Capitolo 3 - L'Invocazione del Fuoco: Rinascita a Nuova Vita [Parte 1]
5 maggio – Ore 10:00
"Ci siamo... Il gran giorno è arrivato!"
Questa mattina mi sono alzato più tardi perché... diamine, mi son svegliato di continuo nella notte. Niente sogni, solo ansia. Forse solo immagini di persone, tra cui alcune che ho salutato ieri. Non riesco ancora a credere di aver detto ieri pomeriggio, a Lerin, ciò che provavo per lei. Per far accadere ciò, doveva venire una così grande bomba atomica a rompere la mia monotona vita?
Dopo essermene andato dall'esterno della FubukArcade Station e salutato Kuca, sono andato a giocare in un'altra sala giochi per evitare una figuraccia. No, non avevo il coraggio di salutare i miei rivali del fighting game, né gli sfidanti del mio record su quello shoot'em up. E sarebbe stata dura staccarmi dalla commessa Azusa, se mi avesse rivisto una volta uscita dal Fashion AlternGirl. Almeno, senza le pressioni delle conoscenze, è stato divertente giocare a qualcosa.
Vado a lavarmi la faccia con cura e mi getto nella doccia; per poi dare la mia forma preferita a ciò che ho di più bello: i capelli. Neri e sfavillanti come non mai, alzati con acqua e gelatina a super tenuta.
Prendo subito la mia maglietta per gli Arcade e le fiere, ed urlo sul disegno anime di quella ragazza che tanto adoro: scelgo te per questa avventura, non deludermi! So che me la sporcherò, ma ormai non conta più nulla: ogni emozione positiva può solo aiutarmi. A Helen piace come sto, dunque voglio essere al meglio quando la rincontrerò!
Indosso un jeans uguale a quello che avevo giovedì scorso, con la differenza che è meno stretto per garantirmi maggior mobilità: ha degli strappi sulle ginocchia scoprendomele quasi tutte, e sulle cosce mostrandomele un pochino, pelosità compresa.
Stesse scarpe nere con logo bianco, e stavolta un accessorio: il mio fido orologio, di quando ero ragazzino, sul polso sinistro. Costoso e di una marca la quale pubblicità mi commuoveva all'epoca, e super-resistente agli urti. Se premi un bottone in alto al cric-cric si accende pure! Lo adoro! Un altro compagno d'avventure che mai mi tradirà!
Dopo essermi pavoneggiato davanti lo specchio, come una ragazza complessata che non può vivere senza guardarsi al cellulare, accendo la televisione. Sembro pronto per uscire con una di queste tipe, con la differenza che non ci ho sbavato per mesi; perché se ne è così attratta, è meglio che tenga il suo aggeggio come unico compagno: non voglio persone così nella mia vita.
Oh cavolo, ancora altri rapimenti.
Ma oggi, forse verrò a capo di questa storia. Magari sarò il primo a sapere dove le tengono prigioniere.
Sento le provenienze di queste povere donne, mentre preparo e assaporo l'ultima colazione a casa mia.
Poi vado in bagno a lavare i denti e, nel mentre, sento la mia famiglia entrare in casa.
Il momento che ho tanto atteso è finalmente giunto. Sono anni che voglio vendicarmi di loro; appena prendo un po' di soldi in camera vado via senza dir nulla. Capiranno cosa significa trattare un figlio senza il dovuto rispetto, quando sarò sparito e la polizia non troverà neppure me!
Prima di uscire, passo di profilo rispetto ai miei genitori, per tagliare verso la porta d'ingresso...
E mi fermo a guardare casa. L'istinto mi dice di andare in camera mia.
Se mi potesse guardare, non so come mi descriverebbe un amico. Guardo i miei videogame con una malinconia enorme! Passo la mano su ogni copertina dei miei giochi e li accarezzo con l'amore di un... credo padre. Tutte le console per videogame...
Qualcosa mi dice che prima di poterci rigiocare ne passerà di tempo. Tutto ciò è puro orgoglio giapponese. Solo da noi creano queste meraviglie; quelle americane sono solo schifezze che vogliono rompere intere generazioni di tradizioni videoludiche.
Mi dirigo alla porta, mi volto verso la mia base operativa – sin da quando ero ragazzino – e mando un bacio con la mano, come se una ragazza che mi vuole bene mi mandasse un amorevole saluto. Questa, probabilmente, fu un'altra cosa che mi fece innamorare della combattente dai fatali passi di danza. Ma ora andrò da lei per non rendere vano questo saluto ai miei adorati videogame che, paradossalmente, sono una parte della salvezza dalla condanna che lei mi lanciò!
Ore 12:00
Decido di non andare ancora alla scuola. Vado a spendere un po' alla sala giochi di ieri, sia per prepararmi psicologicamente che pranzare fuori. Non so quando potrò mangiare ancora così abbondantemente, quindi preferisco stare in un'altra zona di periferia per godermi un po' di tranquillità.
Non rimpiango la mia scelta di non aver portato lo zaino. Atras ed Helen non l'hanno fatto, almeno da quel che mi è stato detto, dunque qualunque cosa mi capiterà, penso che sarà solo una zavorra.
Ore 15:30
Mio Dio...
Il cerchio, l'oggetto delle mie preoccupazioni, è davanti a me.
Il giro per giungere sin qui è stato più lungo del previsto. Gli orari scolastici delle altre scuole hanno rallentato i mezzi pubblici, come di consueto, nonostante qui non siamo al centro città. E di certo non potevo venire qui all'ora d'uscita degli studenti. Quindi, per forza di cose dovevo passare il tempo godendomi un'ultima partitella... Che ovviamente non mi sarei mai potuto godere perché ho la tensione al maximum level!
Nonostante qui sia tutto tranquillo, sono andato prima a pisciare in un angolo, per la paura che tutta di un botto m'è salita.
Cazzo, Daniel, dov'è finita la tua determinazione di martedì?
Improvvisamente, gli stessi suoni delle altre volte tornano a tormentare il mio animo. Sento anche dei gabbiani. Gracchiano forte. Da un lato mi rasserenano, dall'altro m'inquietano. C'è davvero una spiaggia dall'altro lato?
Oh, questo è nuovo, sembra il suono di un fuoco acceso.
Il fuoco ti cerca... Un'intera vita fa..!
MA..! Credo di saltare ancor più di quando una settimana fa vidi Helen fuori la FubukArcade Station. L'ho sentito chiaramente! È come nel sogno!
Il sol pensiero di avvicinarmi al cerchio mi mette tantissima paura.
Però qui c'è una differenza: il fuoco? Non erano le tenebre?
Rimango cinque minuti a fissare quel maledetto punto. I suoni si scambiano: ruggiti strani, onde del mare, falò...
Non avere paura... Il calore del fuoco ti proteggerà...
L'ho sentito chiaramente..! Ma la voce, non so come, sento che mi dà sicurezza... Quasi come se una musa dell'antica Grecia volesse invitarmi nel punto dove Helen e quel tizio sono spariti. Il mio animo è ricolmo della sua soave voce.
Emetto un grido che si sente sino ai confini del Paese e corro! Rivedo varie immagini di momenti indimenticabili: quella folata di vento, la promessa fatta ai genitori di Atras e Fiona, e uno dei più bei saluti che Helen abbia mai sfoggiato. Alcuni secondi che sembrano un eternità, manco stessi aspettando il sì o il no di quella ragazza che mi cambiò la vita sette anni fa.
E inizio a udire uno strano rumore. Ma con le orecchie.
Ci siamo! Proviene da sotto! Sembra quello di un fortissimo vento che viene evocato da una magia.
Oddio, si apre un cerchio nero sotto i miei piedi!
Allora è... tutto vero... Qualcosa me lo diceva... che non ho sognato un'intera settimana di vita...
D'istinto guardo in direzione della scuola: la vedo sempre più sopra, fino a vedere... nero con puntini bianchi...
Ore 15:45
Daniel cade nel buco apertosi come per magia nel terreno, il quale dopo circa dieci secondi si richiude in inversa modalità.
L'atmosfera torna ad essere tranquilla proprio come la settimana prima, in seguito alla dipartita dell'uomo misterioso e della sua bellissima ex fidanzata.
Ma nelle vicinanze qualcuno ha visto la scena. Un leggero venticello, alzatosi dopo circa un minuto di totale inattività, accarezza delicatamente una ciocca di capelli rossi.
"Daniel, lo sentivo che non ci avevi preso in giro..." un chiaro singhiozzo di lacrime, combinato al terrore, irrompe nei sussurri, "Ora chi mi crederà? Ti prego, torna da me... ti voglio troppo bene, non voglio che mi lasci... Non così..."
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