Una situazione già vista
Prima della partenza di un generale o di un gruppo di soldati era consuetudine che alcuni colleghi e amici andassero a salutare le persone in partenza. Iden aveva sempre mantenuto questa consuetudine in tutta la sua vita e ,anche se conosceva Luke e la sua nuova apprendista da poco, decise di andarli a salutare prima della partenza. Si svegliò di prima mattina per svolgere le sue normali attività ,che non avevano un orario programmato, come: allenarsi nel tiro a bersaglio oppure aiutare per quanto le fosse concesso nelle riparazioni della stazione. Spesso da quando era arrivata su quella stazione si sorprendeva di come fra tutti i posti che aveva visto nella sua vita gli era venuto in mente proprio Fondor come meta per gli incrociatori mezzi distrutti della repubblica, infatti era stato proprio in quel posto che aveva eseguito la sua ultima missione combattendo con tutte le sue forze con lo schieramento che voleva mantenere l'ordine nella galassia. Comunque non era il caso di pensare a queste cose del suo passato dato che non valeva la pena di ricordarle e sopratutto perché avrebbe potuto influenzare i rapporti con tutta la legione se avessero scoperto quale dubbio gli fosse venuto in mente quel giorno. Dopo aver fatto buona parte delle attività decise di vedere che ore fossero per assicurarsi di essere in orario per la partenza del jedi, ma mentre stava mangiando qualcosa alla mensa fu sorpresa dalla frase di un soldato che, dopo aver ricevuto una domanda da un altro clone, disse : "certo che concordo con te, ma adesso devo andare. Grazie all'anticipazione della visita diplomatica del generale il mio turno comincia tra qualche minuto." Iden capì subito che Luke stava per partire dato che il clone che aveva sentito era uno di quelli che doveva controllare gli Hangar dopo le partenze dei caccia,quindi si alzò e camminando velocemente raggiunse l'Hangar da cui sarebbe partiti il Jedi con la sua squadriglia sperando di arrivare prima che fosse troppo tardi. Fortunatamente questo non accadde ma, purtroppo per lei, arrivò subito prima della partenza del generale non riuscendo a fargli gli auguri. Vedendo ormai le cannoniere allontanarsi verse la superficie del pianeta decise di andarsene, ma fu interrotta dalla pronuncia del suo nome che intuì provenire da un clone. Iden dopo un attimo di disorientamento nella folla raggiunse il soldato che le disse: "Tenente Versio, il comandante Cody è passato di qui poco fa e mi ha detto di dirle di andare sul ponte se l'avessi vista". Iden non fu sorpresa della richiesta dato che conoscendo la mania di Cody di assicurarsi che tutto andasse bene se lo aspettava. Rispose con tono simpatico: "lo consideri già fatto", detto questo imboccò la strada per il ponte che raggiunse dopo una quindicina di minuti. Quando entrò nella stanza vide Codyal suo fondo intento a guardare dalle vetrate i cantieri sfruttandola posizione del ponte che si trovava nella parte esterna della struttura ad anello della stazione. Iden dopo una piccola pausa glisi avvicinò e disse: "mi voleva comandante?". Cody rimase per qualche secondo a guardare i cantieri per poi dire continuando a guardare verso l'esterno: "come hai vecchi tempi, non trova".Iden si sorpresa del fatto che Cody sapesse che aveva combattuto inquel luogo, ma mantenne la compostezza e disse: "eh sì, mi ricordo ancora questo posto diversi anni fa per la sua battaglia". Cody rispose subito dichiarando con tono serio: "speriamo che quello che successe quel giorno si possa ripetere anche in questi tempi". Iden annuì pur sapendo che il comandante non la poteva vedere e si mise anche lei a guardare i cantieri per poi dire: "faremo in modo che sia così". Il clone a quel punto si girò verso di lei e disse arrivando al punto: "è proprio per questo che ti ho convocata",detto questo andò verso il centro della sala in cui si trovava un trasmettitore tattico di forma circolare seguito a ruota dalla donna.Dopo un paio di passe ricominciò il discorso dicendo: "è molto probabile che il nemico sappia di questa base e che ben presto venga a farci visita, quindi dobbiamo essere pronti a questa evenienza".Quando Cody finì la frase si trovava davanti all'olotrasmettitore tattico che subito accese facendo apparire su di esso un modellino della stazione sotto forma di ologramma, Iden era un po' confusa sul fatto che Cody gli avesse detto questo senza Luke e quindi chiese:"Mi scusi comandante, ma non sarebbe meglio informare il generale prima di procedere". Egli le rispose subito dicendo: "L'avrei già fatto se avessi potuto, ma il generale non crede che un simile attacco sia probabile ed è ormai da tempo che sta spingendo per il nostro ritorno sui campi di battaglia. Non avrebbe partecipato volentieri a questa riunione". Iden comprese perfettamente quello che intendeva Cody e benché non avesse voglia di farlo cominciò insieme al clone e ad alcuni ufficiali della stazione che nel frattempo si erano avvicinati a progettare un piano di difesa. Dopo circa un'ora di lavoro il piano fu completo: in caso di attacco le truppe avrebbero dovuto abbandonare il prolungamento esterno della stazione dato che esso avrebbe solo sprecato i soldati che avevano a disposizione e sarebbe stato facile tenere fermi i nemici nella sua connessione che lo collegava alla stazione solo attraverso solo tre entrate principali e alcune minori. Il resto delle truppe non impiegate nell'artiglieria e nei caccia avrebbe dovuto guardare i corridoi della stazione da eventuali sbarchi nemici: essi furono perla maggior parte schierati negli Hangar dato che era il luogo più facile da sbarcare per i nemici in confronto dei corridoi che costituivano tutto il lato più esterno della stazione.
Iden dopo aver finito la riunione tattica decise di andare in camera sua per rilassarsi un attimo prima di tornare al lavoro; ma mentre era ancora in viaggio venne sorpresa dal suono delle campane d'allerta.Immediatamente corse verso le vetrate della stazione che davano allo spazio e vide una flotta nemica di otto navi di cui 2 da sfondamento uscire dall'iperspazio. Conscia di quello che stava per succedere;come tutti quelli che stavano guardando quella scena, cominciò a correre per prepararsi allo scontro. Il suo compito era raggiungere l'armeria per prendere le sue armi dato che la divisa la stava già indossando come da sua abitudine. Lungo il suo percorso vide quello che aveva visto centinaia di volte nella sua carriera militare, i cloni correvano in tutte le direzioni in base ai loro scopi: chi era soldato correva per posizionarsi o per prendere le proprie armi, i piloti correvano verso gli Hangar, gli artiglieri verso le postazioni anti-caccia... In quel trambusto ad Iden venne in mente Luke e la sua missione dato che in quel momento egli era con un piccolo corpo di soldati in un pianeta che poteva essere facilmente bombardato. Il pensiero sparì velocemente quando per poco non colpì un clone che come lei stava correndo verso la sua postazione, appena ricominciò a correre disse dentro di se: "non è il momento di pensare a Luke,ci sono in gioco le vite di molte persone su questa stazione". Poco dopo aver detto questo arrivò all'armeria che era già stata invasa da cloni intenti a prendere delle armi. Fortunatamente la sala era ancora agibile e in poco tempo riuscì a prendere il suo fidato blaster TL-50. Appena uscita dall'armeria fu contattata da Cody che disse quasi con fierezza: "comandante, ha visto che fortuna?".Iden rispose subito, cominciando a correre nell'Hangar a cui era stata assegnata,: "sono venuti giusto in tempo per testare le nostre difese". Cody rispose tornando serio: "esatto, la sua squadra è la 49esima nell'Hangar 5 al piano più superiore del suo settore,buona fortuna tenente". Iden fece un cenno positivo e chiuse la chiamata sapendo che L'Hangar era molto vicino all'armeria. Un minuto dopo ci entrò senza nessun problema venendo fermata da un clone che disse: "sotto tenete Frisk della 49esima squadra al suo servizio".Iden fu felice di aver trovato subito la sua squadra e diede l'ordine più basilare in ambito militare dopo essersi fatta riconoscere:"Tenente Versio, sottotenente: faccia disporre i suoi uomini al fondo dell'Hangar, se necessario i cloni possono creare coperture con quello che trovano nelle vicinanze".Il sottotenente annuì e fece cenno ai suoi cloni di procedere, essi si posizionarono velocemente sparsi dietro una serie di coperture. Iden si era messa dietro una pila di casse che formavano una sorta di triangolo situate vicino all'entrata destra dell'Hangar. Vedendo che tutti i cloni erano in una posizione protetta fece un respiro pronta a sporgersi lateralmente da uno dei due lati del triangolo. Per un paio di minuti non accadde nulla e i cloni cominciarono a scambiarsi qualche parola finché non si sentì il suono di un'esplosione sopra di loro. Iden sentendo questo rumore pensò: "non promette bene". Pochi istanti dopo le luci si spensero nella sala lasciando per qualche secondo tutti i soldati al buio finché non si accesero le luci di riserva con il loro colore rosso intermittente . Dopo l'esplosione piombò il silenzio nella sala, gli unici rumori che si potevano sentire erano quelli provenienti dalla battaglia spaziale che stava prendendo piede oltre l'Hangar e che poteva essere vista attraverso il buco per l'uscita dei caccia. Nessuno ci faceva caso alle navi che passavano per qualche secondo sullo sfondo talmente era alta la tensione nell'aria. Tutto però rimase silenzioso finché non si sentì il suono di una specie di trivella. Iden guardò in alto e vide la mano di due mobile Suit strappare il tetto dell'Hangar. Un soldato subito urlò: "via!!".Immediatamente tutti i cloni corsero verso le uscite, alcuni però furono risucchiati attraverso la crepa venendo catapultati nello spazio. Iden corse immediatamente verso la porta ,ma quando mancavano pochi passi da essa cominciò a venire risucchiata. Lasciò cadere il fucile per essere più agile e si buttò verso la porta dove trovò la mano di un soldato che mantenendo il corpo dentro la struttura lasciava solo uscire il braccio per aiutare i commilitoni. Iden capendo di essere in una situazione di bilico usò tutta la forza che aveva per darsi la spinta con i piedi prima che l'unico contatto con la stazione fosse solo il soldato. Riuscendo ad attraversare la porta per poi cadere a terra a causa del ritorno della forza di gravità, immediatamente si rialzò pronta ad aiutare ma l'unica cosa che fece fu veder volare via un soldato che non era riuscito a trattenere la presa come lei.Intuendo che il peggio doveva ancora arrivare Iden si rialzò vedendo che tutti i cloni che avevano potuto erano entrati dentro la struttura e fece un respiro di sollievo sapendo che almeno molti dei cloni si erano salvati per poi ordinare agli altri che in quel momento la guardavano in attesa di ordini: "Cloni, questi sono i nuovi ordini, non bloccare le porte e prepararsi a difenderle: il nemico non avrà fatto spaccare il tetto di un Hangar per nulla". I cloni obbedirono mettendosi ai lati delle due porte che collegavano l'Hangar al resto della stazione. Esse erano messe alla destra e sinistra dell'hangar ed erano entrambe alte poco di più di una porta di una normale abitazione e larghe come tre porte per poter far entrarvi i veicoli da trasporto al loro interno. I cloni che non avevano perso le armi durante la corsa per la vita si misero ai bordi delle porte momentaneamente chiuse stando 2 per lato: un soldato infatti doveva reggere il compagno intento a sparare per evitare che venisse risucchiato nello spazio, mentre gli altri attendevano vicino alla porta il loro momento per intervenire. Iden vedendo che dei 30 uomini sopravvissuti solo 13 erano armati disse: "mi servono quattro volontari per recuperare le armi mancanti". Subito si offrirono quattro soldati che partirono subito dopo il cenno di approvazione della tenente. Iden intuendo che ormai era solo questione di tempo prima dell'arrivo dei nemici, decise di mettersi al centro del muro che divideva le due porte e di appoggiare l'orecchio, dato che le mure degli Hangar non erano mai così profonde permettendo di sentire cosa succedeva al suo interno con i dovuti suoni esterni provenienti dalla battaglia, mentre aspettava di sentire qualcosa gli venne in mente quanto fosse strano che lei fosse l'unica a non avere il casco lungo quel corridoio dato che non aveva avuto il tempo di tornare nella sua stanza dopo le sirene che sierano ormai placate. Ci fu ancora un minuto di silenzio poi Iden sentì dei motori provenienti all'Hangar e dei rumori classici delle navi da trasporto, subito urlò: "aprite e fuoco a volontà, chi non è armato tenga i commilitoni dentro la stazione!".Immediatamente i cloni aprirono le porte e cominciarono a sparare. Iden si mise subito a tenere un soldato che si sporgeva dalla parte destra di una porta ma appena il suo compagno, che stava in piedi, fu colpito mortalmente prese il blaster del caduto e vedendo che un altro clone aveva appena preso per il busto quello che lei teneva lasciò la presa . Stando in piedi si sporse pronta a far fuoco,quando si sporse vide che erano atterrate cinque navi da trasporto contenenti ciascuna circa una dozzina di soldati che si erano agganciati alla stazione tramite delle calamite. Iden comunque sparò tre colpi riuscendo a colpire due soldati prima di ritirarsi per evitare di essere colpita, il numero nettamente maggiore dei nemici non gli faceva paura dato che con la crepa avevano liberato l'Hangar per lo sbarco ma adesso non avevano più nessuna copertura dato che l'Hangar era un rettangolo quasi perfetto che non lasciava sporgenze e inoltre muoversi con le calamite era lento e scomodo. Quindi calcolando mentalmente dove si erano spostati i nemici, si sporse nuovamente sparando una decina di colpi che presero cinque nemici. Iden ripetette questa azione qualche volta insieme agli altri cloni e dopo una decina di minuti dentro l'Hangar vi erano rimasti solo 15 nemici a scalpito dei cloni che erano ancora dodici armati e in una posizione protetta. Iden che ormai si preparava a veder cadere l'ultimo dei nemici dato che le navi che gli avevano portati se ne erano andate poco dopo lo sbarco si sporse ma quello che vide non gli piacque; vide atterrare due mobile Suit alte tre metri e armati di lanciarazzi che dopo il loro atterraggio e qualche passo, spararono quasi simultaneamente un colpo a entrambe le porte. Il colpo diretto alla porta che si trovava alla destra di Iden si infilò attraverso il buco colpendo gli otto soldati vicino ad essa che in parte morirono sul colpo, altri furono feriti dalla esplosione o altri ancora furono scagliati via andandosi a scontrare contro la vetrata dall'altra parte del corridoio. Invece il colpo indirizzato dalla parte di Iden fortunatamente non trapassò la porta ma esplose davanti a essa investendo per qualche secondo i soldati dal calore dell'esplosione. Iden capendo che i Mobile Suit non avrebbero esitato a riaprire il fuoco ordinò: "uomini, andate indietro di diversi passi mantenendo una linea di tiro verso le porte". Immediatamente i soldati si allontanarono dalle porte disponendosi i due linee nei lati esterni delle due entrate pronti a fare un fuoco incrociato su chiunque avesse provato ad uscire dall'hangar, la stessa Iden non avrebbe permesso l'avanzata del nemico finché non gli fossero arrivati nuovi ordini dal comando o al massimo avrebbe fatto ritirare le truppe lungo uno dei pochi ponti che collegavano il corridoio degli hangar con il resto della nave dato che molto spesso lo spazio interno era occupato per i lavori di riparazioni che avvenivano vari metri in profondità rispetto alla zona in cui si stava combattendo. Iden ,dopo aver dato l'ordine, andò subito ad aiutare uno dei soldati che era stato ferito dall'esplosione. Appena arrivò difronte se lo mise in spalle. Correndo dal lato da cui era venuta, i cloni avevano già formato una linea che ruppero momentaneamente per farla passare. Iden questa volta non disse nulla correndo con il clone verso il ponte, una volta arrivata là lo posò a terra dicendoli:"ce la fai a camminare?". Il soldato annuì e Iden gli indicò una porta facendogli intendere che doveva andare dietro di essa. Il soldato cominciò a muoversi lentamente zoppicando insieme ad altri commilitoni feriti portati da altri cloni. Vedendo andare verso la salvezza quei soldati la donna tornò insieme ai quattro cloni che avevano trasportato i feriti indietro. Arrivò giusto in tempo per aprire il fuoco, i nemici vennero massacrati ritrovandosi nel fuoco incrociato e Iden per un attimo pensò di avere la vittoria in pugno,almeno in quel settore, ma dopo qualche minuto in cui i nemici rimasero nell'Hangar, sapendo che se si fossero sporti sarebbero stati colpiti, sentì di nuovo un rumore di penetrazione che veniva da dietro di loro. Quando si girò vide 5 pezzi di metallo aventi una netta distanza fra di loro che avevano perforato il metallo e si stavano dilatando in forma circolare. Iden, capendo come tutti i cloni che si trattava di un guscio d'assalto diede l'ordine di ritirata urlando semplicemente: "via! La postazione dal nostro lato è persa, ritiriamoci lungo il ponte!". I cloni ubbidirono volentieri, pur di evitare di essere accerchiati, e riuscirono fortunatamente ad entrare dentro il ponte, anche se alcuni di loro non scamparono al fuoco dei soldati che uscivano dai gusci o dall'Hangar. Quando Iden attraversò il ponte gli rimanevano solo 10 uomini a scapito del nemico che ne aveva aggiunti a vista d'occhio almeno cinquanta con quei 5 gusci. Attraversato il ponte i cloni si misero agli angoli di esso, sapendo di essere protetti dalle vetrate anti-blaster. I nemici si gettarono subito attraverso il ponte sparando qualche colpo quando era il caso, Iden questa volta lasciò sparare ai cloni e si mise dietro una vetrata per poi chiamare il comandante Cody che incredibilmente, gli rispose dicendo con tono indaffarato: "Tenente, spero che mi debba dire qualcosa di importante". Iden rispose subito con voce decisa: "comandante, il nemico è troppo numeroso e ci sta facendo ritirare, richiedo rinforzi". Il comandante fece di no con la testa e disse: "mi creda tenente, non siamo nelle condizioni di inviare rinforzi, sul fatto della ritirata le posso dire che abbiamo allestito delle linee difensive 3 piani sotto il suo, li raggiunga con la sua squadra"detto questo Cody chiuse la chiamata. Iden tornando alla realtà della battaglia disse tra sé e sé: "certo Cody, è più facile adirsi che a farsi". Detto ciò riprese il suo blaster e andò dove stavano combattendo i cloni, pronta a lanciare una delle sue due granate a frammentazione che portava sempre nella divisa. Ma prima che ne potesse lanciarne una, un'altra granata stordente nemica cadde al centro della formazione rendendola momentaneamente accecata e facendola cadere a terra. Si rialzò pochi secondi dopo vedendo chei nemici avevano occupato l'estremità del ponte con un attacco corpo a corpo dato che uno stava accoltellando un clone. Iden però abbandono la sua osservazione quando vide che uno dei nemici si stava scagliando contro di lei con un pugnale in mano, repentinamente riprese la sua pistola con una mano riuscendo a ferire mortalmente il nemico che le cadde ai suoi piedi. Subito dopo prese l'arma con entrambe le mani e benché fosse sdraiata e da sola aprì il fuoco contro il gruppo di nemici che stavano cercando di sfondare la porta bloccata che aveva poco prima indicato al soldato ferito. Ne uccise due o tre prima che essi si accorgessero di lei. Iden vide i fucili dei nemici di fronte che gli puntavano la testa ma neanche in quel momento si arrese e continuò a sparare benché la morte fosse vicina. Ma quando essi stavano per premere il grilletto la porta si aprì e una pioggia di proiettili gli investi massacrandoli. La tenente cogliendo volentieri l'occasione si alzò e dopo aver lanciato una granata nel ponte dove c'erano la maggior parte dei nemici ancora vivi si gettò dentro la porta. Appena entrò sentì chiudersi i battenti e vide i cloni che aveva mandato a prendere le mitragliatrici impegnati a spostarsi, ma quello che la sorprese di più fu che il soldato ferito che aveva mandato oltre la porta le porgeva la mano per aiutarla ad alzarsi. Dopo essersi alzata Iden andò insieme ai pochi sopravvissuti nel perimetro difensivo citato da Cody dove attese alcune ore in cui non accadde nulla dentro la stazione o fuori tranne la distruzione di uno dei due incrociatori da sfondamento nemici.
Quando Iden vide quella scena non provò gioia come tutti i presenti ma paura che potesse succedere anche agli incrociatori repubblicani che, benché fossero riparati ,erano ancora attaccati alla stazione attraverso delle gigantesche strutture rettangolari che gli univano alla stazione. Iden inoltre decise forzando un po' il codice militare di andare a recuperare la sua maschera dato che la sua stanza (il luogo in cui la teneva) era molto vicina alla nuova linea del fronte. Decise di prenderla sapendo che gli sarebbe tornata utile se i nemici avessero di nuovo rotto i muri per buttarla nello spazio, dato che la sua maschera aveva anche una riserva di ossigeno che poteva funzionare 2 minuti prima di finire.Una volta tornata nella barricata che i cloni avevano costruito con qualsiasi cosa solida che potesse resistere a qualche colpo di blaster, Iden si appoggiò ad essa sedendosi e mettendoci sopra la sua schiena. Rimase là a prepararsi al fatto che prima o poi i nemici che avevano ricevuto rinforzi e si erano riorganizzati in quelle ore sarebbero sbucati in quel corridoio e che in quel caso avrebbe dovuto sporgersi per sparare, non che fosse una cosa nuova:l'aveva fatto fin da quando era bambina in simulazione e da 18 anni sul vero campo di battaglia, ma adesso che dopo la fine dell'impero si era sposata aveva cominciato a conoscere la paura di perdere non solo la propria vita in guerra, ma anche quella di suo marito che era stata assegnato a chissà quale divisione in un pianeta disperso. Iden concluse che se il suo modo di combattere l'aveva tenuta in vita per tutto quel tempo non gli conveniva cambiarlo facendosi sopraffare dalle paure. Comunque non ebbe il tempo di continuare la sua riflessione che un soldato disse: "arrivano, tutti in posizione".Finita la frase i cloni si schierarono lungo la barricata di quel piccolo ma fondamentale corridoio che aveva una forma a trapezio,sentendo i primi spari Iden dopo essersi messa la maschera si alzò.Quando si sporse vide un ammasso di soldati che con urla guerresche si stavano scagliando contro di loro. Immediatamente come tutti i cloni aprì il fuoco in quella folla uccidendone qualcuno, dopo aver sparato qualche colpo si abbassò per proteggersi sotto la barricata mentre la sua arma si raffreddava dopo i diversi colpi sparati che l'avevano surriscaldata. Questo gesto fu fatto quasi in sincronia da tutti gli altri cloni indipendentemente se avessero una pistola o un fucile. Gli unici che non si fermarono furono i due cloni aventi il controllo di una mitragliatrice che, essendo progettata per sparare,si surriscaldava dopo un bel po' e per la protezione era autosufficiente dato che oltre al mirino e alla canna vi era un lastra anti-blaster che proteggeva completamente l'operatore. Iden dopo aver ricaricato si rialzò sparando alcuni colpi contro i nemici che dopo la prima salva di proiettili avevano cominciato a correre contro le forze repubblicane non avendo nessuna protezione. Iden sparò alcuni colpi per poi tornare giù e risalire, e ripeté questa azione sei volte in cui il nemico, benché fosse costantemente bersagliato era ogni volta più vicino finché alla settima volta successe quello che nessuno sperava: la mitragliatrice si surriscaldò bloccando momentaneamente la sua pioggia di fuoco e morte. Subito uno dei due operatori tirò la leva per il raffreddamento istantaneo che fece uscire dall'arma un po' di fumo incandescente, ma i due non fecero in tempo a ricominciare a sparare che i nemici furono troppo vicini. Infatti quando Iden si rialzò nuovamente si ritrovò difronte un nemico a cui prontamente sparò due colpi prima che lo facesse lui, pochi secondi e vide apparire davanti a se un altro nemico che impugnava il suo blaster come se fosse una mazza cercando di colpirla con un colpo dall'alto verso il basso. Lei però ebbe i riflessi pronti riuscendo a tirare un gomitata nella pancia dell'aggressore prima che fosse troppo tardi. Il soldato dolorante lasciò cadere la pistola e fu ucciso da un altro clone, dopo di questo il tenente riprese il fucile con entrambe le mani uccidendo altri due soldati. Ormai erano rimasti troppi pochi fanti al nemico per continuare l'avanzata dato che il notevole vantaggio numerico iniziale era svanito durante la carica. Difatti ,appena gli operatori della mitragliatrice riuscirono ad allontanare momentaneamente i nemici che cercavano di sfondare la barricata riaccesero l'arma facendogli fare un giro di novanta gradi trucidando tutti gli assalitori, i pochi che erano dall'altra parte della mitragliatrice si diedero alla fuga mentre i repubblicani ricomponevano le fila.Appena Iden tornò al suo posto vide una seconda ondata composta unicamente da guerrieri: aventi un'armatura e un elmo che copriva quasi tutta la faccia tranne per gli occhi. Il loro completo era di un coloro argenteo-metallico e molti di loro avevano anche un mantello nero. Erano equipaggiati da uno scudo rettangolare che copriva quasi tutto il corpo e da una pistola di piccola taglia. Iden sparò immediatamente come molti altri cloni contro quei guerrieri mala loro prima fila mise immediatamente i loro scudi davanti parando tutti i colpi mentre la seconda, la terza e la quarta fila alzarono iloro scudi creando una sorta di testuggine. Essi dopo aver formato la formazione cominciarono ad avanzare lentamente contro i cloni. Iden rimase per un attimo stupita di questa tattica che non veniva usata quasi mai nei campi di battaglia dato che richiedeva velocità e precisione nella sua formazione, una cosa che i nemici avevano fatto tanto perfettamente che neppure i colpi della mitragliatrice riuscivano a fare poco più che qualche ammaccatura agli scudi. Iden doveva pensare in fretta prima che quella lenta ma inesorabile avanzata fosse arrivata di fronte a lei. Dopo un veloce esame decise di optare per una soluzione più pericolosa dato che se non avesse funzionato sarebbe stata la fine per lo squadrone, quindi fece cenno di smettere di sparare ai cloni finché non avesse dato l'ordine. I cloni, dopo un attimo di tentennamento, accordarono e Iden passò alla fase due: ella andò rimanendo coperta dietro alla barricata dai manovratori della mitragliatrice che come tutti; avevano smesso di sparare dicendo cercando di non farsi sentire e di non venir presa dai pochi ma pericolosi colpi del nemico: "soldati, mi serve che concentrate il fuoco su un singolo soldato, decidete voi quello che volete". Detto questo Iden tornò alla sua postazione e appena si posizionò la mitragliatrice aprì il fuoco contro un soldato che stava verso il centro della testuggine sulla prima riga. Iden a quel punto prese la seconda e ultima granata che gli rimaneva tenendosi pronta al momento in cui il soldato avrebbe lasciato uno spazio libero. Dopo qualche secondo il soldato che non riusciva più a bloccare i colpi della mitragliatrice frontalmente alzò per la stanchezza e per semplificarsi la botta che riceveva per ogni colpo dell'arma il suo scudo leggermente in alto. Iden approfittò senza pensarsi due volte nella situazione e lanciò la sua granata quasi raso terra usando tutte la sua esperienza, essa dopo aver rimbalzato due volte passò sotto lo scudo del soldato esplodendo dentro la formazione facendo saltare in aria sei nemici. Appena vista l'esplosione i cloni senza ricedere alcun ordine aprirono il fuoco nel buco della formazione che non riusciva ad essere ritappata dai soldati. Iden rialzò il fucile e si unì ai suoi compagni cercando di uccidere più nemici possibile finché dal gruppo di quei soldati comparve un uomo alto circa un metro e settanta che benché fosse un essere umano aveva qualche caratteristica da folletto come le orecchie a punta e un colorito della pelle bianca che tendeva verso il verde. Egli indossava un'armatura cavalleresca e un elmo che rendeva invisibili i suoi capelli ma non il suo viso. Impugnava solo una spada e Iden vedendolo avanzare da solo e più velocemente dei suoi compagni umani per un attimo pensò: "che cosa vuole fare questo?". Infatti immediatamente un gruppo di cloni gli aprì il fuoco contro, ma egli continuò ad avanzare tenendosi la mano sinistra (quella con cui non teneva la spada) come protezione. Dopo alcuni passi egli fece un specie di segno con il braccio sinistro per poi scomparire in una coltre di nubi che lasciò a bocca aperta tutti compresa Iden che non riusciva a spiegare quello che aveva appena visto. Ella però non fece il tempo a riprendersi che il misterioso nemico riapparve dietro la barricata e dopo aver infilzato un soldato per la pancia scagliò dalla sua mano una fiammata che diede fuoco ad alcuni soldati per poi sbattere sempre la mano sinistra per terra creando una onda d'urto che scagliò tutti i cloni e Iden contro gli angoli del corridoio. Lei si andò a schiantare contro il lato esterno rischiando di rompere la vetrata che faceva vedere lo spazio e perdendo i sensi.
La prima volta che riuscì ad aprire gli occhi con fatica vide l'uomo che prima aveva disintegrato le forze di guarnigione intento a parlare con un altro uomo di cui Iden non riusciva a vederne la faccia e che sembrava dal tono con cui parlava almeno importante quanto lui. Il semi folletto disse: "missione compiuta, io e le mie truppe abbiamo aperto la strada per la centrale energetica della stazione; anche se non mi hai detto perché?".L'uomo rimase apparentemente fermo e disse: "sono cose che non rientrano nel tuo campo di azione, adesso torna pure alla tua postazione". Egli davanti a queste parole si chinò in segno di obbedienza e scomparve nuovamente; la nube che generò fece chiudere gli occhi ad Iden prima che potesse vedere l'uomo misterioso ma sentì ancora la sua voce dire con voce profonda: "bene, andiamo uomini;abbiamo un lavoro da fare". Dopo questa frase sentì dei passi probabilmente della figura misteriosa e dei suoi soldati e perse nuovamente i sensi. Quando riprese i sensi fu subito colpita dal suono della sirena d'allarme della stazione, dalle luci rosse del corridoio di emergenza e le fiamme che si potevano vedere nel corridoio. Immediatamente prese un pistola e il suo comunicatore dove vide un messaggio di Cody che aprì subito dato che il corridoio era vuoto. Quando lo aprì vide Cody sul ponte che stava andando in fiamme con la sirena che suonava di sottofondo e diceva: "qui è il comandante Cody, se mi sente Versio la stazione è persa! dobbiamo evacuare, quindi vada immediatamente all'incrociatore più vicino e se necessario parta senza di me, dato che non credo di sopravvivere".Subito dopo si sentiva la voce di un ufficiale urlare: "sta per esplodere!", seguito dalle fiamme di un esplosione in un angolo del video che finiva subito dopo. Iden non discusse gli ordini del comandante e dopo essersi messa il comunicatore in tasca si alzò a fatica cominciando a camminare con difficoltà. Ormai l'unica forza che la faceva andare avanti era la speranza di salvarsi e di poter rivedere suo marito vivo, ella sapeva che il ponte che collegava la stazione alla nave più vicina era al piano inferiore dato che aveva visto alcuni uomini lavorarci mentre andava a prendere la maschera.Normalmente sarebbe stato facile arrivarci direttamente ma era altamente probabile che il nemico stesse cercando di conquistare tutte le vie di evacuazione e non era il caso affrontare un'intera squadra da sola frontalmente, quindi Iden decise di tentare di scendere i quattro metri e mezzo che separavano i due piani tramite una corda che trovò nelle vicinanze probabilmente usata precedentemente da uno dei soldati nemici per entrare nella stazione.Approfittando che una delle tante colonne che componeva quel corridoio a forma di trapezio era stata spaccata a metà da un'esplosione legò la corda ad essa e buttò il resto sotto, essa riusciva a farla scendere fino al piano inferiore e quindi decise di farlo. Benché stesse molto male in senso fisico riuscì a scendere e dopo aver spaccato la finestra rientrò dentro il corridoio dove trovò la stessa scena vista sopra: un ammasso di cadaveri di ambo gli schieramenti. Ma Iden non poteva contemplare gli orrori della guerra se non voleva farne parte anche lei, infatti si potevano già sentire il suono dei blaster diversi metri più in là senza che Iden si girasse, cominciò a rovistare tra i cadaveri cercando di trovare qualche arma più utile di una pistola e incredibilmente riuscì a prendere una minigun ancora integra. Appena la vide disse a bassa voce: "a quanto pare la forza mi vuole ancora viva", quindi prese con la mano che stava ancora bene la mitragliatrice trascinandola per alcuni metri finché non si trovò a una distanza di una decina dimetri dai nemici che le davano le spalle per continuare a combattere contro i cloni. Iden approfittando della decisione prese l'arma con entrambe le mani e cominciò a sparare le centinaia di colpi che aveva in canna. Grazie alla potenza di fuoco dell'arma e all'aiuto dei cloni dall'altra parte riuscì a eliminare tutti i nemici e vedendo i cloni che la stavano aspettando vicino all'ingresso della porta lasciò la mitragliatrice e cominciò a correre per quanto con fatica verso di loro ma dopo pochi passi fu spinta in avanti come se qualcuno avesse usato la forza contro di lei. Atterrò dove vi erano i cadaveri dei nemici uccisi poco prima e quando si girò rivide l'uomo che l'aveva fatto poco prima svenire con i suoi poteri sopranaturali che si stava avvicinando lentamente proteggendosi dai colpi di blaster con il braccio sinistro. Iden istintivamente prese una granata da uno dei tanti cadaveri e la lanciò contro l'uomo mezzo folletto: essa superò il braccio andandosi a schiantare contro la faccia dove esplose. Dopo l'esplosione avvenuta in piena fronte l'uomo si fermò mettendosi la mano sinistra sulla faccia per placare il dolore, Iden sapendo di avere una buona occasione per scappare cominciò a correre riuscendo finalmente ad arrivare sul ponte che collegava l'incrociatore alla stazione. Dopo il suo arrivo un clone indicando il lato da cui era arrivata disse: "il nemico è troppo numeroso, dobbiamo evacuare". Iden si girò dove aveva indicato il clone e vide una grande quantità di nemici subito dietro il metà uomo che si era ripreso dalla granata e che ora avanzava verso di lei con tutta la faccia sfregiata. Iden immediatamente attraversò il ponte come tutti i cloni e appena lo attraversò si mise dietro un angolo e contattando il ponte della nave urlò: "siamo tutti dentro, chiudete il ponte!". Il soldato non diede neanche risposta e fece chiudere il ponte. Iden vedendosi al sicuro disse con tono più tranquillo continuò: "allontaniamoci dalla stazione", in realtà non era nel suo campo di azione dare questo tipo di ordini ma dato che Luke non era ancora tornato e Cody non c'era poteva farlo, il soldato non obbiettò e disse: "agli ordini tenente". Poco dopo il messaggio Iden si rimise in piedi e tornando indietro vide l'uomo folletto con alcuni soldati dietro guardare l'incrociatore allontanarsi. L'uomo sbatte anche violentemente un pugno contro un muro del corridoio dalla rabbia di averli fatti fuggire senza potersi vendicare di Iden che vedendo questa scena sorrise confermando che lesue abilità e la sua forza di volontà l'avevano fatta sopravvivere anche questa volta ad una minaccia che sconfinava perfino nel soprannaturale.
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