Sottomissione

SOTTOMISSIONE di Michel Houellebecq ed. Bompiani, 2015; 252 pagine.

Lessi di Michel Houllebecq qualche articolo ma non lo conoscevo sin a 3 settimane fa. Certo, ne sentii parlare, di lui seppi che era un possibile vincitore del Nobel per la Letteratura, assieme a Salman Rushdie e Annie Ernaux; su tutto però, ogni rappresentazione  convergeva ad una immediata caratteristica: era tremendamente misogino. Caspita, mi son chiesto: come può uno scrittore con una tal convinzione disfunzionale raggiungere una vetta così prestigiosa del panorama letterario? Il Nobel lo si assegna per la carriera, per le opere svolte, per il contributo letterario offerto, come è possibile? Pur essendo acclamato in Francia e considerato in tutto il mondo, per le analisi socio-politiche e i paradigmi vari della società, uno dei maggiori letterati viventi, esisteva sempre questa incongruenza. Ed eccomi allora a coglier più particolareggiati articoli, spulciando un importante ritratto di una donna che lo ha conosciuto, intervistato ed accompagnato in un tour promozionale in Israele, Teresa Cremisi, allora (l'epoca dell'intervista risale al 2012) amministratore per lo sviluppo editoriale di una casa editrice francese, la Madrigall. Persona di notevole stampo culturale, ora è direttore della casa editrice Adelphi, succede al compianto Roberto Calasso, figura di spicco della cultura italiana.

"Poiché era esasperato dalle domande ricorrenti — in particolare sull'islamofobia e sulla misoginia — provai a distrarlo raccontandogli di Milan Kundera che aveva inventato un test per distinguere i machisti dai misogini: "Se quando una donna scoppia a piangere il tuo primo gesto è quello di abbracciarla e consolarla, sei un machista; se invece il tuo primo istinto è quello di scappare via e in fretta, allora sei misogino". Ci fu un attimo di silenzio, sorrise: "Sono un macho, non c'è dubbio". E non penso di interpretarlo male dicendo che l'amore fra un uomo e una donna rappresenta per lui una delle poche oasi di pace e sicurezza dei nostri tempi. Politicamente Michel Houellebecq è definito un reazionario (talvolta lui corregge in "conservatore").

[..]Di certo Houellebecq non è di sinistra. Si fa fatica però a dire che sia di destra. Antimoderno è forse la definizione più corretta per un uomo che constata la fine delle ideologie e che disprezza l'individualismo trionfante asservito alla società dei consumi. Le aspirazioni, le esaltazioni e le conquiste libertarie degli anni Sessanta-Settanta suscitano in lui reazioni crudelmente ironiche. Affiora in tutti i libri, ed è paradossale solo in superficie, una tensione romantica, cupa e nostalgica. Perfino l'ordine patriarcale e l'amore coniugale, nonostante le costrizioni implicite, appaiono come àncore, punti di stabilità in una società infida e scivolosa. Nei suoi romanzi, e anche nelle poesie alle quali tiene moltissimo, la semplicità formale con la quale descrive le tensioni così complesse del mondo di oggi costituisce una delle forze dell'opera. Houellebecq fin dall'inizio si è prefisso un'ambizione immensa: quella di affrontare e raccontare la realtà dell'Occidente. A questa ambizione ha aggiunto un gusto, un estro particolare, per immaginare le conseguenze e prefigurare gli sviluppi dei problemi della nostra civiltà.

Ed eccomi quindi arrivare al dunque. Michael Houellebecq ha in sé un qualcosa di rottura del "politicamente corretto". In quel che scrive gioca sulla provocazione, spesso di linguaggio crudo, di cattivo gusto, il suo pensiero volge soprattutto alle miserie liberali del nostro tempo, con tutto il corredo che il caso vuole, ovviamente libero dai conformismi. Ma è col suo personaggio che tutto il mondo ha a che fare, non con la sua persona. Personaggio che rivolge sempre verso la passione per cui vive: scrivere del suo tempo.

Di lui oggi propongo quel che taluni (ma forse qualcuno ha da ricredersi dopo la pubblicazione di "Annientare", del 2021) definiscono come il miglior libro da lui scritto, capace di accendere dibattiti interminabili sulla solidità di alcune sue tesi distopiche.

(SEGUE)

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