Capitolo 1

Dodici anni dopo...

Schiva. Devi solo schivare.

Si abbassò per evitare un fendente, ed appena si rialzò puntò la sua spada al collo dell'avversario.

I suoi occhi si rifletterono in quelli neri del ragazzo di fronte a lui, il debito d'ossigeno che chiedeva di essere appagato.

Un applauso si difondette nella sala mentre le due figure si divisero, sfiorando le proprie spade in un leggero stridio.

«Ma bravi!» Jeremy si avvicinò loro con sguardo fiero. Doveva ammettere ase stesso che mai aveva visto un duello così avvincente, ad entrambi gli sfidanti non piaceva perdere ed era questo che voleva anche in battaglia: non dovevano mai rinunciare per poter vincere.

«Grazie mille Jem» la figura dalla voce maschile, roca ma melodiosa, si tolse una sottospecie di sciarpa nera che gli avvolgeva la parte bassa del viso, da sotto il naso, e fece ricadere il cappuccio sulla schiena.

Una bianchissima chioma tutta scarmigliata fece capolino e gli occhi neri brillavano nell'oscurità della sala, illuminata sa fioche lanterne.

«Ottimo lavoro, figliolo» si complimentò Jeremy, dando una pacca al giovane allievo. «Ora vorrei stare da solo con mia figlia, se non ti dispiace»

Aidan annuì comprensivo e si incamminò verso l'uscita, dopo aver lanciato un'occhiata d'intesa alla compagna.

«Sei diventata davvero brava» disse solamente l'uomo avvicinandosi alla figura totalmente coperta rimasta ferma con la spada in mano.

«Devo migliorare la difesa» controbatté la figura, la voce melodiosa attutita dal tessuto della sciarpa.

«Potresti toglierti il cappuccio e la sciarpa? Vorrei vederti in faccia Lyv» le chiese in tono fermo Jeremy, guardandola negli occhi.

La ragazza sbuffò e si tirò indietro la cappa, facendo cadere lungo la sua schiena i capelli castani, e la sciarpa venne abbassata.

Gli occhi verdi brillavano di eccitazione ed adrenalina come se fossero pietre preziose per il combattimento appena concluso, mentre le labbra rosse come come il sangue più denso si contrassero in un sorriso spavaldo.

Erano passati ben dodici anni dal suo rito di Iniziazione: Elyve era diventata una giovane determinata e molto scaltra, inoltre aveva sviluppato una bellezza rara.

Peccato che, nonostante Jeremy, Sarah e tutti i membri della Lega le avevano mostrato amore e devozione in tutti quegli anni, Lyv si era costruita una spessa barriera di ghiaccio intorno al cuore.

Sapeva essere dolce ed amorevole, ma bisogna aspettare che inizi a fidarsi delle persone, e ce ne voleva per essere degni della sua fiducia. Non poteva permettersi di soffrire, soprattutto in quel periodo in cui la guerra mieteva sempre più vittime.

Non si sapeva perché ma tutte e sette le Leghe del Grande Regno erano entrate all'improvviso in conflitto tra loro, scatenando piccoli scontri senza però coinvolgere la Guardia Maggiore, ovvero l'esercito della Regina.

«Contento padre?» sarcastica domandò la ragazza, riscuotendosi dalle sue congetture.

«Non fare la spavalda con me, cara mia»

«Io? Per chi mi hai presa? Guarda che sono serissima!»

«Elyve! Ricordati che sono tuo padre!» alzò la voce Jeremy, irritato dal suo comportamento infantile. Anche se la amava con tutto se stesso, non le dava certo il permesso di trattarlo così!

«Scusami padre» borbottò la ragazza, abbassando lo sguardo verso terra. Riconosceva di essere stata un pò troppo derisoria, ma ogni tanto le piaceva scherzare.

Aiuta ad allentare la tensione e qui ce n'è anche troppa.

«Non è niente Elyve» Jeremy sospirò.
«Scusami, ma ho avuto una riunione piuttosto stressante» si buttò su una sedia vicino alla grande finestra che adesso illuminava la grande stanza adibita agli allenamenti.

La ragazza notò che sullo sguardo del padre era calata una maschera di frustrazione e preoccupazione, e temette il peggio. Sapeva che la riunione tenutasi quel pomeriggio era un consulto di emergenza, ma a lei non era stato detto niente.

Elyve lo raggiunse da dietro e gli posò le mani sulle spalle, inziando a massaggiarle ed ottenendo un grugnito di approvazione.

«Cosa è successo? Cosa ti ha scosso tanto padre?»

«Ti ricordi di Kian, il capo della Lega Protettrice della Luna?» al cenno di assenso della figlia, Blacks continuò. «Ha messo su una squadra per la cattura dei Licantropi»

Elyve lo guardò stupita. I Licantropi sono stati considerati dalla Legge una delle specie di Creature Pericolose, esseri paranormali, per la loro agilità e aggressività.

Insieme agli uomini-lupo, vi erano le streghe, gli elfi, i Mutaforma, i centauri e i vampiri, ognuno per le sue abilità.

La Legge proibiva anche il minimo contatto con essi ed erano comuni nel Regno le cacce, più comunemente quelle alle streghe e dei licantropi, considerati i più pericolosi e scaltri visto che potevano confondersi tra la popolazione.

«Istituire una squadra per la cattura dei Licantropi è una cosa che accade spesso nelle Leghe, come ben sai» l'uomo guardò la figlia, che annuì. «Ma Kian vorrà sicuramente portarli dalla sua parte. Acquisirà molto potere e noi non possiamo permetterlo»

«E ora che facciamo?» preoccupata, la ragazza prese a girare in lungo e in largo per la stanza.

«Per adesso, finché non avrò deciso cosa fare con il Consiglio per fermarlo, acqua in bocca! Nessuno deve preoccuparsi» sentenziò l'uomo con cipiglio grave, ma si rilassò quando posò gli occhi sul viso giovane.

«Ora che sono finiti gli allenamenti, cosa vuoi fare?»

«Pensavo di andare a cavallo con Aidan» la ragazza scrollò le spalle. Amava cavalcare e chi meglio del suo migliore amico poteva accompagnarla?

«State attenti, mi raccomando!»

«Smettila, sembri mio padre!»

«Ma io sono tuo padre!»

Elyve scosse la testa. Lo adoro.

•• ••

Aidan la stava aspettando fuori appoggiato alla colonna, le mani nelle tasche e lo sguardo fisso su un punto indefinito mentre aspettava la sua migliore amica.

Era un ragazzo di una particolaritá disarmante: i capelli nivei, gli occhi neri come la pece, le lentiggini e l'espressione bambina, Aidan era ammirato da tutti, sia per la sua bravura con la spada sia per la sua bellezza.

Era sbruffone, pieno di sè e testardo. Aveva conservato il suo carattere infantile ma sapeva essere comprensivo e amichevole. Era rimasto restio ad interagire con gli altri ragazzi del villaggio, ed era iperprotettivo con la migliore amica, tanto che Jeremy lo aveva nominato sua guardia personale.

Appena scorse una figura femminile dai lunghi capelli scuri uscire dal portone della sala, sorrise.

«Allora, nanetta, pronta per essere sconfitta?»

Elyve sbuffò. Ci stava che in confronto a lui, alto tanto un armadio, sembrasse più bassa del normale, ma ricordarglielo ogni giorno per dodici anni iniziava ad essere fastidioso.

«Mi devo ricordare di staccarti le palle una notte» borbottò la ragazza mentre si in camminava verso le stalle del castello.

Avevano dovuto abbandonare il villaggio cinque anni dopo l'arrivo di Elyve. Tutti conobberoo la posizione del luogo e, dopo una lunga ricerca, scovarono quel castello abbandonato in mezzo alla foresta. Non era grande quanto la Maestosa Reggia, ma andava bene per un'organizzazione di circa duecento persone.

«E la mattina dopo ti ritroveresti un gruppo di ragazze fuori dalla tua stanza» asserì lui seguendola. «Sarebbe un oltraggio oltre ogni misura»

La giovane scoppiò a ridere mentre metteva le briglie a Tempest, la sua cavalla dal manto dorato.

Mentre quell'imbeccile dalle numerose lentiggini era il suo migliore amico, la sua cavalla era la sua compagna di avventure. La adorava infinitamente, senza di lei finirebbe la sua libertà.

La sellò e in seguito le accarezzò la criniera morbida. Quando ottenne un nitrito grato, lei si sentì soddisfatta e le salì in groppa dopo aver indossato un lungo mantello.

Erano nella stagione invernale e faceva davvero freddo. Quella notte aveva anche nevicato e un manto bianco bianco morbido nascondeva il caldo colore della terra.

Le stesse azioni vennero ripetute da Aidan, ma il ragazzo non fece in tempo a voltarsi verso la migliore amica che lei era già partita, spronando la cavalla a correre più veloce.

Non cambierà mai, si arrese il ragazzo all'evidenza: Elyve non sarebbe mai cambiata.

La raggiunse in poco tempo e si inseguirono fino alla fine del bosco, ridendo e alternando momenti vantaggio per Elyve a quello di Aidan.

Si dedicavano a equitazione da un paio di anni e provarono un amore immediato verso quel passatempo.

Con il vento che scompigliava i capelli, i salti dei cavalli che aumentavano l'adrenalina e le risate, i giovani non sentivano il peso della responsabilità sulle spalle, i ruoli della società perdevano senso.

Quando cavalcavano, non erano la figlia del capo e la sua guardia del corpo. Erano solo Elyve e Aidan, due migliori amici, due ragazzi che si amavano come due fratelli.

«Mamma mia che corsa» pronunciò Aidan mentre cercava di dare un ritmo più lento al respiro. «Sono sfinito»

«Mi sembra che a correre ci abbia pensato il cavallo, non tu» Elyve scese dalla sua Tempest per darle il tempo di riposarsi, vedeva quanto quella cavalcata l'avesse stancata.

Senza rendersene conto, si erano fermati in una piccola radura poco prima della fine del bosco. Era piuttosto lontano da casa, ma in poco meno di un'ora sarebbero tornati a casa.

Aidan le si avvicinò appena smontò dal suo destriero.

«Devi sempre mettere bocca in tutto ciò che dico, nanetta?»

«Ho solo sottolineato che ad aver fatto fatica è stato il povero Lux, non certo tu caro il mio gigante»

«E non parliamo di Tempest, con il tuo dolce peso avrà la schiena a pezzi»

«Cosa stai insinuando? Che sono grassa?»

«Nah, solo che vedo un pò di ciccia qua sui fianchi» ridacchiò fastidiosamente Aidan, toccandole i punti da lui indicati. «Stai prendendo chili»

«Screnzato!» un schiaffo gli colpì il retro del collo e il suo viso d'angelo di contorse in una smorfia di finto dolore. Prendersi gioco di Elyve era il suo passatempo preferito e farla preoccupare era divertimento allo stato puro.

Elyve perse il sorriso quando sentì un rumore dietro di lei, somigliante al suono prodotto da un ramo secco calpestato.

I due giovani impugnarono le armi: Elyve prese la sua spada, l'affilata Lama mentre Aidan si infilava la faretra ed incoccò una freccia, pronto a colpire.

«Ma che bella coppietta! Vi siete persi?» il rumore si ripeté, e stavolta a fargli compagnia una voce, sicuramente maschile e dal tono ironico, che si avvicinava sempre più.

Chi sarà mai?😂😂
Dovevo aggiornare tipo tra due settimane ma voglio lasciarvi con la suspense... quanto sono crudele ahahahha😈❤

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