'A Bloody Crown: il cavaliere delle ceneri' di fire_and_ashes
Titolo: A Bloody Crown. Libro primo. Il Cavaliere delle Ceneri
Autore: fire_and_ashes
Genere: Storico, Avventura, Drammatico, Introspettivo
Tipologia: Romanzo
Stato: In corso – Parte di una serie
Rating: di un bel rosso carminio (come ovviamente si intuisce dal titolo.)
Avvertimenti: non adatto a chi ha una soglia dell'attenzione bassa perché, ahimè, vi sono un'infinità di personaggi, e con nomi simili – e non posso farne una colpa se in Francia nel XIV secolo andavano di moda certi nomi.
Purtroppo lo zio Giorgio Martino mi ha insegnato che ogni tanto liberarsi di qualche personaggio non fa mai male a nessuno.
O forse sì? (Risata malefica).
Capitoli lunghi per lo standard di Wattpad, come 2000/3000 parole (ma anche di più), scene di sesso esplicite e non esplicite, tematiche delicate, e un po' di francese e latino qua e là.
Aggiornamenti rari, soprattutto.
Trama:
Storia vincitrice ai Wattys 2016 nella categoria "Tesori nascosti."
Francia, anno 1364. Nell'autunno del Medioevo, la Guerra dei Cent'anni, il conflitto che per decenni ha visto Inghilterra e Navarra rivendicare il trono di Francia, è oramai nel pieno.
La pace vergata tra i tre regni è oramai prossima a collassare.
Re Jean II di Francia decide allora di recarsi a Londra, al fine di discutere e trovare un accordo con Edward III d'Inghilterra. Ma dopo un soggiorno durato tre mesi, Jean il Buono rientra a Parigi, avvolto in un sudario d'oro.
Il suo legittimo erede, il Delfino Charles Valois, un giovane dalla salute malferma, gli succede in uno dei momenti più bui per il regno.
Le Grandi Compagnie, composte da mercenari senza scrupoli, e i navarrini si spingono verso l'Île de France saccheggiando e mettendo a ferro e fuoco villaggi e castelli a nord della capitale.
Karlos II il Malvagio, re di Navarra, rivendica nuovamente il trono di Francia che gli spetta di diritto. Insieme al generale guascone Jean de Grailly, conosciuto come il Captal de Buch, sono pronti a riunire il proprio esercito per impedire al Delfino Charles di recarsi a Reims al fine di farsi incoronare re di Francia.
Edward il Principe Nero, figlio del re d'Inghilterra e valoroso condottiero con alle spalle anni di gloria ereditati da battaglie e conquiste nel Sud, premedita ed elabora le prossime mosse da compiere presso la propria corte di Bordeaux.
In una situazione come questa, «per salvare la Francia, occorrono un re saggio e un'abile uomo di guerra.»
Protagonisti non sono solo re, principi, lord e condottieri, ma anche figure apparentemente marginali che come loro ombre, prenderanno anch'esse parte al gioco e alla guerra del trono.
Copyright © Arianna Inglesi, tutti i diritti riservati.
È una storia molto complessa e difficile da gestire e presentare: ci sono diversi POV, sottotrame parallele o che si concatenano, e ovviamente la componente storica dà del filo da torcere. Dalla prima stesura, scritta a 11 anni, se ne sono susseguite almeno quattro, se non ho perso il conto. È il primo "romanzo" che scrivo, e sebbene impegnandomi alle volte l'insicurezza e i dubbi vengono a bussarmi alla porta puntualmente. Passa del tempo, rileggo quello che ho scritto, trovo errori o particolari (anche i più microscopici), riscrivo tutto da capo e la trama non può che crollare in parte.
A Bloody Crown è un mondo così immenso che non saprei da dove iniziare.
Fin da bambina provo un amore spropositato per la Francia medievale e il Gotico, tutto merito del film della Disney Il Gobbo di Notre-Dame. In principio la storia doveva essere una versione alternativa di Notre-Dame de Paris di Victor Hugo, scritta liberamente senza alcun reale fondamento storico. Poi, quando quattro anni fa per caso ho scoperto le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R. R. Martin, mi sono trasformata nella lettrice vorace che non ero mai stata e ho ribaltato completamente la mia storia. Ho cominciato una lunga serie di ricerche - che ancora tutt'oggi proseguono – sulla Guerra dei Cent'anni e i suoi protagonisti, recandomi in alcuni luoghi dove è ambientata, scavando nei meandri di internet, leggendo romanzi storici, libri e biografie in lingua originale. A poco a poco A Bloody Crown ha preso la forma attuale e si è trasformato in una sorta di thriller politico (o tale prova ad esserlo).
Il Cavaliere delle Ceneri è il primo capitolo della serie A Bloody Crown, composta da sei libri che coprono un arco di tempo di vent'anni, dal 1364 al 1383 circa.
Ambientato nell'autunno del Medioevo, nella Francia consumata dalla Guerra dei Cent'anni, un periodo storico molto sopravvalutato e poco conosciuto, come i suoi protagonisti.
Brevemente, la Guerra dei Cent'anni è il conflitto dinastico e politico che ha visto coinvolte non solo Francia e Inghilterra, ma anche Navarra nella prima e nella seconda fase del conflitto. Le famiglie al centro della narrazione, e quindi anche della Guerra dei Cent'anni, sono i Valois, i Plantageneti e gli Évreux, ramo cadetto dei primi. Non ho voglia di annoiarvi con lunghe e complicate digressioni storiche sulle cause, legami dinastici, ecc. Per cui, veniamo al nocciolo della questione.
Personaggi
Dalla regia mi dicono che sono, o dovrebbero essere, il punto forte della storia.
Quasi tutti i personaggi in A Bloody Crown sono esistiti realmente, tranne – tra i principali – Victor de Rouvres, Yves Beaumerais e Miren de Picquigny, di mia completa invenzione.
Il protagonista indiscusso è Charles, Carlo V detto il Saggio. Di tutti i personaggi di A Bloody Crown è quello riuscito meglio ed è il risultato di ricerche snervanti. Per ricostruire fedelmente il suo profilo fisico e psicologico mi sono basata non solo su fonti scritte, anche artistiche, e di queste ce ne sono una valanga.
Ho cominciato a farmi un'infarinatura su Wikipedia (in francese, perché c'erano scritte più cose ovviamente), prendendole con le pinze, e sono arrivata a leggermi e a imparare a memoria la biografia in francese di 900 pagine di F. Autrand, Charles V. Altri testi che si sono stati utili sono Histoire de Charles V di R. Delachenal, La vita e i buoni costumi del saggio re Carlo V di Christine de Pisan - che si tratta per lo più di un panegirico - e infine la sezione dedicata in Pathologie mentale des rois de France. Louis IX et ses ascendants di A. Brachet, datato 1903.
Il personaggio di Charles che si presenta nelle prime pagine non è esattamente la persona più adatta ad assumere il titolo tanto bramato di re di Francia, soprattutto nel mezzo di una guerra, dal punto di vista fisico e psicologico.
Charles è incapace di combattere e prendere parte alla guerra a causa del suo fisico e della sua salute debilitati. Sappiamo che è nato con una deformazione alla mano destra e in seguito a un avvelenamento da parte del suo acerrimo nemico Carlo II di Navarra, il suo braccio sinistro è rimasto paralizzato. In questa situazione desirerebbe ardentemente che sia uno dei suoi fratelli a salire sul trono, al posto suo. E qui si arriva al dramma psicologico. La sua psicologia è la più complessa, la più imponente e la più pesante, perché il suo è realmente un dramma psicologico.
Charles è afflitto da una valanga di problemi che si ripercuotono sulla sua personalità. In primis non si ritiene degno di essere il re di Francia perché sostiene di non essere in grado di arginare la situazione tragica che il padre gli ha lasciato, e inoltre sente di essere visto dalle persone che lo circondano solo come uno sgorbio pallido e deforme. Prova orrore nei confronti della guerra, che però in questo contesto è inevitabile e necessaria. Subentra il ricordo traumatico della battaglia di Poitiers (settembre 1356), conclusasi con una pesante sconfitta per i francesi, e soprattutto con la cattura di suo padre Giovanni II il Buono, per cui la Francia dovette pagare un ingente riscatto. Senza alcun preavviso a diciotto anni si è ritrovato a prendere la carica di reggente del regno per quattro anni, fino alla liberazione del padre. E diciamo che non se la sia cavata benissimo.
A minarlo ulteriormente è anche il rapporto incrinato con la moglie e il fatto di ritrovarsi re senza avere eredi. In realtà ha un figlio, Oudard, peccato che sia nato bastardo.
Più avanti Charles riuscirà a trovare una soluzione contro l'angoscia e la fatalità degli eventi. Ma nessuno sa se realmente sarà efficace o no.
Degli altri personaggi mi limiterò ad accennarne qualcosa, per evitare di incappare in troppi spoilers.
Yves Beaumerais. Riguardo lui parto col dire che è stato creato e plasmato sulla base di una persona che conosco. Il nome Beaumerias l'ho inventato io, mentre Boves è un luogo reale che esiste tutt'ora. Anche qui abbiamo un altro dramma psicologico, ma diverso per alcuni aspetti da quello di Charles.
Yves è il quartogenito di sei figli, appartenente a una famiglia della piccola nobiltà piccarda. Addosso si sente tutto l'odio e l'avversione che i fratelli, in particolare Denis, i genitori e il cappellano Twane provano nei suoi confronti. Il futuro da cavaliere infatti non fa per lui e neanche quello di marito. Gli unici che non hanno bisogno di criticarlo sono la sorella Annabelle, il fratello Brice e maestro Wis.
Miren de Picquigny come personaggio è completamente inventato, mentre la famiglia Picquigny è esistita realmente. Miren è orfana ed è stata presa sotto la protezione dei signori di Picquigny, che più tardi hanno affidato all'erborista Rose che abita nel villaggio adiacente al castello. Miren è sempre vissuta a Picquigny, con il naso nei libri dell'erborista, protetta e ignorando per volontà sua realtà esterna. Un evento, e altri che si susseguiranno, sconvolgeranno la quiete e l'ordine della sua vita e sarà costretta a entrare in contatto con il mondo esterno, sconvolto dalla guerra, per il quale prova ribrezzo e fatica a comprenderlo.
Tutti i personaggi saranno messi a durissima prova sotto tutti i punti di vista. Che siano il destino o le loro azioni, subiranno inevitabilmente conseguenze pesantissime. Un po' come nelle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco e in Games Of Thrones.
Lo so, sono molto cattiva.
Ora veniamo all'ambientazione.
Le vicende del primo libro si svolgono a Parigi e nei suoi dintorni e parallelamente con le storyline di Yves e Miren ci spostiamo a nord della capitale, in Picardia tra Amiens e Beauvais, sullo scenario dell'imminente guerra.
Questo parallelismo si ripercuote anche nella struttura dei capitoli. Nei capitoli dedicati a Charles prevale la componente psicologica, spessa e pesante, che rallenta il ritmo della narrazione e dilata il tempo, per alternarsi a quelli di Yves e Miren, in cui prevalgono più l'azione e la tensione.
Il luogo principale dove si svolgono le vicende è Parigi, e nei miei frequenti e continui viaggi ho avuto (e ho sempre) modo di rivedere alcuni che compaiono in A Bloody Crown, come la basilica di Saint-Denis, il Palais de la Cité (attuale Conciergerie), il castello di Vincennes. Dopo la piazza pulita che ha fatto il barone Haussmann nell'Ottocento, della Parigi medievale è rimasto poco. Fortunatamente dopo lunghe ricerche ho trovato delle ricostruzioni digitali e delle mappe sull'urbanistica medievale della città, con i nomi delle strade, chiese e parrocchie e gli edifici principali. Di grande aiuto mi è stato anche il capitolo "Parigi a volo d'uccello" in Notre-Dame de Paris.
Stilisticamente ho subito l'influenza di George R. R. Martin, Bernard Cornwell con L'eroe di Poitiers, e la serie Alla ricerca del santo Graal, e Maurice Druon con I re maledetti.
Sparse qua e là ci sono anche riferimenti e frasi tratte dalla Divina Commedia, a filosofi classici e medievali, dalla Bibbia e collaterali.
Estratti:
PROLOGO
L'ultima freccia andò a piantarsi nel polpaccio. Brice cadde in ginocchio. Sangue caldo gli ruscellava addosso insieme alla pioggia gelida. Le sue gambe ora erano a pezzi, i muscoli intorpiditi. Cercò la forza di rialzarsi. Tentativo inutile.
Udì dei passi attutiti dal fango. Un'ombra lo sovrastò.
Brice cercò con le sue dita intirizzite il pugnale. Una mano lo afferrò per il collo. Il pugnale scivolò dalle sue dita improvvisamente inerti. La presa divenne più forte.
Chiuse gli occhi e cominciò a pregare. Le lacrime andarono a mischiarsi con la pioggia sul suo viso. Poi, la fredda lama si fece strada nella sua gola, inondandolo di sangue caldo.
5. CHARLES
Suo padre Jean gli aveva confessato che il giorno in cui nacque, le levatrici quasi lo scambiarono per un demone. «Un piccolo mostro deforme. Un demone» si era rivolta una delle levatrici, avvicinandosi alla principessa boema per strapparle il neonato che stringeva fra le braccia, con quelle poche forze che le erano rimaste in corpo. Un'altra levatrice aveva inoltre proposto al re di sbarazzarsene gettandolo fra le acque della Senna o abbandonandolo nei boschi di Vincennes, in mezzo al ghiaccio e alla neve.
Sarebbe stato un atto di misericordia, aveva detto.
Ma mostro deforme o no, il re di Francia non si sarebbe mai potuto sbarazzare del suo figlio primogenito.
La cera liquida bruciava sulla sua pelle. Era un dolore ben peggiore quello che avvampava nel petto. I suoi occhi si posarono sulla nicchia vuota accanto a quella di suo padre, dove sarebbe stata collocata la sua effige.
"Potreste risparmiargli una vita miserabile e umiliante. Lo taglieranno fuori e gli staranno alla larga."
Un velo umido gli offuscò la vista. La piccola luce che baluginava sullo stoppino divenne un bagliore distorto.
"Dinnanzi gli faranno la riverenza e lo chiameranno altezza, sire, maestà, e alle spalle gli sussurreranno mostro deforme."
Così fu.
6. YVES
«Solo la tua morte potrà liberarmi dalla morsa di quel tormento che da anni mi perseguita. Solo così mi sentirò libero, sapendo che Wis sarà vendicato, com'è giusto che sia. Sarò libero, quando ti vedrò legato a un palo e le tue carni verranno consumate dalle fiamme.
«Sei una gru che migra verso i paesi del nord. Un uomo che andrà incontro alla morte eterna.
«E non sai quanto me lo auguro.»
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