CAPITOLO 6 - ALBA DI PERICOLO (Parte II)
Guardò la fucina con rinnovata curiosità, poi si sistemò meglio sul pagliericcio e prestò maggiore attenzione alla spiegazione di Redoran, il quale, verificata l'efficacia delle sue argomentazioni, ebbe infine modo di proseguire con più agio.
« Siete a conoscenza, presumo, dei poteri che un oggetto magico contiene. Un oggetto magico riesce ad ottenere effetti speciali grazie alle facoltà donate ad esso da un tipo specifico di magia – l'incantamento, appunto – che si applica alle cose.
Un'arma incantata appartiene ad una categoria assai distinta di oggetti magici. Un'arma incantata è un'arma di foggia pressoché perfetta, e perfezionata ulteriormente dall'essenza magica, che penetra e risiede nella sua materia per un tempo infinito, sempre che l'incantatore non abbia desiderato diversamente o che un evento di particolare potere non causi la distruzione della sua sostanza, o lo spegnimento delle intrinseche doti magiche.
A Zonthar e nella restante parte del Mondo Noto esistono diverse tipologie di tali oggetti.
Nei casi più semplici un'arma incantata riesce a procurare un danno maggiore rispetto a quelle normali della stessa categoria, risulta più leggera, più duratura, oppure più maneggevole per il suo possessore.
Armi incantate di maggiore potenza possono essere utilizzate per lanciare incantesimi legati per lo più alla Sfera della Distruzione ed ai Poteri Elementari; esse possono sprigionare poteri legati al fuoco, al ghiaccio, al fulmine, fino alla disintegrazione di avversari ed oggetti; ma molteplici sono in realtà i modi in cui esse distruggono o ingannano il proprio obiettivo.
Oppure risultano indispensabili per combattere determinate creature immuni ai normali attacchi provocati da comuni armi. O ancora esercitano un potere sul loro stesso utilizzatore, restituendogli vigore, curandolo, accrescendone le doti fisiche, psichiche e magiche.
Ed infine ve ne sono talune di potere eccelso, un potere spesso pericoloso perché scarsamente conosciuto e dunque difficilmente controllabile. Sono armi di estrema rarità, risalenti ai tempi della Creazione Prima o legate a patti oscuri.
Sono oggetti divenuti quasi esseri senzienti, che dispongono di una propria coscienza e riescono ad imporsi perfino su quella del proprio portatore se lo desiderano, recandolo parecchie volte alla rovina, per poi trovarne altri di pari cupidigia, cercando interminabilmente un possessore che riesca a dominarle e che pertanto le meriti... Sono queste le più fatali... ».
Hylenij nell'udire quelle ultime parole distolse lo sguardo, come improvvisamente infastidita da qualcosa.
« Mohal è capace di padroneggiare quest'arte. È il suo talento... e per molto tempo è stata anche la sua dannazione... », riprese Redoran con un sospiro.
« Perché mai? », gli domandò Hylenij, particolarmente attratta da una simile precisazione.
« Dei manufatti del genere possono essere un bene o un male a seconda delle mani che li possiedono. È quello che ho detto anche a voi durante il nostro primo incontro, lo ricorderete...
Ebbene, è appunto per tale motivo che la saggezza del Collegio di Kolren, venuta a conoscenza delle rare abilità di Mohal, ha dovuto porre dei limiti ed un controllo al suo operato, prima che altri, o lui stesso, lo tramutassero in qualcosa di pericoloso.
È stato pertanto necessario spostarlo qui, su questo colle isolato di Kyla, al riparo da molti che potrebbero deviare lo scopo della sua arte. Questo luogo è stato la sua forzata dimora, impostagli per decenni.
Solo coloro che ottengono un permesso speciale dal Re, congiunto al lasciapassare dei Superiori di Kolren, possono attingere ai frutti della sua opera per fini leciti, quasi esclusivamente di difesa militare del Reame ».
Redoran osservò nuovamente la fucina.
« È stata dura da accettare per lui. Ma il passato ha dimostrato inequivocabilmente le preoccupazioni del Collegio. », soggiunse, dando un'ipotetica giustificazione alla scontrosità dell'armaiolo. « Mohal pratica quest'arte da quasi mezzo secolo.
Le sue armi sono la manifestazione di una maestria esemplare, e ciò è dimostrato non solo dal gran pregio estetico che le accompagna, ma anche dai materiali scelti con cura, dalla minuzia della foggia e delle rifiniture, dalla perfetta maneggevolezza.
Infine, egli è capace di incantarle, ed esse sono in grado di aumentare la forza e di agire sulla natura esterna in vario modo. Mohal diventa sempre più abile in tutto ciò man mano che il tempo passa...
Comprenderete perciò che la sua pratica dell'incantamento applicata alle armi è certamente da tenere sotto stretto e costante controllo da parte di Kolren, molto più del lavoro di altri incantatori ».
« Ma se le cose stanno così... mi stai dicendo che è una sorta di mago egli stesso? », domandò ancora Hylenij.
« No. Non è esatto, anche se potrebbe sembrare.
Quello è un profilo ben lontano da Mohal. Lui si definisce fondamentalmente un artigiano. È assai legato a questa disciplina che gli è stata insegnata dal nonno materno. Era anch'egli un abile armaiolo, tra i più rinomati del Reame al suo tempo... ».
« Un momento... Non credevo assolutamente che la razza dei Minotauri usasse forgiare le proprie armi », osservò Hylenij. « A quanto ho sentito essi sono soliti rubarli alle loro vittime o riceverle in dotazione per le azioni di guerra e le razzie in cui sono coinvolti o peggio ancora assoldati... ».
« Si, è così. Almeno in generale. Ma, vedete Hylenij, la verità è che il nonno di Mohal... ecco, lui era... un umano... ».
« Ma che stai dicendo? Com'è possibile?... », esclamò lei stupita.
« È possibile in quanto anche la madre di Mohal era umana: suo nonno era il padre di lei. Ed è stata appunto la madre ad introdurlo alle arti dell'incantamento », chiarì Redoran.
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