamente. Ha tre dita appena appoggiate sul volto e delle lunghissime unghia rosa shock (affilate come coltelli) che premono sulla pelle nera.

"My love! Non aver paura! Entra! Siediti! Sono una drag queen, non un dinosauro con una sega circolare!"

Entri nella stanza chiudendoti la porta alle spalle con più delicatezza possibile. Non sai perché lo fai. Forse non vuoi rovinare l'atmosfera. C'è una strana luce nel camerino, è calda e sembra vibrare nelle nude lampadine in fila sui grandi specchi.

L'uomo si accomoda su una poltrona leopardata, con un'ampia raggiera di piume di pavone sullo schienale e accavalla le gambe. Ai piedi porta dei tacchi vertiginosi di un nero laccato.

"Allora tesoro? Cosa dovevi chiedere alla zia Dalila? Zia giovane si intende!", ti dice sorridendo.

Solo dal modo in cui si accarezza i lunghi capelli della parrucca rosa mentre lo dice, ti fa pensare che la femminilità non sia qualcosa che appartiene al corpo. Sei stupito dalla delicatezza nei suoi movimenti.

Abbassi lo sguardo sul tuo quaderno consumato per leggere la prima domanda:

"Quando sei nata? Come ti ha creato la tua autrice?", azzardi con voce incerta.

"Creata?", ride Dalila, "Amore mio! Non mi ha inventato proprio nessuno! Io sono sempre esistita! Non è l'Autrice a crearci! Siamo noi a parlare con lei e a dirle cosa scrivere! Ah sì! Non diresti così se vedessi quante notti la tengo sveglia a parlare e parlare mentre mi dipingo le unghie! Ah! Lei è solo capace di mugugnare che ha sonno e premersi il cuscino sulla faccia! Ma dico io! È arte! Dovrebbe stare sveglia! E quelle pantofole! Quelle orrende pantofole bucate che indossa! Vogliamo parlare del suo pigiama? Sembra che esista solo quello a volte! E poi mi dice sempre di parlare più lentamente che mi mangio le parole! Ma è lei che è lenta! Io sono ispirata!", le ultime cose le dice alzando gli occhi al soffitto con un lungo sospiro.

Ti schiarisci la voce e premi le labbra tra di loro sorridendo appena mentre Didì ti fissa. Ha capito che sta andando fuori dalle righe, così continua:

"Però se vuoi sapere come è nata la storia... è nata come tutte le storie, per caso, in un momento in cui il tempo sembrava rallentare. Cercavamo una voce che parlasse per tutti noi del Mondo Bipolare e abbiamo trovato questa ragazza, china su un enorme libro, che cercava di studiare le sottili e complicate divisioni delle malattie mentali (quelle che avete creato voi e non ho ancora capito che utilità abbiano! Alla fine tutti svitati siamo!)

Comunque! È stata Ciscandra la più coraggiosa (ah io sono paurosa eh!). È stata lei a sussurrarle all'orecchio: - Che aspetto avrebbero le malattie mentali se si potessero vedere? E il dolore? La paura? Che forme, dimensioni, colori avrebbero?" - Badate bene! Ciscandra ha dovuto ripeterlo un po' di volte perché l'Autrice che abbiamo scelto è un po' sorda (colpa di quei strani tappi parlanti che tiene sempre nelle orecchie? Bah!)"




Tossisci un po' nervosamente, mentre Dalila riprende fiato e batte tra di loro le scarpe vertiginose su cui (noti solo ora) sono fissate delle piume rosse. È difficile riuscire ad interromperla, ma prosegui con un'altra domanda: "Com'è viaggiare con Ciscandra? E la tua esperienza nel Mondo Bipolare?"

Lei si preme una mano sul petto: "Oh Ciscandra! È un tipo silenzioso, sai? Non parla molto! Non è certo come me! Ma a volte ho l'impressione che le parole le brucino la lingua e che servano a ben poco nel mondo in cui viviamo. Per questo mi ritrovo spesso a fissarla!

È un'anima così fugace! Prima ha occhi ardenti di domande e poi subito spenti e lontani, in luoghi in cui non la posso raggiungere!

E che dire! Il Mondo Bipolare è qualcosa che mi appartiene. È come uno di quei luoghi che anche se abbandoni ritrovi sempre vivido nella memoria, pronto a scheggiarti e a toglierti il sonno! È un luogo di maschere e di lotta, ma d'altronde penso che ogni realtà abbia queste due controparti, non trovi? Abitiamo dimensioni lontane, ma fine non siamo poi così diversi!"

Ti ricomponi sulla sedia, cercando di non premere troppo le mani sudate sul taccuino su cui stai scrivendo disordinatamente. Trovarsi davanti a Didì è come trovarsi davanti ad un magnetico abisso di colori, che hai una paura tremenda di vedere, perché custodisce troppe risposte a tutte le domande che ti vorticano dentro.

Ma il tempo è scaduto e hai una sola domanda: "Hai qualche richiesta per i lettori che vi seguono nel vostro viaggio?"

È a questo punto che la drag queen si raddrizza sulla sedia, sollevando il collo in alto e lanciandosi in un ululato: "Auuu! Cristo sulle Furie! È tutta l'intervista che aspetto questo momento!"

Ora il sorriso non riesci proprio più a trattenerlo, mentre Didì si sistema il vestito blu, ricomponendosi.

Poi la sua voce riprende a scorrere cristallina: "Vorrei diffondere due grandi notizie per chi ci segue... e anche chissà! Per i nuovi arrivati nella nostra grande famiglia! Oh! Sto divagando! Sì? Eh sì un po'! Comunque! Abbiamo due iniziative in corso!

La prima è "La scatola di Pandora"! Chiunque ne abbia voglia può partecipare al viaggio di Ciscandra inviandoci un 'frammento personale'! Per noi sarebbe un enorme onore se il nostro sogno allucinatorio contenesse parte viva dei lettori che ci accompagnano da tempo!

La seconda iniziativa è merito della vostra shocking drag queen, che ha convinto l'Autrice ad organizzare la "Bipolar Convention"! Ovviamente dato che abitiamo in un'altra dimensione sarà un po' difficile per noi partecipare fisicamente! Ma vogliamo dare la possibilità ai lettori di interagire con i personaggi che hanno incontrato fin ora nel racconto!"

"Bene mi sembrano due grandi iniziative!", cerco di fermarla, perché non c'è veramente più tempo, anche se vorrei chiederle se riesce davvero a vederci con quelle lunghe ciglia viola che le contornano gli occhi.

"Troverete tutti i dettagli sulla pagina di Ciscandra! Venite a trovarci all'Asylum for Mad Muffins! Abbiamo ad ogni ora biscotti caldi e sanguinanti storie di dolcezza crudele!", canticchia Didì, indiziando ad ondeggiare insieme alla sedia.

Da Zoloft, giornalista ufficiale dell'Asylum for Mad Muffins, questo è tutto!

A voi la linea!  Znzzzz... zit zit

[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]

Estratto (da n°29 Miss Web):

Le ombre non le trovo per caso, ma perché in mezzo alle librerie, sopra una credenza di legno, un'insegna ingiallita dice: Malattie degli Artisti.

Cerco di essere il più delicata possibile, ma la portina si apre cigolando insopportabilmente. Tuttavia non accade nulla. L'incanto del violino, continua instancabile a risuonare nell'aria che odora di libri e incenso.

Quello che mi trovo davanti, sono scaffali ripieni di teiere d'epoca inglesi. Alcune hanno rose che sbocciano e sanguinano, altre corvi neri pieni di lacrime, altre ancora sono occupate da altalene sospinte dal vento e fulmini sostituiti da soli ardenti.

Ma solo una teiera attira la mia attenzione. È l'unica ad essere completamente bianca con delle fratture dorate.

Mi viene in mente l'usanza giapponese di riparare gli oggetti, riempiendo le spaccature d'oro.

Come sarebbe se anche noi umani potessimo valorizzare così le nostre cicatrici?

Quante spaccature mi uscirebbero dagli occhi? Quanto oro sanguinerebbe il mio cuore incapace di un altro respiro?

Quante volte ci dimentichiamo di onorare le nostre ferite?

Afferro la teiera bianca senza pensarci, mentre le note continuano lente e mi sento la testa improvvisamente pesante. Cerco di deglutire, ma ho qualcosa incastrato in gola e inizio a tossire. Mentre mi stringo al petto la teiera e mi sento le gambe cedere, ogni suono si attutisce velocemente, tranne la dolce musica del violino che si fa sempre più intensa.

Diventa intensa come le lacrime, quelle che trattieni dolorosamente in gola, quando non vuoi piangere.

Diventa un fastidio lancinante, come delle unghie affilate trascinate su una lavagna.

Poi diventa un sollievo, come un fresco riparo dopo un'insopportabile giornata afosa, che ti ha tolto il respiro.

E poi diventa una commozione, un lungo brivido sulla schiena, che fa sciogliere il cuore nell'eterno.

Poi diventa un arrendersi. Un aprire gli occhi in una luce accecante.

Sento la voce di Dalila cantare a gran voce una canzone che non conosco, mentre le sue possenti braccia nere mi afferrano al volo ed io stringo al petto la bianca teiera, in una morsa violenta, prima di perdere i sensi.

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