Capitolo 18 - Parte Prima
«Siete in ritardo.» sbottò Gerry salendo in auto.
«Non guardare me!» Judith, dal sedile anteriore, si voltò per guardarlo in viso «Chiedi a William del nostro ritardo.» gli bisbigliò maliziosamente, indicandogli con un cenno del capo il ragazzo alla guida.
«Cosa mi sono perso?» Gerry, spaesato, allungò un braccio verso Will toccandogli una spalla.
«Nulla.» ribatté lui ingranando la prima e prestando attenzione alla strada per rimettersi in carreggiata.
Judith roteò gli occhi, scivolando sul sedile e sbuffando sonoramente.
«Quando fai così mi vien voglia di lanciarti giù per un dirupo.» disse rivolgendosi a William e guardandolo di sottecchi.
Lui la ignorò, continuando a guardare la strada, senza mai staccarvi gli occhi e sforzandosi di apparire rilassato.
«Allora?» fu Gerry ad interrompere il silenzio che aleggiava nell'auto, bussando con le dita sulla spalla di Judith che prese parola, spostando la sua attenzione verso il finestrino al suo fianco mentre rievocava il tempo trascorso con William.
«A quanto pare ora al signorino va a genio Layla. Vedessi come la guardava mentre parlava con quel tipo.» esclamò in tono sarcastico, abbozzando un sorrisino sulle labbra rosee.
William digrignò i denti quando Gerry chiese a Judith di continuare, spronandola ad essere più precisa -e meno sarcastica.
«Dopo che ha riaccompagnato Sue sono entrata in auto con lui. Poi stavamo venendo da te quando ha notato Layla uscire dalla pasticceria e ha inchiodato.» Judith si voltò per mettersi in ginocchio sul sedile e guardare in volto Gerry, mostrandogli tutta l'enfasi che si era disegnata sul suo volto mentre raccontava «Hai presente l'occhiata che hai lanciato a Connor lo scorso anno quando mi chiese di andare al ballo? Beh, non era nulla a confronto di quella che Will ha lanciato al tipo che parlava con Layla.»
Gerry sollevò le sopracciglia, sorridendole velocemente, non per le parole appena udite, ma per la luce gioiosa che i suoi occhi emanavano mentre lo guardava. Per un attimo si lasciò intenerire dalla bellezza del volto tondo e dai lineamenti quasi innocenti di Judith, tornando subito dopo ad aggrottare la fronte per fissare il ragazzo alla guida, sperando in una sua spiegazione.
«Quando poi lui ha allungato le mani per metterle la sua felpa... oh, davvero, non puoi capire cosa ti sei perso, Gerry.»
«Quando avete finito con i pettegolezzi, signorine, fatemi un fischio.» sbottò William, serrando la mandibola.
«Credevo fossimo d'accordo, William.» La voce bassa e dal tono serio di Gerry arrivò in risposta al ragazzo, che inclinò leggermente la testa per incrociare i suoi occhi nello specchietto retrovisore mentre controbatteva: «Lo siamo.»
«E allora cos'è questa storia?» Il rimprovero di Gerry risuonò nell'auto, smorzando per poco il sorriso sul volto di Judith, che tornò a sedersi composta sul suo sedile.
Quando però, al silenzio di William, il ragazzo tuonò ancora una volta, lei si lasciò sfuggire una risata.
Per una volta non era lei al centro dei rimproveri di Gerry, che era solito riprenderla ogni qual volta il suo carattere arrogante e pungente veniva fuori, sempre pronto a ricordarle che non poteva permettersi di perdere il controllo e che il primo passo verso la calma interiore era mostrarsi gentile col prossimo e attenersi alle regole imposte dai due capofamiglia.
«Smettila.» sussurrò Will verso di lei, stringendo le mani intorno al volante, visibilmente infastidito.
«Ho inchiodato perché ho visto quel tipo che la fissava dalle vetrate del Red Velvet e poi le è anche sgattaiolato alle spalle.» spiegò William mentre frenava per rispettare un semaforo rosso, approfittando di quella pausa per ruotare col busto e sfidare Gerry con lo sguardo «Non mi piaceva come la stava guardando. Quegli occhi sembravano due blocchi famelici di ghiaccio. Sue è la priorità, ma non vuol dire che dobbiamo lasciare Layla in balìa delle onde.»
I due rimasero per qualche istante a fissarsi, studiandosi l'un l'altro in attesa di una qualche reazione. Il verde delle iridi di William non lasciava trasparire alcuna emozione: vergogna, rabbia, menzogna... nulla. Erano freddi, sicuri, proprio come Killian gli aveva insegnato.
Era la maschera che ognuno di loro doveva indossare per evitare di uscire allo scoperto. Dovevano imparare a mischiarsi tra i loro coetanei, a mutare con loro man mano che le mode imponevano nuovi gerghi o strambi stili da seguire, apparendo sempre dei normali studenti, dei diligenti lavoratori o degli amabili genitori. Fingere era ciò che contava più di tutto; fingere era ciò che dovevano imparare prima ancora di combattere; fingere era tutto quello che dovevano apprendere, anche prima di capire chi o cosa erano in realtà.
"Sei una tavolozza: impara a mescolare i colori per assumerne ed interpretare ogni sfumatura." Erano le parole che Killian gli aveva rivolto anni prima, durante il loro primo incontro. "Non puoi permetterti pasticci. Se non sai riprodurre la tonalità giusta sii il bianco. Sii il nulla. Sii come una superficie ghiacciata che riflette tutto ciò che la circonda."
Fu Gerry ad interrompere quel contatto, segnalando con un cenno del capo il verde del semaforo a William che svoltò a sinistra in direzione di West Clearwater.
«Judith ha detto di non averlo mai visto. Né a scuola né in città.» riprese poi a parlare mentre file di alberi mossi dal vento scorrevano ai lati del veicolo «Per quanto ne sappiamo potrebbe essere con quel piromane del cazzo.»
«Non siete riusciti a sentirlo?» chiese Gerry affondando con le spalle sullo schienale del sedile posteriore.
«Eravamo lontani e sotto vento. Non riuscivamo a percepire neanche il profumo di Layla.» intervenne Judith prontamente, passandosi una mano tra i capelli dorati «Will ha ragione, non l'ho mai visto, ma questo vuol dire tutto o niente. Non possiamo accusare un ragazzo solo perché appena arrivato.»
«No di certo.» la assecondò Gerry «Ma abbiamo bisogno di avvicinarlo per cacciare ogni dubbio. Se fossero più d'uno dovremmo capire come gestirli o ci ritroveremo a scegliere tra Layla e Sue.»
A quelle parole William deglutì visibilmente, attirando gli occhi di Judith a sé, che questa volta, però, tenne per lei i commenti.
Scegliere.
Quella parola gli riecheggiava in testa. Come si poteva scegliere quale ragazza, quale esistenza sacrificare? Come poteva Gerry anche solo ipotizzare di mettere in rischio la vita di una giovane donna nel fiore degli anni?
Scegliere era quello che dovevano fare.
Agire, e in fretta, era l'unica cosa che gli sembrava sensata, piuttosto. Ma, solo, avrebbe potuto fare ben poco, e senza la forza di Judith, la saggezza di Killian o l'ingegno di Keshandra, lui non serviva a nulla.
«Dobbiamo avvicinarlo senza indispettirlo.» bofonchiò Gerry portandosi una mano sul mento per massaggiarselo, prendendo una silenziosa pausa di qualche secondo prima di continuare «C'é solo un modo. Mi rendo conto che sia rischioso, ma non possiamo essere noi a fare il primo passo. Se fosse davvero un Dannato non ci penserebbe due volte a trascinare Layla con sé al nostro minimo sbaglio.»
«Basterà solo seguirla, come avevamo concordato. Non stare lì a crucciarti troppo.» gli rispose la ragazza muovendo la mano vicina al suo volto come per scacciare i pensieri di lui.
«Ti sbagli, Judith. Se la seguissimo o se ci appostassimo fuori casa sua -come avevamo concordato- lo sentiremmo, vero, ma lui sentirebbe noi e saprebbe che abbiamo capito il suo gioco. Scapperebbe a gambe levate come continua a fare il ragazzo che gioca col fuoco da quando ci ha scoperti.» Alle parole di Gerry, William annuì silenziosamente. Per quanto, a volte, detestasse la sua freddezza, quell'uomo era sempre un passo avanti a tutti. In pochi secondi era in grado di calcolare decine di possibili azioni e cosa queste avrebbero comportato, scartando le più pericolose e vagliando quale fosse la mossa successiva meno rischiosa da compiere.
A tratti lo invidiava, ma sapeva che Gerry si era plasmato nel tempo, riuscendo a padroneggiare ogni situazione solo grazie a centinaia di esperienze, positive e non, che nei secoli aveva affrontato. Chissà quante volte, anche lui, era caduto preda dell'impulsività, lasciando che qualche stoltezza lo aiutasse a maturare.
«Dobbiamo stare a guardare» riprese Gerry alle sue spalle «e aspettare che sia lei a presentarcelo.»
Vi piace questa stupenda Gif?
Ho deciso di lasciarla alla fine di ogni capitolo perché per me è stupenda e credo sia un'ottima chiusura per ogni aggiornamento.
Ringrazio infinitamente Skadegladje per questo banner gif e per il nuovo Divisore per i paragrafi:
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