Capitolo 19
Una nuova settimana scolastica era iniziata alla Clearwater High School.
Le belle giornate avrebbero riscaldato le lezioni ancora a lungo e così, come da consuetudine ogni anno, i campi da basket e da football esterni, che si trovavano sul retro dell'edificio, brulicavano di banchetti improvvisati ad improponibili stand.
Era il giorno in cui i vari Club della scuola cercavano di accaparrarsi nuovi membri disposti a riempire i loro pomeriggi con varie attività extra scolastiche, che avrebbero fruttato preziosi crediti per la fine dell'anno, accorciando la strada per le tanto sognate borse di studio destinate, in realtà, a pochi.
Layla adorava e allo stesso tempo odiava quel giorno: trascorrere la mattinata a passeggiare tra i vari tavolini, divertendosi a scartare i Club, con la complicità Katharine, le faceva rimpiangere che quella fosse l'ultima volta che avrebbe dovuto scegliere un'attività pomeridiana; se ripensava, però, all'insistenza dei vari capi gruppo che cercavano di trascinarle da anni in quelli più improponibili, portandola ogni volta a ripiegare sui meno gettonati e più noiosi, ricordava che, in fondo, era un bene ritrovarsi tra quei banchetti per l'ultima volta.
«Non ricordo: sono due o tre anni che Victoria cerca di farci entrare nelle cheerleader?» chiese divertita Layla a Kat.
«Due anni, undici mesi e quindici giorni,» le rispose corrugando le labbra sottili in una smorfia stizzita «da quando mi ha messo in mani quegli orribili pon pon, o come si chiamano.»
«Datemi una "MA". Datemi un "AN"...» cominciò Layla battendo le mani saltellando di fronte a Katharine, le cui guance sembrarono assumere le stesse tonalità rossastre della sua chioma. Sussurrò un flebile "Ti prego Lay, no!", che, però, non scoraggiò la compagna che, roteando i pugni davanti al petto, li sollevò poi al cielo finendo quel motivetto snervante «eeeh..."CHE NO"!»
«Era davvero necessario? Ci guardano tutti.» sbottò Katharine afferrandola per un braccio e trascinandola al suo fianco, mentre Layla, divertita, continuava a canticchiare ancheggiando, solo per il piacere di infastidire l'amica «"Anchenò, anchenò, anchenò". Dai è orecchiabile, ammettilo.»
«Pensiamo a cose più serie.» suggerì Kat, roteando gli occhi verso l'alto per evitare di ridere, trascinata dall'euforia che ancora emanava Lay «Niente Club del Libro, degli Scacchi o Teatro, abbiamo già dato.»
Layla prese a guardarsi intorno, per capire se qualche professore o qualche studente avesse proposto qualcosa di nuovo, almeno per quell'anno.
Attorno a lei, uno sciame di studenti si districava tra gli stand addobbati da striscioni e grandi cartelli che esponevano il programma previsto. Mentre Kat parlava erano arrivate proprio dinanzi al Club di lettura, del quale avevano fatto parte durante il secondo anno.
Leggere romanzi a lei sconosciuti le era piaciuto, e per i primi mesi era stato divertente incontrarsi settimanalmente per discutere sui nuovi capitoli letti, esponendo teorie e congetture o elogiando i punti di forza di uno scrittore piuttosto che di un altro. Ma la magia svanì presto, quando sempre più studenti si allontanavano perché presi dal troppo studio, riuscendo a dedicare sempre meno tempo alla lettura e finendo per lasciare nel Club soltanto lei, la sua amica e i gemelli McMonroe, che si iscrivevano a quell'unico Club sin dal primo anno.
Continuando a passeggiare si ritrovarono davanti al tavolo affollato della squadra di nuoto, dove decine di ragazze erano in fila più per chiacchierare e conoscerne i componenti che per prendervi parte.
«Niente sport, Layla.» esclamò Kat prima ancora che lei potesse anche solo muovere un passo verso lo stand.
«E perché no? Piace nuotare ad entrambe. O hai paura che ti stracci come quest'estate in spiaggia?» la punzecchiò sorniona tornando poi seria «E poi c'è Jon, almeno per una volta staremo tutti e tre insieme.»
«Lay, io non voglio passare un altro anno a sentirti lamentare di strappi muscolari, contusioni e lussazioni che esistono solo nel tuo cervello.» le disse trascinandola ancora una volta per un braccio per convincerla ad allontanarsi «Due anni fa hai mollato dopo neanche tre mesi di Karate, o te lo sei scordata? Dicevi che sentivi l'acido lattico perfino nelle orecchie.»
Layla rise, ricordando il rovinoso approccio con il corso di arti marziali. Come sempre, la sua migliore amica aveva ragione. Lo sport non faceva per lei, non perché fosse goffa o scoordinata, ma se c'era una cosa che le mancava era la costanza. Praticare un'attività fisica qualsiasi comportava allenamento giornaliero, sempre più intenso e senza la possibilità di trovare vie d'uscita. Difficile per una che era capace anche di passare un intero weekend sul divano a guardare serie TV e film horror.
Ogni pomeriggio dimenticava gli esercizi da fare, promettendosi che avrebbe recuperato il mattino seguente, mentendo a se stessa. Presentarsi, poi, alle lezioni scolastiche diventava una tortura: caricare il suo fisico per pochi giorni la spossava completamente, e per curare i muscoli indolenziti non le restava che lamentarsi con i suoi due migliori amici che non potevano far altro che pregarla di cambiare corso.
«Astronomia.»
«Come dici?» domandò Layla che aveva a mala pena sentito la voce di Kat.
«Il Club delle Stelle, hanno anche un bel nome. Che ne dici di Astronomia?» Kat non aspettò la risposta della ragazza, dirigendosi subito alla sua destra per avvicinarsi allo stand quasi deserto.
Un enorme striscione blu riportava il nome del Club con delle lettere in stampatello dipinte a mano con della vernice gialla.
Un tavolo rettangolare era ricoperto con una strana tovaglia blu notte, ricoperta da centinaia di puntini bianchi che riflettevano la luce del sole ricordando i quadri con foto di galassie e costellazioni poggiati sui cavalletti alle spalle delle tre ragazze, intente a distribuire volantini.
Layla scosse le spalle, seguendo lentamente la sua amica, quando la sua attenzione fu catturata dall'enorme poster del film "Kill Bill: Volume I" che svolazzava di fianco allo stand di Astronomia.
Inarcò la schiena all'indietro per sbirciare meglio e riuscire a capire cosa ci facesse lì quella locandina, nonostante il continuo via vai dei suoi compagni di scuola le rendesse l'impresa difficile.
"Cinefollia" fu l'unica cosa che riuscì a leggere, grazie al telo verticale che sventolava, tenuto su solo da una sottile corda che lo bloccava lungo un'asta in alluminio.
Voleva saperne di più, non ricordava di un corso simile negli anni passati, ma sapeva che se avesse lasciato la sua amica sola gliel'avrebbe rinfacciato per tutta la mattinata.
Raggiunse così Katharine, picchiettandole sulla spalla per cercare di richiamare la sua attenzione.
«Layla, è fantastico! Potremo andare all'osservatorio due volte al mese, e sono previste anche gite notturne, riservate ai maggiorenni, per guardare le costellazioni ad occhio nudo dalle colline.» Katharine sembrava completamente assorta ed estasiata dal programma che il Club delle Stelle proponeva.
Gli occhi verdi divorarono le lettere della brochure azzurra che teneva stretta tra le dita, illuminandosi man mano che scorrevano verso il basso fino a sembrare quasi lucidi per l'emozione crescente.
«Sì, Kat, tutto molto bello.» sentenziò sarcastica Layla, venendo però ignorata «Io vado di là, ok? Mi senti? Devo rifare la cheerleader?» A quelle parole Kat la degnò finalmente di uno sguardo, limitandosi però ad annuirle col capo e a mimare con le labbra un quasi impercettibile «Ok, ok, a dopo.»
Sospirando Layla si allontanò, passando di fronte alla locandina raffigurante Uma Thurman in tuta gialla e nera e arrivando finalmente allo stand di Cinefollia.
Due ragazzi chiacchieravano noncuranti del suo arrivo e così lei ne approfittò per guardare i vari cartelli appesi. I poster di saghe famose come Ritorno al futuro, Nightmare, Hunger Games, Batman e I Pirati dei Caraibi ricoprivano l'enorme telo nero che stava alla spalle dei due studenti. Sul tavolo quadrato in plastica rossa, delle mini locandine, grandi quanto una cartolina, erano adagiate disordinatamente. Riconobbe decine di film visti e rivisti fino ad aver imparato a memoria anche le pause fatte dagli attori durante i dialoghi, tanto le piacevano, ma dovette ammettere che non conosceva una buona metà dei film raffigurati.
Lanciò un'ennesima occhiata ai due ragazzi mori che ancora ridevano e scherzavano tra loro senza riservarle neanche un saluto, decidendo di allungare una mano verso la cesta metallica posizionata vicino a loro che conteneva i volantini col programma del Club.
Prese a leggerlo attentamente capendo finalmente a cosa servissero quelle cartoline sparse sul tavolo.
Tre incontri settimanali erano previsti: ogni mercoledì si sarebbe visionata una nuova pellicola, alla fine della quale ci sarebbe stato un breve dibattito tra alunni e professore per una prima analisi; il venerdì ogni studente avrebbe letto dinanzi alla classe la propria recensione, stilata nell'intervallo di due giorni, del film visionato la volta precedente per poi pescare da uno scatolone una delle locandine che avrebbe visionato, assieme al proprio compagno, durante il weekend; il lunedì le coppie di studenti dovevano presentare un'analisi del film visto, con tanto di scheda dei personaggi ed eventuali metafore o morali nascoste. La coppia che avrebbe esposto il lavoro migliore avrebbe avuto la possibilità di scegliere quale film visionare durante il mercoledì seguente e sarebbe stata esonerata dal recensirla.
Mentre leggeva Layla rimase estasiata dall'allettante programma: era solita guardare montagne e montagne di film uno dietro l'altro, averlo poi come compito per casa le sembrava un sogno. Senza pensarci su due volte si rivolse ai due studenti chiedendo loro di passarle la lista dove poter firmare per l'iscrizione.
Afferrò la biro che il ragazzo con gli occhiali le porse svogliatamente, continuando poi a parlare col suo compagno, e senza esitazione firmò sulla prima riga libera che trovò.
Nel momento in cui tracciò l'ultima curva della s che terminava il suo cognome, si rese conto di aver appena compiuto l'errore più grande della sua vita.
Si era completamente dimenticata di Katharine.
L'amica l'avrebbe sicuramente lapidata verbalmente con le sue parole taglienti per essersi iscritta ad un corso senza prima consultarla.
Sin dal primo anno di scuola avevano concordato che avrebbero sempre frequentato lo stesso Club, decidendo insieme a quale iscriversi.
Per la prima volta Layla era venuta meno e ora la punizione che Kat avrebbe potuto infliggerle la spaventava più di qualsiasi altra cosa.
Con la mano tremante posò la cartellina in legno, su cui poggiava il foglio contenente la lista tenuto su da un fermaglio in ferro, sul tavolino, portandosi nervosamente la penna tra i capelli e attorcigliandola ad uno dei suoi ciuffi corvini.
«Ehi? Ehi, amico?» chiese al ragazzetto con gli occhiali che si voltò verso di lei «Quanti posti ci sono ancora per il corso?»
«Con voi siamo al completo, ve l'avevo già detto prima.» fece lui liquidandola frettolosamente con un gesto della mano, guardando prima alle spalle di Layla e rivolgendosi poi al suo compagno «Finalmente abbiamo finito, Mike. Forza, smontiamo tutto e andiamocene al banco delle Majorette, Julia ci aspettava.»
«Voi?» domandò Layla spaesata, sentendo una voce alle sue spalle che porgeva la stessa domanda.
Con uno scatto roteò su stessa, lasciando cadere sull'erba sintetica la biro per portarsi la mano sulla fronte, fino a coprirsi gli occhi in segno di imbarazzo.
«Mi sa che l'ho combinata più grossa di quel che pensassi.» si lasciò sfuggire, non potendo fare a meno di notare l'espressione tra il confuso e il rassegnato che il ragazzo davanti a lei aveva assunto.
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