Capitolo IV
Musica: The Wolf and The Moon, by Brunuhville🎵
Era arrivato il grande giorno: finalmente Elyve avrebbe iniziato una nuova vita, con un nuovo padre e una nuova grande famiglia.
Era così felice che una scarica di adrenalina pure le attraversò la schiena, provocandole brividi di eccitazione.
Erano passati due mesi da quando era entrata a far parte della Lega, e quel giorno ne sarebbe stata a tutti gli effetti membro ufficiale.
Si stirò nervosamente la veste bianca lunga fino ai piedi, sollevò lo sguardo nello specchio e prese un lungo respiro.
Per poter prendere parte all'Iniziazione, ogni nuovo arrivato doveva indossare un indumento bianco, simbolo di purezza, che viene coperto da un mantello nero che rappresentava l'inizio della nuova vita.
Per lei significava dimenticare tutto quello che era successo prima di quella notte in fiamme, prima di ritrovarsi orfana, prima di essere rinchiusa.
In quel momento ebbe un attimo di dubbio. Non le era mai passato per la testa che in teoria quello sarebbe stato segno di vero abbandono nei confronti dei suoi genitori. Avrebbe rinunciato a essere la loro bambina, sangue del loro sangue, avrebbe rinnegato coloro che le avevano donato la vita.
Peccato che siano morti, pensò sarcastica la bambina, mi hanno portato solo dolore, come posso pensare che due genitori vogliano questo per la loro figlia?
Scosse la testa. Aveva preso la sua decisione e non l'avrebbe cambiata per nulla al mondo.
Aidan era fermo sulla sedia accanto allo specchio, intento a contemplare la figura esile della sua migliore amica.
Esattamente come lei, Aidan non amava interagire con le altre persone e, in quei due mesi, era riuscito a legarsi con Lyv più di quanto avesse potuto fare in tutta la sua vita.
Passavano molto tempo insieme e, nonostante lei avesse dieci anni e lui tredici, si trovavano sempre d'accordo.
Quel giorno, il ragazzino aveva cercato di calmarla più volte mentre si infilava il vestito, ma niente da fare, Elyve era agitata più che mai.
«Lyv, devi stare calma» sentenziò Aidan, vedendo il suo viso contrarsi nell'ennesima smorfia di paura.
«Se ti mostri fragile, saranno ancora più crudeli negli allenamenti»
«Ed è esattamente ciò che voglio» Lyv girò gli occhi verso di lui, stavolta determinata. «Nessuno deve andarci leggero con me solo perché da oggi sarò la figlia del capo. Ho intenzione di vendicare i miei genitori, voglio scoprire chi li ha uccisi»
L'amico sgranò gli occhi, incredulo.
«Sei forse impazzita?»
«No» rispose calma la bambina. «Voglio sapere chi è stato, chi ha posto fine in modo così crudele alla vita dei miei genitori e del mio fratellino»
Aidan era totalmente spiazzato dalla sicurezza che trasudava da quelle parole. In quei due mesi, ha potuto apprendere che Elyve era una bambina dolce, sempre di buon umore e un'instancabile attaccabrighe. Era la prima volta che l'aveva sentita parlare con così tanto rancore nella voce.
«Lyv, per ora pensa solo al tuo presente» l'esortò lui, posando le mani sulle sue spalle, a infonderle coraggio.
«Ma, Aid...»
«Niente ma, oggi concentrati su te stessa»
Sospirò. Non sarebbe stato semplice reggere così tanta ansia, ma si sarebbe senz'altro impegnata.
«Sei pronta?» la testa di Samah sbucò dall'entrata della tenda, con fare curioso.
«Si» sospirò la bambina, per niente pronta. Aidan le strinse una mano per farle coraggio.
S'incamminarono silenziosamente verso lo spiazzo verde nel quale era stato costruito un basso palchetto. Un alto trono color onice con incastonate pietre preziose si ergeva maestoso ed imponente e, al sua fianco, una sua copia in piccolo gli faceva compagnia.
Il cielo preannunciata tempesta, folate di gelido vento sferzavano contro i loro visi ed entravano sotto i vestiti.
Quando arrivarono, Aidan e l'anziana si spostarono di fianco, infilandosi nelle due file e lasciando Elyve sola davanti al palchetto.
Jeremy, seduto, indossava un manto nero, la cui cappa era calata in testa. Faceva impressione ad Elyve vedere quell'uomo dolce e gentile cosi freddo e distaccato ma sapeva che era per le serietà del rituale a cui le avrebbe sottoposta.
«Miei amici» l'uomo si alzò dal trono e spalancò le braccia, come se volesse abbracciare tutti i presenti.
«Oggi siamo qui per dare il benvenuto a un nuovo membro della Lega. Elyve vieni avanti»
La bambina, con passi incerto, si avvicinò al piccolo palco e vi salì. In quel preciso istante un potente fulmine illuminò il volto dell'uomo ed Elyve pensò che era proprio un bel uomo.
Chissà perché non ha una moglie...
Basta Elyve, pensa alla cerimonia!
Jeremy, nel frattempo, aveva preso un calice con i bordi dorati in cui un liquido denso rosso ondeggiava pericolosamente che minacciava di uscire talmente era colmo il bicchiere.
«Elyve, giuri di uccidere senza pietà, senza alcun remore tutti i tuoi nemici?»
«Lo giuro» Elyve deglutì appena Jeremy le consegnò la coppa. Appena avvicinò il viso al prezioso bicchiere, annusando appurò che era sangue e se ne disgustò. Era comunque necessario per compiere il rito e quindi, trattenendo i conati di vomito, ingurgitò tutto, fino all'ultima goccia.
Jeremy rise tra sé. Anche lui aveva assunto quella smorfia al giorno della sua Iniziazione.
«Elyve, giuri di non tradire mai la tua nuova famiglia, di accogliere me come padre e di essere la mia erede?»
«Lo giuro» Elyve guardò interrogativa i membri del Consiglio accerchiarla come in un rito satanico.
Si passavano la coppa da cui aveva bevuto il sangue e in mano avevano tutti un coltellino.
A mano a mano che il bicchiere sostava tra le mani di uno di essi, si fecero un taglio piuttosto profondo sul polso e fecero cadere qualche goccia sul fondo. Nessuno di essi sembrava sofferente.
Elyve restò meravigliata quando vide fare la stessa cosa Samah mostrando una faccia determinata.
Infine la coppia arrivò tra le mani di Jeremy. Egli eseguì le stesse azioni dei membri del Consiglio e le si avvicinò.
Elyve, avendo prima pensato che avrebbe dovuto bere altro sangue, rimase sbalordita quando il suo nuovo padre intinse un dito nel sangue e le disegno sulla fronte uno strano simbolo.
«Elyve, confermi ciò che prima hai giurato?» le chiese Jeremy, slacciando in seguito il mantello.
«Qui si vive di morte e disperazione. Sei pronta a rinunciare a tutto per diventare la mia erede, la guerriera più forte di tutti, uccidendo senza pietà né compassione?»
«Si»
«Ebbene, amici, io dichiaro Elyve mia figlia e futura guida della Lega. Che tu possa prendere le scelte più giuste per la nostra salvezza» decretò Jeremy, togliendosi definitivamente il mantello e poggiandolo sulle spalle della figlia.
Quando Elyve si girò, nonostante l'indumento creava impiccio nei suoi movimenti, tutti i presenti si erano inchinati davanti a lei, in segno di rispetto.
Sospirò e sorrise.
Era l'inizio della sua nuova vita.
•• ••
«Mio Signore» il ragazzo si inginocchiò davanti a lui, il capo rivolto verso terra.
«Informami» ordinò l'uomo guardandolo in attesa.
«Oggi vi è stato il rito di Iniziazione di una bambina nel villaggio della Lega dei Liberati»
«Chi è?»
«Si chiama Elyve, è la giovane che era con Jeremy»
«Quella insulsa e debole creatura è diventata un membro della Lega?» Kian strabuzzò gli occhi sorpreso dalla mossa del suo acerrimo nemico.
«Si e non solo: Blacks l'ha adottata»
«Ora puoi ritirarti» a quell'informazione, inorridito, il signore lo mandò via con un gesto stizzito della mano.
Quando la porta si chiuse, Kian iniziò a gironzolare per la sala. Cosa aveva in mente Jeremy? Perché adottare una bambina quando la Legge imponeva che l'eredità andasse di diritto al figlio maschio?
Perché mettere in pericolo la Lega?
Lo avrebbe scoperto, e sapeva chi avrebbe potuto aiutarlo.
Wow, Elyve finalmente ha una famiglia nuova! Chissà che emozione😀 alla prossima!
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