Capitolo 1 - Spariti dalla Mia Vista! [Ultima Parte]
29 aprile 2011 – Ore 09.00
Mi sono svegliato tutto sfondato!
Stanotte ho chiuso occhio dopo almeno due ore, dopo aver pensato a...
Dannazione! Non era un sogno, come speravo che fosse ieri sera in quell'infinita insonnia. Credo di non aver recuperato tutto il sonno.
E vorrei vedere! La mia mente ha sentito ogni emozione, dall'euforia alla depressione.
Non odo alcun rumore: i miei devono essere usciti per chissà quale motivo. Me n'ero dimenticato, si vede che ho ben altro a cui pensare.
Ne approfitto per accendere la televisione in piena voce, mentre pulisco un po' la mia disordinata stanza.
Dato che ci sono, accendo anche il PC.
Ore 09.30
Per fare colazione metto il latte sul fuoco, e nel frattempo mi avvicino al computer per controllare se Atras mi abbia finalmente risposto.
Ancora niente! No visualizzazione, no cose pubblicate sui social.
Mentre verso il latte nella tazza, e ci metto su del caffè freddo, la tristezza e la preoccupazione si impadroniscono di me.
I latte e caffè che mi ha offerto Anderssen un mese fa. Conosce parecchie bariste anche carine, dunque problemi di spese non ne ha. Durante la prenotazione allungava di proposito le parole, così che io potessi farci amicizia. E quando invece erano dietro al bancone, lui batteva forte il suo gomito contro il mio fianco per farmi vedere che bel culo c'era davanti a noi.
Una volta mi fece piangere. Seppur pensavo poco a Helen, mi ero ricordato di una di quelle volte che andai a casa sua di primo mattino. Non c'erano i suoi, dunque decisi di prepararle il latte e caffè che da poco avevo imparato a cucinare. Ce lo bevemmo insieme, e io per gioco le diedi un bacio sulla guancia per lasciarle un segno bianco. Era davvero buffa. Ma il mio sguardo cadde subito sul suo intimo, in mostra sulle spalle. Ecco, era dello stesso colore di quello che aveva, invece, la barista sul pantalone della divisa.
Intanto, la mia attenzione è tornata sulla televisione. Ho udito la parola sparizione. Inizia a salirmi la tensione.
Una di quelle giornaliste medie, dalla voce dolce ma decisa, è all'esterno di un locale notturno. So bene che, dietro le telecamere, è una di quelle che si farebbe tutti gli ometti dei vari piani.
"Gli inquirenti hanno confermato che la ragazza, la quale sarebbe stata vista l'ultima volta due settimane fa da testimoni oculari, nel locale notturno che vi stiamo mostrando, è stata riconosciuta come Fiona Anderssen. Giovane di ventidue anni il quale aspetto non passa di certo inosservato, poiché è emerso che sarebbe nativa dei Paesi del Nord Europa..."
Che?! Cosa..?
Smetto all'istante di bere il latte.
Fiona Anderssen è... è... la sorella maggiore di Atras!
Mi sale il terrore! Mentre fisso la tazza tremo.
Dopo un minuto, giusto il tempo di realizzare la terribile notizia, la mia mente ha un flash. Le parole di Helen e di quel ragazzo.
Ricomincio a tremare. Qualcosa mi dice che è stato lui a rapirla. E forse Atras non risponde perché la sta cercando!
Dannazione, sono passate più di due settimane da quando ho smesso di contattarlo per la mia ultima ex.
E chissà, invece, lui da quando ha iniziato la sua ricerca.
A causa di una tragedia che fratello e sorella vissero anni fa, lui è gelosissimo di lei, dunque non credo che si sia limitato a chiamare la polizia.
L'unica cosa che mi solleva un po': penso che stia bene. Si è isolato dagli amici per stare vicino alla famiglia adottiva. Mi dà più certezza il fatto che, controllando sui suoi contatti social, non ha postato assolutamente nulla dalla sera di quella scomparsa in poi.
Però non la torturare!
Ciò che credo di aver sentito ieri pomeriggio mi riecheggia nel cervello, nello stesso istante che rialzo lo sguardo verso la tele. A sforzo butto giù il latte e caffè ormai tiepido.
Non torno subito nella stanza perché ascolto il telegiornale, sperando invano in un aggiornamento positivo. E invece si sussegue un'altra notizia di quelle che vogliono torturare la mente della gente già distrutta psicologicamente.
"Ed in tema di scomparse, ci colleghiamo ora col deposito abbandonato dell'area portuale, ove un mese e mezzo fa circa fu compiuta una strage di otto ragazzi sulla ventina..."
Stavolta, l'inviato è un uomo di quelli che non sembrano avere problemi di accoppiamenti facili.
"Ci sono importanti novità da parte delle forze dell'ordine. Sulla scena del crimine è stato trovato del sangue, il quale è emerso non appartenere a quello degli otto giovani brutalmente assassinati. Si sospetta che appartenga all'unica sopravvissuta al massacro: una ragazza di origini francesi, anch'essa sulla ventina. Era stata inizialmente portata in questura, subito dopo la dimissione dall'ospedale, per essere ascoltata dagli inquirenti e da uno psicologo delle forze dell'ordine. Viene subito rilasciata in quanto ritenuta incompatibile da ogni dinamica di complicità. Dalla famiglia è stata denunciata la scomparsa tre settimane fa e, dalle loro esigue dichiarazioni in pubblico, è emerso che la figlia, ad una settimana prima della denuncia, dal punto di vista psicologico era profondamente cambiata..."
Spengo il televisore facendo forte e rapida pressione sul rosso del telecomando, come a dover premere un pulsante per qualcosa che mi mette in grande difficoltà in un videogame. Inizio ad arrabbiarmi, ma è una rabbia di frustrazione.
Adesso anche una ragazza francese?
Riguardo il suo atteggiamento mutato, è vero che può essere dovuto alla morte dei suoi amici; però, perché ho la sensazione che ci sia qualcosa sotto?
Fiona è svedese, Helen è di non ricordo quale Paese lì vicino – seppur sembra un'italiana che vuol apparire brasiliana – e la ragazza in tele è francese. Tutte e tre sono dell'Europa.
Per sfogarmi, e fare meglio mente locale, l'istinto mi dice di correre verso l'entrata secondaria della mia ex scuola media. Adesso ne ho un forte bisogno...
Ore 11.45
Ho dovuto attendere il ritorno di uno dei miei per uscire poiché, come al solito, insistono col doverli aspettare quando vanno a far la spesa di mattino.
Tra mezzi pubblici bloccati nel traffico, e semafori rossi che io volentieri non rispetterei, perché adoro una città dell'Italia dove sembrano quasi non rispettarli, arrivo qui con molto più ritardo del previsto.
Polizia o cartelli di un eventuale omicidio o simili: niente, per il momento.
I vestiti di Helen e la moto del tizio sono ancora lì. Com'er...
Ah già, è da alcuni anni che questo ingresso secondario sembra non funzionare più, dunque gli studenti non passano qui tranne che per appuntamenti tra ancora verginelli. Tenterei di forzarlo per pura curiosità, dato che il cancello blu acceso, ormai rovinato dalla ruggine, sembra robusto ma allo stesso tempo prossimo alla caduta, tipo demolizioni.
Il cielo è coperto, ma del tipo che non pioverà. Tira vento, dunque con gli stessi vestiti di ieri, tranne che una maglietta tutta arancione dello stesso materiale di quella che avevo ieri, non sento affatto caldo. Ho i miei soliti guanti, ma non me la sento di scavalcare per evitare di lasciare impronte.
Guardando attentamente le alte barre, dalle estremità superiori appuntite, mi domando davvero perché lei non abbia scavalcato. Nonostante fin da piccola non è stata la tipa da fare queste cose, mi raccontava comunque di essere dotata di agilità non indifferente; il suo veloce passo fin da giovanissima e capacità di alzare le gambe più in alto della sua testa, quando tirava calci a scuola, ne erano la chiara prova. Se proprio doveva lasciare qui i suoi vestiti di qualità, perché non scavalcare con lui per evitare di farsi vedere? Voleva evitare di strapparsi il costume da bagno o lui non è in grado di farlo? O entrambe le possibilità? E perché proprio in questo maledetto cerchio?
Il punto esatto l'ho impiantato nel cervello come se fosse un precisissimo cerchio, ormai.
Riprendo tra le mani i vestiti impolverati della mia ex, guanti alla mano, per cercare risposte, ma nulla. Stavolta do uno sguardo più attento alla moto, e comunque nulla di fatto: è fredda e chissà se c'è ancora benzina.
Quando all'improvviso sento dei passi in lontananza. Salto sul posto e decido di allontanarmi. Non conosco quei due giovanissimi studenti maschio e femmina che incrocio lungo il cancello principale; quindi evito il loro sguardo, cercando di ascoltarli.
"Andiamo di là a parlare: dopo aver marinato la scuola è il posto ideale per stare un po' soli." la voce maschile indica chiaramente che vuole andare a scopare, ma stavolta non seguirò nessuno.
Ne ho abbastanza di coppie che si vedono vicino al cerchio!
30 aprile 2011 – Ore 8:30
Un altro giorno è passato, e il pomeriggio è stato talmente lento e pieno di pensieri da rendere le mie partite ai videogame in casa... un'eternità.
Quindi, seppur io abbia dormito di più, anche stamattina mi sveglio sfondato; un pochino di relax mentale sono riuscito a concedermelo in serata.
Nessun rumore in casa.
Accendo il PC per vedere se Atras ha risposto ai messaggi, ma niente. E così mi risale il malcontento.
Preparo il latte e caffè, e col cuore in gola accendo la televisione. Infatti spero con tutto il cuore e la gola che Fiona e quella francese siano tornate sane e salve. Così da poter sperare che quel tizio riporti la mia bella ex fidanzata indietro.
"Sembra non smettere la serie di sparizioni di giovani donne. Ci troviamo fuori ad una scuola media, dove sono stati ritrovati i vestiti di una ragazza, la quale scomparsa è stata denunciata dalla famiglia ieri mattina. Tali vestiari corrispondono alla taglia della persona segnalata alle forze dell'ordine. Il suo nome è Helen Cyarmville, studentessa di Giurisprudenza di ventiquattro anni, nativa dei Paesi dell'Europa Settentrionale. Inoltre, la scientifica dichiara che sulla scena sarebbe stato identificato il segno di cavalletto di una moto d'alta cilindrata".
A quanto pare, la colazione dovrò berla sì, ma rovesciata sui fornelli!
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