CAPITOLO 4 - COMPAGNO DI CONSAPEVOLEZZA (Parte II)
Nell'udire quelle ultime parole Hylenij indietreggiò impulsivamente, e tradì un'aria visibilmente preoccupata. Le venne subito in mente il repentino ed inspiegabile mutamento di Daenor all'Alabarda Argentea: adesso poteva addurre una valida giustificazione alla fretta del locandiere di liberarsi di loro due, ed al fatto che nessuno avesse cercato di inseguirli durante la notte.
Il Collegio dei Maghi di Kolren era il vertice di una confederazione di maghi dall'eccezionale potere, governata per l'appunto da uno stretto consiglio di Cinque Superiori.
Esso traeva il nome dall'omonima cittadella posta tra le alture del Braccio Settentrionale ed il golfo di Sel-Faenn, occupata quasi completamente dall'ingente numero di adepti, o aspiranti tali, che costituivano una speciale comunità brulicante attorno alla veneranda ed antichissima Scuola di Alta Magia diretta dai Cinque.
Vero cuore pulsante di Kolren, alla Scuola si accedeva solo tramite selezioni assai rigide, dato l'insegnamento esclusivo e di altissimo livello che vi veniva impartito. Era arroccata su uno sperone roccioso ripido e scosceso affacciato sul Mare di Maenir, ed occupava un edificio costruito su una pianta di forma stellare, sviluppato verticalmente, sorretto da innumerevoli contrafforti, aperto da archi acuti ed alte vetrate buie.
Su di esso svettava la famigerata torre pentagonale vertiginosamente slanciata e coronata da cuspidi e pinnacoli, le cui sommità erano collegate da fili metallici che disegnavano nell'aria un suggestivo e misterioso pentacolo.
Da tale monolite di granito nero, specie durante la notte, quando somigliava ad uno scarno e lucido braccio artigliato che toccasse il cielo nuvoloso squarciandovi una ferita aperta alla timida luce lunare, sembrava fluire la singolare aura che permeava tutta la città sottostante, rendendola arcana, silenziosa, sospesa in una dimensione occulta e per molti versi inquietante.
La stessa soggezione era provocata dall'enorme ed indiscussa influenza che i Cinque Maghi Supremi esercitavano sulla vita di Zonthar.
Costituitosi sin dai primi tempi della fondazione politica del Reame, il Collegio aveva accresciuto ininterrottamente la propria autorevolezza, tanto da affiancarsi con parità al governo centrale del Regno.
Difatti, era divenuto per molti versi indipendente dalla normale legislazione, nonostante fosse ufficialmente contemplato all'interno della Costituzione del Re, il quale tanto per rispettarne il ragguardevole valore (e la conseguente "aristocratica emancipazione") tanto per assicurarsene la preziosa alleanza, lo aveva diplomaticamente assimilato ad un organo speciale di protezione delle terre di Zonthar. Esso aveva perciò il compito di sorvegliare qualsiasi attività che coinvolgesse le arti magiche, controllandone specialmente l'origine e gli intenti, al fine di prevederne un eventuale impiego ostile e pericoloso per il mantenimento dell'ordine civile; ed era tale la consapevolezza della propria importantissima funzione che il Collegio si arrogava la prerogativa di promuovere operazioni in modo del tutto autonomo qualora una gravità eccezionale lo richiedesse, celando le proprie iniziative – per ragioni di maggiore efficienza – persino al Sovrano.
Gli occhi di Kolren erano costantemente estesi e vigili come i raggi del sole, le braccia lunghe, severe ed all'occorrenza rapide ed impietose al pari di una lancia.
Il sole e la lancia che da esso si scaglia: era questo il simbolo impresso sulla chiave di volta del portale dell'Alta Scuola di Magia di Kolren, che riassumeva l'autorità e la potenza di quello speciale ordine. Lo stesso sole e la stessa lancia che parimenti erano stati impressi in modo indelebile sulla pelle del loro araldo Redoran.
« I maghi di Kolren? Cosa vogliono da me? Perché avrebbero messo te sulle mie tracce? », lo incalzò ansiosamente Hylenij, conscia dunque di essere certamente un "caso inconsueto", giacché le sue mosse erano arrivate a scomodare un'organizzazione il cui nome e le cui azioni le erano spesso giunti minacciosi e temibili.
Redoran, che ora mostrava la stessa freddezza manifestata nell'esecuzione di Beorn, dichiarò senza ulteriori attese: « La risposta consiste in ciò che custodite gelosamente al vostro fianco, duchessa Hylenij ».
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