Capitolo III

Musica: Wolfborn by Brunuhville🎵

Elyve era estasiata.

Finalmente, dopo pochi giorni di cavalcate nei boschi, erano arrivati al villaggio, quella piccola cittadina che avrebbe potuto chiamare casa.

Vi si accedeva tramite un passaggio segreto tra le rocce vicino ad una cascata nel bosco. Subito entrati, un largo spiazzo di erba verde accoglieva i nuovi arrivati.

Come le aveva già spiegato Jeremy durante il loro lungo tragitto, il villaggio era interamente costituito da solide tende sparse per l'enorme spazio protetto da una barriera di sassi e un lago dalle limpide acque dava quel tocco di magia al paesaggio.

Proprio come in Rapunzel, Elyve ricordò l'immagine rappresentante il paesaggio dove la torre che ospitava la ragazza prodigio risiedeva.

Era il libro che aveva letto più volte e che maggiormente aveva amato. Quella ragazza, la dolce Rapunzel, che aveva affrontato le sue paure rappresentava per lei un simbolo di coraggio, pensava fosse una esempio da seguire.

Voleva essere anche lei coraggiosa e lo sarebbe diventata a tutti i costi.

Il cavallo non si fermò come fecero gli altri ma continuò a trottare tranquillo tra le tende fino ad arrivare a quella centrale, la più grande.

Jeremy scese e la prese in braccio, facendole ancorare le braccia intorno al collo.

«Signori» entrò trionfalmente nella tenda, attirando l'attenzione degli uomini all'interno.

Elyve nascose il suo viso nell'incavo del collo di Jeremy. Sotto quegli occhi curiosi si sentiva in soggezione.

Dieci persone erano seduti intorno ad un grande tavolo in legno di quercia ed occupavano dieci delle dodici sedie a disposizione,tra cui una sembrava un trono tanto era finemente intagliato.

La maggior parte erano uomini tranne per una figura femminile anziana che si era alzata già in piedi.

«Jeremy, noto con piacere che sei tornato, e in compagnia»la dolce donna dai capelli argentei si avvicinò loro e la guardò amorevole.

Non sembra male, pensò Elyve, osservandola. Le ricordava la vecchietta che era stata rinchiusa con lei, prima di essere trascinata fuori ed essere uccisa.

La bambina aveva pianto, in fondo era stata l'unica amica che aveva avuto.

«Signori Del Consiglio, vi presento Elyve» annunciò con voce solenne Jeremy, dopo essersi posizionato vicino al trono.

«Colei che diventerá mia figlia e mio successore»

Scoppiò il delirio. Molti erano rimasti sorpresi all'idea che una femmina sarebbe stata la loro futura guida, altri turbati perché pensavano che Jeremy avrebbe scelto uno di loro.

«Non puoi farlo Jeremy!» affermò un uomo a lato. «Sai che cosa dice la legge, si può nominare un successore solo se si ha legami di sangue con egli!»

«So benissimo cosa dice la Legge» lo zittì Jeremy.«C'ero anche io quando il Grande Re ha emanato quella stupida norma. Ma sinceramente me ne frego, abbiamo bisogno di qualcuno che occupi il mio posto quando non ci sarò più e per questo ho deciso di diventare il tutore di Elyve»

«Correrà dei grandi rischi lo sai?» disse ancora l'uomo dopo una lunga pausa di riflessione. «Se scopriranno che lei non è realmente tua figlia la uccideranno»

Al solo sentire quelle parole, sia Jeremy che Elyve ebbero un momento di paura. Sapevano che avrebbero corso rischi, ma sentirlo ad alta voce faceva un altro effetto.

«Si, lo sappiamo» la voce infantile di Elyve ruppe il mormorio di voci che si era formato. «Ma io sono disposta a rischiare pur di aiutare Jeremy»

La frase, intrisa di coraggio, fece sorridere Jeremy e la donna, mentre gli uomini erano sgomenti.

«Perfetto, credo che non ci sia altro da dire» decretò l'uomo scrutando i volti attoniti dei compagni.

«Samah, potresti lavare mia figlia?» chiese Jeremy all'anziana, ricevendo in seguito un cenno di assenso.

L'uomo posò la bambina a terra e le fece dare la mano a Samah che la portò fuori dalla tenda.

«Bene, signori, cosa mi sono perso?»

•• ••

Elyve rideva felice. Samah le stava facendo il solletico mentre la lavava i capelli nella vasca di bronzo presente nella sua tenda.

Il suo alloggio si trovava vicino a quello di Jeremy, affianco alla tenda del Consiglio. All'interno vi erano un letto, un cassettone di legno rovinato dagli anni dove all'interno aveva trovato vestiti per lei, e quella vasca in cui stava sguazzando tra le bolle di sapone.

«E poi?» chiese la bambina curiosa. «Cosa ha fatto?»

«Si rotolò nel fango per farmi un dispetto» rispose la donna massaggiando la cute della giovane e perdendosi nei ricordi. «Jeremy era così, sembrava un gattino, amava la libertà e odiava i bagnetti»

Samah era stata anche la tutrice di Jeremy. Lo aveva visti crescere, diventare un uomo e si era sentita orgogliosa di lui quando lo nominarono capo della Lega.

La donna, mentre aveva portato la mano sulla pelle del collo per lavarlo dalla polvere, notò un qualcosa che le era apparso da subito familiare.

Vi erano sulla clavicola sinistra tre piccoli nei che formavano una linea retta. Ciò che aveva attirato la sua attenzione non era la strana forma, ma il fatto che aveva già visto questo particolare.

Esattamente sulla clavicola sinistra di Jeremy.

Insieme ai nei, c'erano altre piccole coincidenze che aveva notato dal primo momento in cui aveva posato i suoi occhi sulla gracile figura della giovane.

Dieci anni prima Jeremy era scomparso per un anno, lasciando la guida della Lega a Lian, un caro amico, per poi fare ritorno molto tempo dopo.

Pochi mesi prima era partito dicendo di aver bisogno di viaggiare ed era tornato poco tempo più tardi sporco di fuliggine, supplicando aiuto per una missione.

E adesso, aveva portato una bambina che gli assomigliava molto e che portava gli stessi nei.

Scosse la testa. La possibilità che i due fossero imparentati era remota, quasi impossibile, e decise di non pensarci. andò avanti a pulire la piccola e a raccontarle annedotti sul suo bambino.

Come una nonna con la propria nipote.

•• ••

«ELYVE, TORNA SUBITO QUI!»

Samah stava richiamando a sè la bambina che era scappata mentre stava cercando di infilarle una gonna. Elyve si era opposta ed era scappata solo con l'intimo addosso, correndo per tutto lo spiazzo sotto gli sguardi ridenti di coloro che avevano assistito alla scena.

Giunta nei pressi del lago, ad un certo punto si fermò. Seduto su un masso, un bambino era intento ad affilare la propria spada.

La sua candida chioma, di un bianco accecante, risultava contro lo sfondo nerastro dei massi in lontananza, e un ciuffo più lungo gli cadeva sbarazzino sulla fronte.

Elyve lo poteva vedere solo di profilo e, sebbene fosse lontana, osservò per bene e a lungo i tratti mascolini del ragazzino che poteva avere circa tre anni in più.

«Che cosa fai?» gli si avvicinò, osservando la spada.

Il bambino sussultò, preso dallo spavento dalla improvvisa comparsa di Elyve.

«Sto affilando la mia spada» lui continuò a passare il grande sasso contro la lama, non alzando lo sguardo.

«Io sono Elyve, tu?» solo quando Lyv allungò la mano, il bambino alzò gli occhi verso di lei.

Al contrario delle sue aspettative, il bambino davanti a lei aveva gli occhi color della pece, talmente scuri da non distinguere l'iride della pupilla.

Il ragazzo la guardò stranito. La bambina aveva anche viso così dolce che gli emanò un'immediata simpatica e tenerezza.

«Sono Aidan» strinse la mano di Elyve.

«Aidan... Aid, mi piace!» esclamò la bambina sorridendo raggiante ed alzando un pugno al cielo in segno di vittoria.

La sue espressione era così buffa che Aidan non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere, contagiando anche la giovane di fronte a lui.

Da lontano Samah li osservava con un dolce sorriso sulle labbra.

Era più che certa che sarebbe nata una bellissima amicizia.

Ciauuuu!

Aidan e Lyv sono troppo teneri, non credete? Io li trovo fantastici!

Se pensate che possa nascere una ship tra loro, vi consiglio di non illudervi troppo...😉

PrideAndPrejudies🌌

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