Capitolo 5 - La Terribile Tortura [Parte 3]
13 aprile 2011 – Ore 00:30
Con molta calma mi sono fatto una bella doccia. Dato che tutti dormono, il bagno è solo mio. Durante il rinfresco, ho ricordato di dover confermare un appuntamento con due belle pupattole.
Ora che sono uscito bello pulito e asciutto, nonostante la difficoltà causata dai capelli lunghi – mantenere simmetrico il ciuffo quasi femminile davanti la fronte – posso prendere il mio cell senza rischiare di bruciarlo. Se Fiona scopre una goccia di bagnato lungo il pavimento o che ho danneggiato di poco il mio aggeggio, da angelo diventa demone. Non è cattiva, ma ci tiene che io non rompa il suo regalo per i venti anni e che non sporchi la casa, dato che si offre di aiutare sempre la vecchia nelle pulizie.
Già, non sono proprio abituato a chiamarla mamma. Ha adottato me e Fiona quando avevamo rispettivamente quindici e diciassette anni. I nostri veri genitori non so chi siano, e non sono sicuro di volerlo scoprire. Li odio per averci lasciati in quel... quell'inferno...
Meglio che sbatta la porta e passi oltre, non voglio ricordare...
Tic! Pallina bianca sulla 3: manco il bersaglio, dunque non apro il cassetto del cattivo ricordo.
Quel che è certo: nel caso i miei genitori svedesi ci trovassero, si inginocchierebbero tipo l'ex fidanzato di Fiona appena confessatole il tradimento.
Vi prego, Atras, Fiona, perdonateci! Non avevamo soldi e quindi era quello che di meglio potevamo offrirvi. Con noi avreste vissuto una vita infernale...
No! Era molto meglio sotto un ponte, affamati e assetati!
Okay, meglio che mi calmi. Devo rispondere a due ragazze, anche perché ci sarà un ometto: da solo non ci voglio andare. Lo farò conoscere a mia sorella, così, magari...
Apro il cellulare e un bellissimo suono tipo apertura aggeggio tecnologico delle science fiction mi toglie i cattivi pensieri. C'è un messaggio da una delle due: è delle 19 circa.
Atras, l'appuntamento è confermato, veniamo noi tre. Non dire a tua sorella che io, la mia amica e te ci "divertiremo" un mondo. Poi il mio amico e lei, magari, faranno altrettanto. Ci vediamo domani sera alle 22.30 al locale che abbiamo deciso ieri. Baci duplici.
Intelligenti le tipette. Molte rispondono ormai solo con appuntamento in X posto; al massimo a domani. Queste invece han pensato bene di apparire precisine. Rispondo di botto.
Salve dolcezze scusate ritardo ma il divertimento mi chiamava. Mia sorella è confermata spero lui non sia un signorino medio lei è un po esigente. A domani sono già pronto a divertirmi con voi. Besos!
Se voglio testare appieno la loro materia grigia devo fare la parte del cretino, gli errori volontari nel messaggio scritto sono l'ideale per mascherare la mia volontà: arrivare a loro per una cosa a tre. Una è bionda e riccia con occhi azzurri; l'altra è castano scura con occhi dei medesimi colori, peccato che sia un po' bassina.
Okay. Fatto questo, mi getto nel mondo di Internet col mio fido PC, per poi nanna appena avrò sonno.
Ore 21:00
"Okay, un'altra giornata è passata. È ora di andare a divertirci con la mia bella sorellona!"
Ieri sono andato a dormire tardi, più o meno verso le 03:00, con lo scopo di cercare compagnie femminili, e non è andata male: tre contatti aggiunti dal pomeriggio prima, tre chat contemporanee con belle ragazze – almeno dalle foto; il tutto mentre guardavo le immagini del luogo esterno e del locale interno di stasera. Perché stasera sì, siamo a posto, ma la notte dopo sarà un altro giorno. Shiku non lo rivedrò prima del week-end, quindi, in caso vada male, devo essere pronto a caricare il carro del rimorchio.
Ha espresso ancora felicità, taggandomi in un post con una foto. Ride, prendendomi in giro sulla partita. Me la sto riguardando con gran voglia, nell'attesa che il mio angelo esca dal bagno.
Le ho dato di fretta il cambio per la doccia, per cui controllo se mi sono preparato male. Vado in camera mia e mi specchio, tipo una ragazzina che vuole apparire bella per un'uscita col sottoscritto.
Ho scelto ancora il giubbino e i pantaloni di ieri: dato che non ho sudato, sono perfetti per far colpo sulle due. Una mi passa la mano sulla coscia in lino così le ispiro voglia di sbottonarmi, l'altra mi toglie sopra tutto e... kön¹. Le scarpe sono da ginnastica bianche, con ammortizzatori esternamente visibili di un blu sul lato sinistro e gialli sul lato destro, così da ottenere rispettivamente pendant col pantalone e i finti distintivi sul giubbino.
I capelli... eh, sembro una femmina: oltre il ciuffo, li ho pure lunghi fino a metà collo; lisci e per fortuna non ripieni, nonostante tre giri di shampoo, acqua caldissima e pettine da parrucchiere: tutto solo per dargli forma. E non sono neppure così male, dopotutto ho la carnagione medio chiara, quindi si abbinano bene. Puro sangue svedese!
Decido di scendere per mostrare al vecchio come sto, dato che dice che gli ricordo i suoi bei anni andati.
Ma non ne ho il tempo. Alla destra dell'ingresso della mia stanza, sento aprirsi la serratura di un'altra porta. Mia sorella la attraversa.
È bellissima! Mentre la richiude, guardandomi negli occhi allo stesso tempo, la ammiro incantato come per la mia verkling² ragazza.
Con un nastro nero, si è ornata una coda di cavallo che le arriva a metà collo; i suoi capelli sono più lisci dei miei ma di un biondo leggermente più chiaro. Anche la pelle è un po' più chiara della mia, dunque, la sua fronte spaziosa, lasciata scoperta, la rende magnifica.
Ha un dress elegante, tutto in blu elettrico, che le arriva fino a quasi le ginocchia, con spalline doppie e scollo esposto solo in parte. È in carne, quindi le forme si notano ugualmente; se riesce a essere alta quanto me, cioè un metro e settantadue, è per un paio di tacchi cinque abbinati al bracciale di plastica nero a metà avambraccio sinistro. Sul polso destro invece ha una sottilissima catenina argentata.
Non posso che sorridere! "Sei bellissima. Sei la ragazza più bella che io abbia mai visto. Sei da sposare".
Lei nasconde l'imbarazzo, glielo leggo in faccia. La conosco troppo bene, so che in genere veste più coperta di così. "Ma Atras, lo dici a tutte le ragazze con cui esci".
Rido perché mi aspettavo già questa risposta. "Ma no, Fiona, tu sei diversa; loro sono loro, tu sei la mia donna speciale, quella della vita. Loro non avranno mai la tua bellezza interiore".
Lei abbuffa le guance, come a sentirsi presa in giro. "No, non credo proprio: tu esci solo con ragazze magre, e io non sono magra". ha aggiunto con la sua consueta voce da ragazza gentile e di grande maturità.
Continuo a ridere perché la sua faccia è adorabile: mentre ha quelle guance paffutelle, le guardo gli occhi che mi dicono grazie per l'incoraggiamento che vuoi darmi.
Poi ricordo che... oh no, non vorrei dirglielo... mi è già passato l'entusiasmo, ma se rimando continuerò a dimenticare. "Fiona, mi sono dimenticato di dirti che ieri a Pool 15 ho perso dei soldi contro Shiku, dunque mi chiedevo se potessi pagare tu..? Poi, appena li ho te li..."
I suoi occhi si stanno riempiendo di tempesta amazzonica, dato il verde chiaro dell'iride: riescono a bloccarmi quando diventano così. "Atras, ancora con questi giochetti da bambini?"
Vedo alzarsi il suo braccio in carne.
Mi prende in pieno con la sua manona destra. Sento tutta la pressione e fermo il mio viso in un angolo a sinistra. Perché non voglio vedere. Non sono preoccupato per lo schiaffo, ma per lei, perché ora so cosa succederà.
Per circa venti secondi mi sento osservato; anima e coraggio alzo la testa. Ora il suo sguardo è ripieno di preoccupazione. "Oddio, Atras, ti ho fatto male?"
Si avvicina alla mia guancia sinistra e l'accarezza con la sua mano opposta. "È tutto rosso..."
La vedo quasi in lacrime: odio vederla così. La sua voce, per fortuna, non è prossima al pianto, ma... ci sto malissimo, ogni volta. "Scusami, scusami... Non volevo farti male. Però mi preoccupo per te e per i soldi che spendi. Stasera pago io più che volentieri, però... per favore moderati, ora hai vent'anni".
Stasera non voglio litigare con lei... anzi, mai lo voglio. Quindi decido di parlare perché cerca proprio una risposta. Se non lo faccio piangerà per i sensi di colpa: è molto sensibile.
"Non ti preoccupare. Hai ragione, devo darmi un avmattning³." poi ricordo una cosa, "Però ricordati che molte volte ho vinto e ti ho fatto un regalo o ti ho pagato un'uscita, senza mai chiederti soldi indietro".
Stavolta appoggia entrambe le mani sulla guancia che sento bruciare, col sorriso di chi vuole davvero bene a una persona. "Sì, lo so, tu pensi sempre a me e a farmi stare bene. Scusami ancora... Dai, scendiamo, non sentirti in colpa, ho molti soldi da parte quindi stasera non ci perdo niente".
Mi prende per mano destra con la sua opposta, senza neppure darmi il tempo di dirle sì, non ci pensare, è già passato, e mi strattona; noto che ha l'attenzione rivolta verso l'ingresso. Fiona è sempre stata così: non mostra la sua faccia triste, pensa sempre al mio bene prima del suo.
Torna a guardarmi con naturalezza solo quando davanti a noi ci sono mamma e papà adottivi. Ci fermiamo davanti a loro, come a fare l'inchino a corte prima del saluto.
"Siete proprio belli stasera". Me l'aspettavo che il vecchio rompesse subito gli indugi.
Dalla mia destra, invece... "Grazie papà, ma tu non ti sforzare troppo... Pensa a riposarti, noi al ritorno, quando saremo in taxi ti avvisiamo".
Non accade spesso. Fiona corre verso il vecchio e si fionda in braccio, scompigliandogli i capelli bianchi e stropicciandogli la camicia color grigio. "Ciao, Papà".
Lo riempie di baci, mentre io...
Ancora quella sensazione. Non è possibile che Fiona stia dando un addio al vecchio e alla vecchia...
Cammino verso di loro per non pensarci, e do loro un bacetto sulla guancia.
Poi mi volto verso la porta d'ingresso. "State attenti, mi raccomando. E divertitevi per noi." mi mette nuovamente a disagio.
"Ma cosa dici, tesoro? Tu ormai non vuoi più andare in certi posti che frequentano loro." entrambe le voci sono state affettuose.
L'angelo che mi tiene per mano destra ride contenuta, poi lascia la presa. Scappo fuori perché mi sento ancora a disagio e non voglio farla star male: è ancora devastata per lo schiaffo, ma non lo ammetterebbe mai.
Infine, appena chiude la porta, la vedo sorridere in sincronia con me.
Va tutto bene, non devo pensarci. Se lei sorride e sta bene, niente e nessuno può essere un problema. Mi prende per l'ennesima volta la mano destra con la sua bella sinistra e ci incamminiamo per il treno.
Ore 21:30
Siamo nel mezzo pubblico: stesso punto ove guardavo ieri sera la città dall'alto. Fiona capisce al volo quando sono in vena di parlare. Fin dai miei quindici anni mi vede ispirato davanti a questo panorama. Mi prende sotto il braccio destro, mentre col suo medesimo si sostiene per il palo di metallo in alto.
"Pensavo, ma non doveva venire anche Daniel?"
Mi sorprendo di questa domanda, sento il suo nome per la seconda sera di fila. "No, per stasera ho preferito non chiamarlo. Saremo in cinque, io e le due ragazze; tu e il ragazzo che ti voglio presentare".
Lei ansima per dimostrare disappunto. "Ma come? Così non siamo dispari? Non era meglio chiamarlo, così si sarebbe distratto un po'?"
"No, io e lui siamo usciti già l'altro ieri. Abbiamo passeggiato a lungo e ci siamo fermati in più posti, ho pagato io proprio perché ha bisogno di distrarsi".
Questa volta non mi aspetto uno schiaffo. Sento la sua voce sorridente: la adoro troppo quando è così. "Hai fatto benissimo, lui ne ha bisogno, si è lasciato da neppure due mesi con un'altra ragazza. Mi dispiace troppo per lui, mi sembra un così bravo ragazzo, non merita quello che ha passato".
Di nuovo quest'argomento. Ma dato che è Fiona, l'eccezione mi va benissimo. "Ora lui sta meglio, quindi penso che torneremo a vederci di meno. Facciamo sempre così e non so neppure io perché. È come un vero fratello per me, però non so... sento di avere più voglia di uscire con Shiku, Stan e gli altri dello Swans'n Sten. Comunque è vero, secondo me ha ancora bisogno di uscire, oltre le sale giochi, perché pensa ancora alla ballerina..."
La sua voce diviene carica di curiosità. "Oh, me la ricordo, qualche volta ci siamo incrociate per strada, e a parte un saluto e come stai, niente. È veramente una bellissima ragazza, però non mi sembra una persona che se la tira e che fa ciò che ha fatto al povero Daniel. Un giorno vorrei chiederle perché si è comportata così; però sai, la vedo molto educata e solare, quindi se poi alzasse le mani sarebbe brutto. Mi è simpatica quindi non voglio farla arrabbiare. Lei sa che sono tua sorella, eppure non è venuta a disturbarmi per dirti di non infastidirla: tu ci hai provato con lei, quindi ne aveva valide ragioni".
Ecco perché non volevo riparlarne. La mia faccia diventa sempre triste quando si nominano quei due. Stavolta però mi passa altro per la testa.
Ho una sorella così matura... È come se, pur non conoscendola, avesse capito chi è davvero Helen. Ma forse, tutti gli amici e conoscenti di Danièll, e forse ancora lui, si pongono una sola domanda: perché la bella e impossibile dal carattere gentile avrebbe ferito a morte l'uomo perfetto ma ingenuo che lui era? All'epoca almeno, perché oggi... No, non posso dirlo a Fiona. Lei non è Shiku... Sapere che sospetto di violenza la farebbe star male.
Una volta, capello elettrico era a casa mia, su mio invito, per tirarlo su; l'ennesima giornata di nostalgia per la sua ex biondona. E Fiona, nonostante lo conoscesse poco, lo invitò ad andare su in camera mia. Come aveva capito il momento giusto per parlare a quel depresso? Mai l'ho capito... Io da giù lo sentì piangere, e credo che l'angelo mio l'abbia cullato come fosse suo figlio. Poi, andatosene, ho sentito battere il pavimento di sopra con una forza incredibile. Pure lei era scoppiata. Corsi molto più veloce di ieri sera e la vidi stesa sul mio letto, bagnandomi tutte le lenzuola con calde lacrime. "Perché? Lui è l'esempio perfetto del ragazzo innamorato, come si può trattarlo così? Non è giusto!"
Non dimenticherò per tutta la vita quella sua frase. Tutta d'un botto, mentre aveva due sclere arrossate come poche al mondo. Quanto è sensibile... Da allora è andata sempre d'accordo con Danièll: lo saluta con affetto, importandosene zero del fatto che non le piaccia esteticamente; c'è amicizia e stima da parte di lei, mai altro. Lui non le parla molto, ma per lei sarebbe un buon amico... non oggi però, dati i miei sospetti.
Ma smetto di pensare, perché mi basta guardarla sorridere e pronunciare cose con dolcezza. Mi guarda negli occhi. "Atras... però lo devi ammettere, gli hai fatto una cosa molto cattiva. È la sua ex, tu non avresti dovuto provarci. Anzi, neppure pensarlo".
Normalmente ci starei male e per il nervoso risponderei a qualcuno, però me lo ha detto con l'affetto di una sorella, quindi non ho alternative. Fingo un sorriso. "Sì, hai ragione, lo ammetto. Ho sbagliato. Ho sottovalutato la sua tristezza, pensavo che per non pensarci gli bastasse qualche ragazza mercenaria".
Mi sorride con le sue labbra poco carnose e coi denti a stento visibili. "Questo è l'importante. Comunque..." mostra tutti i denti con un altro sorriso, "... mi dici perché lo chiami Danièll, dato che lui non è francese ma tedesco e si chiama Daniel?"
Stavolta sono io a sentirmi allegrotto. Poggio la mano destra sulla sua spalla sinistra scoperta. "Perché è un segno di affetto. Io lo ammiro per la forza con cui è uscito da quella depressione, e per come è diventato forte caratterialmente, almeno al confronto del gracilino che spesso mi ha detto che lui era. Non tutti ci riuscirebbero, quindi chiamarlo normalmente sarebbe come considerarlo uno che non si porta un enorme peso sulle spalle. Forse è più maturo di me... Alle volte lo penso. Nonostante il nostro vissuto".
Assume uno sguardo che farebbe innamorare ogni uomo, sia per gli occhi luccicanti che per la decisa pacatezza. "Ah, capisco, me l'avevi già detto che ogni volta ti si accendono gli occhi. Volevo vedere se lo pensi ancora di lui. Siete fortunati che vi siete trovati nella vita, io voglio che mai vi separiate, dunque basta litigare per la stessa ragazza; dato che ne ha più bisogno di te lasciagliele, okay?"
"Sì, nel fine settimana pensavo di portarlo allo Swans' per questo scopo, quindi tranquilla, a mio fratello vested⁴ non ruberò mai più una cosa bella".
Sentiamo aprirsi le porte del treno. Siamo già alla stazione, a dieci minuti di cammino dal locale... ma quella strana sensazione sento che diventa più intensa.
Adesso è un brutto, bruttissimo presentimento...
¹ "Sesso" in svedese
² "Reale" in svedese
³ "Rallentamento" in svedese
⁴ "Acquisito" in svedese
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