XXVI
«Parola mia, Caduto, osa fare qualcosa di sospetto e...» iniziò Azrael scontento.
Lucifero mollò la mano di Kiral e se la pulì sulla maglietta con nervosismo, alzando le spalle con nonchalance. Stillai una breve lista su chi di loro avrebbe avuto la meglio in uno scontro e conclusi che le loro abilità si bilanciavano alla pari. Lui era il Ribelle, un ex Angelo e la sua magia era forte tanto quella di Azrael. La cosa migliore da fare era allearsi, almeno per il momento, e capire come affrontare Samael insieme.
«Puoi restare, ma mi aspetto il totale supporto ad As, sia da te sia dai tuoi sottoposti. Possono andarsene a patto che non ostacolino la nostra resistenza. Combatteremo per uccidere» sentenziò Kiral.
Lucifero sogghignò. «Mi piace. I miei Caduti vanno ovunque vado io. Mi seguiranno in guerra se darò l'ordine.»
Alfie si agitò, guardando lo schermo del computer atterrito. Era pallidiccio e non fu perché a pochi metri di distanza c'erano una flotta di Angeli armati e Lucifero stesso, il grande pilastro che reggeva la bilancia dell'equilibrio.
«I principi...» boccheggiò. «Non riesco a contattarli! C'è qualcosa che blocca il segnale!»
Tentai di raggiungerli mentalmente, sfiorando le loro coscienze per avvertirli del pericolo. Aiuto o meno dovevano essere messi al corrente del piano di Samael di marciare contro l'umanità intera, con il loro aiuto avrebbero trattenuto gli eserciti ed impedito un massacro ben peggiore. Ogni mio sforzo fu però deviato: le porte infernali erano chiuse e la mia magia rimbalzò indietro.
«Samael li ha chiusi dentro!» esclamai sbigottito. «Nemmeno io riesco a contattarli.»
«Che facciamo adesso?» domandò Angel.
Lo schermo davanti a noi si illuminò, schiarendoci la faccia. Aileen fece un lungo sospiro di ammirazione, vedendo la tavoletta da cui si vedevano immagini proiettate sulla parete e dalle casse cominciarono a uscire dei suoni confusi. All'improvviso, una marea di persone di collegarono all'unisono e borbottarono, fino a quando scorsero Lucifero e urlarono.
«Che seccatura» mormorò lui. «Sarà perché sono proprio bello.»
«No, è perché volevi ucciderli» lo corresse Kiral.
Alzò le mani per far capire che fosse tutto a posto, che sapessimo pienamente cosa stessimo facendo e i rischi che correvamo. Thor era uno dei tanti collegati e la sua faccia era sconvolta. Eravamo in linea con tutti i responsabili dei rifugi del mondo e c'erano diverse facce a me estranee, creature che non avevo mai visto, a parte Zoe, pigiata in un angolino insieme a Leo. In mezzo c'era persino un umano, era in un modesto ufficio e, in silenzio, giudicava la scena. Aveva più di cinquant'anni con la faccia stanca, i capelli grigi e un po' di barba sul mento squadrato.
«Non vorrai mica dirmi che intendi ospitare quel... mostro!» tuonò Thor. «Ne ho visti di assassini, di creature orripilanti e di ribelli, ma lui è il peggiore. Ti sei dimenticata di quello che ci ha fatto, che ha fatto anche a te? È lui il responsabile della guerra di New York.»
«In una guerra non ci sono colpevoli ed innocenti, Thor. Chi sceglie di impugnare le armi è responsabile quanto gli altri» lo corresse l'umano. Il dio scosse la testa, per nulla d'accordo. «Mi spiace intromettermi. Mi chiamo Alees, sono il capo della divisione comunicazione e supporto dell'OverTwo. Ho conosciuto tua madre molti anni fa e sono fiero di dire che siamo in buoni rapporti.» Kiral avvampò contenta. «È un vero piacere conoscerti. Ti ho visto solo una volta, As, appena nato. Molti qui ti hanno visto all'epoca, sei diventato un bravo ragazzo.»
Gli altri uomini collegati mi sorrisero e li imitai. A differenza dei miei genitori ero un cagnolino al guinzaglio, nonostante molti pensassero che fossi pericoloso avevo dimostrato il contrario. Mi ero fatto degli amici, ero migliorato senza arrecare danni a nessuno ed entrambe le fazioni originarie – fino a quel momento – mi avevano ignorato.
«Il piacere è mio» dissi. «Vi ho convocati con urgenza per una questione di vitale importanza. Credo che voi tutti sappiate che mesi fa abbiamo ricevuto un attacco da parte di un Demone isolato, un Incubo. Era Gage Bryce, il padre di Kiral. Io e lei siamo andati a Seattle dal Re infernale per chiedergli spiegazioni e... ci ha attaccati.»
Ci furono dei borbottii generali e Aileen mi prese per mano. Alcuni di loro mi lanciarono occhiate furtive, sospettosi, aspettando che dicessi di aver fatto un guaio come i miei genitori e dovessero rimediare. Se fosse stato così semplice lo avrei fatto senza indugio.
Zoe si accigliò. «Attaccati?»
Kiral annuì. «Sì. Ha liberato mio padre e si sono alleati. Voleva avere As per sé, doveva testare qualcosa e ha tentato di ucciderlo.»
«Lo ha minacciato?» si stupì un uomo con le corna. «Cosa è successo?»
Mi feci avanti. «Gli sono entrato nella mente» risposi e i presenti esclamarono terrorizzati. Entrare nella mente di un Demone era un pessimo presagio, per non parlare che avessi calpestato l'orgoglio del più grande maligno del mondo. «La mia nascita ha smosso l'intera struttura dell'Inferno e lo ha sentito. Vuole proteggere il trono perché lo sto minacciando...»
Una donna con gli occhi gialli ebbe uno spasmo. «Stai dicendo che tu...»
«Sono il prossimo Re infernale. O almeno dovrei esserlo...»
La discussione prese una strana piega dove i presenti iniziarono a parlarsi sopra, a urlare per farsi sentire e a dire le loro opinioni. Rimasi in silenzio, assimilando i loro pareri su cosa fosse e non fosse opportuno fare, alcuni proposero di scappare e di nascondersi fino a quando le acque non si fossero calmati, altri ne approfittarono per dire che l'ora di Samael fosse finita.
Nessuno mi ascoltò o mi chiese se fossi d'accordo a diventare Re, sentivo un'enorme responsabilità verso ognuno di loro e la pressione mi stremava. Sapevo che Samuel regnava con alterigia e boria, permetteva ai suoi Demoni ogni libertà e molti rimanevano intrappolati o si perdevano nel mondo umano. Servivano nuove regole.
«Dovremmo credere che il cucciolo sia destinato al trono? È ridicolo!»
«Scendere in guerra significa combattere i Demoni del Re, moriremo!»
«I Demoni hanno bisogno di una nuova guida, bisogna intromettersi!»
Matthew si voltò verso di me, supplicandomi di intervenire.
«Per favore, ascoltatemi!» esclamai ad alta voce. «Io non volevo essere Re, non sapevo niente di questo mondo. Sono nato e cresciuto a New York, ho vissuto come un essere umano per sedici anni senza sapere niente, credetemi quando vi dico che nemmeno io sono stato felice della notizia. Chiedervi di aiutarmi è un gesto patetico da parte mia, però ho bisogno del vostro aiuto» sospirai. «Sono entrato nella sua mente e ho visto il suo piano. Mio nonno sta cercando una Reliquia Sacra a Parigi e sta sfruttando i Cavalieri.»
Azrael emise un verso acuto e Angel impallidì, conoscendo allo stesso modo la pericolosità della faccenda.
Aileen mi spinse un po'. «Chi sono i Cavalieri?» domandò.
«È un ordine di umani al servizio del Re infernale. Entrambi i padroni delle fazioni li hanno. I Paladini e i Cavalieri sono il modo in cui si fronteggiano, i loro poteri sono talmente grandi che se dovessero scontrarsi un'altra volta rischierebbero di danneggiare il cosmo intero. La prima guerra diede il via a tutto, un'altra di quella portata potrebbe decretarne la fine» raccontò Angel. «I Paladini e i Cavalieri hanno origine umana, sono uomini e donne con poteri magici che giocano al servizio del loro Re durante lo ScaccoMatto. È così che lo hanno chiamato.»
Zoe aprì la bocca. «È un gioco per loro?» sbottò. «Passano il tempo a creare guerre per passare il tempo con gli esseri viventi?»
«Ve l'ho detto che mio padre non ha alcuna pietà, nemmeno verso le sue creazioni.»
«Ne sono quindici» si intromise Azrael. «Mio padre non ha mai rivelato a nessuno la posizione dei suoi Cavalieri, so che ogni tanto li cambia e li uccide per sostituirli. Sono dei gruppi segreti di cui persino i principi non sanno nulla. Io ne ho solo sentito parlare da Azazel.»
«Io sono in contatto con la Regina bianca» disse Alees con riguardo. «Mi ha contattato tempo fa per dei suoi sospetti e, a giudicare dalla prospettiva, credo avesse ragione. I Demoni si stavano organizzando da molto prima che il Re rivelasse i suoi intenti. L'ultimo ScaccoMatto ha creato un conflitto mondiale, dobbiamo evitare che i Cavalieri scendano in campo, o si metterà male. Quello che so è che sono a...»
«Parigi» feci. Alees annuì. «È quello il fulcro. Dio e Samael avevano a disposizione quindici Pedine per quindici umani, ma ne sono di meno. Aveva dato ordine di braccarli per dimezzare le possibilità di una loro rivalsa in futuro, voleva sistemarmi prima di dare il via al suo piano e non ci è riuscito. C'è stato un problema con alcuni suoi sottoposti, significa che i Paladini sono ancora al sicuro.»
Alfie aprì la bocca. «Potrebbero allearsi con noi!» ipotizzò.
Thor scosse il capo. «As è un Demone, il futuro Re. Se i Paladini sono vincolati alla loro fazione non sceglieranno mai di aiutarci, seppure nel bene.»
Angel fece un passo avanti. «Le Pedine sono vincolate alla Regina, alle sue decisioni, se la bianca volesse tirarsi indietro dallo scontro potrebbe farlo! Così però se iniziasse uno ScaccoMatto vincerebbero i Cavalieri.»
Lucifero fece un sorrisetto. «Siete scemi? Il Re infernale non vuole iniziare a giocare, sarebbe vincolato alle regole. Il gioco è già iniziato tempo fa e, spoiler, siamo in netto svantaggio. Che altro sai, ragazzino?» mi interpellò.
«Sta usando la Stigmate per arrivare ai Paladini. Loro hanno uno degli indizi» confessai.
«Oh, diamine, aveva ragione Kieran» si maledì Alees, scuotendo il capo. «Nel 1800 il Vaticano aveva creato un'ordine di cacciatori sacri sull'ombra dei guerrieri templari per ritrovare e proteggere le più grandi Reliquie della storia umana. Il pontefice Gregorio XVI scoprì un grande mercato nero e dichiarò che l'organizzazione religiosa nota come la "Stigmate" fosse distrutta, definendola eretica. A quel tempo il capo era Baptiste Petite, noto come lo "spaventapasseri di Lione". Abbiamo investigato sull'organizzazione odierna ed è saltato fuori il nome di Alain Dijkstra, un criminale ricercato.»
Lucifero inclinò il capo. «C'entra qualcosa l'Indice dei libri proibiti?» chiese attento. «Io c'ero quando li ha scritti, quel tizio mi divertiva un sacco, ma quando il Vaticano si è accorto che stesse svelando troppi segreti, hanno sguinzagliato quel maledetto Arcangelo a sistemare la faccenda. La Chiesa ha bruciato tutto.»
«No» lo bloccai. «Baptiste Petite si è ribellato al Vaticano proprio per questo: l'Indice non è mai stato ritrovato per intero, alcuni libri li tengono custoditi a Roma, gli altri sono andati persi e bruciati nel rogo. Baptiste era un amico dell'autore, aveva lasciato degli indizi per trovare la Reliquia che aveva creato!»
Un uomo allo schermo fece un mugugno disperato. «Gli umani non possono creare Reliquie, sono oggetti sacri, toccati dalla magia celeste» riprese stufo.
«Lui ci è riuscito, non ha fatto confluire la magia in un oggetto. Ne ha utilizzato l'essenza pura: è una formula» obiettai. «Ha creato un portale, si chiama il "Ponte di Babilonia". La magia confluisce dai tre regni, quello umano, celeste e infernale. Questa tiene chiusi e separati i mondi l'uno dall'altro, ma la magia li fa attrarre. Sono come Terra, luna e sole, perfettamente in equilibrio tra loro.»
Azrael tremò. «Aprirà i cancelli infernali! Scaricherà tutte le anime della storia nel mondo e le mieterà di nuovo, in modo da alimentarsi. L'Inferno non lo nutre più, i poteri stanno andando su As, però... se ci riuscisse...» Mi guardò triste.
Abbassai le spalle. «I nostri poteri si equivalgono. Dovrò lottare contro di lui per strappargli il trono prima che acquisti troppa energia, farà congiungerà la magia su di sé per uccidermi e dopo porterà il giorno del giudizio sulla Terra. Se non faccio qualcosa l'Inferno crollerà su se stesso e il Paradiso cadrà su di noi» mormorai.
Pochissimi di quelli collegati osarono opporsi o dire qualcosa. Thor e Alees erano in silenzio, pensavano a ciò che avevo appena rivelato loro e a quante possibilità avessimo di vincere. Samael era da solo in quella battaglia, avremmo avuto la meglio su di lui se solo il rituale avesse cessato di alimentarlo.
Una donna, borbogliando, parlò. «Come sai che puoi batterlo?»
«Aveva paura» risposi. «Quando sono andato a Seattle ho sentito l'odore della sua paura, aveva le mani tremanti. Aveva paura come un qualsiasi umano, perché ha percepito e riconosciuto il potere che prima l'Inferno gli dava. Era così fuori di sé che mi ha insegnato un nuovo trucco, gli sono entrato nella mente e... ho visto molte cose. Aveva dei segreti oscuri ed è una persona orribile, credo abbia fatto qualcosa anche a Mammon.»
Azrael alzò gli occhi su di me, agitato. Avevo visto pochissimo di quegli attimi, per lui non erano state che briciole insulse, eppure mi era sembrato di aver visto un soldato dell'Esercito, Enola, la ragazza di cui mio padre non voleva parlare, e Mammon. Era successo qualcosa di molto grave oltre cinquant'anni prima: Samael aveva avuto agganci con chiunque, persino con dei canali dell'OverTwo stessa.
Thor si masticò le labbra. «E se ti avesse fatto vedere quelle cose di proposito, in modo tale da imbrogliarti?» Negai. Samael era a Parigi e stava cercando l'ultimo indizio segreto. «Sei troppo sicuro di te, ragazzo.»
Usai la magia e diedi una piccola spinta alla sua mente, entrandoci dentro con prepotenza. I primi ricordi che vidi fu l'incontro con sua moglie By, quando l'avevano trovata nascosta sotto le travi della sua casa dopo aver fatto a pezzi i suoi fratelli maggiori e l'avevano portata da lui come bottino di guerra. Le loro cinque figlie adottive le avevano salvate in giro per il mondo, allevate come guerriere e guardiane. Ci fu persino Kiral là in mezzo, sempre burrascosa con ogni persona incontrasse e l'ultimo fu un bagliore verde, una foresta incantata in cui un mostro corazzato seguiva un'elfa dagli occhi marroni.
«As!» urlò Thor fuori di sé e io lo lasciai andare.
«Scusa, scusa!» I presenti ammutolirono, osservando la reazione imbarazzata del dio. «Non lo faccio più, colpa mia! Volevo solo dire che io vedo ciò che voglio.»
Lui sospirò e parlarono tra loro su cosa fare contro Samael, giunti a quel punto era una guerra di sopravvivenza. Dovevamo trovare l'ultimo indizio, proteggerlo o distruggerlo. Avrebbe combattuto ancora, ma senza il controllo sui Demoni era debole.
Zampettai accanto ad Azrael a testa bassa. «Posso farti una domanda? Tu mi hai detto che ti ha preso dal Paradiso, che ti ha rubato moltissimi anni fa, eppure quando ho visto i suoi ricordi non c'era traccia della guerra suprema. Lui deve averla combattuta, papà.»
Si corrucciò, capendo dove stessi andando a parare. «Lui era Re da sempre.»
«E sai cosa c'era prima?» Rimase in silenzio. «Credo che il nonno abbia ottenuto il trono dietro qualcuno. Non era lui il Re originale, a differenza di Dio. I suoi ricordi avevano un inizio e c'era una persona. A Seattle mi ha detto qualcosa del tipo "io ho avuto l'ardore di prendere ciò che era mio di diritto", si riferiva al titolo di Re. Ha paura perché sa che posso farlo anche io.»
«Un altro Re?» borbottò tra sé e sé per non far sentire a nessuno. Lucifero e Kiral erano impegnati a discutere animatamente ed entrambi concordammo che fosse il momento peggiore per aumentare i dubbi. «Pensi abbia distrutto il precedente?»
Feci spallucce.
Alees stava dando ordini. «Fate evacuare i ragazzi più piccoli, farò arrivare un aereo da voi nel più breve tempo possibile, assicuratevi che la zona sia sicura. Una nostra base li ospiterà. I grandi possono restare ad aiutare» propose lui e i rappresentanti dei rifugi annuirono. «Passeremo in rassegna tutti i documenti di Guillaume Aubert per...»
Il nome mi puntellò il cervello, attento. «Come hai detto?»
«Guillaume Aubert. È l'autore dell'Indice dei libri proibiti» ripeté. «Era uno scrittore e ricercatore francese...»
«E ha scritto "Gli elfi della brughiera"» citai. «Mi ero dimenticato di lui, lo avevo confuso con Umberto e mamma lo aveva chiamato Auberto! Ero dislessico!»
Kiral sbuffò. «Non mi sono confusa!» ribatté scontenta.
Forse era un po' dislessica anche lei, pensai. «L'ho imparato a lezione. La mia scuola ha una prima edizione autografata di uno dei suoi libri... è un libro per bambini mi sembra!»
Thor rifletté. «La Chiesa ha tolto ogni riferimento della sua eresia, se quel libro è una copia autenticata significa che...»
«L'ultimo indizio è nel mio liceo a Manhattan» sentenziai deciso.
Fui fiero di me e l'assemblea osò fare dei cenni di assenso, speranzosi. Era l'unica pista che avevamo e ciò spiegava come mai ci avesse messo tanto a raggiungere il suo scopo, i libri erano andati perduti, confusi per altri e con l'epoca moderna i giri tra librerie, scuole e mostre li avevano sparsi in giro per il mondo. Ero deciso a tornare in quella scuola per l'ultima volta, prendere quel dannato libro e poi contattare i Paladini, ovunque fossero, e parlarci. Dovevano capire che non fossi cattivo, che volessi il bene comune e che potevamo essere alleati.
Lucifero si piegò su di sé e rise forte, prendendoci in giro. «Non ci siete arrivati?» sibilò.
Kiral roteò gli occhi. «Che cazzo stai dicendo?»
«Il Re sa dov'è l'indizio» fece Angel, intuendo al volo. «Tu hai visto lui, ma anche lui ha visto te.»
Mandai giù un groppo amaro e mi resi conto che avesse ragione. Il suo attacco a Seattle voleva testare le mie capacità e capire se fossi il suo nemico, aveva scorto molte volte i miei ricordi al liceo West e, di tutti gli argomenti di lezione, aveva recuperato quello più importante di letteratura straniera. Era tornato per capire meglio dove fosse e io mi ero preoccupato solo di me stesso.
Trattenni il fiato e la testa mi girò. «Devo andare lì adesso!» strepitai. «Papà, devi rimanere qui per assicurarti che i Demoni non infrangano la barriera. Hanno il compito di trovare me, tu sei comunque il loro Principe, magari ti ascolteranno.»
«Non sono d'accordo» obiettò. «Ma farò come dici. Cercherò di ripristinare il collegamento con i principi prima del tuo ritorno, se qualcuno non mi uccide prima.»
«Andrò io con lui» disse Kiral.
Aileen si fece avanti. «E anche io! Ti accompagno.»
Lucifero si sdegnò. «No, rimani qui. Non ti do il permesso per gironzolare per il mondo umano, è una questione di vita e di morte. As può farcela anche da solo.»
«Io ci vado» ripeté lei. «Papino, per favore.» Io e il padre ci girammo presi in causa e lui mi scoccò un'occhiataccia velenosa. Mi finsi attratto dal laccio delle mie scarpe. «Ci saranno As e Kiral a proteggermi. Mi hai allenato tu, so difendermi.»
«Vengo anche io» decretò il Caduto. Azrael fece per dire qualcosa in risposta e continuò: «Stai al tuo posto, Demone. Le vostre aure insieme sarebbero troppo potenti, le grandi città sono un covo di mostri e Cacciatori. La mia essenza è del tutto volatile, riesco a mimetizzarmi benissimo in qualsiasi ambiente. Passerò invisibile» ricordò furbo. «Lo faccio per mia figlia.»
Angel evitò di dire qualcosa e supposi che fosse più tranquilla sul fatto che suo padre la accompagnasse in una missione di tale importanza. Incontrai gli occhi caldi e chiari di Aileen e mi ricordai che lo stessi facendo anche per lei, tenerla al sicuro era la mia priorità e il motivo fisso per cui dovevo vincere contro Samael.
«Signor Alees» dissi e l'uomo smise si stropicciarsi gli occhi per la stanchezza. Ovunque fosse era notte fonda mentre da noi era sorto il sole. «Sa qualcosa su una profezia e un oracolo? Nella mente di quel tipo ho sentito come una filastrocca e la stava canticchiando una donna. È una filastrocca sulla fine del mondo. Era molto confusa e non sono riuscito a sentirla bene, narrava di un dio, di sangue e... non saprei.»
I presenti mi lanciarono occhiate ambigue e io ammutolii. Alludere alla fine dei tempi con una guerra imminente rendeva le persone nervose a quanto pare. Volevo dare un senso alle parole della donna che avevo visto nei ricordi di Samael, alla sua preoccupazione e alle parole che aveva detto Kiral: mi aveva visto con una ragazza tra le fiamme, avevamo appena compiuto la nostra opera di distruzione e mi domandai che razza di persona potessi diventare se avessi davvero avuto la forza di farlo.»
Alees scosse il capo. «Mi dispiace, As. Non lo so. C'è qualcosa che ti turba?» Mentii e dissi di no. «Ragazzo mio, ho conosciuto tua madre quando era uno splendido cucciolo di Demone. Ha dato problemi e interessi a mezzo mondo, l'ho protetta e lei si è schierata dalla parte degli umani. Con il potere che hai, e avrai, potrai decidere molte cose sul nostro destino, è bene che tu te ne renda conto. L'Inferno ti ha scelto, vuoi rispondere?»
Mi presi un singolo attimo per respirare profondamente. «Voglio il trono. Voglio essere Re» decretai e Aileen fece un ampio sorriso.
«Allora l'OverTwo ti accompagnerà.»
«Sarai un buon Re» mi consolò Zoe.
Lucifero tossì per negarlo e lo ignorai. In pochi minuti ci dividemmo i compiti e i rifugi vennero messi in stato di massima allerta: io, Aileen, Lucifero e Kiral ci preparammo per andare a Parigi, diretti al liceo West, mentre Alees organizzò i primi gruppi di supporto. Alcuni aerei vennero mandati nelle varie località per trasportare via i bambini o le creature più deboli, persino nel nostro rifugio molti scelsero di restare a combattere, come Zero, Kai, Trand e Nanni. Come secondo mandò dei rinforzi a Parigi per stabilizzare l'assedio di eventuali Demoni e mettere in sicurezza la città stessa. La situazione era disastrosa in qualsiasi rifugio, i piccoli bambini-capra piangevano e Angel fece del suo meglio per consolarli. Azrael restò dentro la struttura, osservando con fare cupo l'esercito di Caduti che si muoveva a disagio su e giù per la valle, stando ben distante da Odda.
Azrael mi portò da parte. «Credi che quel tipo combatterà per te? Sei uno stupido» mi apostrofò freddo.
«Combatterà per la sua famiglia. Ho visto come le tiene d'occhio, come si muove. Può essere stato una persona orribile e lo sei stato anche tu, smettila di far pesare agli altri colpe che sostieni anche tu. Combatterà per Aileen, significa che lo farà fino alla morte» feci serio. «Proteggerò io Kiral.»
Mi guardò stanco. Per me era scontato pensare di essere forte e dovevo pensare in modo positivo, specie dopo la risposta affermativa degli altri, per Azrael tuttavia doveva essere difficile mettere la vita della sua compagna nelle mani di un altro, specie accanto al suo nemico.
«Non voglio unire mondi, civiltà o voi. Questa è solo una tregua di guerra, lo sa anche lui. È un guerriero, scenderà in campo.»
«Se ti fidi per me è okay, ma non voglio che resti. Se salirai al trono dovrai regnare al Pandemonium, avrai molte responsabilità e poco tempo. Samuel delegava quasi sempre i principi per molte questioni, ecco perché quando è successo il problema con l'Esercito inglese ed Enola è piombata all'Inferno abbiamo tenuto la questione tra noi. Pensavamo fosse un problema... interno» confidò e si pulì la fronte dal sudore. «Mi hai detto che forse c'è Samuel dietro tutto questo. Pensi che lui...»
«Abbia fatto degli accordi con l'Esercito e l'OverTwo in passato? Probabile. E Mammon lo aveva scoperto.»
Principi come Legione e Seth non avevano mai smesso di pensare a Mammon e all'orrendo segreto che aveva accompagnato la sua scomparsa dall'Inferno, lo avevano chiamato traditore perché Samael aveva detto che fosse così. Era la versione più vicina alla realtà secondo i loro occhi e solo io potevo sapere quanto fosse sbagliata.
Aileen corse verso di me. «È ora di andare!» mi chiamò. «Tra poco sarà ora.»
«Assicurati che quell'idiota di tuo padre non faccia casini» le ordinò Azrael senza cattiveria e lei annuì solare.
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