1 - Il misterioso mercante
Anno 2592, data astrale 53.
Altearos, steso a terra, scrutava il cielo con i suoi cannocchiali sonici; stringeva in una mano un ciondolo, finemente ornato da una pietra verde, così caro a lui. Allo stesso tempo si chiedeva che cosa lo legasse tanto a quel cimelio. Era certo di un fatto: sentiva che era importante; lo aveva da quando era cresciuto nell'orfanotrofio di Selaria, il pianeta su cui era ospitato.
Appena ebbe diciannove anni, fuggì per cercare di diventare qualcuno e forse poter conoscere i suoi genitori. Rimise in tasca il ciondolo. Era seduto su una roccia verde e strani animali del pianeta in cui si trovava si avvicinavano, incuranti se costui fosse una minaccia... Verso l'orizzonte si poteva intravedere la città di Escareon, una delle colonie miste più conosciute della costellazione del cobra. Se fosse per lui, vi sarebbe rimasto, magari avrebbe potuto creare il suo rifugio lì... sempre se non fosse per quel dannato marchio... "Dannazione!" sbottò, picchiando il pugno sulla roccia, mentre gli animaletti fuggirono in preda al timore. Sbuffando, raccolse le sue cose e si avviò alla volta della città. Voleva cambiare aria... doveva... tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento le aveva scritte sul computer da polso, conosciuto con il nome Navibot.
Sembrava una giornata di settantacinque ore come le altre... non riusciva ad abituarsi alla durata diurna così lunga; era stato su altri pianeti e altri sistemi, per giunta con giorni della durata di due ore. Eppure, aveva la vaga sensazione che qualcosa non andasse. Sentiva che l'aria fosse più calda del solito. Con questi dubbi entrò in città... tenendo sempre la mano destra in tasca, come suo solito. Accese il suo Navibot per controllare le finanze. Aveva soldi a sufficienza per migliorare l'equipaggiamento o impiegare le stesse finanze per compiere un viaggio dimensionale saltando di quattro galassie. Aggirandosi tra le bancherelle dei bazar, poteva notare che i mercanti erano per la maggioranza degli Steriokor, creature formate dalla roccia, molto bruschi e privi di emozioni; altri mercanti venivano dal vicino sistema dei Polimorfi, e come dice lo stesso nome, questa gente ha la bizzarra capacità di cambiare aspetto e voce; ma ciò che balzò alla vista di Altearos era una bancarella malandata, all'ombra, con il mercante coperto da un cappuccio; per quanto potesse sembrare poco affidabile, dal suo punto di vista era ciò che cercava.
Avvicinandosi disse: "Kuhco pty shashto balt, marha wahtti epso Phes". Altearos usò una sorta di linguaggio tipico di chi è nomade, o di chi è braccato dalla legge; traducendo, Altearos disse: "Se mi aiuti a sopravvivere, io sono al tuo servizio.
Fece un cenno con la testa e, alzandosi, rispose con lo stesso linguaggio: "Hacoe dephta, ostar cah hepsares; yacto man dheyon das" (Ti stavo aspettando, giovane viaggiatore; chiedi ed io risponderò); e togliendosi il cappuccio, Altearos rimase turbato.
Non era il solito mercante malandato. Era una bellissima ragazza dalla pelle chiara, gli occhi di un azzurro intenso, quasi come se in esso vi si rispecchiasse il cielo; era alta e aveva un aspetto solenne, quasi come se fosse cresciuta in una famiglia aristocratica, o comunque di buone maniere; ma quello che lo turbò fu che era una terrana, proprio come lui.
Pensò fra sé: 'Strano vedere una terrana. Non credevo fossero presenti qui, o almeno che fossero presenti nelle colonie del sistema a sud'. La ragazza, si avvicinò al volto di Altearos e gli disse: "Vedo che sei turbato dalla mia presenza. Non hai mai visto una giovane donna?"
E Altearos ribatté: "Credo tu faccia troppe domande".
E lei: "Allora perché non ti comporti come tuo solito?"
"Io non ti ho mai visto" disse seccato Altearos. "Sono sempre in viaggio e non ho... molte opportunità di legare con la gente del posto; ho come la sensazione di esser odiato per puro passatempo dalla gente".
"Allora dimmi" rispose spavaldamente, mettendosi a pochi centimetri dalla sua faccia in gesto di sfida e passando un dito sotto al mento: "Dove sei diretto?"
"Sembri un vigilante. Non ne ho idea, vai a fare domande a chi deve perdere tempo" le disse, dandogli le spalle.
Fece giusto due passi verso la strada quando sentì il freddo tocco di una canna di pistola. "Quali sono le tue intenzioni?" disse sbuffando Altearos.
"Beh", disse la giovane, "Dato che mi hai fatto intendere che hai bisogno di aiuto posso avere qualche incarico per te, e magari qualche taglia da riscattare... Solo che non sembri molto in forma" aggiunse, schioccando la lingua.
"Sei fortunata che io sia uno che mantiene la parola, ma spero di non dover raccattare animaletti o far compagnia alle vecchiette, non che abbia qualcosa contro di loro, poi" rispose, allontanando lo sguardo.
"È qualcosa di meglio". E aggiunse: "Devi solo stanare un contrabbandiere che spaccia armi e materiale illegale".
Incuriosito per il carattere dell'offerta rispose: "Quanto mi pagheresti per questo incarico?"
"Ti vanno bene 80.000 Dari?" concluse la ragazza.
Sgranò gli occhi. L'ultima volta che raccattò una cifra del genere era stato quando fermò degli svaligiatori del pianeta Korunteo, un luogo conosciuto esclusivamente per le miniere di materiale prezioso, e quella volta prese al volo una piccola parte della refurtiva dato che era in penuria di risorse.
"Che devo fare?" accettando l'offerta.
"Devi fermare questo contrabbandiere, si dice stia formando una ciurma per espandere il proprio giro di azioni criminali". E prima che potesse rispondere, aggiunse: "Una volta che lo hai fermato, devi estorcergli un'informazione di mio interesse".
"Di che informazione hai bisogno?" ribatté il ragazzo.
"Niente di particolare, caro Altearos" disse con tono di sfida la ragazza.
Estrasse velocemente la sua mini-tesla, pronto a colpire, e chiese furente: "Chi sei, e come sai il mio nome?"
"Stai tranquillo. Non ho cattive intenzioni. Altrimenti non ti chiederei di fare questo lavoretto..." rispose prontamente, abbassando l'arma.
"Almeno, visto che sai il mio nome... o meglio... ho il piacere di parlare con..." disse Altearos allungando la mano in segno di presentazione.
"Shayna, questo è il mio nome". E disse, un po' scocciata: "Se avessi voluto ucciderti, o farti sbattere al fresco, lo avrei già fatto. Hai notato che c'è una taglia sulla tua testa, vero?", e nel frattempo mostrò un ologramma della taglia dal suo Navibot.
"Ma che cosa...?!" sbiancò Altearos; "50.000 Dari?!"
"Come fai ad avere una taglia così alta? Qui sulla taglia dice che causi continui e prolungati disturbi alla quiete pubblica e provochi continue turbe... Ti piace attirare l'attenzione?" concluse Shayna, con tono sommesso.
Per cambiare argomento, Altearos chiese: "Hai un modello particolarmente evoluto di Navibot... ma come..."
"Non è affar tuo come l'ho avuto... ma, dato che ne possiedi anche tu uno, tieni questa card e attivala sul tuo; ti permetterà di aggiornarlo senza passare dalle forze dell'ordine, dato che sei un ricercato" dopodiché gli allungò una carta con scritto 'Falcon U22'.
I Navibot sono microcomputer estremamente avanzati. Infatti, senza uno di quelli è impossibile per la società odierna fare le cose più semplici. Si ricevono missioni, si possono gestire finanze e programmare viaggi. Inoltre scannerizza gli equipaggiamenti, pronti per essere utilizzati e reinseriti al suo interno. La Federazione Galattica Unita (in seguito chiamata semplicemente UGF) ha stabilito degli esami da superare per impararli a utilizzarli, e una volta rilasciati gli attestati sarà compito dei possessori migliorarli e usare questi terminali al meglio.
"Aspetta un attimo" tuonò Shayna. "Il tuo Navibot è diverso... Dove lo hai rimediato?"
"Ti sembrerà assurdo, ma questo Navibot l'ho costruito io" disse con un certo grado di fierezza Altearos, mentre si aggiustava la giacca.
"Beh, direi che, solo tre persone possono insegnare come costruirli, e due di loro sono perseguiti per attività elettroniche illegali" disse dubbiosa Shayna, mentre nel frattempo spediva le informazioni del contrabbandiere.
"Torniamo all'informazione che ti serve" incitò Altearos; non poteva nascondere l'eccitazione di fermare una canaglia dello spazio, un ricercato come lui.
"Il contrabbandiere risponde al nome di Jaccob, conosciuto dai più come Il fetente... ha una pessima fama, oltre al modo con cui si approccia.... Una volta che lo avrai reso innocuo, fatti dare le coordinate per il pianeta Plutus; è un'informazione vitale al quale sto dando la caccia da tempo".
"Dove lo trovo?" chiese Altearos.
"Lo trovi sull'emisfero opposto, nei pressi del cimitero di fuoco".
Altearos, mentre s'incamminava verso il cancello d'entrata della città, si mise la bandana al volto; provava ancora quella sensazione. Sentiva che stava per accadere qualcosa di strano; d'altronde, come spesso si rinfaccia, la sfortuna lo segue come il peggiore dei compagni di viaggio... Ma non fece nemmeno in tempo di completare il pensiero. Alzò la testa e notò come il cielo era diventato rosso; uno sciame di micro meteore stava per abbattersi proprio addosso alla città di Escareon, proprio come una pioggia di proiettili in un fuoco incrociato.
Senza perdere tempo, materializzò dal Navibot un Hoverbike e scappò da lì: dovette fare lo slalom tra la gente che urlava, mercanti che abbandonavano le postazioni con quanto potevano raccattare, le bancarelle che andavano in pezzi e le merci sparse in terra, oltre alle macerie degli edifici in caduta, mentre fuoco misto a tizzoni volavano ovunque in città. Un pezzo di edificio più grosso del normale cadde prima che potesse arrivare fuori, creando un muro di fronte a lui. Vide che alcune di quelle macerie formavano una sorta di rampa; con l'adrenalina a mille, accelerò e spiccò un salto; per l'estasi lanciò un urlo, proprio perché non si sentiva così vivo da tempo.
Mentre continuava verso la destinazione, vide con la coda dell'occhio che Shayna lo stava seguendo a distanza, come se lo stesse sorvegliando, chissà forse non si fidasse o, più probabilmente, voleva esser sicura che il ragazzo mantenesse l'accordo.
Si fece buio durante il tragitto. Circa tre ore dopo, Altearos arrivò al cimitero di fuoco; era stato chiamato così per la presenza del grande inceneritore posto al centro del mesto luogo; proprio di fronte a questo maestoso marchingegno, subito accanto alla tomba del fondatore delle città del pianeta, lì sorgeva la cripta di Kart Von Strodonov IV, noto esploratore e archeologo conosciuto nell'intero quadrante Sigma.
Altearos smaterializzò la moto, accese i suoi cannocchiali in visione notturna e scrutò il paesaggio... c'era del movimento al cimitero. Troppo movimento. Solitamente di giorno i deceduti vengono pianti dai loro cari; ma lì, in quel momento, vide una trentina di elementi, tutti poco raccomandabili. Sentì una fragorosa risata rompere il solenne silenzio del mesto luogo, e uno di loro salì sulla tomba più decorata, quella che apparteneva al fondatore del pianeta... riconobbe dalla stazza che si trattasse di Jaccob....
"Luridi vermi senza cervello... smettete di trincare quella birra di palude e ascoltatemi!"
'Bene, vedo che la sua fama è tutta meritata' pensò Altearos, rimanendo steso sul terreno e osservando la scena...
"Questa notte siamo riuniti qui perché ho deciso di fare l'affare del secolo!" tuonò Jaccob. E aggiunse: "Ho i percorsi di un incrociatore, e il carico stivato è plutonio nero della migliore fattura! Immaginate che potenza devastante ne deriverebbe creandone delle armi e rivendendole!"
'Maledizione, è peggio di quanto pensassi' si disse Altearos. 'Penso che un attacco dalla distanza sarebbe inutile; vuol dire che passerò al piano B'.
Shayna lo osservava da qualche metro più in distanza. 'Ha fegato il ragazzo; il fatto che gli piaccia finire nei guai è confermato... vediamo cosa combinerà...'
Altearos si mise dietro una colonna e prima di uscire allo scoperto, estrasse una Shamcard... La particolarità di questo strumento sta che, attivandola, l'utilizzatore viene ricoperto da un'aura invisibile, che inganna chiunque vi sta intorno, creando così un'identità fittizia. L'unico svantaggio è che durano cinque minuti, dopo di che l'effetto sparisce.
Uscì da dietro la colonna e gli scagnozzi del fetente gli diedero pacche sulle spalle, mormorando frasi strane e accogliendolo come parte di una ciurma di pirati ... Si avvicinò alla tomba, dove stava Jaccob. Quello che poteva vedere era un essere grasso, brutto, peloso e pieno di lacerazioni sulla pancia... uno di questi tagli era sopra l'occhio destro e senza alcuni denti. Jaccob buttò un occhio sul ragazzo ed esclamò: "Non crederai mica di cavartela con così poco?" Altearos aveva già la mano pronta sulla mini-tesla.
"Cosa aspetti? Dammi le coordinate!" sbraitò il fetente. Sentendosi sollevato, aprì il Navibot... non sapendo cosa inventarsi, cominciò a cercare fra le coordinate che aveva usato. Fra le varie scelte trovò quelle che conducevano a un ex-nascondiglio di contrabbandieri, dove in realtà vi si trovava un carcere speciale dell'UGF.
Prima di mollare le coordinate, disse al fetente: "Ricordi il patto?"
"Quale patto, scellerato topo di fogna?" ringhiò Jaccob.
"Come ci si aiuta tra contrabbandieri: Dai a chi chiede e chiedi per ricevere... dammi le coordinate per il pianeta Plutus!" disse con fare deciso Altearos, arrivando perfino a sputare a terra, pur di sembrare credibile come canaglia.
"Non c'è nulla di utile sul quel pianeta... se ti accontenti di così poco... prendile pure" e dopo pochi istanti arrivarono le coordinate sul Navibot di Altearos.
Una volta ricevute le coordinate per Plutus, pensò: 'Devo trovare un modo per uscire da questa manica di pazzi... ma come?'
Neanche per caso, passò una sentinella dell'UGF; con un fascio di luce puntò il cimitero, e con un raggio paralizzante colpì Jaccob e gli scagnozzi con lui. Altearos riuscì a buttarsi appena in tempo all'interno di una tomba scoperchiata e rimase nascosto finché non fosse tutto tornato tranquillo.
Passarono almeno quattro ore, e alla fine la sentinella levò la postazione, portando via quella gentaglia. Poteva sentire sbraitare quel cane di Jaccob urlare: "Chiunque tu sia, appena sarò libero te la farò pagare cara!"
Stanco ma contento per aver completato questa missione, Altearos uscì dalla tomba, leggermente indolenzito per il posto usato come nascondiglio, fantasticando sulla prossima destinazione e su come avrebbe potuto impiegare il denaro guadagnato. Si presentò davanti a lui Shayna. Stavolta non aveva più la tunica nera e logora di prima. Ora aveva un pantalone da corsa lungo appena sotto il ginocchio, un top con un logo elettronico al centro e una lunga treccia fino a metà schiena.
"Cos'hai da guardare?" disse innervosita dallo sguardo del ragazzo.
"Niente, stavo solo guardando come ti sei conciata" disse Altearos.
"Non vedo traccia di cortesia per una ragazza nei tuoi modi di fare. Ebbene, hai recuperato le coordinate come ti ho richiesto?" chiese.
"Eccole" aggiunse lui. "Ma prima voglio la ricompensa".
"Tranquillo, anche tu hai a che fare con una persona coerente". Sentì una notifica sonora e notò che le finanze erano state effettivamente caricate.
"Bene, allora tolgo il disturbo. Ci si vede". E dicendo così rimaterializzò l'Hoverbike. Vide all'orizzonte un arco di pietra. Ce ne sono tanti sparsi per l'universo. Basta programmarlo tramite il Navibot e in questo modo è possibile viaggiare verso altre destinazioni. Fece cenno con la mano a Shayna e partì.
Mentre si stata avvicinando all'arco dimensionale ripensava a lei, a Shayna. Arrivò un'altra notifica, qualcosa che non aveva mai sentito prima d'ora. Controllò lo schermo. La voce diceva: Nuovo contatto salvato con successo. Rispondeva al nome di Shayna, seguita dal soprannome "Solitaire".
Vide l'arco dimensionale di fronte a se. Era completamente crepato sui lati. In genere, questi archi sono composti di due pilastri pieni di scritte antiche e da un pilastro centrale fluttuante. Quando è inattivo, il pilastro fluttuante diventa una colonna.... Inoltre si racconta che, sparsi nell'universo, vi siano anche i portali ancestrali, molto simili ai normali archi, solo che permettono il viaggiare verso mondi inesplorati, decisamente molto più antichi e spesso portano su pianeti inabitati e sconosciuti. Altearos vide il bagliore del portale che si stava aprendo nell'esatto momento in cui si stava avvicinando; tutti i veicoli esistenti lanciano un segnale automaticamente per avviare il portale; appena la rampa dell'ipersalto fu pronta a ricevere il viaggiatore, Altearos si agganciò, cominciando a illuminarsi e a fondersi con le onde del portale.
'Strano', si disse, 'Perché non compare il drone di programmazione? Non importa' concluse fra se. 'Adoro fare i viaggi casuali'. Detto questo, attraversò il velo di luce del portale. Un boato ruppe il silenzio del deserto e il riassetto del portale in posizione di attesa riportò la calma in quella landa desolata.
Shayna, guardandolo da lontano, disse: "Ha superato la prima prova; ho fatto bene a fidarmi di lui". E un uccellino, con il becco d'argento e tre catenelle d'oro al posto della coda, emise il suo verso mentre volteggiava in aria. Allora lei alzò la sua mano sinistra, coperta da un guanto, e lo accolse sul suo dorso; e parlando con il suo amico alato disse: "Sai, Esmus, penso che lo abbiamo trovato, stavolta per davvero..."
Altearos, nel frattempo, era uscito dall'arco dimensionale e rimase inorridito. Non era la destinazione che si aspettava. "Avevo sperato di arrivare sul pianeta Astraneon. Cosa ci faccio sul pianeta Flarios?!"
Era finito su un pianeta dove la temperatura minima è di 220 gradi; un piccolo drone di pericolo si avvicinò ad Altearos e gli disse: "Pericolo: siete atterrati su un pianeta prossimo al collasso gravitazionale; restano diciassette ore all'esplosione. Siete pregati di abbandonare questo pianeta al più presto". Detto ciò, il drone tornò fuori dall'atmosfera. A questa notizia al ragazzo gli vennero i brividi.
Era all'oscuro che qualcuno, in quel posto desolato, lo aveva attirato e lo stava aspettando...
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