Capitolo 1 - Spariti dalla Mia Vista! [Parte 3]
Ore 18.00
Solo ora riesco ad alzarmi. Mentre fisso gli abiti di Helen, cammino a passo spedito verso il punto del teletrasporto.
Batto forte coi piedi su quel punto che ricorderò per tutta la vita, e non conta quanta neve e pioggia ci cadrà per il resto dei miei giorni e oltre.
Niente. Gratto, cerco di rompere, di sentire una fottuta grata con una ventola dai sotterranei, ma... niente!
Dopo tre minuti, non so come, ricordo di avere nella tasca posteriore un paio di guanti senza dita color nero, che in genere uso quando in sala giochi le sfide si fanno roventi. Dato il caldo che sentivo oggi pomeriggio, non pensavo di usarli per giocare. E decido di metterli sulle mie mani di burro, perché su questa scomparsa la polizia, probabilmente, indagherà. Non sono nato ieri, se trovano qualcosa di me su questi vestiti, so che mi accuserebbero come minimo di molestia sessuale. Mai crederebbero che se la sia portata via un teletrasporto sci-fi! Soprattutto se è stata provocata da... un trucco di magia di qualcuno vestito da motociclista!
Dovrei scappare, ma...
Sono i vestiti di lei...
Lei, che in passato l'ho amata così tanto, qualunque fosse la cosa che avesse indosso: pezza o capolavoro della moda non faceva differenza.
Comunque, su di essi non c'è nulla di suo. Neppure un fazzolettino di carta, di quelli che io le davo ogni tanto; i quali lei dimenticava spesso nei taschini di questo costoso giubbino.
Cerco di lasciare la roba com'è stata lasciata ed anima e coraggio mi allontano.
Ma, non appena passo lungo l'ingresso principale della scuola, la minima calma appena ripresa sparisce di nuovo.
Qui ho varcato la porta che da ragazzino mi portava nel mondo ove ho visto lei per la prima volta. Era così diversa di look, tra cui i capelli lunghi un chilometro. Ma a discapito di questo unico dettaglio che notai di lei, molti sarebbero sorpresi dal fatto che all'epoca non me la cagavo di striscio.
Per me niente ragazze all'epoca: venivo visto strano da loro perché non sono giapponese di nascita. E poi io pensavo solo a... no, in questo momento non mi va.
Mentre percorro la strada isolata, che poi giunge alla sala giochi, la mia mente torna a quella scena...
Non credevo che Helen mi avrebbe ancora salutato in quel modo.
Perché, quando mi lasciò, l'istinto mi diceva che mi odiava!
La nostra relazione non andava molto bene, ma lei non era mai chiara sul perché. Si comportava male con me, così d'improvviso, senza badare al fatto che sono stato gentile per gran parte dei due anni di relazione: più di quel che avrebbe fatto qualunque stronzo che lei, sicuramente, ha frequentato in seguito! Avevo solo diciassette anni, ero troppo piccolo per capire che era meglio lasciar perdere prima che l'amore mi accecasse. Era la mia prima esperienza! Come fare a capirlo, se lei fu la prima ragazza che mi diede importanza non in senso di amicizia? La mia fiamma divampò quando, anni dopo la fine delle scuole medie, la rividi fuori all'edicola vicino la FubukArcade Station.
Quel saluto, con quel sorriso radioso... quella chiacchierata mentre avevo già le mutande bagnate per quanto fosse bella quel giorno... Non l'avevo mai vista bionda: infatti le scrissi una dedica dopo che mi lasciò, ove parlai di quel primo incontro. Non smettevo di piangere.
Ora, invece, sono troppo confuso per farlo...
Comunque capitò inizialmente, per pura coincidenza, di vederci lì intorno. Così un appuntamento, dopo una particolare procedura da pazzi, me lo concesse.
All'inizio era gentile e si chiacchierava di tutto, senza lamentarsi l'uno dell'altro, ma dal nulla arrivò poi il rifiuto. Io non mi arresi, e ho il dubbio che, piuttosto di cosa io fossi per lei, fu più colpita dalla mia determinazione di provarci ancora. Ma non capisco perché, tra i tanti corteggiatori che erano nel suo liceo, ed ex studenti della nostra scuola media, scelse proprio me. So solo che, da quel momento, iniziai a giocare molto meno ai videogames.
Avviata la relazione andava tutto bene, almeno per me, perché era tutto nuovo e avevo la ragazza più bella che avessi mai conosciuto... come mia fidanzata.
Ma le cose non le facevamo coi tempi entro i quali le farebbe una coppia normale. Helen non me le diceva queste cose; cosa che io al contrario avrei fatto con qualcuna inesperta – e l'ho fatto nel tempo.
I primi mesi di fidanzamento usava la sua incredibile forza fisica se qualcuno rideva di me per stupidi pregiudizi di differenze razziali, ma poi smise. Lasciava sghignazzare chiunque persino di lei; anni dopo capii che ci sbeffeggiavano su quanto esteticamente fossimo di due livelli diversi.
Un'altra cosa che adoravo di lei, cioè vederla sferrare calci, finita.
L'inizio della fine, tra derisioni davanti ai suoi amici e critiche su ogni cazzata. Inoltre mi criticò la prima volta che facemmo sesso. Lei mi tolse la verginità e la soddisfazione di immaginare la mia prima volta perfetta. Ero troppo nervoso, in quei momenti, per godermela – Però mi è servito, poiché con tutte le altre ragazze ho fatto faville a letto! Poi, venne una sola volta alla FubukArcade Station. Altra cosa che ho capito anni dopo: non voleva entrare nel mio mondo, come io invece volevo unire il mio e il suo.
Mi lasciò all'improvviso, senza spiegazioni...
E io caddi in depressione.
Inizialmente fu lieve. uscii con una ragazza che sembrava essere presa da me, forse perché mi vedeva più empatico che mai. Ma quando giorni dopo vidi Helen con un altro sembrava essere così felice, a differenza di quando con me appariva seccata...
Davanti al ragazzo e a tutti i presenti fece una scenata incredibile. Mi insultò su cose che non credevo che di me potessero darle fastidio, e cosa peggiore: mi accusò di essere un pervertito.
Ma ciò che mi fece più male, fu che prese il ragazzo di forza e se lo baciò mentre si allontanavano, dando uno sguardo col pelo dell'occhio verso di me. Da quando la conoscevo, mai le avevo visto fare una tale faccia da puttana maliziosa.
Io non ebbi la forza di risponderle male né di farle capire quanto fosse stronza.
Con la ragazza con cui uscivo tentai di rimediare, ma poi, credo che lei capì che ero ancora troppo preso da Helen; dunque non potevo avere un'altra relazione, almeno secondo il suo punto di vista. Così finì prima di un vero inizio mentale, seppur il finale, è da dire, fu ben migliore rispetto a quello con la super-combattente.
Dalla tristezza enorme io passai alla rabbia. Iniziai a provare odio per le donne e lasciai la FubukArcade Station per molto tempo... e iniziai a frequentare gente poco raccomandabile. Volevo sfogare tutta la cattiveria che Helen era riuscita a tirare dal fondo del mio animo. Quelle poche volte che la vedevo non avevo il coraggio di fargliela pagare. Invece, con dei tizi coi coltelli tra le mani, più aggressivi della mia ex nel picchiare a mani nude... sì! Sì che con loro mi gettavo a capofitto nelle risse e nei litigi rapidi! Forse perché loro erano e sono tutt'oggi lo schifo, mentre lei è... lei.
Persi più di un anno di liceo: mi diplomai quando ormai i miei amici – tranne il più giovane – e le mie amiche avevano già fatto altro che studiare.
Credo che se sono uscito da quella merda di gag stile Bronx, lo devo proprio ai miei nuovi amici conosciuti a scuola, che tutt'oggi mi porto nella vita. Alla fine, la bocciatura non fu un male in tutto e per tutto.
Ma ormai, la purezza che mi portavo fino al compimento dei diciannove anni era scomparsa...
Ore 18.40
No..! L'edicola, quell'edicola!
Ammetto che iniziavo a non pensarci più. Però, ora che sono davanti a questo maledetto negozio, mi sale un fortissimo disagio. Ripenso al sorriso di Helen diciassettenne e a quello da ventiquattrenne. Sono identici... Mi batte forte il cuore, forse come quel giorno.
Dato che passo qui ogni volta che vado in sala giochi, il signore dietro al bancone mi conosce di vista. Ricordo che, quando venivo a comprare riviste di videogame, qualche chiacchiera la scambiammo. Ha il tipico vestiario semplice, tra gilet e cappellino per anziani, con capelli da castani dell'epoca ad adesso imbiancati. E ora ha una voce più vecchia di quando era un cinquant'enne in forze. "Daniel, hai una faccia... vuoi un bicchiere d'acqua?"
Abbasso la testa e decido di mentirgli. "No grazie, sto bene, fa solo c..."
Ma i miei occhi inquadrano ciò che era meglio non vedere. Su di un giornale c'è scritto 28 aprile. Forse, in questo momento i miei occhi sono più fuori dalle orbite di quando sono stato ipnotizzato dalla visione di Helen fuori l'arcade, soprattutto dal suo costume da bagno fuori scuola!
La tristezza mi pervade al punto da volermi liberare. Sto ancora fissando quel giornale. "Ti ricordi quel giorno che c'era qui fuori quella bionda? Che poi ti dissi divenne mia fidanzata? Era il 28 aprile 2004. Sette anni fa..."
Non ho sentito la risposta dell'anziano, perché l'istinto mi dice di andarmene per trattenere le lacrime.
Solo una cosa mi può tenere allegro in quel momento.
Mi reco dunque alla FubukArcade Station.
Spero che ci sia Kuca ma, affacciandomi dentro, non lo vedo.
Subito dopo alzo la testa e fisso l'insegna del luogo più bello del mondo, che è abbellita da un raggio di luce del tramonto. Compio due passi indietro, e ho frammenti di immagini di quando portai Helen qui, e di un bacio che ci siamo dati quando eravamo al mare...
fu lo stesso... riflesso...
Alla fine mi lascio andare. I miei pensieri sono concentrati sull'immagine di lei; non mi capitava di pensare ad una ragazza, così intensamente, da quando mi sono lasciato con la mia ultima ex.
"Cosa cazzo me ne faccio... di titolo di Re della FubukArcade... se non c'è Helen a guardarmi vincere? Io amo ancora Helen Cyarmville! Non conta un cazzo questo titolo se sono solo! E ora... lei se n'è andata di nuovo!"
Mi avvicino velocemente al muro a fianco la porta scorrevole, e nascondo il volto perché mi sento in forte imbarazzo. Mi sento terribilmente in colpa quando piango. Non voglio che qualcuno mi veda.
Non so come ci riesco, ma dalla tasca prendo un fazzolettino di carta.
Ore 18.50
Il mio lungo pianto è finito. Guardandomi allo specchio vedo i miei occhi rossi, come neppure sette ore di videogame di genere shoot'em up.
Riprendo un po' di calma, ma qualcosa pervade la mia mente.
Non conta niente quel fottuto titolo che neppure io ho scelto di avere, perché nel resto del mondo è successo qualcosa di incredibile. La mia ex ragazza è stata forse rapita da un uomo che ha forse poteri magici.
Dalla tasca prendo un gettone per gli Arcade e lo fisso. Mai come in quel momento, in ventiquattr'anni di vita, ho avuto così poca voglia di inserirlo in un cabinato. Vorrei solo che se dovessi fare Insert Coin, sia per avere una risposta a tutto ciò che è successo un'ora fa. E sapere se, dopo sette anni da quell'incontro, sia il destino a volerlo...
Sono fermamente convinto che all'epoca era il destino, ma ora?
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