Capitolo 5 - La Terribile Tortura [Parte 1]


ATRAS


12 aprile 2011 – Ore 22:00

"Okay, vediamo di mettere a posto questa palla..."

Rivolgo il mio sguardo verso un angolo in penombra, mentre compio uno scomposto movimento della bacchetta da biliardo in fibra di carbonio. "Palla 3 in buca!"

Mi rendo conto di aver quasi dato una mazzata a un ragazzo che gioca al tavolo dietro il mio. Rido dall'imbarazzo e mi volto. "Scusa, amico, qui ho una posizione maligna!"

"Tranquillo, succede".

Per fortuna abbiamo evitato la rissa, almeno per questa volta...

Sollevo il viso ancora sorridente, e dalla penombra vedo uscire in modo fighissimo il mio partner di stecca, con cui me la sto spassando in una sfida all'ultima palla.

"Atras, ma che combini? La vuoi mettere in buca o vuoi fare a botte e farti buttare per sempre fuori dallo Swans'?" La a del mio nome l'ha pronunciata allungata.

Ride di gusto. Anche se mi sta prendendo in giro mi fa sentire così bene...

Ricambio la risa mentre risuona un bell'assolo di sassofono. "Shiku, ma pensa alle tue di palle, che sono sopra di venti punti e ho un tiro facile facile".

Si tocca i lunghi capelli biondo grano, di tutto punto uguali a quelli di una biondina: data l'oscurità che circonda l'atrio di questo stupendo locale stile americano, è l'unica cosa che si vede chiaramente.

"Staremo a vedere, magari il bel ragazzo ti ricambia il favore e mi fa rimontare".

Segue poi un'altra risata, stavolta di quelle che sembrano da gay... del resto lui lo è. Ma lo adoro lo stesso.

Okay, ora torniamo al tavolo: vuole solo distrarmi per vincere i soldi scommessi!

Analisi del campo.

La palla bianca è rivolta parallelamente alla 3, vicino all'angolo alto-sinistra. Un tiro facile, se non fosse per la 5 che è molto, molto vicina sulla sinistra. Se non la prendo in modo perfetto va tutto alle ortiche. La 15 e la 13, le ultime rimaste, si trovano rispettivamente al centro e sulla destra: non servirebbe rischiare.

È tutto, ora si va!

Stavolta mi posiziono per bene: le braccia e il corpo sono come le vedo in televisione, faccio sfilare più volte la bacchetta tra il mio indice e il mio medio. In sottofondo la musica jazz diventa bassissima.

Tic! Oh, quanto adoro questo suono! Così inebriante, come una figa che riceve un bel cazzo e la sua proprietaria ne è soddisfatta! La bianca va proprio dove volevo, ma forse è un po' troppo stark¹. La 3 finisce in buca, ma...

No, no! La bianca scivola vicino alla zona della morte. Se ci finisce, l'avversario ha un tiro gratis e cacchio se sono guai. Sta per fermarsi... sul bordo...

"No!" Il bellissimo ma terrificante suono della piccina caduta nel baratro. Voglio morire.

Sento il fratello ridermi in faccia, con i denti nascosti dalla penombra. "Atras, che ti dicevo, l'amico dietro di te si è vendicato!"

Il signorino in questione si volta, sorridendo, prima di effettuare una spettacolare spaccata. Ha imbucato in alto la 8: gran fortunello.

La voce del jazz torna a risuonare in tutto lo Swans'n Sten, con beat di batteria e strombazzata di sassofono.

Dato che voglio portare scalogna al biondino, dalla voluminosità minore rispetto la mia capigliatura, non gli faccio i complimenti per la perfetta iniziazione.

Entra nella luce e lo vedo sogghignare, mostrando la magrezza del suo volto e la larghissima maglietta a mezze maniche color rosso veneziano. Anche il pendente a catena intorno al collo è larghissimo, e giunge fino allo stecco-petto con una croce di ferro del Medioevo europeo.

Mentre prende la mira, e nei miei pensieri gli lancio i peggiori insulti, si vedono sul panno verde del biliardo i suoi bellissimi guanti senza dita, abbinati alla maglietta solo per metà; le nocche di finto ferro in nero notte sono invece abbellite dalla poca luce.

Tira! Un centro istantaneo come il mio, però la potenza è giusta. Ingen...² "Palla 3 in buca! Meno diciassette punti".

Neanche il tempo di ridersela che prepara già il prossimo tiro. Ma non voglio farlo sentire al sicuro. Sogghigno. "Adesso voglio vedere come imbuchi la 5".

Non risponde. Si vede che adesso sta facendo sul serio. Cambia posizione per colpire la palla, giunta vicino al bordo alto-sinistra. Stavolta non può accompagnare nulla col tappeto, neppure tutto il gessetto del quadrettino, che ha lasciato sul bordo alto-destra, gli darebbe l'aiuto per questa impresa.

Guardando l'angolazione che, credo, stia per dare alla stecca... Ingen, ci vuole provare davvero! Posiziona la bacchetta non magica in posizione molto verticale: arriva molto più in alto del suo metro e settantacinque d'altezza.

Tic! Cosa ha fatto? L'ha colpita con un effetto pazzesco, dall'alto verso il basso: rischiava quasi di farla impennare e scassare la bellissima lampadina a risparmio energetico color ambra. Va verso la 5. La prende in pieno. Porca puttana, così andrà in...

Matas in³! In sinistra-basso!

Non ci credo.

Non posso che applaudire. Poso la stecca, sorrido, e avvicinandomi a lui batto le mani. "Gran tiro, fratello!"

Lui ricambia il sorriso. Cosa facile, dato che è lui ad aver compiuto il tiro della serata! "Grazie, fratello!"

Battiamo il cinque e, al contatto coi suoi guanti di pelle, sorridiamo in uno sguardo di complicità.

Gli voglio troppo bene. Ci prendiamo in giro, ma queste nostre dinamiche si susseguono sin dai tempi del San Paul College. Dopo un tiro così, cos'altro vorresti fare? Congratulazioni e basta.

Turno straguadagnato per lui. Cambia posizione. Stavolta tenta una mossa più probabile per andare in buca. La bianca è a metà tra la linea invisibile delle buche di sinistra e le due centrali. La 15 è quasi parallela. La 13 è più difficile, non la punterà. Per vincere la partita devo sperare che la sbagli, così da servirmi la bellina sul vassoio verde; al contrario, sarà l'ultimo sangue a decidere.

Tic! La musica cala nuovamente, molti strumenti sono bassissimi. L'ha tirata molto forte, quasi simmetricamente dritta. Colpisce in pieno la 15. Altro tic!

No! finisce in basso-centro! "Palla 15 in buca!"

Dannazione, dopo la mia rifilata iniziale, Shiku si è proprio gasato: stasera sta dando il meglio del meglio di sé.

La bianca sfiora quasi la 13. Però non è in una posizione favorevole. Magari posso rimontare...

Si posiziona rapidamente con un radioso sorriso; dev'essere ancora felice per il capolavoro di due tiri fa. Ma che succede? Prende poca rincorsa e non usa neppure le dita per mirare.

Tic! L'ultima bellina va lenta e finisce nel deserto. Per capire a cosa stia giocando, guardo il partner di match negli occhi azzurri. Si è forse dimenticato che stiamo giocando per cinquemila Yen?

Cerco lo scambio d'occhi per cogliere informazioni, come fanno nelle partite di Poker categoria Texas Hold'Em. Lo vedo serio, nascosto dalla sfumatura di ambra e nero. Quando agisce così non mi aspetto uno sfottò; infatti, appoggia subito la bacchetta e si posiziona imbronciato lungo il muro bianco.

Mi fa arrabbiare.

Vado in posizione favorevole per capire come procedere. La musica jazz scompare quasi dalle mie orecchie.

Breve analisi del campo... No, qui non ce n'è bisogno: con una candela lanciata alla massima potenza posso dare un effetto diagonale e spedirla giù-sinistra o giù-destra.

Attacco quasi le dita sul tavolo e il bastone molto dietro le spalle. Non me ne frega se farò del male a quel giovanotto: devo vincere.

Let's go! Tic hooked⁴! Quando tiro così è un'adrenalina liberatoria. Ma dura poco, perché prego che la bianca non insegua la 13 troppo a lungo...

Oh no, stanno per scontrarsi... tiro un sospiro di sollievo perché si sono appena incrociate. Guardo Shiku col pelo dell'occhio, che mostra un cenno di stupore velato dall'oscurità. Il bersaglio va avanti, veloce, percorrendo per la terza volta l'intero giro del tavolo. Perde velocità... No, no...

Ci siamo quasi, ha oltrepassato la buca in basso-centro. Vai, vai numero sfortunato... portami fortuna... Adesso non sento nient'altro che il tuo rotolio. Ti prego, vai dentro, regalami soldini...

"Ferma per poco! Ingen!" la e di ingen è allungata.

La musica torna nella sala: tanta batteria e tanto sassofono abbinati ad una voce americana molto profonda. Che fortuna, nessuno ricorderà mai della figuraccia... tranne il capo.

Il fratello non ride, ma si posiziona immediatamente per il suo turno. La metterà dentro di sicuro, nonostante la bianca sia vicino alla buca giù-destra. Dato il capolavoro che ha segnato prima, l'appoggio inesistente non sarà un problema per lui.

Tic! "13 in buca, la rimonta!" la a finale è allungata.

Saltella dalla gioia e allo stesso tempo viene verso di me con un sorriso che mostra tutti i suoi denti. Sono rassegnato ma sorridente. "Gran bella partita, Shiku".

Alzo la mano destra, aperta per ricevere il cinque. Lui lo ricambia sportivamente. "Bella, bella, Atras, avevi quasi vinto".

Il ciak è un sollievo incredibile: è per questo che amo di bene questo ragazzo. Ci rifacciamo sempre di queste scaramucce.

"Atras, ma lì come hai fatto a perdere?" la voce dietro di noi di un uomo di circa quarant'anni, che conosciamo molto bene. Dato che è vitalità pura, la musica non potrebbe mai coprirla. Preferivo dirgli io della sconfitta. Voglio andarmene lì in fondo, al di fuori della grossa doppia porta di legno...

"Oh, Stenny, ma non devi badare alla cassa? Se ci fosse qualche malintenzionato?"

Shiku ride, mentre risponde al posto suo. "Ma dai, è martedì, fratello. Chi vuoi che venga in questo angolo, a parte clienti assidui, e... il ragazzo che mi ha fatto vincere?"

Intanto guardo Stan: ci sta indicando di seguirlo. Mi sa che vuole la scommessa dritta davanti la cassa.

Ci avviciniamo a passo lento verso un punto illuminato e, mentre lui si gira sorridente, con faccia di buon amico, non posso che notare quanto somigli a Capitano Nemo. Capelli alzati da non ho mai capito cosa, castani chiari come i suoi folti baffi; ma ha la barba quasi nera. Occhi castano scuri, dallo sguardo come chi i sette Mari li abbia visti per davvero e pelle scura abbronzata. Indossa dei semplici abiti da locale notturno, tra maglietta che sembra quella di uno scaricatore di porto verde scura, pantaloni larghi color grigio e scarpe nere simili a mocassini con tacco di mezzo centimetro. Un orologio in puro argento, più grosso del suo robusto avambraccio sinistro, si vede luccicare ad ogni passaggio sotto le luci biancastre.

"E allora, giovanotti, perché questa rimonta di questo gran bel biondino, su di un esperto che tre mesi fa vinse il torneo annuale dello Swans'n Sten?"

Io digrigno di giocosa rabbia, mentre il gran bel biondino illustra con allegria. "Atras ha giocato benissimo, un inizio scoppiettante. Prime quattro palle in buca senza darmi alcun turno di tregua, poi ha iniziato a sbagliare mira, finché, colpo dopo colpo, siamo arrivati a quattro palle e venti punti di distanza. Ha sbagliato quel tiro facile, e io ho iniziato a prendere coraggio. E..." poggia la mano sinistra amichevolmente, ma in segno di leggera presa in giro, sulla mia spalla destra, "... sei caduto nella mia trappola. Ti ho piazzato la bianca volutamente male, e tu ti sei innervosito. Hai provato la candela ma non ti è riuscita, così mi hai regalato la vittoria!"

Effettuo un salto di due metri circa sulle mie scarpe da ginnastica bianche dotate di ammortizzatori; solo dopo aver attutito il mio atleticismo di stizza, mi rendo conto di quello che mi ha rivelato. Sorrido amaramente senza nascondere il divertimento. "Sì, è vero. Ci sono proprio caduto, ma tu quel tiro l'hai fatto proprio male, sembrava che tu pensassi ad un'altra cosa. Le dita le tenevi dappertutto tranne che sulla stecca".

Capitano Nemo se la ride secondo lui alle mie spalle, ma intanto siamo vicino la cassa...

Uh! Guarda un po' lì! Una bella biondona seduta sul bancone del bar, su di una sedia di legno dirimpetto il bancone. E che cosce accavallate!

Cerco di non attizzarmi il gioiellino o almeno cerco di nasconderlo; a stento odo il fratello, solo perché devo girarmi per dimostrare di non voler partire in quinta. "Eccolo, conosco quello sguardo, ha adocchiato un altro bersaglio".

Stan ricambia, scrutando divertito Shiku; ma io sono già a un passo dalla pupattola.

Quando sono a tre passi da lei, si volta come se avesse percepito la mia presenza solo in base al cambiamento dell'aria. Ma cos'ha, i radar nascosti nei capelli? Le sorrido cercando di apparire simpatico. "Ciao".

Lei mi guarda con degli occhioni blu mare, roba da berci intere Vodka. "Ciao, lavori in questo locale?"

Non posso mentirle, altrimenti dopo addio scopata. "No, però sono cliente assiduo. Di dove sei? Non ti ho mai vista qui".

Si prende una paglia di capelli ricci di media lunghezza. "Sono del Centro. Vorrei un drink, il principale dov'è?"

Sperando che Stan non si metta di mezzo, faccio la parte del sostituto. "Tranquilla, posso dirgli io che ti ho passato del Brendy. Riferisco io, te lo pago in silenzio altrimenti a te lo farebbe pagare di più".

Gli faccio un occhiolino mentre continua a toccarsi i capelli. Mamma che sexy, mette ancora più in risalto il suo elegante dress in nero, composto di due spalline e una spaccata posteriore da paura, enfatizzato da media abbronzatura. "Va bene, però niente Brendy, vorrei un aperitivo non alcolico, dopo devo guidare".

Mi concentro dietro di me, per sentire se il vero capo mi da l'okay; non si è ancora imbufalito, quindi... andiamo!

Vado dietro al bancone, le prendo ciò che ha richiesto, dato che ormai qui sono di casa e, avvicinandomi a lei, mi siedo su un'altra sedia di legno adiacente. "Atras, e i bicchieri?" l'ho sentito col pelo dell'orecchio. Che figura!

Le sorrido, mettendole una mano sulla sua bella spalla magrolina. "Torno subito, scusami".

Lei se la ride. Forse ho fatto colpo! Fingo una risata di piacere per tutto il tragitto, mentre noto Shiku e il nostro amico allontanarsi.


Ore 22:20

Abbiamo chiacchierato abbastanza, è ora di passare all'azione. Abbiamo bevuto mezza bottiglia a testa, però il suo alito sa ancora di fresco. Voglio gustarmelo tutto.

Mentre lei è girata con le cosce ancora accavallate, mi sollevo dalla sedia e tento di baciarla. Lei si gira e...

Grido dal dolore!

Cerco di fare il simpatico. "Oh, no, no, il tacco alto sullo stinco no! Sei cattiva".

"Non sono una di quelle femmn che vi fate voi porci, io stavo aspettando un altro ragazzo!" ha trasformato la sua voce sexy in quella di una strega arrabbiata con una maga.

Si alza di botto e mi lascia a bocca asciutta. Osservo la sua bella camminata su dei tacchi quindici, per uno e settantotto di altezza, potendo solo immaginare quale culo si celi su quel fondo di elegante vestito. Peccato, aveva due tette e delle cosce da paura...

Mi volto e sento una risata molto familiare. "Atras, hai preso il due di picche!" il fratello ha allungato la a del mio nome e continua a ridere mentre, dalla mia posizione quasi a terra, inginocchiato mentre mi tocco la gamba che brucia da morire, ho davanti agli occhi il suo pantalone largo hip hop blu ceruleo e le sue scarpe da ginnastica metà rosse metà blu, con una striscia di nero dipinta sulla zeppa.

Ci si mette pure Capitano Nemo dal sottomarino! "Io ti do campo libero e tu ci rimani pure a secco? Stasera sono più di cinquemila Yen!"

Dopo un minuto di delirio, alla fine me la rido pure io. Tanto la prossima volta andrà meglio. A me va spesso bene. Molti e molte mi dicono che sono un bel ragazzo. Mi aiutano molto le mie origini svedesi come il mio amico gay e il barista. Solo io posso chiamarlo Stenny.

Ricordo subito del mio pagamento. "Okay, okay, ora sborso tutto, ragazzi".

Tiro fuori un portafoglio in pelle marroncina, con una stella da sceriffo del Far West stampata sopra. Cinquemila Yen escono come se stesse piangendo qualcosa d'invisibile. "L'analcolico, ragazzo".

Stan, conosciuto nella nostra gloriosa Svezia e nellatua compianta Italia come Stendardo, perché stasera sei così puntiglioso? Talvolta non mi fai pagare gli extra di una partita...

Altre lacrime rigano copiosa la stellona del mio portamonete. "Oh, fratello, qui si è fatto tardi. Se non ci muoviamo perdiamo l'ultimo treno per casa!" Shiku è intervenuto con una voce da omosessuale al cento per cento.


Ore 22:27

Dopo un affettuoso saluto al Capitano, io e Shiku varchiamo la porta d'ingresso. È molto pesante: bisogna tirarla con le nostre spalle, dato che nessuno si degna di mettere olio né in quella serratura in oro né sul sottostante lucchetto.

Ma non abbiamo il tempo di guardare all'esterno, che veniamo travolti da un suono fortissimo. Vedo una motocicletta sfrecciare a tutta velocità: non elevata, ma blixtens hastighet⁵!

I capelli lunghi e biondi di chi siede dietro li ho riconosciuti: sono quelli della ragazza che mi ha rifiutato. A quanto pare non stava mentendo. Perché entrare da sola col rischio di farsi vedere con un altro uomo, se aveva già un cavaliere della strada a portarla a spasso?




¹ "Forte" in svedese


² "No" in svedese


³ "È entrata" in svedese


⁴ "Agganciato" in svedese


⁵ "velocità lampo" in svedese

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